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sabato 12 aprile 2014

Ricordata la Battaglia di Monte Marrone (31 marzo 1944)


di Marcello Longhin
Si è svolta mercoledì 9 aprile presso il Giardino dedicato al Corpo Italiano di Liberazione, alla presenza di autorità civili, militari e religiose, la cerimonia commemorativa del 70° anniversario della Battaglia di Monte Marrone (31 marzo 1944). Alla cerimonia era presente anche una rappresentanza degli studenti della vicina Scuola media statale "Amedeo Peyron".
La notte del 31 marzo 1944, gli Alpini del Battaglione “Piemonte” inquadrati nel Corpo Italiano di Liberazione conquistarono la vetta di Monte Marrone (nella catena appenninica de Le Mainarde, fra Lazio, Umbria e Molise) con un'azione frontale, ritenuta impossibile sia dai nuovi alleati anglo-americani sia dai nemici tedeschi. Altrettanto stupefacente fu la difesa del picco da parte degli Alpini che resistettero, fra il 9 e il 10 aprile successivi, ai reiterati tentativi delle truppe tedesche di riprendere le posizioni perse. Furono, anche, questi episodi a convincere gli anglo-americani della validità delle truppe italiane e della necessità di averle al loro fianco nella fase della Seconda Guerra mondiale che andava ad incominciare.

Fonte: http://www.comune.torino.it/cittagora/article_12754.shtml
Campagna di sensibilizzazione sul tema ordigni bellici inesplosi promossa dall'ANVCG  

Cori, 70° anniversario del terzo bombardamento sul paese


70° anniversario dei bombardamenti alleati su Cori. Dopo quelli di gennaio e febbraio, un terzo devastante bombardamento si riversò sulla città la sera del 12 aprile 1944, in contrada “Colle Nino”, dove furono colpite le capanne e le tende, rifugio di numerose famiglie di sfollati. Come emerge dai documenti dell’Archivio Storico Comunale, sul posto giunsero anche soldati tedeschi con un ufficiale medico che prestarono i primi soccorsi ai feriti organizzando il loro trasferimento presso gli ospedali romani. Non mancò neppure la solidarietà tra i superstiti, sottoposti ad una vita di stenti e in ricoveri d’emergenza, esposti agli attacchi aerei alleati alle colonne tedesche in ritirata e soprattutto alle scorribande delle truppe marocchine e algerine arruolate nell’esercito francese, i c.d. gourniers, autorizzate a condurre uccisioni gratuite, ruberie e violenza di ogni genere sulle donne. I momenti di paura per la popolazione locale si protrassero fino alla fine di maggio quando, sfondata la resistenza tedesca, le truppe alleate entrarono a Cori, mietendo altre vittime e feriti gravi. Il bilancio finale del conflitto fu di 228 vittime accertate, 13.000 mq. di case distrutte, 3.400 mq di case gravemente danneggiate, 2.000 vani perduti di cui 385 appartamenti. In ricordo di tutte le vittime civili della Seconda Guerra Mondiale, l’amministrazione comunale, nel febbraio 2009, ha affisso una lapide commemorativa all’ingresso del Chiostro di S.Oliva.
Fonte: http://onirikaedizioni.it/2014/04/12/cori-70-anniversario-del-terzo-bombardamento-sul-paese/ 




Foto tratta da: http://onirikaedizioni.it/







È la spoletta il cuore della bomba. «Ecco come si fa a disinnescarla»


C’è sempre un alone di mistero che circonda l’entourage che si occupa di disinnescare un ordigno. Messina, soltanto nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, è stata vittima di 2.805 bombardamenti angloamericani aerei e 4 navali per cui rientra di diritto tra le città a rischio ritrovamento di ordigni bellici inesplosi. Nel corso di lavori sul marciapiede di una palazzina in via Taormina è venuta alla luce una ogiva con un diametro di circa 30 centimetri arruginita. Per identificarne la potenzialità e per descriverne caratteristiche ed effetti ci siamo consultati con l’esperto Corrado Loiacono, artificiere e tecnico specializzato nel ritrovamento di ordigni al Nucleo Bonifica dell’ex 11. Reparto rifornimenti di Messina, oggi in pensione. Loiacono nel corso della carriera ha disinnescato sul territorio nazionale centinaia di bombe di aereo e migliaia di residuati definiti “or - dinari” (manufatti da mortaio, granate di artiglieria e bombe a mano di varie nazionalità). Con lui ci siamo addentrati nello specifico per conoscere i dettagli della bomba: «È un ordigno molto potente – ha esordito Loiacono – dal peso di 500 libbre (227 chilogrammi), con all’interno circa 120 chili di esplosivo. È una classica bomba americana definita in gergo standard “AN modello 64”, identificabile nella sigla AN (Arm e Nav) che può essere indistintamente utilizzata dall’Esercito e dalla Marina».
– In passato sono stati inertizzati altri ordigni nelle vicinanze del ponte di Gazzi. Erano dello stesso modello? «Sì, sono della stessa famiglia. In quel periodo Messina era tra le città in possesso di batterie di contraeree importanti e tutto lo Stretto, anche nella parte calabra, era particolarmente fortificato. Le contraeree italiane e tedesche, quindi, puntavano a incrociare il tiro dalle due sponde per centrare gli aerei nemici. Ecco perché le bombe venivano lanciate da americani e inglesi da distanza di sicurezza e fuori dal perimetro di fuoco della contraerea. Venivano sganciate a grappoli e quando giungevano sull’obiettivo erano distanti un centinaio di metri l’una dall’altra. Il modello della bomba ritrovata in via Taormina è uguale a quelle disinnescate in passato in via Bonino, all’altezza della Birra Messina, distanti un centinaio di metri l’una dall’altra».
–Descriviamo l’ordigno. «Il corpo della bomba è lungo un metro e 14 centimetri. All’in - terno è composta da una carica esplosiva di 120 kg di amatolo tritolo, divisa nelle stesse percentuali, con due spolette di ogiva e di fondello. Il percussore della spoletta, all’urto della bomba sul terreno, percuote la capsula che di conseguenza trasmette l’urto esplosivo al detonatore secondario e quindi alla carica esplosiva».
– Come avviene il disinnesco? «Quando interviene la squadra artificieri e l’ordigno è semisotterrato, come nel caso specifico, c’è bisogno di liberarlo totalmente dall’interramento prima di stabilire quale intervento effettuare. Una volta alla luce il residuato viene visionato totalmente e nello specifico si esaminano le spolette, considerate il cuore della bomba. È importante, infatti, capire se si può operare togliendo le spolette, sempreché le stesse siano amovibili. Una volta “svitate” la bomba viene trasportata in un luogo idoneo per farla brillare. Se invece si opta per la seconda ipotesi si procede effettuando direttamente sulla bomba un foro della larghezza sufficiente per inserire una lancia in grado di immettere acqua calda e vapore a una temperatura di circa 80 gradi. Sciolta la carica esplosiva, il tritolo viene raccolto e distrutto bruciandolo per via pirica. Le spolette, con relativi detonatori, si fanno invece brillare con un’apposita carica. A quel punto rimane solo la carcassa inerte e l’intervento è concluso ».
Fonte: http://www.gazzettadelsud.it/news/87593/--la-spoletta-il-cuore.html
Intervento dell'artificiere Loiacono al convegno bombardamento sulla città di Augusta 2012

Campagna di sensibilizzazione sul tema ordigni bellici inesplosi promossa dall'ANVCG  

venerdì 11 aprile 2014

Pignataro Maggiore, trovato ordigno bellico tipo bomba a mano


PIGNATARO MAGGIORE- Sulla SS 6 “Casilina”, all’altezza del km.188,300, un imprenditore, ha segnalato il rinvenimento di un ordigno bellico, tipo bomba a mano, all’interno di un aiuola sita nel piazzale adibito a parcheggio, antistante il proprio esercizio commerciale – vendita di prodotti caseari. L’intervenivano sul posto dei Carabinieri della locale stazione, unitamente a personale artificieri del Comando Provinciale Carabinieri di Casertah ha permesso di accertare che si trattasse di una bomba a mano (da difesa) modello m52, di fabbricazione ex-yugoslavia, priva di linguetta, verosimilmente lanciata da ignoti. Dopo aver isolato e messo in sicurezza l’area, i Carabinierispecializzati hanno fatto brillareil congegno esplosivo. 
Fonte: http://quotidianoitalia.it/pignataro-maggiore-trovato-ordigno-bellico-tipo-bomba-mano/#sthash.NXsyIOQW.dpuf
Campagna di sensibilizzazione sul tema ordigni bellici inesplosi promossa dall'ANVCG   

Rifugi di guerra


di Lorenzo Morandotti
Tesori nascosti Un libro fresco di stampa invita alla scoperta dei nascondigli antiaerei e antigas realizzati in città durante i due conflitti mondiali
Quella Como segreta che è sotto i nostri piedi
Un passato che non passa: testimonianze di un periodo in cui si visse giorno e notte nel timore di una strage. Un museo silenzioso, in gran parte inedito, con strutture di pertinenza sia privata che pubblica, che documenta l’impatto nella vita quotidiana di due guerre mondiali sul Lario.
Quando la guerra era una minaccia dall’alto in forma di solide bombe d’aereo, ma anche nell’aria, con il rischio di gas letali.
Un tesoro letteralmente nascosto, da valorizzare per il turismo culturale come avviene in altre città d’Europa. Che Como e i comaschi hanno sotto i loro piedi da un secolo. Invita a scoprirlo un volume fresco di stampa frutto di quattro anni di ricerche storiche negli archivi (tra cui quello del Comune di Como), che proseguono tuttora. Lo firmano l’architetto Maria Antonietta Breda del Politecnico di Milano e Gianluca Padovan, presidente dell’Associazione Speleologia Cavità Artificiali di Milano. i due hanno da tempo in corso analisi storiche sui rifugi di Milano, Monza, Brescia, Bergamo e anche in Toscana e nel Lazio. Il loro libro si intitola Como 1915 – 1945. Protezione dei civili e rifugi antiaerei (Milano, Lo Scarabeo Editrice, pp. 120, 24 euro) e ha un fitto apparato iconografico d’epoca, dal 1866 al 1945. 
Al termine della Seconda guerra mondiale, Como uscì indenne, anche se fonti attendibili avevano dato per certo un pesante bombardamento aereo. Così, a differenza di Milano che pure pullulava di rifugi ed è stata distrutta per un terzo dalle fortezze volanti, la rete di cunicoli si è conservata.
La situazione di Como era particolare, difatti molti dei suoi rifugi si sono dovuti costruire nei piani terreni degli edifici e solo dopo il 1942 anche in gallerie sotterranee, puntellate con strutture in legno come le miniere, per contrastare l’energia delle deflagrazioni.
Secondo un documento del 15 marzo 1943, a Como erano attivi 26 rifugi pubblici, 8 scolastici, 27 collettivi, 55 industriali, 78 casalinghi “normali” e ben 1.902 rifugi casalinghi classificati come “di circostanza” (la differenza è nella quantità di materiale usato per rinforzare gli ambienti). E dopo l’8 settembre, i tedeschi ne fecero costruire altri. Alcune di queste strutture sono state riutilizzate: il rifugio sotto il Baradello, del 1944, è ad esempio una centrale idraulica di Acsm. Ma secondo gli autori della ricerca l’80% di questi rifugi è tuttora esistente, anche se in larga parte inaccessibile.
Una delle strutture più interessanti è il rifugio della Croce Rossa di Como all’incrocio tra le vie Croce Rossa e Italia Libera, uno dei pochi in calcestruzzo e quindi più resistente, di recente restaurato dagli architetti Gianmarco Martorana e Marco Castiglioni. La struttura era adibita anche a rifugio contro le aggressioni con “gas di guerra”, tanto che era predisposta per la ventilazione forzata. Un altro rifugio documentato è quello sotto il liceo classico Volta che risale alla Prima guerra mondiale, e interessante è anche il sistema di gallerie lungo le antiche mura a Sud. Il volume dà anche conto del sistema di allarme tramite le sirene per avvisare la popolazione durante la Seconda guerra mondiale, mentre nella prima ci si affidò a cannoni antigrandine e a pezzi di artiglieria sul colle del Baradello: sistemi di cui per fortuna Como non testò mai l’efficacia.
Fonte:
http://www.corrierecomo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=60692:rifugi-di-guerra&catid=14:prima-pagina


Campagna di sensibilizzazione sul tema ordigni bellici inesplosi promossa dall'ANVCG  



Montignoso, trovato ordigno bellico


MONTIGNOSO. Un piccolo ordigno bellico, probabilmente un proiettile di cannone leggero, è stato ritrovato nelle cantine dell’azienda vinicola Montepepe. Coincidenze e suggestioni: Montignoso aveva da poco finito di celebrare la sua liberazione, l'8 aprile, come pure stanno facendo le città di tutta Italia e spunta un ordigno, un proiettile, ricordo di quella guerra mondiale che tanto ferì i suoi abitanti. A trovarlo sono stati alcuni operai, a lavoro all'interno delle antiche cantine dell'azienda, dove avvengono tutti i processi di vinificazione e confezionamento dei pregiatissimi vini, situate al piano terra della villa, in passato appartenuta a Carlo Ludovico di Borbone, recentemente restaurate all'uso originario. Subito la chiamata al 113, l'intervento di una volante e la decisione, presa assieme al Gabinetto della Questura, in accordo con la Prefettura, di far intervenire gli artificieri da La Spezia. Le operazioni per rimuovere il proiettile a Montepepe sono durate qualche ora. L’ordigno è stato prelevato con cautela e trasportato dagli artificieri fino a Cava Foce, nel comune di Carrara, dove è stato fatto brillare, senza nessuna complicazione.
Fonte: http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2014/04/11/news/montignoso-trovato-ordigno-bellico-1.9021773
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giovedì 10 aprile 2014

Baionette e bombe a mano in casa: denunciato 27enne


Giovanni in Persiceto è stato denunciato per detenzione di armi clandestine e limiti alla detenzione senza denuncia di munizioni, a seguito di un controllo dei poliziotti del Commissariato di San Giovanni in Persiceto fatto nell'abitazione del giovane. Tutto è nato da un servizio degli agenti legato alla verifica di armi regolarmente denunciate. A casa del ragazzo sono state trovate alcune armi regolarmente dichiarate e custodite in armadi blindati come previsto dalla leggeNella stessa stanza però, su una scrivania, i poliziotti hanno trovato una bomba a mano di tipo 'OD 82' e diverse cassettiere di varie dimensioni. Dentro una di queste c'era una pistola revolver di calibro 38 senza matricola, tutto è stato sequestrato.
Fonte: http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2014/04/10/1051304-persiceto-armi-denunciato-27enne.shtml#1
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Disinnescata bomba da mortaio a Racconigi


Gli esperti del 32o
Reggimento Genio della Brigata alpina Taurinense hanno disinnescato una bomba da mortaio da 81, residuo bellico probabilmente risalente alla II Guerra mondiale, scoperta a Racconigi, vicino al muro di cinta di un edificio non lontano dal centro cittadino. La zona è stata isolata dalle 9 alle 11 di ieri mattina. All’operazione, che si è svolta con il coordinamento della Prefettura di Cuneo, ha partecipato anche il 118. MO. BO. 
Fonte: http://m.lastampa.it/2014/04/10/edizioni/cuneo/disinnescata-bomba-da-mortaio-a-racconigi-RpMsd67cTjNL8UX965nSEP/pagina.html
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Ordigno bellico al fosforo sulla spiaggia di Milano Marittima: domani la bonifica


Attenzione! Piccoli pezzi, di colore arancione fluorescente, possono trovarsi sull'arenile o in acqua: pericoloso toccarli
La Prefettura di Ravenna rende noto che il litorale di Milano Marittima nel tratto all'altezza dei bagni 235 "Angela", 236 "Moschito", 237 "Le Saline", 239 "Tonni", sarà interessato domani venerdì 11 aprile, dalle ore 8.30 alle ore 10.30, dalle operazioni di bonifica a seguito del rinvenimento di ordigno bellico contenente fosforo. L'ordigno risulta frantumato e non si esclude la possibilità che piccoli frammenti si siano sparsi sull'arenile o siano galleggianti in acqua: sono di colore arancione fluorescente ed è pericoloso toccarli
Pertanto, qualora vengano individuati frammenti dalla popolazione anche successivamente alle operazioni di bonifica è importante effettuare la segnalazione al 112 - 113 -115.
Durante le operazioni di bonifica l'area sarà interdetta al pubblico.
Fonte: http://ravennanotizie.it/main/index.php?id_pag=31&id_blog_post=74356
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mercoledì 9 aprile 2014

La Valtrompia ricorda i 100 anni della Grande Guerra


di Erregi
Un centenario, quello dell'inizio della Grande Guerra, da ricordare unitamente al 70° della Resistenza e della Liberazione, per un 2014 ricco di iniziative, memoria e riflessioni, sia a livello nazionale che in tutta l'area della Valtrompia. A partire da sabato 12 aprile e fino al mese di novembre la Comunità montana si farà promotrice di una serie di iniziative che interesseranno nove comuni aderenti all'ente comprensoriale, con attenzione particolare all'Alta Valle. Dalla collaborazione tra Sibca e associazioni del territorio come Ana, Anpi, Cai, nasce una proposta che si pone l'obiettivo di ricordare con mostre, eventi teatrali e culturali tra Ome, Nave, Concesio, Villa Carcina, Sarezzo, Gardone, Lodrino, Collio e Bovegno. (in questu'ultimo comune si terrà una mostra sulla Grande Guerra tra novembre e dicembre) Un programma condotto anche in sinergia con Ecomuseo, Ersaf eMuseo della Guerra Bianca, con il primo appuntamento di sabato 12 aprile a Villa Carcina, un corteo ai luoghi del paese storici per la Resistenza e che hanno visto protagonista Teresio Olivelli, cui è dedicato l'istituto comprensivo.
Fonte: http://www.valtrompianews.it/notizie-it/(Valtrompia)-In-Valtrompia-ricordando-il-centenario-della-Grande-Guerra-25039.html
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Lite in casa: tira bomba a mano alla moglie


Como, 9 aprile 2014 - Di solito tra moglie e marito le liti si risolvono con qualche urlo e al massimo un piatto rotto, nulla a che vedere con la sfuriata di un cinquantacinquenne bosniaco che dopo aver iniziato a litigare con la sua dolce metà per strada, al colmo dell’ira, ha estratto di tasca una bomba a mano e dopo averla innescata l’ha lanciata contro la compagna. Così in un attimo una tranquilla stradina diBuchs, nel Canton San Gallo in Svizzera, si è trasformata in uno scenario degno delle Guerre nei Balcani, con la donna a terra sanguinante ferita e il marito in fuga. Nonostante la forte detonazione, che ha distrutto la finestra di una casa, la donna anche lei bosniaca di 59 anni, inizialmente aveva cercato di difendere il marito, spiegando che al culmine della rabbia le aveva gettato contro un razzo pirotecnico.
Ricoverata in ospedale per una lesione a un dito nelle ore successive la donna è stata operata per una scheggia di metallo che le si era conficcata nel ventre. Così la Polizia Svizzera ha deciso di approfondire le indagini scoprendo che a ferirla era stata una bomba a frammentazione di fabbricazione jugoslava. Un ordigno bellico in piena regola detenuto illegalmente dal marito che, nel frattempo era fuggito in patria. Ad arrestarlo ci hanno pensato le Guardie di Confine domenica notte, al valico autostradale di Chiasso-Brogeda, mentre rientrava in auto dalla Bosnia diretto verso casa, in Svizzera. Immediatamente arrestato l’uomo dovrà rispondere di lesioni gravi, oltre a uso e detenzione di materiale esplosivo.
di Ro.Can.
Fonte: http://www.ilgiorno.it/como/cronaca/2014/04/09/1050589-bomba-moglie.shtml

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Un ordigno bellico “seminato” nelle campagne di Castelforte


di Er. Amedei
Un ordigno risalente alla seconda guerra mondiale, è depositato in bella mostra in una pozzetta in cemento in una zona agricola a Castelforte. All’area si arriva percorrendo pochi metri di una strada vicinale in terra che si imbocca da via per Maiano. A notarla sono stati alcuni passanti che l’hanno segnalata al nostro giornale rimarcando la pericolosità di quell’ordigno, probabilmente un proiettile di mortaio inesploso che conserva ancora tutta la sua carica esplosiva. A segnalarne la presenza un po di nastro biancorosso come se il proiettile sia gia stato segnalato alle autorità competenti.
Fonte: http://www.ilpuntoamezzogiorno.it/2014/04/un-ordigno-bellico-seminato-nelle-campagne-di-castelforte/
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martedì 8 aprile 2014

Bonate Sopra: passeggia e trova due ordigni di mortaio


Stava passeggiando, verso le 16 di ieri, sulla strada di campagna dietro il cimitero di Bonate Sopra, che porta in località Capersegno a Presezzo, quando il suo sguardo è caduto su un oggetto strano che sembrava un ordigno. Si è avvicinato e ha scoperto che era proprio un residuato di guerra.
Subito ha avvertito la polizia locale, che prontamente si è portata sul posto e constatato che era un ordigno. Poco più in là c’era un secondo ordigno. Per evitare dei pericoli i vigili hanno transennato subito la zona e avvertito il nucleo artificieri della polizia di Stato di Orio al Serio i quali, una volta giunti sul posto, hanno poi rimosso l’ordigno.
Gli artificieri hanno constatato che si tratta di ordigni da guerra per mortaio da 88 millimetri presumibilmente carichi. Domani, con un’esplosione in cava, se ne avrà la conferma o meno.
«Difficilmente le verifiche in corso potranno far risalire all’autore dell’abbandono - dicono dalla polizia locale -. Resta il fatto della stupida azione che poteva causare una tragedia».
Fonte: http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/bonate-sopra-passeggia-e-trova-due-ordigni-di-mortaio_1053553_11/
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Il battaglione femminile della Grande GuerraIl battaglione femminile della Grande Guerra


di PAOLA CIONI
Tra gli episodi dimenticati della Prima Guerra mondiale, la storia di Marija Bočkareva è una tra le più singolari. Di origine contadina, si arruola all´età di 25 anni nell´esercito russo, dopo aver chiesto e ottenuto l’autorizzazione ufficiale di Nicola II, e sin dallo scoppio del conflitto fornisce un apporto fondamentale alle fortune del suo reggimento. Guardata con diffidenza e molestata durante i primi mesi del suo servizio, riesce a conquistare sul campo la stima dei suoi commilitoni, battendosi con coraggio senza pari a fianco degli uomini, come gli uomini. Ma non è tutto. Nel 1917, Marija, ormai promossa sergente, riceve dal governo Kerenskij l´invito a formare un battaglione formato da sole donne. Il morale dell´esercito russo è basso, iniziano le prime diserzioni, e la formazione di un battaglione femminile avrebbe dovuto servire,almeno nelle intenzioni del governo provvisorio, da esempio all´esercito. E così, Marija, da tutti ormai conosciuta con il nome di battaglia di Jaska, lancia un appello a cui rispondono più di duemila volontarie. Il “Battaglione femminile della morte”, che porterà sul fronte 300 soldatesse, combatterà regolarmente, scontrandosi con i soldati tedeschi nel luglio del 1917. Le donne di questo singolare battaglione, non sono, però, le uniche a difendere la Patria in guerra e, dopo la rivoluzione del febbraio 1917, a Pietrogrado si moltiplicano le associazioni femminili a sostegno del conflitto. Il governo premia il loro ardore patriottico, varando una serie di misure, che pongono la Russia all´avanguardia in materia di diritti di genere: parità di salari, libero accesso a tutti i ruoli dell’amministrazione pubblica, diritto di voto e divorzio civile. Non è poco per un paese da sempre considerato tra i più arretrati d´Europa, tenendo conto soprattutto delle difficoltà e del tempo che dovette passare per ottenere gli stessi diritti in molti paesi dell´Europa occidentale. Non vi è dubbio, quindi, che per le donne russe la guerra rappresentò un’eccezionale occasione di emancipazione. E non è certamente un caso, nel 1918, la presenza a San Pietroburgo di Emmeline Pankhurst, una delle più accese femministe europee, che assiste alla sfilata del “Battaglione della morte” e descrive la comandante come “la donna più importante del XX secolo”.
Il caso di Marija Bočkareva è, però, solo il più noto. Il ruolo attivo delle donne russe nell’esercito negli anni dal 1914 al 1917 raggiunse un numero considerevole, che va dalle 700 alle 800 unità. Le loro storie sono state per decenni dimenticate e solo il centenario della prima guerra mondiale ne ha riportato a galla l’esistenza. Nominarle tutte in un breve articolo è impossibile, ma la documentazione a disposizione degli storici narra di donne di tutte le età ed estrazione sociale. Alcune di loro nascosero il loro sesso per il timore di non essere accettate, altre si arruolarono regolarmente. Tra queste: Olga Jehlweiser, di origine lituana, che aveva già partecipato come soldatessa alla guerra russo giapponese nel 1904-1905; Maria Selivanova, che a diciassette anni fuggì dal collegio femminile in cui studiava per arruolarsi con il nome di Stepan; la ventitreenne Ekaterina Linevska, che assunse il nome di Ivan Solovev; il colonnello Margarita Kokovceva, comandante del sesto reggimento degli Urali; la nobile georgiana Kati Dadeshkeliani, e moltissime altre. Il loro impegno non si esaurì nella partecipazione attiva alla guerra, molte di loro si schierarono a difesa del Palazzo d´inverno per impedire la presa del potere dei bolscevichi. Altre si arruolarono più tardi nelle armate bianche contro il nuovo governo sovietico.
Dare una spiegazione a questo fenomeno, di per sé eccezionale se si pensa a quanto avviene negli eserciti dell´Europa occidentale dove alle donne vengono al massimo riservati i ruoli di infermiere e centraliste (tra le pochissime storie di soldatesse conosciute vi è quella di Victorija Savs, arruolatasi tra le file dell´esercito austriaco, nascondendo il proprio sesso), è abbastanza complesso, ma l´origine, come hanno messo in evidenza le studiose americane Vera Dunham e Laura Engelstein, risiede probabilmente nella cultura contadina russa, che vede le donne impegnate da sempre accanto agli uomini nei lavori più duri. Una tradizione molto lontana da quella occidentale che considera la donna come un essere debole, da proteggere e teme la promiscuità, come elemento perturbatore dell´ordine sociale.
La storia delle soldatesse russe mette in crisi molti luoghi comuni e le teorie di quanti ritengono che il pacifismo, la non violenza costituiscano i tratti fondanti della differenza di genere femminile, mentre la guerra e la competizione siano caratteristiche prettamente maschili.
L´avventura di Marija Bočkareva, fu trascritta nel 1918, dal giornalista Don Levine, negli Stati Uniti, dove la donna si era recata per raccogliere i fondi necessari a organizzare le armate bianche contro i bolscevichi ed è sono disponibile in italiano con il titolo “Yashka. Una donna combattente nella prima guerra mondiale”(Il glifo, 2012), con un´introduzione di di Stéphane Audoin–Rouzeau e Nicolas Werth, quella delle altre soldatesse deve essere ancora scritta.
Fonte: http://lanostrastoria.corriere.it/2014/04/08/il-battaglione-femminile-della-prima-guerra-mondiale/
Foto: http://aarticles.net/

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ORDIGNO BELLICO IN VIA TAORMINA: DOMENICA 13 APRILE L’INTERVENTO DEL 4°GENIO GUASTATORI DI PALERMO


Sarà un’operazione complicata e delicata la rimozione dell’ordigno bellico ritrovato nel Rione Taormina, ma adesso c’è una data. Domenica 13 aprile prossimo, infatti,  si svolgeranno le operazioni di bonifica dell’ordigno bellico,  che verranno effettuate  dal 4° Genio Guastatori di Palermo.
Ogni dettaglio è stato discusso ed organizzato nel corso della riunione odierna svolta in Prefettura, dove si è stabilito che per consentire lo svolgimento delle operazioni di disinnesco dell’ordigno bellico, garantendo la massima sicurezza per la popolazione circostante, verranno adottate le più idonee misure atte a fronteggiare l’eventuale emergenza da parte di tutte le istituzioni presenti, ciascuno per le proprie competenze: Comune di Messina, Protezione Civile Regionale, Comando Provinciale Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine, Polizia stradale, Policlinico Universitario, ASP di Messina, Centrale 118, C.R.I., ENAC  ed Enti erogatori di servizi primari: AMAN, ENEL, ITALGAS e gestori telefonici .
Al riguardo il Sindaco del Comune di Messina, quale autorità locale di protezione civile, adotterà una ordinanza per l’evacuazione della c.d. “zona rossa” di circa 250 metri da dove si trova attualmente posizionato l’ordigno, che riguarderà circa 3000 persone abitanti della zona, già informati dalle associazioni di volontariato, che sono assolutamente invitate ad allontanarsi dalle proprie abitazioni per motivi di sicurezza secondo le specifiche indicazioni che verranno ulteriormente diffuse dall’Ente locale. Inoltre, nel predetto provvedimento verranno dettate prescrizioni inerenti la viabilità e l’erogazione dei servizi primari. Peraltro, quest’Ufficio  provvederà anche a richiedere all’ENAC  l’interdizione di sorvolo dell’area interessata.
Iinfine, allo scopo di tutelare altresì i padiglioni del Policlinico Universitario,  adiacenti l’area di cui trattasi, verrà eretta una barriera di protezione.
Per quanto riguarda la partita ACR Messina – Sorrento, in programma nella stessa giornata presso lo Stadio San Filippo, verrà consentito lo svolgimento della gara, atteso che il suddetto stadio insiste su un’area non rientrante nelle zone interessate e saranno garantite le opportune misure di sicurezza inerenti alla viabilità ed al deflusso dei tifosi.
La partita di calcio Città di Messina – Rende  che doveva svolgersi in data 13 aprile nello Stadio “Celeste” ricadente nella “zona  rossa” verrà anticipata a sabato 12 aprile.
Per meglio coordinare e fronteggiare qualsiasi situazione di emergenza che possa venirsi a creare  nel corso delle operazioni, sarà operativo in Prefettura  per tutta la durata delle stesse il Centro Coordinamento Soccorsi – C.C.S.
Fonte: http://www.messinaora.it/notizia/2014/04/08/ordigno-bellico-in-via-taormina-domenica-13-aprile-lintervento-del-4genio-guastatori-di-palermo/25998
Foto: www.messinaora.it
Campagna di sensibilizzazione sul tema ordigni bellici inesplosi promossa dall'ANVCG   

Salerno, un ordigno bellico ritrovato sulle colline di Giovi


Ritrovato ieri, sulle colline di Giovi, a Salerno un ordigno bellico risalente alla seconda guerra mondiale. Ora gli artificieri dovranno decidere se farlo brillare o meno. (Telecolore - Franco Esposito) 

Fonte: http://www.cilentonotizie.it/video/?news=salerno-un-ordigno-bellico-ritrovato-sulle-colline-di-giovi&id=979
Foto: www.telecolore.it