Senato

Senato
biografiadiunabomba

sabato 13 luglio 2013

Trovato un tubo in spiaggia intervengono gli artificieri


CAORLE Recuperato vicino alla spiaggia un oggetto dalla forma strana. Chiamati gli artificieri alla Brussa. È stato un pomeriggio convulso quello di ieri, in cui sono stati fatti pervenire carabinieri, vigili del fuoco, Suem 118 e soprattutto gli artificieri della Questura di Venezia. Non era uno scherzo di pessimo gusto. L’oggetto era di difficile interpretazione. Per non sbagliarsi, per evitare comunque un errore che avrebbe potuto dimostrarsi grave, si è preferito chiamare le forze dell’ordine. E ieri alle 17 sono state numerose le chiamate dei cittadini ai numeri di emergenza per capire cosa stava accadendo sulla Brussa, anche perché le forze dell’ordine intervenute non sono passate inosservate. Dopo un’attenta e scrupolosa analisi si è scoperto che quell’oggetto misterioso altro non era che un tubo, molto probabilmente abbandonato lì da un pescatore di frodo. Non è escluso che l’oggetto sia stato trascinato dalle correnti durante il fortunale dell’altra sera. Un analogo ritrovamento era avvenuto due settimane fa a Lignano. Solo che sulla spiaggia friulana l’oggetto rinvenuto era una bomba vera, risalente alla Seconda guerra mondiale e portata dalle mareggiate. (r.p.)
Fonte:
 http://ricerca.gelocal.it/nuovavenezia/archivio/nuovavenezia/2013/07/13/NZ_37_55.html

Nascondeva un arsenale nel fienile Riarrestato un anziano bellunese


BELLUNO - Ripescato a nascondere nei propri fienili armi ed esplosivi, un 73enne di Selva di Cadore (Belluno) è stato nuovamente arrestato dalla polizia provinciale di Belluno. L'uomo, che era già finito in manette lo scorso anno per reati analoghi, è finito nella trappola anti-bracconaggio degli agenti della Squadra di Polizia Amministrativa. Nel corso di queste ultime perquisizioni sono stati sequestrate 4 bombe a mano, 9 fucili, 2 pistole, un migliaio di munizioni di svariati calibri, dinamite, tritolo, polvere da sparo per svariati chili, nonchè detonatori e matasse di micce detonanti. (Ansa)
Fonte:
 http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/12-luglio-2013/nascondeva-arsenale-fienile-arrestato-anziano-bellunese-2222127987057.shtml

Borgomaro: ordigno trovato in un magazzino nella zona di ville San Sebastiano, attesi gli artificieri


di Carlo Alessi
 Intervento dei Carabinieri di Pieve di Teco e Borgomaro, per un ordigno probabilmente risalente alla seconda Guerra Mondiale, ritrovato questa mattina in un deposito attrezzi in località Ville San Sebastiano. I proprietari dell’appezzamento, hanno chiamato il 112 ed ora i militari stanno svolgendo i controlli di rito in attesa degli artificieri, che arriveranno lunedì.
Fonte:
 http://www.sanremonews.it/2013/07/13/leggi-notizia/argomenti/cronaca/articolo/borgomaro-ordigno-trovato-in-un-terreno-nella-zona-di-ville-san-sebastiano-attesi-gli-artificieri.html#.UeF2_23AGfM

Cremona - Luglio 1944: quei 10 minuti di terrore sotto le bombe


 di Michele Scolari
La mattina del 10 luglio 1944 a Cremona era iniziata come una giornata “normale”, una delle tante per una cittadina che, sino a quel momento, aveva avuto la fortuna di restare ai margini delle vicende più sanguinose del secondo conflitto mondiale. Provata dalla guerra di Mussolini e di Hitler, che aveva dichiarato nel 1940, l’Italia aveva firmato da un anno (8 settembre 1943) la resa incondizionata, e le forze tedesche erano diventate esercito occupante. Dopo lo sbarco in Sicilia il 10 luglio 1943, le forze alleate, soprattutto americane e inglesi, avevano risalito la penisola, respingendo le truppe tedesche e, con l'apporto dell'esercito partigiano, liberando via via le città. Man mano che il fronte avanzava verso nord, i bombardamenti si facevano più vicini a Cremona, nel mirino degli Alleati per il suo scalo ferroviario ed il ponte sul Po. Sino al 10 luglio comunque, nella nostra città gli allarmi si erano susseguiti quasi quotidianamente ma senza che poi succedesse nulla. In quella calda mattina di luglio, purtroppo, le cose andarono diversamente.
Gli orologi hanno appena segnato le 10.44 quando improvvisamente risuona la nota sirena che avvisa di un imminente attacco aereo. Ma stavolta non si tratta di un falso allarme. Nel settore nordorientale della città, all’ululare della sirena (suonata in ritardo) si mischia il rombo cupo e minaccioso dei potenti motori Wright & Cyclone R.2600, appartenenti a 36 bombardieri americani B-25 Mitchell, parte dei quattro Squadroni del 310° Gruppo Bombardieri della Twelfth air Force. Poi si scatena l’inferno.
I fatti di quella tragica mattina di quasi settanta anni fa, ricordata nella commemorazione di mercoledì al Dopo Lavoro Ferroviario, sono stati ricostruiti dal gruppo di soci dell’Air Crash Po (AcPo - www.acpo.it) di Soresina, formato da Stefano e Daniele MerliLuca MerliDiego VezzoliMatteo AnnoniDaniele PallaiAlessandro DondoliAgostino AlbertiMarco Danelli.
Secondo la ricostruzione dell’AcPo, la formazione era decollata alle 8:55 dall’areoporto di Ghisonaccia, sulla costa orientale della Corsica. Dopo l’incontro con la scorta di 12 caccia Spitfire britannici della Royal Air Force in un punto al largo del Tirreno, i bombardieri si erano diretti verso Codogno, dove, incrociando a quote comprese fra i 9400 e i 12100 piedi, avevano iniziato a 432 Km/h la corsa finale verso Cremona.
«Suddivisa in sei “boxes” (gruppi) di sei aerei ciascuno - prosegue il resoconto del gruppo - la formazione giunse, inarrestabile, in prossimità dello scalo ferroviario cremonese, obiettivo della missione. Alle 10.47 i portelli si aprirono e i puntatori sganciarono sulla nostra città tutto ciò che i bombardieri avevano in corpo da quote comprese tra 9400 e 12100 piedi: una pioggia devastante di 185 bombe da 500 libbre l’una, con conseguenze catastrofiche per la città».
«Il rapporto della missione - prosegue il gruppo di studiosi - parla di una “concentrazione di bombe sul bersaglio, colpi in pieno sia sulla sezione Est (scalo merci) sia su quella Ovest (viaggiatori) della stazione; colpita la strozzatura dei binari, gli scambi, il materiale rotabile presente nello scalo; esplosioni ed incendi osservati al centro dell’area del bersaglio; un sovrappasso stradale dato per distrutto (il cacalcavia tra via Dante e S. Francesco, ndr)”». Tuttavia, nota l’AcPo, «un passo del rapporto fa pensare che non tutto andò per il verso giusto», come i cremonesi ben sanno: «“bombe a segno sulle aree edificate lungo i bordi Nord e Sud dell’area del bersaglio (via S. Francesco e via Dante, ndr), con esplosioni ed incendi. Si ritiene che le bombe sganciate dagli ultimi 6 aerei della formazione abbiano colpito la sezione Ovest dello scalo».
Lo sciame di ordigni esplosivi infatti, invece di colpire esclusivamente lo scalo e il cavalcavia tra via S. Francesco e via Dante, compì una strage. Come testimoniano le foto d’epoca e la cartina pubblicata da Gianluigi Boldori nel suo libro “10 Luglio”, oggi sappiamo che le bombe caddero sulle due direttive: una tra Porta Milano e la Fabbrica Cavalli&Poli, l’altra tra il Naviglio Civico e l’allora Molino Rapuzzi. Durante il raid, Porta Milano fu quasi rasa al suolo, le case tra via Dante e via Palestro vennero dilaniate, le tombe del cimitero martoriate e risultarono colpiti anche alcuni punti dello stabilimento Cavalli & Poli (dalla parte di via S. Quirico). Alla fine il bilancio fu tragico: Boldori parla di 119 civili, tra cui 27 ferrovieri, di 13 soldati tedeschi della Wermacht e circa 80 feriti.
Ma la vicenda non si era ancora conclusa. «Alle 12.50, circa due ore dopo l’attacco alla ferrovia - riferisce l’AcPo - dodici bombardieri P-47 del 79th FG attaccarono la raffineria di Cremona e un’area a ridosso della linea per Castelvetro Piacentino. Delle 24 bombe da 500 libbre sganciate dalla quota di 1000 piedi, 8 centrarono in pieno un serbatoio di combustibili che esplose incendiandosi e bruciando in una densa colonna di fumo nero. Altri 10 ordigni invece colpirono la fabbrica, demolendola in parte».
La catastrofica incursione aerea del 10 luglio, che causò a Cremona in un solo giorno tanti morti quanti la città non ne aveva avuti da un secolo (eccetto durante l’epidemia di “Spagnola” nel 1918), fu, purtroppo, solamente l’inizio di una serie di incursioni che si susseguirono sino al 24 aprile del 1945. Come ricorda Boldori, ad ottobre del ’44 «la media era arrivata ad una quindicina di morti al giorno. Il 16 ottobre al camposanto affluirono 50 funerali e il giorno dopo 42. Naturale dunque che la collettività tutta, e in particolare i ferrovieri, ricordino anche a distanza di tanti anni quei tragici giorni».
ANGELA DENTI: «COSI’ MI SONO SALVATA DALLE BOMBE»
Il racconto di una testimone impiegata alla Cavalli & Poli
«In quel periodo ero impiegata presso gli uffici della Cavalli&Poli, mentre il mio futuro marito, arruolato nell’artiglieria contraerea, era prigioniero degli americani in Nord Africa». A raccontare è Angela Denti, all’epoca 22enne e, oggi, ultranovantenne con ancor nitido il ricordo dell’incubo vissuto quella mattina. «Quel giorno ero appena arrivata in ufficio, come tutte le mattine, quando suonò la sirena. A questa ci eravamo abituati ma quella mattina sentimmo anche il rumore sordo dei bombardieri, che erano già in vista. In ditta scoppiò il finimondo, ci sentimmo perduti e il mio primo impulso fu di uscire e correre a perdifiato verso il centro della città. Se l’avessi fatto, oggi non sarei qui a raccontare. Fortunatamente mio cugino, Ruggiero Fantarelli, che era anche mio collega di lavoro, mi trattenne a forza e ci sospinse tutte dentro l’ufficio, sotto i muri portanti del casamento. Appena in tempo, perché subito dopo cominciarono i boati delle prime esplosioni. L’unico nostro collega che corse fuori, fu centrato dalle bombe mentre correva sul cavalcavia. Non si può rendere a parole il terrore di quei momenti. I calcinacci cadevano a pioggia da tutte le parti, i nostri grembiuli neri (la "uniforme dell'impiegata") erano divenuti bianchi di polvere, e ad ogni esplosione il cuore quasi si fermava per la paura che la successiva fosse destinata a noi. Tornai a casa soltanto a sera, dove mia madre, che mi attendeva in lacrime, mi abbracciò in un pianto di gioia. Fu un abbraccio lungo e liberatorio, come quello con il mio fidanzato l’anno successivo, quando mi corse incontro in stazione dopo cinque anni di guerra e tre di prigionia».
LE INCURSIONI SU CREMONA NEL LUGLIO ’44
Dati a cura del gruppo Air Crash Po
3 Luglio 1944
Il deposito di carburante in K8523 ( zona raffineria di Cremona) fu attaccato da dodici P-47 D del 79th FG con 24 bombe a frammentazione da 360 libbre, da 300 piedi di quota, alle 18:00. Gli ordigni caddero tra edifici e serbatoi. Non furono notati incendi.
7 Luglio 1944
Alle 16:30 undici P-47 del 57th FG si accanirono contro la linea ferroviaria in K8820 (est di Cremona, sulla linea per Casalmaggiore), mettendo a segni tre interruzioni dei binari grazie allo sgancio di 22 bombe da 500 libbre GP dalla quota di 1000 piedi.
10 Luglio 1944
Ore 10:47, trentasei B-25 Mitchell del 310th BG sganciarono 185 bombe da 500 libbre GP sullo scalo ferroviario della città. L'azione, effettuata da quote comprese tra 9400 e 12100 piedi, ebbe conseguenze catastrofiche per la città. Stando al rapporto americano, tuttavia, fu ottenuta una “eccellente copertura” dell'obiettivo, parecchi vagoni vennero distrutti, altro materiale rotabile fu danneggiato, un sovrappasso stradale venne probabilmente distrutto e furono notate grandi esplosioni ed incendi.
10 Luglio 1944
Dodici P-47 del 79th FG attaccarono alle 12:50 il deposito di carburante ed una fabbrica siti, rispettivamente, in K 8532 e K 8520 (raffineria di Cremona e area a ridosso della linea per Castelvetro) Delle 24 bombe da 500 libbre GP sganciate dalla quota di 1000 piedi, 8 centrarono in pieno un serbatoio di combustibili che esplose incendiandosi e bruciando in una densa colonna di fumo nero; altri 10 ordigni colpirono la fabbrica, demolendola in parte.
12 Luglio 1944
Il 319th BG inviò 24 bombardieri medi bimotori Martin B-26 Marauder ad attaccare il ponte ferroviario e stradale sul Po. Solo 5 aeroplani eseguirono l'attacco. Gli altri si liberarono delle bombe in mare. Lo sgancio avvenne da quote comprese tra 1000 e 11000 piedi, in eccellenti condizioni di visibilità ma le bombe finirono nel Po. Alle 18:58 si presentò sulla verticale del medesimo obiettivo una seconda formazione di B-26 del 319th BG, composta da 36 velivoli. Da quote comprese tra 10000 e 11400 piedi, i bombardieri americani sganciarono ben 143 bombe da 1000 libbre GP sul ponte, mettendo a segno diversi centri diretti sia sulla struttura del ponte che sui binari e la sede stradale.
13 Luglio 1944
La 31eme Escadre de Bombardement Moyenne delle FAFL inviò 18 B-26 ad attaccare il ponte sul Po; gli aerei si presentarono sulla verticale dell'obiettivo alle 10:10 e, dalla quota di 10000/ 1000 piedi, sganciarono 70 bombe da 1000 libbre GP. Gli aviatori riportarono di aver centrato tutte le bombe nell'area del bersaglio, con diversi colpi diretti sulla struttura del manufatto. Alle 10:30, giunsero sulla scena 23  B-26 del 17thBG che attaccarono il ponte stradale in K7691 da 9600 piedi di quota. Gli aerei sganciarono 454 bombe da 100 libbre GP che distrussero almeno 30 “pontoni” ed aprirono un varco di almeno 650 piedi nel ponte; almeno 18 ordigni colpirono in pieno il bersaglio, che fu completamente distrutto. Alle 18:50 giunsero sulla scena 22  B-26 del 319th BG che, da quote comprese tra 10000 e 11000 piedi, sganciarono 88 bombe da 1000 libbre GP sul ponte ferroviario. La stragrande maggioranza degli ordigni colpì l'area dell'obiettivo e vennero messi a segno parecchi centri diretti.
16 Luglio 1944
Alle 08:24, 3  B-26 del 319th BG sganciarono 12 bombe da 1000 libbre GP sul ponte ferroviario, che  presentò la seconda e la terza campata sulla sponda Ovest collassate nel fiume. Anche in questa occasione vennero messi a segno alcuni centri diretti.
Fonte:
 http://www.e-cremonaweb.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2948:cremona-luglio-1944-quei-10-minuti-di-terrore-sotto-le-bombe&catid=82:a-cremona&Itemid=459

venerdì 12 luglio 2013

La Thuile, 2 bombe in quota disinnescate dagli artificieri


 andrea chatrian
la thuile
A segnalare quello strano oggetto, che sembrava tanto una bomba, è stato un semplice escursionista. Che però ci aveva visto giusto. Nascosto sotto una roccia nel Vallone di Orgères tra quota 2370 e 2450 metri, c’era un ordigno da 152 millimetri rimasto lì dalla Seconda Guerra Mondiale. Un secondo è stato trovato
Questa mattina la bomba è stata fatta brillare dagli specialisti del 32° reggimento genio della brigata alpina Taurinense (l’Esercito ha la competenza esclusiva sui residuati bellici) che hanno lavorato assieme a Regione e forze dell’ordine. A trasportare in quota gli artificieri del genio alpino, che in due ore hanno neutralizzato anche un altro ordigno di calibro inferiore, è stato un elicottero della Protezione Civile.

«In Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, interventi del genere sono praticamente all’ordine del giorno, per i genieri del 32° - fanno sapere i militari -: ogni anno gli artificieri neutralizzano in media 400 ordigni. I ritrovamenti avvengono su segnalazione di cittadini, soprattutto in occasione di lavori di scavo o di ristrutturazione, che fanno emergere a decenni di distanza i residuati risalenti allo scorso conflitto mondiale. Tipicamente gli ordigni inesplosi vengono trovati nei cantieri, nei boschi, in zone collinari e montuose, ma anche nelle abitazioni, dove spesso si celano veri e propri arsenali risalenti al 1940-45».

Quando si trova un residuato bellico bisogna stare molto attenti. «In genere - continuano i militari - sono ancora attivi, dal momento che l’esplosivo non perde il proprio potenziale col passar degli anni, mentre gli inneschi possono diventare labili e provocare deflagrazioni accidentali alla minima manomissione. Il rischio dei residuati bellici può essere mitigato prestando attenzione nell’avvistare oggetti metallici sospetti e soprattutto nel non toccarli, avvisando prontamente le forze dell’ordine».

La Thuile, 2 bombe in quota disinnescate dagli artificieri

andrea chatrian

Scava in cantina e trova bomba e proiettili a Trieste


(AGI) - Trieste, 11 lug. - Il personale del Nucleo regionale degli artificieri della Polizia di Stato ha posto in sicurezza alcuni residuati bellici rinvenuti in una cantina di uno stabile di via Belpoggio a Trieste. Si tratta di 14 proiettili per moschetto 91 e una bomba a mano di tipo Breda, in ottimo stato di conservazione. A informare il 113 del ritrovamento e' stato un residente che aveva effettuato un piccolo scavo nel locale. Sul posto si sono presentati gli agenti della Squadra Volante della Questura che hanno poi fatto intervenire gli artificieri. (AGI)Vai sul sito di AGI.it 
Fonte:
 http://www.ilmeteo.it/notizie/Trieste/scava-in-cantina-e-trova-bomba-e-proiettili-a-trieste-119006

giovedì 11 luglio 2013

Capitaneria di Porto. Ritrovati e fatti brillare ordigni bellici a Marinella di Selinute


Diversi ordigni bellici, di piccolo, medio e grosso calibro, risalenti probabilmente al secondo conflitto mondiale, sono stati individuati e fatti brillare dagli Artificieri del Nucleo SDAI della Marina Militare di Augusta.
Il ritrovamento avvenuto lo scorso 3 Maggio, grazie alla segnalazione di un attento bagnante, in località Marinella di Selinunte su un fondale di pochi metri, ha visto impegnati in una due giorni di intensa attività, conclusi nel pomeriggio della giornata scorsa.
La sorveglianza a terra, è stata assicurata grazie al supporto della locale Polizia Municipale, dei Carabinieri, della P.S. e degli uomini della Guardia di Finanza di Castelvetrano, mentre la dipendente M/V CP 2092 ha svolto attività operativa di Polizia Marittima e di appoggio ai militari dello SDAI nelle acque antistanti il ritrovamento.
Con l’occasione si raccomanda a coloro i quali avvistano oppure vengono a conoscenza della presenza in spiaggia o in mare di possibili residuati bellici, di non toccare assolutamente tali oggetti, allontanarsi immediatamente e chiamare tempestivamente la Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo attraverso il Numero Blu 1530 o ai seguenti numeri telefonici, indicando il punto del rinvenimento:

- 0923.672111 Sala Operativa
- 0923.948908 Sala Operativa
- 0923.946388 – 946471 Centralino.
Fonte:
 http://www.mazaraonline.it/?p=57027

Tra il Gavia e il Tonale rinvenuto un ordigno della Grande Guerra


Tra il Gavia e il Tonale rinvenuto un ordigno della Grande Guerra

Nel giorno dell’Indipendenza degli Stati Uniti d’America anche l’Italia, o meglio la Provincia bresciana, ha la sua piccola storia da raccontare. Era proprio il 4 luglio infatti quando sulla stradina che separa il Passo del Gavia e il Passo del Tonale viene ritrovato un ordigno vecchio di quasi cent’anni, probabilmente un ‘cimelio’ risalente alla Prima Guerra Mondiale.
Dalla Grande Guerra a oggi di anni ne sono passati ma si sa, in campo militare l’uomo ha sempre dato il peggio di sé, insomma non s’è fatto mai mancare nulla in termini di efficienza. Il ‘pericoloso’ ritrovamento viene allora segnalato, in paese (a Ponte di Legno) si mormora e si chiacchiera, ci si prepara intanto per l’intervento di militari e artificieri, che puntualmente avviene, circa una settimana dopo. Tutto a posto, o quasi. Sulle stradine di montagna si muovono furgoni e mezzi militari, sul porto arrivano una ventina di uomini tra cui gli esperti artificieri, pronti a disinnescare la bomba. L’ordigno viene accuratamente spostato, siamo sul Tonale, in molti si guardano e aspettano, in effetti manca qualcosa. Tra il Gavia e il Tonale rinvenuto un ordigno della Grande Guerra
La legge prevede infatti che, in caso di disinnesco, sul luogo dell’operazione ci debba essere per forza un’equipe sanitaria, ‘capitanata’ da un medico, onde evitare ogni possibile rischio. Militari e volontari, Carabinieri e Forestale alzano il telefono e chiamano, chiedono, aspettano ancora. Niente da fare, nessuno in vista: la bomba viene riappoggiata per terra, in attesa di un secondo tentativo.
Fonte:
http://www.bresciatoday.it/cronaca/ponte-di-legno-bomba-guerra-mondiale.html
Fonte:

http://www.bresciatoday.it/cronaca/ponte-di-legno-bomba-guerra-mondiale.html



Ordigno bellico da 130mm nel cantiere del parco Ikea


di Marco Silvestri
 VILLESSE. Un ordigno bellico, risalente alla prima guerra mondiale, è stato rinvenuto ieri mattina a Villesse durante alcuni lavori di scavo presso il cantiere del nuovo centro commerciale in prossimità del Parco Ikea. Si tratta di un proiettile da mortaio dalla lunghezza di circa 130 mm con spoletta interna completamente integro e in buon stato di conservazione. Ad individuare il residuato bellico sono stati alcuni operai che hanno immediatamente fermato i lavori ed allertato i carabinieri della stazione di Villesse La zona di rinvenimento della bomba è stata messa subito in sicurezza e l’area è stata perimetrata per un raggio di pochi metri Le prime verifiche fatte sono state rassicuranti . Il potenziale dell’ordigno, date le sue dimensioni e la lontananza dal centro Ikea , non è da ritenere altamente pericoloso e pertanto non è stato necessario far evacuare i dipendenti e la clientela dal centro commerciale a quell’ora in piena attività . Le forze dell’ordine hanno provveduto poi a segnalare il fatto alle autorità competenti che dovranno eseguire un sopralluogo per definire le modalità dell’intervento sull’ordigno ritrovato e dettare nello stesso tempo le disposizioni per garantire la bonifica in massima sicurezza . E’ probabile che il residuato bellico sarà fatto brillare sul posto nei prossimi giorni . I lavori presso il cantiere sono stati bloccati solo temporaneamente e già nel pomeriggio sono potuti riprendere.
Fonte:
 http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/07/10/news/ordigno-bellico-da-130mm-nel-cantiere-del-parco-ikea-1.7399860

mercoledì 10 luglio 2013

Molfetta, trovato un ordigno bellico a Torre Gavetone: pronto intervento del sindaco e delle forze dell’ordine


MOLFETTA - Ieri pomeriggio intorno alle 17 è stato ritrovato un residuato bellico a torre Gavetone. E’ stata fatta subito una segnalazione al sindaco Natalicchio e alla capitaneria di porto e alle forze dell’ordine, che sono subito intervenuti.
«L'ambiente ci sta a cuore – ha scritto il sindaco Paola Natalicchio -. Ecco perché la mia giornata inizia da Torre Gavetone, dove ieri è stato ritrovato un ordigno che con i vigili, la capitaneria di porto e i carabinieri stiamo "custodendo" in sicurezza in attesa di attivare in mattinata tutte le procedure per farla brillare e smaltirla».
Fonte:
 http://www.quindici-molfetta.it/molfetta-trovato-un-ordigno-bellico-a-torre-gavetone-pronto-intervento-del-sindaco-e-delle-forze-dell-ordine_29246.aspx

Ritrovato un ordigno bellico in via Matteotti ad Aprilia. Era in un lotto vicino ad un benzinaio.


Ritrovato un ordigno bellico in via Matteotti ad Aprilia. In pieno centro, alcuni operai che stavano lavorando in un lotto di terreno adiacente al benzinaio e alla scuola "Arcobaleno" (nelle foto) hanno individuato un proiettile da mortaio della lunghezza di 30 centimetri. Subito è stata inviata una segnalazione ai vigili urbani di Aprilia che hanno chiesto l'intervento degli Artificieri dell'Esercito provenienti da Caserta. L'ordigno, risalente alla Seconda Guerra Mondiale, è stato prelevato in sicurezza, verrà fatto brillare. Le operazioni sono state molto delicate proprio perché il proiettile si trovava vicino ad un benzinaio e ad un edificio pubblico.
Fonte:
 http://www.studio93.it/news/read_news.php?news=62716&category=6

CITTA' SANT'ANGELO: TROVA BOMBA INESPLOSA IN CASA ESTIVA DI FAMIGLIA



CITTA' SANT'ANGELO - Torna in Abruzzo per trascorrere le vacanze estive nella casa di famiglia e, in uno scantinato, all'interno di un vecchio baule, trova per caso una bomba a mano risalente alla Seconda guerra mondiale e ancora funzionante.
Protagonista dell'episodio, avvenuto ieri a Città Sant'Angelo (Pescara), è una donna originaria della cittadina angolana, ma da tempo residente altrove. Alla vista dell'ordigno la donna ha subito allertato le forze dell'ordine.
Giunti sul posto, i Carabinieri della Compagnia di Montesilvano (Pescara), coordinati dal capitano Enzo Marinelli, hanno provveduto a mettere in sicurezza la bomba. Stamani gli artificieri della Polizia di Stato hanno accertato che l'ordigno è ancora funzionante e l'hanno posizionato in una cava, in attesa dell'autorizzazione della Prefettura per le operazioni di brillamento.
È presumibile che la bomba fosse stata trovata e conservata dai parenti della donna, nel periodo successivo alla Guerra.
Città Sant'Angelo, d'altronde, ebbe un ruolo rilevante nel conflitto: la presenza di tedeschi era elevata e nel territorio comunale sorgeva anche un campo di concentramento. Nei mesi scorsi, tra l'altro, il presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano, ha conferito alla cittadina la Medaglia d'argento al Merito civile, per l'"ammirevole prova di generoso spirito di solidarietà" mostrato dalla popolazione.
Fonte:
 http://www.abruzzoweb.it/contenuti/citta-santangelo-trova-bomba-inesplosa-in-casa-estiva-di-famiglia/523059-4/

martedì 9 luglio 2013

Ancora ordigni bellici nel Parco dei Castelli Romani


I guardiaparco del Parco dei Castelli romani hanno rinvenuto un ordigno di grandi dimensioni, prelevato stamattina dagli artificieri dell’Esercito. Circa 120 chili di peso, 90 centimetri di lunghezza e un potenziale distruttivo rilevante: sono queste le caratteristiche del residuato della Seconda guerra mondiale, rinvenuto nelle zone boscate tra Velletri e Rocca di Papa. Il ritrovamento di residuati bellici è una costante nelle nostre zone, teatro della linea del fronte, e capita spesso di imbattersi in questi esemplari che contengono decine di chili di esplosivo. È bene ricordare che si tratta di materiale pericoloso e chiunque abbia la ventura di trovare materiali bellici è tenuto ad avvertire con immediatezza le Forze dell’ordine. Il residuato bellico, insieme ad altri che si stanno recuperando al lago Albano, verrà fatto brillare in sicurezza dagli artificieri.





                 Un sentito grazie al Dott. Lorenzo Grassi sia per la segnalazione sia per la foto. 

 

lunedì 8 luglio 2013

Reggio: rinvenuti due proiettili risalenti alla seconda guerra mondiale


Reggio Calabria – Due proiettili da mortaio risalenti alla seconda guerra mondiale sono stati rinvenuti sabato scorso in un terreno agricolo a Reggio Calabria. Ad accorgersi dei due proiettili, entrambi da 81 millimetri di fabbricazione tedesca, e’ stato il proprietario del terreno, in localita’ Saracinello nei pressi del torrente Armo. Sul posto e’ intervenuto l’artificiere antisabotaggio del XII Reparto Mobile, diretto dal primo dirigente Gregorio Marchese, il quale ha rimosso i proiettili e messo in sicurezza l’area. (Agi
Fonte:
 http://www.calabrialibera.it/proiettili-della-ii-guerra-mondiale-ritrovati-a-reggio/#