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giovedì 7 marzo 2013

Ordigni bellici, 1 su 4 è ancora inesploso. La denuncia dell'associazione vittime di guerra


ROMA - "E' inaccettabile che a distanza di quasi settant'anni dalla fine de conflitto, la seconda guerra mondiale continui a mietere vittime": così Giuseppe Castronovo, presidente dell'associazione nazionale Vittime civili di guerra, commenta la notizia del grave ferimento di tre giovani adolescenti, causato sabato scorso dallo scoppio di un ordigno della seconda guerra mondiale in provincia di Torino. Due dei ragazzi rischiano di perdere la vista, mentre uno ha perso una mano. "Al Governo ed in particolare al ministro dell'Istruzione - continua Castronovo - chiedo di attivare idonee campagne di informazione e di prevenzione nelle scuole, anche attraverso l'affissione dei manifesti utilizzati per diversi anni dopo il conflitto, che rappresentavano graficamente i vari tipi di ordigni bellici, affinché non venissero toccati per curiosità dai minorenni". Castronovo ricorda infatti che "la stragrande maggioranza di questi tragici incidenti è avvenuta e continua ad avvenire ai danni dei più giovani, a causa della difficoltà di questi ultimi di distinguere gli ordigni bellici che, nella seconda guerra mondiale, spesso venivano intenzionalmente camuffati da oggetti di uso comune. Nel mio caso - riferisce Castronovo, oggi settantottenne e rimasto cieco all'età di nove anni - la bomba che mi ha tolto la vista aveva la forma di una penna d'oro".
Il problema delle mine inesplose è tuttora "drammaticamente attuale - riferisce il presidente dell'associazione - come dimostra anche la recente approvazione della Legge 1 ottobre 2012,n.177 in materia di sicurezza sul lavoro per la bonifica degli ordigni bellici. In Italia ogni anno gli artificieri compiono circa tremila interventi per disinnescare i residuati esplosivi della seconda guerra mondiale,con una media di oltre otto al giorno. Nel corso del secondo conflitto mondiale, Raf e Usaf sganciarono complessivamente sull'Italia un milione di bombe,di cui si stima che circa il 10 per cento non deflagrò del tutto.Questo significa che una bomba su quattro è ancora da recuperare. Questa è l 'ennesima prova - conclude Castronovo - di quanto sia ancora necessario un serio lavoro di prevenzione, per impedire che quell'atroce guerra produca altre vittime a distanza di tanti anni"
(7 marzo 2013)
Fonte:
 http://www.superabile.it/web/it/REGIONI/Piemonte/Zoom/info540385655.html

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