di Stefania Saule
Non è semplice essere donna, basti pensare che nel passato la figura femminile ha avuto molte difficoltà ad inserirsi in un contesto sociale, lavorativo e culturale. Considerata come oggetto, ancor oggi in un mondo evoluto come il nostro, per non parlare poi, dei Paesi sottosviluppati dove la situazione è ancora peggiore. Essa viene sottoposta a molte crudeltà, soprusi, legati a culture diverse e tradizioni popolari arcaiche. Senza andar troppo lontano, nella nostra quotidianità ,molte sono le violenze tra le mura domestiche e alte sono le statistiche che i mas – media ci propinano puntualmente. Uomini, mariti, fidanzati che prima appaiono normali, ad un tratto si rivelano belve pronte a sbranare la preda. Iniziano i problemi, tutto ciò che fai non va bene. Le umiliazioni sono molte, le liti ancor di più. Conosco alcune che il marito aveva l’abitudine di minacciarle con un coltello da cucina , per il semplice gusto di vedere fino a che punto fosse la resistenza della donna e ciò per provocare in lei una reazione tale da sfociare in un qualcosa di peggio. Aspettando l’oscurità della sera, a fine cena, per un banale errore di cucina, perché la pasta era poco cotta o perché invece di aver preparato un pollo bollito lo si faceva arrostito e il tutto si rivelava un dramma. Dispetti, cattiverie, erano all’ordine del giorno come un menù fisso. Quindi angoscia, terrore, ansia…paura, perché sai che l’indomani accadrà la stessa cosa. La donna considerata essere inferiore subisce sempre. Fuggire l’unica alternativa, non sempre per tutte facile via d’ uscita. Ho sempre considerato l’uomo come una figura importante e solida della vita…E ne ho avuto sempre molto rispetto come per ogni essere vivente…ma non sempre è così. Vorrei ricordare le molte donne del passato, che hanno lottato e sacrificato la loro vita nelle due grandi Guerre, di quelle che hanno lavorato nelle fabbriche, di quelle che hanno dedicato la loro esperienza e il loro studio alla scienza e alla medicina…E a altre che hanno realizzato delle imprese uniche al mondo, come l’ aviatrice statunitense Amelia Mary Earhart che nel 1928 sorvolò da sola l’ Oceano Atlantico e poi il Pacifico a bordo di un aereo da trasporto. Nessun pilota uomo mai ci riuscì. E poi a distanza di anni, nel 1937 pensò di progettare ancora un’ ultima impresa. Il giro del mondo. Ma questa volta, non tornò…Desidero citare anche lei, perché ed è notizia di questi ultimi mesi, pare che in un atollo sperduto dell’ Oceano, a distanza di quasi ottant’ anni forse, sono stati fatti dei ritrovamenti che possono risalire a Amelya Mary, una coraggiosa creatura che da sola sfidò il cielo e il mare…
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