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sabato 20 dicembre 2014

Botti di fine anno, l’ANVCG incontra gli studenti dell’Istituto De Viti De Marco Valenzano (BA).


Oggi, 19-12-2014, il turno dell’Istituto Tecnico Economico e tecnologico, De Viti De Marco di Valenzano, incontro organizzato e voluto dalla responsabile di sede professoressa  Angela Vulpis e autorizzato dalla dirigente Silvana Morisco argomento trattato con gli studenti: rischi e pericoli prodotti dai botti di fine anno. L’aula tecnica è stracolma, la professoressa Vulpis, spiega ai ragazzi la ragione della nostra presenza. I ragazzi applaudono. Luca Cifarelli, in rappresentanza della  Florestano introduce l’argomento, infine mi cede la parola. I ragazzi, li vedo partecipi.  Ringrazio i nostri ospiti, porgo a tutti i saluti del Presidente Nazionale Giuseppe Castronovo, vittima egli stesso nel secondo dopo guerra di un residuato bellico, argomento che tra l’altro approfondiremo con la stessa scuola entro febbraio. Ai ragazzi spiego che il “gioco pirico” è severamente controllato in ogni sua fase: la produzione di tali prodotti deve seguire e rispettare regole severissime. Trasporto e deposito dei petardi ancora peggio, le regole non perdono severità neanche quando i botti raggiungono i rivenditori. Infatti se il commerciante non dovesse rispettare una, solo una regola, è passibile di varie sanzioni oscillanti tra semplici multe, perdita dei permessi di vendita, fino a giungere al penale. Perciò, continuo a spiegare, una filiera quella dei botti di fine anno, costantemente racchiusa tra lo sguardo, per nulla invisibile degli organi statali preposti al controllo. Vale a dire che in queste fasi chi sbaglia, paga. E paga pesantemente. Tutto questo fino all’acquisto del botto da parte del quattordicenne. Infatti a partire da quello scambio di denaro: ragazzo-venditore, ogni responsabilità è improvvisamente trasmessa ai genitori dei ragazzi. Sembra incredibile ma è vero.  Adolescenti che in altri ambiti sociali sarebbero giustamente protetti e tutelati impedendo loro acquisto di sigarette, consumo di sostanze alcoliche, scommesse o giochi bingo, visioni di film con scene violente o particolarmente “audaci”, per l’attuale normativa in vigore che regola l’acquisto dei cosiddetti “giochi pirici declassificati” apparirebbero in grado di decidere “autonomamente”, se comprare o meno tali manufatti. Eppure, è risaputo, non è un mistero silenziato che un gran numero di piccoli acquirenti userebbero tali prodotti in modo del tutto improprio. Il commerciante vende, il ragazzino, nel migliore dei casi li esplode per strada, in altri momenti nei cassonetti, tra auto in sosta, eccetera, eccetera. Naturalmente l’uso improprio dei botti di fine anno, creando danni a cose o terze persone, trasforma il quattordicenne a cui non è possibile vendere neanche un gratta e vinci, in un tremendo pericoloso teppista, legalmente e consapevolmente armato da normative allo sbaraglio. Giunge l’applauso i ragazzi concordano. Sicuramente è da punire chi lancia petardi tra ignari passanti, ma ciò che appare evidente a noi dell’ANVCG è che questi ragazzini nati e cresciuti tra le vestigia di un malcostume targato Italia, ma non solo Italia, non siano consci ed edotti dei rischi fisici e legislativi a cui si espongono. In ogni caso, se il ragazzo dovesse produrre danni a se stesso, a beni pubblici, o a terze persone, attirerebbe su se stesso ogni responsabilità civile e panale, di riflesso non avendo raggiunto la maggiore età proietterebbe ogni propria colpa ai genitori, i quali dovrebbero provvedere a risarcire economicamente i danni causati dal gioco pirico: “prodotto, collaudato, trasportato, depositato, immagazzinato e venduto al proprio figlio". Al termine di questa strana giostra pirica, il conto è presentato al solo il ragazzo a cui per legge è finanche vietato l’acquisto di una semplice scheda SIM per cellulare. Il sindaco emette l’ordinanza  contraria ai botti per tutelare i ragazzi? Certamente, ma altrettanto sicuramente sia per tutelare il patrimonio culturale della città, quanto per difendersi da eventuali richieste di risarcimento, visto che spetta al Comune o chi per esso il compito di eliminare i botti inesplosi dalle strade della città. Difatti la maggior parte dei danni fisici patiti dai più piccoli, avvengono la mattina di Capodanno, quando il ragazzino raccoglie in strada, sul marciapiede il petardo inesploso. Al riguardo un esempio per tutti la vicenda accaduta nel novembre del 2013 a Grifalco, comune in provincia di Catanzaro: due ragazzini trovano dei petardi inesplosi ed abbandonati dalla ditta che avrebbe organizzato in occasione della festa patronale lo spettacolo pirotecnico. Un petardo esplode, i due ragazzi subiscono gravi ferite. I Carabinieri svolgono indagini da cui emerge la mancata bonifica dell’area ad opera dell’impresa pirotecnica, la quale per contratto avrebbe dovuto compierla. Naturalmente i titolari vengono denunciati. Una studentessa alza un braccio e domanda:<ma a chi spetta il compito di gestire e garantire sicurezza ai cittadini nei giorni successivi, quando le strade sono piene di petardi inesplosi ?>. La sicurezza in ogni paese civile la deve garantire lo Stato, rispondo, tuttavia, sarebbero utili, in attesa, di leggi più chiare, ordinanze che vietino tanto l’utilizzo, quanto e soprattutto la vendita di questi giochi esplosivi ai non maggiorenni. In pratica la giornata diventa un dialogo con gli studenti. Spiego loro che un trauma da scoppio comporta non solo un danno estetico, ma preclude anche strade lavorative, magari sognate sin da piccoli. Chiedo loro: avete mai visto un Vigile del Fuoco con due dita in meno? Mi guardano stupiti. Avete mai visto un medico chirurgo con mano tronca ? I ragazzi capiscono, comprendono che non è possibile barattare il proprio futuro per dieci minuti di pura follia. Saluto i ragazzi, le professoresse, nel 2015 ci rivedremo, tratteremo l’argomento residuati bellici.    

Giovanni Lafirenze









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