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giovedì 22 gennaio 2015

Rubata la bomba della Grande guerra


Era stata trovata in campagna durante dei lavori, in una tenuta agricola a monte di Chizzola. La bomba, un proiettile di circa 30 centimetri di lunghezza, risalente alla Grande Guerra, era stata messa in sicurezza dagli artificieri in attesa di procedere al brillamento. Quindi, transennata la zona con le fettucce bianche e rosse e coperta la buca, i militari avevano atteso il giorno giusto per le operazioni di inertizzazione. Ma ieri mattina, data stabilita per trasportare l’ordigno in cava e farlo brillare in tutta sicurezza sotto qualche metro di sabbia con un’esplosione controllata, quando gli artificieri sono arrivati in località Orsi - una zona agricola che si trova sul costone tra gli abitati di Chizzola e di Santa Cecilia, sulla vecchia strada che dalla ex distilleria Cipriani sale verso Brentonico - la bomba non c’era più. Sparita. Con ogni probabilità, la notizia del ritrovamento, benché non fatta circolare in alcun modo dalle forze dell’ordine, è comunque passata di bocca in bocca fino a raggiungere qualche persona interessata al proiettile ormai vecchio di cent’anni. L’hobby del recupero di
residuati bellici è molto diffuso nella nostra zona, fin dal primo dopoguerra, quando i “recuperanti” - così vengono chiamati tutt’oggi - erano persone che a rischio della propria vita bonificano le zone attorno ai centri abitati in cambio di pochi soldi. Purtroppo alla passione, anche quando è genuina, spesso si accompagna una conoscenza piuttosto approssimativa del funzionamento degli esplosivi. Non per nulla negli anni sono parecchi i casi in cui qualche collezionista-recuperante ci ha rimesso qualche falange delle dita , e nonostante siano passati quasi 20 anni è ancora fresca la memoria della tragedia di Marco, quando un recuperante di 56 anni, Renzo Gatti, morì dilaniato nel giardino di casa sua mentre cercava di inertizzare in modo artigianale una vecchia granata da 500 chili. Quella degli esplosivi è insomma una passione pericolosa, che può costare la vita per una banale sottovalutazione del rischio. La speranza è che chi ha sottratto il proiettile dalle campagne di Chizzola non corra rischi eccessivi. É pur vero che la polvere pirica ha un tempo di decadimento e perde le proprie caratteristiche nell’arco di cento anni, ma è anche vero che un proiettile inesploso rappresenta sempre un’insidia per chiunque. Tanto più per chi si atteggia a “pratico” del mestiere, ma non può nè potrà mai avere alle spalle la formazione e l’esperienza di un artificiere. Fonte:http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2015/01/22/news/rubata-la-bomba-della-grande-guerra-1.10711852
trentinocorrierealpi.gelocal.it

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