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giovedì 24 gennaio 2013

Trovate anche fedi nuziali, spazzolino e dentifricio. E dai particolari emerge la figura di una giovane donna



 Di Lorenza Costantino
Finirono sottoterra insieme ai loro proprietari settant'anni fa, nel momento più cruento della seconda guerra mondiale. Eppure i piccoli oggetti ritrovati accanto alle spoglie in stazione Porta Nuova raccontano d'amore e di vita quotidiana, più che di battaglie. Tre fedi nuziali sono riemerse dal terreno, ed è bastato strofinarle un po' per farle tornare a brillare. La prima, un anello d'oro, poteva stare solo al dito di una donna, viste le piccole dimensioni. Purtroppo non c'è nome punzonato all'interno. Un'altra fede d'argento, grande, è da uomo. La terza è di ferro, di misura intermedia, non si sa se maschile o femminile, però sicuramente italiana: deriva dalla campagna fascista «Oro alla patria» del 1935, attraverso cui gli sposi donarono le proprie fedi allo Stato per contribuire alle spese per compensare le sanzioni internazionali. Gli oggetti maschili fanno tutti parte dell'equipaggiamento militare tedesco. Il reperto più interessante, ma in cattive condizioni, è la piastrina metallica di riconoscimento di uno dei tre soldati. Ovale e integra, seppur arrugginita. Con un accurato restauro si spera di rendere visibile l'incisione del reggimento e del numero di matricola. Con questi dati, si potrà risalire all'identità del proprietario. C'è poi un portafoglio contente spiccioli tedeschi e italiani. Delle divise restano pochi brandelli, qualche bottone e le calze: indumenti di lana da cui si intuisce che la morte avvenne nella stagione fredda. E ancora, un cinturone di cuoio che andava indossato sopra l'uniforme: 105 centimetri, anno di fabbricazione 1941. Stivali da truppa di pelle nera con rinforzo metallico su tacco e punta, misura 43-44. Spazzolino e dentifricio, un piccolo pettine con la custodia, il contenitore rotondo di una crema per proteggere la pelle dal freddo. Borraccia, posate. Due pennini per scrivere e un orologio a cipolla. Doveva essere una ragazza, una giovane sposa, la proprietaria di un beauty-case contenente un portacipria, uno specchietto e due rossetti. Aveva scelto due diverse tonalità della stessa marca: Rosso «Claudia» - Rudi - Milano numero 2 e 3. Questa «lei» è forse la stessa che indossava un soprabito, calze antesignane dei collant, e scarpe col tacco di cui rimangono solo le suole. Ma oltre ai trucchi probabilmente portava con sé anche un rosario, di cui è riemerso il piccolo crocifisso ossidato. Lei, o qualcun altro dei civili defunti, aveva una valigia, ridotta a poltiglia. Partiva, tornava? Allora non c'erano snack da viaggio. Nel bagaglio, lo si è capito dalle ossa, c'erano due polli.L.CO.
Fonte:
 http://www.larena.it/stories/Cronaca/458783_stivali_e_cinture_ma_anche_scarpe_col_tacco_e_rossetti/

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