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lunedì 20 maggio 2013

I carabinieri mettono in guardia i «collezionisti»


BOLOGNA - «Ci sono persone che detengono ordigni micidiali, magari a decine e come fossero soprammobili, che possono essere molto pericolosi. Anche a distanza di 70 anni o più, infatti, possono mantenere la potenzialità esplosiva originaria». A lanciare l'allarme sono i Carabinieri di Bologna, che vogliono mettere in guardia i cittadini sulla diffusione di un tipo di collezionismo, quello di ordigni bellici, bombe da mortaio e mine, che a quanto pare è molto diffuso e pericoloso. È un hobby da evitare, avvertono i Carabinieri, invitando eventuali collezionisti pentiti a farsi avanti per lasciare spazio agli artificieri e bonificare le loro case trasformate in arsenali (magari all'insaputa dei vicini). I militari si sono imbattuti in questo fenomeno due settimane fa, quando hanno arrestato un uomo di 48 anni di Monghidoro, sull'Appennino bolognese, che in casa aveva un vero e proprio museo di mine, bombe da mortaio, cartucce ed elmetti. Fa l'imbianchino e aveva stipati in cantina e sottotetto un centinaio di ordigni attivi (ce n'erano di americani, inglesi e tedeschi), oltre che proiettili, elmetti, stemmi e altri reperti bellici. «Faccio la collezione, sono un appassionato, le so gestire e so come vanno tenute. Se si tengono e si maneggiano in un certo modo, non sono pericolose», si è difeso l'uomo, che è finito in manette per detenzione di materiale esplosivo e ordigni bellici. Poche ore dopo è finito in manette anche un uomo del 48enne, un operaio edile di 53 anni sempre di Monghidoro, che aveva la stessa passione: nello scantinato, i militari hanno trovato una bomba a mano inglese, proiettili (ancora in uso all'Esercito) e tantissimi altri reperti di guerra. Vive in un condominio e i vicini sono rimasti piuttosto sorpresi quando hanno saputo cosa teneva in cantina.
La preoccupazione dei Carabinieri, però, è soprattutto quella di mettere in guardia della pericolosità di questi ordigni, che «se non sono stati disinnescati possono provocare una detonazione in qualunque momento. Magari sono ancora riempiti della carica esplosiva e la persona non se ne rende conto. Li tengono come soprammobili ma possono cadere e far saltare per aria un intero palazzo». Della vicenda di Monghidoro si sono occupati i Carabinieri della compagnia di San Lazzaro di Savena. Ai militari, sono state proprio le persone di Monghidoro a raccontare che ci sono in giro molti appassionati di armi da guerra che vanno in giro per l'Appennino (che «ne è pieno, soprattutto nella zona della linea gotica», dicono i militari) a cercarle come fossero funghi. Tutto è iniziato da uno strano episodio avvenuto a marzo, quando un cittadino segnalò il ritrovamento di un ordigno nel bosco di Cá de Marchi, vicino a Monghidoro. I militari, come sempre in questi casi, avevano recintato l'area e avvisato l'Esercito, che poi interviene con i propri artificieri. Dalla mattina alla sera, però, l'ordigno è sparito: i Carabinieri se ne sono accorti nei giri di pattugliamento previsti in questi casi e si sono messi a indagare, facendo domande in paese. È così che sono arrivati al 48enne (che ora ha un obbligo di dimora a Monghidoro come l'amico 53enne), ma hanno anche scoperto che di questi collezionisti ce ne sono in giro molti. Di qui la decisione di lanciare un allarme. L'ordigno sparito? «Non ci era mai successa una cosa del genere», dice Maurizio Pallante, vicecomandante della compagnia di San Lazzaro. Pochi giorni, però, è stato ritrovato in un fosso della zona. Si vede che le domande dei Carabinieri hanno spaventato il collezionista di turno. (Dire)
Fonte:
 http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2013/20-maggio-2013/bombe-salotto-musei-mine-allarme-lo-strano-hobby-2221232610166.shtml
                                                          Foto:www.dire.it

 

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