di Mario Pari
Non erano bei tempi, quelli. Di bombe ne cadevano tante. E qualcuna non esplodeva. I tempi erano quelli della seconda guerra mondiale, l'ordigno inesploso è stato ritrovato ieri. E quello che non ha potuto l'impatto con il terreno è stato opera degli artificieri dell'esercito, arrivati da Cremona. E' STATO UN CERCATORE di funghi a notare la bomba in una zona boschiva di via Dabbeni, poco lontano da Mompiano. Le case più vicine, dal punto del ritrovamento erano a circa 300 metri. Il cercatore di funghi e ritrovatore d'ordigni ha chiamato immediatamente i carabinieri di Brescia. Nella zona è arrivata anche un'ambulanza del 118, come sempre accade in questo genere di delicate operazioni. Il proiettile, ieri mattina, era lì, nell'alveo prosciugato di un canale irriguo, tra i boschi. Ben visibile. La zona è stata segnata da parecchi ritrovamenti d'ordigni. Fortunatamente non è molto abitata e, almeno nei casi come ieri, tutto può essere risolto in giornata senza particolari disagi per i residenti. Quando gli artificieri sono arrivati, accompagnati sul posto dai carabinieri, hanno iniziato subito gli accertamenti sul proiettile. Si è quindi capito subito che si trattava di un proiettile di artiglieria da 65 millimetri ad alto esplosivo. Conteneva cioè esplosivo ad alta capacità, prodotto in Italia. Ed è bastato poco anche per arrivare all'«età» del proiettile: seconda guerra mondiale. Gli artificieri del decimo Reggimento Guastatori di Cremona, caserma Col di Lana, hanno quindi proseguito il controllo visivo per conoscere gli elementi in grado di dare indicazione sulle condizioni della bomba. SI È VERIFICATA subito la presenza della spoletta, l'elemento che può attivare l'ordigno stesso. E in effetti la spoletta c'era, ma tranciata. Questo consente di affermare che il proiettile era stato sparato. Secondo la ricostruzione degli artificieri il proiettile è stato quindi sparato, ma l'impatto non è stato tale da farlo esplodere. Così dopo aver datato la bomba è stata necessario capire se poteva essere trasportata in un altro luogo o fatta esplodere dov'era stata trovata. Lo specialista ha ritenuto opportuno non muoverla e farla esplodere nel sito in cui era stata trovata. E' stato definito un raggio di sicurezza di 300 metri per evitare danni da possibili schegge o altro. L'ordigno è stato quindi ricoperto di terreno per evitare che le schegge venissero proiettate rischiando di ferire persone. Alle 11 in punto, è stato fatto brillare nel luogo del ritrovamento. Tutto si è svolto senza problemi. Gli artificieri sono tornati a Cremona, ma visti i precedenti non è difficile che presto possano tornare.
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