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domenica 23 settembre 2012



Il Consiglio federale avvia la consultazione per la Convenzione sulle munizioni a grappolo
Berna, 18.11.2010 - Il Consiglio federale ha avviato oggi la consultazione per la ratifica della Convenzione sulle munizioni a grappolo (Convention on Cluster Munitions CCM). La Convenzione proibisce in modo esaustivo l’uso, lo sviluppo e la produzione nonché l’acquisizione, il trasferimento e lo stoccaggio delle munizioni a grappolo.
Lo sviluppo e l’impiego delle munizioni a grappolo sono da ricondurre alla Seconda guerra mondiale. Negli anni Sessanta e Settanta le pesanti conseguenze del loro impiego nel Sud-Est asiatico (soprattutto in Laos e Vietnam) hanno avuto risonanza mondiale. L’alta percentuale di munizioni inesplose rappresenta un grave problema umanitario: il materiale inesploso causa numerose vittime anche a molti anni dalla fine del conflitto e non permette la ricostruzione di un Paese.
Il 30 maggio 2008, la Conferenza internazionale di Dublino ha adottato la Convention on Cluster Munitions CCM, sottoscritta il 3 dicembre 2008 a Oslo a nome del governo nazionale dalla consigliera federale Micheline Calmy-Rey. Ad oggi 108 Paesi del mondo hanno firmato la Convenzione e 46 Paesi l’hanno ratificata; tra questi anche la Germania, la Francia, la Norvegia, il Regno Unito, il Canada, l’Australia e il Giappone.
A livello di politica estera, la Svizzera si impegna a fondo nelle questioni riguardanti la sicurezza umana e il diritto umanitario internazionale. L’obiettivo primario è quello di tutelare i diritti dei singoli individui in tempo di pace e di guerra. Una delegazione svizzera ha partecipato al primo vertice sulla Convenzione, tenutosi dal 9 al 12 novembre a Vientiane, in Laos, uno dei Paesi più colpiti dal fenomeno delle munizioni a grappolo.

La Svizzera investe ogni anno più di 16 milioni di franchi in progetti per lo sminamento umanitario e per l’eliminazione dei residuati bellici esplosivi.

Tali progetti sono effettuati anche in Laos, dove quaranta anni dopo la guerra si sospettano 78 milioni di munizioni inesplose.
Anche l’esercito svizzero possiede riserve di munizioni d’artiglieria che rientrano nella proibizione prevista dalla CCM. Essa riguarda in particolare le munizioni a grappolo del tipo KaG-88, KaG-88/99, KaG-90 e KaG-98. Con la ratifica della Convenzione la Svizzera si impegna tra l’altro a distruggere le sue riserve di munizioni a grappolo entro 8 anni.
La ratifica della Convenzione richiede inoltre una revisione della legge sul materiale bellico. La legge dovrà essere completata con una proibizione concernente le munizioni a grappolo e con le disposizioni penali relative.
La Convenzione sulle munizioni a grappolo rappresenta idealmente il seguito del divieto di mine antiuomo (Convenzione di Ottawa), di cui la Svizzera è stata, il 3 dicembre 1997, tra i primi Paesi firmatari, ratificandola poi il 24 marzo 1998.
Per ulteriori informazioni:
Informazione DFAE, tel. +41 31 322 31 53 o e-mail a info@eda.admin.ch
LAVORI DI DRAGAGGIO NEL PORTO DI GENOVA .ORDINANZA DELLA CAPITANERIA
Il Capo del Circondario Marittimo e Comandante del Porto di Genova: RENDE NOTO che dal 15/11/2010 al 31/12/2010 l'impresa TECNIS S.p.A. – Impresa di Costruzioni Generali, aggiudicatrice dei lavori per l'esecuzione dei dragaggi del Porto di Genova, appaltati dall'Autorità portuale, eseguirà, quale mezzo al fine, i suddetti lavori di dragaggio dei fondali marini (2^ fase) del Bacino Porto Vecchio, Bacino di Sampierdarena e Porto Petroli
O R D I N A
ART. 1 A decorrere dalle ore 08:00 del giorno 15 novembre 2010 è interdetta la navigazione la sosta ed ogni attività di superficie e subacquea negli specchi acquei portuali interessati dai lavori

ART. 2 I mezzi utilizzati nei lavori di dragaggio devono essere regolarmente armati ed equipaggiati;

ART. 3 Le unità navali in transito nelle adiacenze dello specchio acqueo interdetto devono:
a) mantenersi ad una distanza non inferiore a 50 metri dall'area interdetta;
b) non interferire in alcun modo con le attività in corso d'opera;
c) moderare la velocità sino al limite minimo consentito dalla capacità di manovra della propria unità.

ART. 4 E' vietata l'esecuzione dei lavori in condizioni meteo marine avverse e condizioni di visibilità non ottimali.

ART. 5 La Soc. TECNIS S.p.A. – Impresa di Costruzioni Generali dovrà comunicare a questa Capitaneria di Porto, il nominativo e la reperibilità telefonica del responsabile operativo dei mezzi impiegati.

ART. 6 Le navi che per motivi operativi devono necessariamente attraversare, quale unica via di transito, lo specchio acqueo di cui all' art. 1, devono essere autorizzate da questa Capitaneria di Porto che si avvale, per l'immediatezza del suggerimento delle rotte da seguire, del Corpo dei Piloti del Porto da contattare sul canale 12 VHF per il porto commerciale e canale 10 VHF per il porto di Multedo-Voltri.

ART. 7 I comandanti delle unità indicate nel RENDE NOTO, devono eseguire con piena prontezza e sicurezza gli spostamenti disposti da questa Capitaneria di Porto o per il tramite del Corpo dei Piloti del Porto di Genova secondo quanto indicato nel successivo art 8.

ART. 8 E' fatto divieto di iniziare i lavori senza le preventive comunicazioni giornaliere, via radio sul CH 11 VHF con la Sala Operativa del 1° M.R.S.C., nonché sul CH 12 VHF con la
Corporazione dei Piloti del Porto di Genova l?inizio, il termine dei lavori nonché il trasferimento dei mezzi dall?area di lavoro all?ormeggio ed ottenendo da questi il “ricevuto” delle comunicazioni stesse.

ART. 9 Il Comandante della Draga SHOALWAY dovrà contattare la Sezione Tecnica distaccata di Multedo sul CH 9 VHF per i lavori da eseguire nella canaletta di accesso del Porto di Multedo, comunicando inizio e fine dei lavori e trasferimento.

ART. 10 I mezzi nautici impiegati devono essere costantemente in ascolto sui canali 16 e 12 VHF pronti a muovere per ogni eventuale necessità connessa alla sicurezza della navigazione portuale e sospendere i lavori qualora ne faccia richiesta personale di questa Capitaneria di Porto o il Corpo Piloti del Porto.


ART. 11 I lavori non possono essere eseguiti in aree non certificate come sgombre da ordigni/residuati bellici.


ART. 12 Tutti i mezzi navali impiegati nei lavori, dovranno esporre i prescritti segnali diurni e notturni, previsti dalla COLREG „72.

Genova,  IL COMANDANTE Contrammiraglio (CP) Felicio ANGRISANO

Fonte: http://www.genovapress.com/index.php/content/view/39388/107/
CODICE ORDINAMENTO MILITARE , TURCO E COMELLINI: AL PEGGIO NON C’E’ MAI FINE
Roma 3 nov 2010 – Dichiarazione del deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm), e Luca Marco Comellini, segretario del Pdm.
“Il nuovo codice dell’Ordinamento militare è entrato in vigore solo lo scorso 9 ottobre e noi ne abbiamo denunciato fin da subito gli aspetti negativi e repreressivi verso i diritti dei militari ma ogni giorno che passa ci è sempre più evidente il pastrocchio che sono riusciti a scrivere quelli del ministero della difesa e che riversa i suoi effetti negativi anche in altri settori o competenze dello Stato.
Dopo aver denunciato l’abrogazione del decreto legislativo 14 febbraio 1948, n. 43 (Divieto delle associazioni di carattere militare), fatta con  l’evidente scopo  di salvare alcuni esponenti politici della maggioranza da un processo che li vedeva imputati, oggi apprendiamo con preoccupazione che anche la normativa riferita alle bonifiche dei campi minati e degli ordigni bellici (decreto legislativo luogotenenziale 12 aprile 1946, n. 320) è stata abrogata dall’articolo 2268, n. 258.
Ci sembra solo  il caso di ricordare che  in Italia l’attività di bonifica degli ordigni bellici ha permesso solo nel triennio 2007/2009 di rinvenire sull’intero territorio nazionale ben 235830 ordigni e 534 bombe d’aereo.
Adesso che la norma è stata abrogata di chi sono le competenze su questa materia ? Chi è il soggetto istituzionale che deve eseguire le verifiche nei cantieri di lavoro ed effettuare gli interventi di bonifica degli ordigni bellici al fine di garantire l’incolumità dei lavoratori, la salute e la sicurezza pubblica?”
Fonte: http://www.partitodirittimilitari.org/index.php?option=com_content&view=article&id=233:codice-ordinamento-militare--turco-e-comellini-al-peggio-non-ce-mai-fine-&catid=1&Itemid=113
Intervento radiofonico del Presidente Associazioni di categoria imprese di Bonifica belliche (ASSOBON), a proposito del D.lgs 66/2010 che di fatto ha liquidato ogni norma rivolta alla bonifica bellica.
Fonte: http://www.partitodirittimilitari.it/CITTADINI IN DIVISA/cittadini_in_divisa 16.htm
Disinnescata una BOMBA da mortaio della seconda guerra mondiale a Villa Voronoff di Ventimiglia
Una bomba da mortaio di 25 centimetri circa di diametro, residuato bellico della seconda guerra mondiale, e' stata scoperta in una serra situata all'interno del recinto di Villa Voronoff, a La Mortola, di Ventimiglia, ed e' stata disinnescata oggi in un intervento che ha visto all'opera gli artificieri e i carabinieri. L'ordigno, dopo essere stato messo in sicurezza, e' stato portato alla cava bergamasca per essere fatto brillare. Alle operazioni hanno preso parte anche i militi della Croce Verde Intemelia, intervenuti, come da protocollo, in via precauzionale.
di Fabrizio Tenerelli

Fonte: http://www.riviera24.it/articoli/2010/11/17/97595/disinnescata-una-bomba-da-mortaio-della-seconda-guerra-mondiale-a-villa-voronoff-di-ventimiglia
Trova ordigno bellico in campagna. Contadino trasporta la bomba nella sua auto e la porta in caserma
16 novembre 2010 - Un contadino trova in campagna una bomba inesplosa della seconda guerra mondiale, la mette nel cofano della sua automobile e, incurante del pericolo di un possibile improvviso scoppio, la porta alla guardia di finanza. E' successo nella tarda mattinata a Gela, dove gli agenti delle fiamme gialle, che stentavano a credere al racconto dell'uomo, hanno fatto scattare l'allarme-sicurezza, chiudendo la zona al transito di persone e mezzi. L'autovettura, una Yundai Athos, lasciata in sosta davanti alla caserma di via Ettore Romagnoli, è stata piantonata a distanza, mentre le transenne venivano poste agli incroci da via Eutimo a via Giuffrida, isolando l'area dell'ufficio postale di "Gela Centro". L'ordigno rinvenuto sarebbe una granata MK2 americana, una bomba a mano conosciuta col soprannome di "ananas". Si attende, da Palermo, l'arrivo degli artificieri per rimuoverla e poi farla brillare.

fonte: http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/109486/trova-bomba-inesplosa-porta-casermaarea-transennata-attesi-artificieri-gela-disinnescare-ordigno-bellico.htm
BELGIO: TROVATA BOMBA II GUERRA MONDIALE, EVACUATA SEDE NATO
Il quartier generale della Nato a Bruxelles e' stato evacuato dopo che alcuni operai hanno rinvenuto una bomba da 50 kg della II Guerra Mondiale. Il personale e' stato fatto allontanare a titolo precauzionale su consiglio degli artificieri che stanno disinnescando l'ordigno. Il residuato bellico e' stata trovato durante gli scavi sul boulevard Leopoldo III, la grande arteria che costeggia il palazzo della Nato, per realizzare una linea di tram .

Fonte: http://ilpiccolo.gelocal.it/dettaglio-news/bruxelles-18:17/3872314
Pallanzeno: ritrovato un ordigno bellico
venerdì 12 novembre 2010 - Un ordigno, residuato bellico da mortaio, risalente alla seconda guerra mondiale è stato ritrovato ieri pomeriggio in una zona dietro al campo sportivo di Pallanzeno tra i canali dell’Enel e il Toce. A ritrovarla pare un addetto del Comune. L’ordigno era in un sacchetto di plastica, evidentemente abbandonato da qualcuno. Sul posto gli agenti del commissariato di Domodossola che presidiano a turno la zona, insieme a Carabinieri e uomini della Forestale, in attesa dell’arrivo degli artificieri del genio guastatori, previsto per la giornata di domani.

Fonte:
http://www.vcoazzurranews.info/index.php?option=com_content&task=view&id=24367&Itemid=215

08 novembre 2010

Bomba a mano in un sacco di patate

Non si sa come ci possa essere capitata dentro, ma a Bari è successo che un uomo ha acquistato un sacco di patate in un mercato rionale e pochi metri dopo si è accorto che oltre ai tuberi c'era anche una bomba a mano.
L'acquirente del sacco ha così lasciato la borsa della spesa su un marciapiede di via Giulio Petroni e fermato una pattuglia della Guardia di Finanza, che ha chiesto l'intervento degli artificieri. Poco dopo è giunto il nucleo specializzato dei carabinieri del Comando Provinciale di Bari che, accertato che realmente si trattava di un ordigno risalente alla II Guerra Mondiale, ha preso in consegna la bomba a mano che sara' fatta brillare nei prossimi giorni.
Fonte:
http://www.barilive.it/news/news.aspx?idnews=18709
Il mio commento:
08 novembre 2010
Mentre nelle campagne nei pressi della Città di Prato un agricoltore accidentalmente rinviene una bomba a mano residuato bellico risalente la seconda guerra mondiale, nel capoluogo pugliese un residente termina le proprie compere, tra queste anche un sacchetto di patate, dopo qualche attimo l'uomo si rende conto che l'involucro contiene un oggetto diverso dal normale tubero. Guarda bene e distingue una bomba a mano. La naturale sorpresa è seguita da sbigottimento nonché da giustificata paura, perciò posa sacchetto e bomba su un marciapiede e ferma una pattuglia della Guardia di Finanza in transito. Questi ultimi allertano i Carabinieri che inviano un gruppo di artificieri. Naturalmente sarebbe interessante conoscere la provenienza del carico di patate...
G.L.

CEPRANO 1944 - 2004
LA GUERRA IN CASA IL PERCORSO DELLA MEMORIA
Autori
Francesco Arcese
Mauro Lottici
Marco Marzilli
Antonio Velardo

Tratto del retro copertina
“...Nel Maggio 1944 le unità della 5a divisione corazzata e della 1a di fanteria canadese, dopo aver scardinato le difese tedesche sulla linea Hitler, occupavano Ceprano che costituiva il principale obbiettivo dell'operazione “Chesterfield”, un altro tassello della sanguinosa battaglia per la conquista di Roma. Al loro fianco la 78a divisione di fanteria britannica si spingeva verso nord all'inseguimento dei tedeschi in ritirata, dopo aver perso la corsa per l'ingresso quale liberatori della nostra città. Il comune di Ceprano e l'Associazione Culturale Historia hanno voluto ricordare quei tragici giorni attraverso questa pubblicazione, che vuole rappresentare un doveroso atto di riconoscimento dei sacrifici e delle sofferenze accomunarono le nostre popolazioni ai vincitori ed ai vinti...”
Sommario:
LA VALLE DEL LIRI
La guerra in casa
La nuova strategia difensiva tedesca
Lo scenario
La battaglia della linea d'inverno
Il calvario di Cassino
La distruzione di Montecassino
Lo sfondamento della “linea Gustav”
La battaglia per la “linea Hitler”
Operazione “Chesterfield”, la conquista di Ceprano
I CANADESI NELLA VALLE DEL LIRI
LA MEMORIA NELLE IMMAGINI
LA MEMORIA NELLE TESTIMONIANZE
CEPRANO NELLA STAMPA
SCHEGGE DI MEMORIA
IL COLORE DELLA MEMORIA
ELENCO CADUTI CIVILI E MILITARI

Nel giardino spunta un ananas esplosivo
RITROVAMENTO. L'ordigno in una palazzina di via del Minatore
È un reperto della Seconda guerra mondiale Artificieri della Folgore al lavoro per farlo brillare
31/10/2010 - Dal giardino di casa in mezzo agli alberi di melograno e cachi spunta un ananas, ma non si tratta del frutto esotico, bensì di una bomba a mano americana, Mk2, della Seconda guerra mondiale, ormai priva di accenditore.
A trovarla è stato uno dei condomini del palazzo che si trova in via del Minatore all'intersezione con circonvallazione Raggio di Sole. Dopo aver ripulito il giardinetto delle erbacce ha trovato in un angolo, proprio sotto la cancellata l'ordigno e ha subito allertato i carabinieri.
Sul posto ieri mattina è andato anche il comandante di compagnia Filippo Melchiorre, per accertarsi che la bomba non fosse di pericolo immediato. Ha quindi chiesto l'ausilio degli artificieri di stanza a Legnago. Nel frattempo, una pattuglia mista, composta da militari e carabinieri è rimasta di picchetto al di fuori del giardino. L'ordigno è stato denunciato verso mezzogiorno. E la procedura burocratica in questi casi è lenta come una tartaruga assonnata. Così di telefonata in telefonata s'è potuti arrivare a contattare l'ottavo reggimento genio guastatori Folgore di stanza a Legnago che non ha una squadra di pronto intervento. Quindi s'è costituita la squadra che verso le 17 è arrivata a Verona. A capo del team, sempre lui, il maresciallo capo Rocco Pezzano, che dal 1997 presta servizio a Legnago. Il suo incarico è quello di comandante di plotone Eod (Explosive ordnance disposal-bonifica ordigni esplosivi) e dal 2000 svolge attività di bonifica del territorio nazionale. Il maresciallo con il suo collaboratore ha portato la bomba in Basso Acquar e l'ha fatta brillare. Nessun pericolo neanche se l'avessero presa a zappate, assicura l'esperto.
A.V.

Fonte: http://www.larena.it/stories/Cronaca/196566__nel_giardino_spunta_un_ananas_esplosivo/

Residuato bellico in ciocco di legno posto nel camino: lievi escoriazioni per due donne a Modena

22 ott 10

Nel pomeriggio odierno a Modena madre e figlia, abitanti in via Pio La Torre, hanno riportato lievissime escoriazioni al corpo perchè colpite dalle schegge di legno provenienti dal ciocco che avevano posto nel camino per alimentare il fuoco. All’interno del legno non si erano accorte della presenza di un residuato bellico della seconda guerra mondiale che, con l’inteso calore, è scoppiato. Il residuato è riconducibile ad un bossolo di 20 mm. Dell’accaduto è stata data comunicazione ai carabinieri.

Fonte:
http://www.bologna2000.com/2010/10/22/residuato-bellico-in-ciocco-di-legno-posto-nel-camino-lievi-escoriazioni-per-due-donne-a-modena/
NETTUNO, RITROVATO ORDIGNO BELLICO ATTIVO E PERICOLOSO. PRELEVATO IN STRADA DAGLI ARTIFICIERI
19/10/2010
Attivo e pericoloso. Così è stato definito l'ordigno bellico ritrovato ieri a Nettuno, in via Alberone 3, nella periferia nettunese. E' stato infatti necessario l'intervento degli artificieri della Questura di Roma intervenuti sul posto appena allertati.
A sollevare l'allarme è stato un uomo che verso le 12 di ieri, a bordo della sua auto, ha urtato al centro della strada questo proiettile da mortaio, un ordigno bellico con molta probabilità risalente alla seconda guerra mondiale.

Insomma, una vera e propria fortuna che il proiettile, lungo circa quindici centimetri, non sia esploso quando è stato urtato dalla vettura. Un ordigno attivo e pericoloso avrebbe infatti potuto creare una strage

Fonte:
http://www.anzionettuno.info/news.asp?idnews=3585
IL MIO COMMENTO
LA STORIA INFINITA
Il 19 ottobre 2010 per mezzo del portale d'informazione Anzio Nettuno apprendo una notizia davvero incredibile:
Un automobilista mentre percorre con il proprio mezzo la via Alberone, improvvisamente urta un residuato bellico della seconda guerra mondiale (ovvio lo sbarco del 44).
Il protagonista di questa assurda e mostruosa vicenda, dichiara al giornalista:
“la bomba da mortaio era proprio al centro della strada”.
INCREDIBILE...!!!!
Un residuato bellico risalente la seconda guerra mondiale al centro di una strada....????
La logica dovrebbe aiutarmi a porgere una risposta più o meno verosimile:
“Qualche camion l'ha perso mentre inconsapevolmente trasportava terreno e granate di qualche cava o cantiere della zona”.
Ma in realtà non è assolutamente pensabile muovere terra in quei luoghi senza procedere ad una bonifica preventiva.
Il giornalista conclude:
...Insomma, una vera e propria fortuna che il proiettile, lungo circa quindici centimetri, non sia esploso quando è stato urtato dalla vettura. Un ordigno attivo e pericoloso avrebbe infatti potuto creare una strage...
PRECISAZIONE
E' buona norma considerare “IN OGNI CASO”, il residuato bellico sempre attivo e pericoloso.
Giovanni Lafirenze

UN SECCHIO COLMO DI ESPLOSIVO
Il 14 ottobre 2010 per mezzo della pagina web “QuiBrescia.it apprendiamo la notizia del ferimento a causa di un residuato bellico
...risalente la seconda guerra mondiale,di un 36enne residente a Darfo Boario Terme.

Il quotidiano bresciano spiega come l'incidente sia avvenuto all'interno dell'abitazione dell'incauto e precisamente in cantina, mentre tenta
di “aprire” il piccolo manufatto bellico recuperato nel corso di una immersione subacquea (l'uomo sarebbe un provetto Sub). Il secco
boato attira l'attenzione dei genitori, che immediatamente allertano il 118 di Esine, ovviamente intervengono anche Vigili del Fuoco.
I medici diagnosticano serie ferite alle mani ed escoriazioni varie al volto.
Sul momento qualcuno pensa sia scoppiata una bombola ARA, ma la perquisizione del locale, (sempre a dire del portale
d'informazione su citato),  scopre un “vero arsenale” vale a dire:

“...varie parti di armi da guerra, proiettili d'artiglieria di diverso calibro e pericolosità, tre granate di tipo 'ananas' di fabbricazione
americana e una baionetta...”, naturalmente l'uomo è stato fermato per detenzione illegale di armi da guerra..."

Il giorno dopo (15 ottobre) Bresciaoggi.it specifica la dinamica dell'incidente: Il giovane stava maneggiando un proiettile di
mitragliatrice per mezzo di una smerigliatrice. Precisa il contenuto del “vero arsenale” e menziona il ritrovamento di un secchio
colmo di esplosivo (pazzesco, come voleva utilizzarlo...????). Bresciaoggi precisa che questa operazione è stata portata a
termine con il brillamento di tutto il materiale rinvenuto.

Ma
ancora una volta non riusciamo a comprendere le motivazioni che spingono un ragazzo a conservare materiale bellico: “ bene,
qualcuno (non è proprio così), può affermare che il semplice involucro di una bomba a mano (vuota), non costituisce alcun
pericolo, perciò è lecito custodirla ( la legge dice il contrario), ma questa volta vogliamo essere in sintonia con i fautori di questa
filosofia.

Ma
c'è qualcuno disposto ad asserirci che smerigliare un piccolo proiettile non costituisca grave fonte di pericolo per se, per terze
persone...?

C'è
qualcuno in grado di convincerci che conservare un secchio riempito d'esplosivo nella cantina di un condominio, di uno stabile, villetta
o quant'altro, non costituisca una gravissima situazione di enorme pericolo per tante persone...?

Cosa
spinge un ragazzo ad assumere atteggiamenti tanto gravi...?

Come
custodire in casa un secchio d'esplosivo...???

Mah...

Giovanni Lafirenze 06/10/2010
Ricordo un lavoro di bonifica bellica effettuata tra le acque lagunari del capoluogo veneto e precisamente località “Dogaletto” (Malcontenta). L'albergo che ci ospitava era poco distante, ma dopo cena non di rado raggiungevano il centro cittadino per visitare la città dei Dogi . Piazza Roma era l'area addetta al parcheggio delle nostre auto. Sembra di rivedere, il gran numero di turisti e non solo...
A distanza di pochi anni la notizia:
...Il sei ottobre 2010 a Venezia una persona ubriaca procura spavento e panico proprio a Piazza Roma e per mezzo di una datata bomba a mano.
La folla intimorita fugge, le Forze dell'Ordine vedono, comprendo, riconoscono il protagonista di questa assurda storia e intervengono sia per allontanare ogni passante, sia per fermare l'incosciente, il quale a malincuore consegna l'ordigno nelle mani di un artificiere del gruppo della Questura di Santa Chiara.
L'agente vede la bomba a mano è vuota, l'uomo non racconta nulla, ma è ugualmente fermato...”
Lo stesso giorno, in provincia di Como (Ponte Lambro), una bomba a mano ferisce seriamente un operaio di trentuno anni.
Il giovane, di nazionalità kosovara e residente a Lecco, mentre è intento a portare a buon fine il proprio compito lavorativo, nota all'interno del piccolo cantiere una minuscola “palla rossa”, non comprende cosa sia, ma la raccoglie e la butta via.
Il violento contatto al suolo produce un potente ( testimonianza della fonte) boato. E' la secca esplosione di una bomba a mano che proietta le proprie schegge in ogni direzione, l'autore dell'incauto lancio subisce numerose ferite, perciò è trasportato d'urgenza all'Ospedale Fatebenefratelli di Erba, ma per sua fortuna a parte una lesione al timpano e qualche ferita da taglio causata dai frammenti della bomba non è in pericolo di vita.
Per i colleghi tanto spavento a causa dell'improvvisa detonazione e giustificata apprensione per l'amico ferito.

Giovanni Lafirenze

Fonti:
http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cronaca/159463_scoppia_una_bomba_in_cantiere_muratore_ferito_dalle_schegge/
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2010/6-ottobre-2010/a-spasso-una-bomba-mano-panico-strada-arrivano-artificieri-1703896124041.shtml
Albenga: bomba a mano scoperta nel greto del Rio Carenda
06/10/2010 - Albenga - Una bomba a mano, probabilmente un residuato bellico della Seconda Guerra Mondiale, e' stato trovato stamane nel greto del rio Carenda ad Albenga. Sono stati i tecnici di un'impresa impegnati nei lavori di ripristino della fognatura a scoprire l'ordigno mentre stavano intervenendo nei pressi della strada che da Campochiesa conduce all'altra frazione albenganese di Salea all'altezza dell'azienda 'Cosmoflor'. Dopo il rinvenimento della bomba gli operai sul posto sono intervenuti i carabinieri, gli agenti della polizia municipale, il vice sindaco Roberto Schneck per coordinare l'intervento di messa in sicurezza della zona.

fonte: http://www.savonanews.it/2010/10/06/leggi-notizia/argomenti/cronaca-2/articolo/albenga-scoperta-nel-greto-del-rio-carenda-una-bomba-a-mano.html
Ennesimo ritrovamento di un ordigno bellico, stavolta a Portella, frazione di Sant'Elia Fiumerapido.
Paura per una bomba della Seconda Guerra mondiale rinvenuta in località Portella. Ieri sono intervenuti gli artificieri di Roma, i quali hanno provveduto a far brillare l'ordigno.
Si è conclusa così una settimana di disagi in via Stretta, una strada comunale in una zona rurale ma densamente abitata. Nei giorni scorsi infatti, dopo i lavori di manutenzione e pulizia laterale della strada da parte degli operai comunali, alcuni cittadini avevano avvistato l'ordigno. Si trattava di una bomba a mano di fabbricazione americana (una Mk.2, generalmente chiamata "Ananas") ritenuta molto pericolosa.
Segnalata alle Autorità, tempestivamente il Comune ha provveduto alla messa in sicurezza della strada con un'apposita ordinanza.
Sono pertanto intervenuti gli Agenti della Polizia Municipale guidati dal comandante Volante, che hanno transennato la via, rimasta quindi chiusa per quasi tutta la settimana sia al traffico veicolare che a quello pedonale.
Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri della stazione di Sant'Elia, guidati dal comandante Costantino Zona della Compagnia di Cassino. Ieri mattina quindi, verso le 10,30, gli artificieri giunti da Roma hanno provveduto alla rimozione dell'ordigno e al suo brillamento presso una cava dismessa. A loro detta la bomba era potenzialmente pericolosa. A destare preoccupazione dei residenti e dei cittadini anche il triste ricordo dei drammatici fatti che video nel 1978 la morte di due bambini proprio a Portella per lo scoppio di un ordigno della Seconda Guerra mondiale.
Il secondo conflitto mondiale coinvolse direttamente il centro e il territorio di Sant’Elia Fiumerapido, in quanto si trovava lungo la linea Gustav predisposta dai Tedeschi per sbarrare il passaggio all'esercito degli Alleati che risalivano la penisola.
Il calvario dei Santeliani cominciò la notte del 19 luglio 1943 con il bombardamento dell'aeroporto di Aquino. Nel corso della guerra le famiglie furono costrette a sfollare e si rifugiarono sui colli circostanti, cercarono riparo nelle grotte o nei ricoveri scavati nella roccia, nella frazione di Valleluce, negli anfratti esistenti lungo il Canale. Il primo bombardamento aereo si ebbe l'8 dicembre.
I Tedeschi trovarono su Monte Cifalco la collocazione ideale per le loro postazioni, alcune tuttora visibili.
Nel territorio di Sant’Elia Fiumerapido operarono i francesi, soprattutto lungo il vallone di Portella, il Secondo Corpo Polacco e il Decimo Corpo Inglese.
Dopo la conquista di Montecassino da parte dei soldati Polacchi, il 18 maggio 1944, i Santeliani tornarono mestamente nel paese distrutto e ricominciarono con coraggio la ricostruzione. La guerra lasciò come retaggio la malaria, la scabbia, i pericolosi residuati bellici. Le vittime di tale sciagura furono 350 civili, 50 militari e 116 feriti.

Esplosione, condannati ex sindaco ed ex prefetto
Il caso della bomba di Ostiglia
Il proprietario di un campo agricolo situato nel comune di Ostiglia (Mantova) in più circostanze denuncia la probabile presenza di un residuato bellico sepolto nel proprio fondo. Notizia quest'ultima ricevuta dall'anziano genitore. L'anomala segnalazione (inascoltata dal 1955), produce una bonifica di superficie che nel 2001, indaga il primo metro di profondità del sito inquinato dalla probabile bomba. Il vaglio strumentale non rileva alcuna presenza di residuati bellici, in questo caso è indispensabile una bonifica profonda. Nel maggio del 2003 quest'ultima per cause ancora ignote esplode, producendo un boato che spaventa l'intero paese, seri danni a villette, cascine e non solo. Una testimonianza:“Credevamo a un terremoto, ma era la bomba del nonno Oddone, un preciso nel ' 55, quando c' era un orto al posto delle case, fece bonificare il terreno: gli dissero di quella bomba, vicino a un fosso e allo zuccherificio. Avvisò il Comune per iscritto. E dal luglio del ' 95 io ho continuato a insistere. Risultato il botto. E solo per caso non ci sono stati morti o feriti” Era una bomba d'aereo da 500 lb di fabbricazione americana dormiente a meno tre metri di profondità. Tutto ciò genera accuse ben precise: “crollo colposo” infatti il 17 marzo del 2009 inizia il processo a carico dell'ex Sindaco e dell'ex Prefetto. Secondo il Pubblico Ministero i due funzionari non si sarebbero adoperati per ottenere i fondi per una bonifica profonda dell'area. Il primo ottobre 2010, La Gazzetta di Mantova riporta la sentenza di primo grado che, condanna l'ex Sindaco (otto mesi pena sospesa) e l'ex Prefetto (dodici mesi pena sospesa), di reclusione, entrambi dovranno versare una provvisionale pari a 180 mila euro alla parte civile, i danni saranno calcolati e liquidati in separato giudizio..
Bombe a mano e chili di tritolo
L'arsenale della guerra in cantina
Cinquanta bombe a mano e 10 chili di tritolo, oltre a una decina tra fucili e mitragliatrici, risalenti alla Seconda guerra mondiale, sono stati trovati in una cantina durante lavori di ristrutturazione a San Quirico d’Orcia
SAN QUIRICO D'ORCIA (SIENA) - Cinquanta bombe a mano e 10 chili di tritolo, oltre a una decina tra fucili e mitragliatrici, tutti risalenti alla Seconda guerra mondiale, sono stati trovati in una cantina durante alcuni lavori di ristrutturazione a San Quirico d’Orcia (Siena). L’intero palazzo è al momento disabitato ma per precauzione è stata fatta evacuare una famiglia che risiede in una villetta adiacente. Sul posto sono intervenuti gli artificieri che hanno messo in sicurezza l’esplosivo, che questa notte sarà sorvegliato dai militari e poi, domani, portato a brillare in una cava. Il ritrovamento è avvenuto durante lavori di scavo nella cantina compiuti con una pala meccanica: il pessimo stato di conservazione di armi ed esplosivo, soprattutto a causa della ruggine, avrebbe fatto rischiare un’esplosione. Secondo alcune ipotesi maturate dopo il ritrovamento, esplosivo e armi potrebbero essere stati nascosti alla fine della guerra da qualche gruppo partigiano operante nella zona del Basso Senese.
30 settembre 2010
Esplode una bomba, ferito trentenne ma il riesino nascondeva 3 ordigni bellici
Domenica 26 Settembre 2010 - RIESI - Un uomo è stato colpito dallo scoppio di un ordigno esplosivo. Rosario Spicuzza, 33 anni, è rimasto ferito delle schegge di una bomba nei pressi della sua abitazione, ieri, nel rione di “Monte degli Ulivi”.
L’uomo stava scendendo dalla sua auto, quando all’improvviso, dalle mani gli è scivolato l’ordigno. Diverse schegge sono schizzate così sul suo corpo provocandogli delle ferite. Soccorso immediatamente dai carabinieri è stato trasportato all’ospedale Santo Stefano di Mazzarino. Spicuzza pur riportando lesioni multiple e ferite, non rischia la vita. È stato dichiarato guaribile in 30 giorni. Ai sanitari ed ai carabinieri in un primo momento ha raccontato di essere rimasto vittima di un attentato.
L’uomo ha infatti ammesso di essere stato colpito da una bomba esplosa da un tombino mentre scendeva dall’auto per tornare a casa. La versione del trentenne non ha convinto però i carabinieri guidati dal Maggiore Alessandro Magro. Il giovane pressato dai militari ha confessato di aver trovato nelle campagne di Riesi un sacchetto contenente tre bombe. Dopo averle raccolte, le ha caricate in auto, dove si trovava pure il figlio di cinque anni. Giunto dinanzi la sua abitazione ha preso uno degli ordini che purtroppo gli è scivolato dalle mani provocando l’esplosione. Rosario Spicuzza, piantonato in ospedale dai carabinieri, è stato tratto in arresto per detenzione illegale di armi da guerra.
di Delfina Butera
Il commento di Giovanni Lafirenze
LA NOTIZIA
Domenica 26 Settembre 2010 RIESI (Caltanissetta) - Ormai abbiamo compreso che l'incoscienza non possiede confini. Un trentatreenne residente nel Comune di Maria SS. Della Catena, porta a spasso il proprio figliolo tra prati e campi della località. A suo dire nota una curiosa busta, la apre e riconosce tre ordigni bellici. L'uomo non ha dubbi, incurante della presenza del proprio figlio recupera le tre bombe caricandole in macchina, e incredibilmente si avvia verso la propria casa. Giunto nei pressi dell'abitazione ferma il mezzo, apre il cofano, afferra la prima bomba, che gli sfugge. L'ordigno a contatto con il suolo esplode, proiettando numerose schegge sul corpo dell'incauto. Il bambino assiste al ferimento del padre che, è subito soccorso dai Carabinieri e dal 118 che lo trasportano all'Ospedale Santo Stefano di Mazzarino, in stato d'arresto per detenzione illegale di armi da guerra.
CIO' CHE PENSO
Natura e ordinamento giuridico obbliga ai genitori di seguire, educare, formare, proteggere, aiutare istruire e tutelare i propri figli. In questo caso il padre del bambino ha violato ogni norma che regola la tutela della sicurezza del proprio figlio, ma non solo: questa diseducativa e triste avventura, priva di ogni morale, segnerà per sempre la coscienza del piccolo. In questo caso il Tribunale dei Minori può e deve prendere una posizione chiara nei confronti del bambino (cinque anni). Infatti in questi casi la legge prevede pesanti sanzioni civili e penali e privare al padre della potestà (il minimo). Ancora peggio se qualche scheggia avesse colpito il piccolo. Per il resto credetemi non ho più parole..
Giovanni Lafirenze
Il commento del webmaster
Parlo in qualità di (indegno) webmaster di questo sito, e in qualità di educatore. Sono trasalito nel leggere che a bordo di questo scavezzacollo, ci fosse anche suo figlio di cinque anni. Mi scoraggio, e concordo con una frase che viene attribuita al prof. Albert Einsten "Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima."
Sono dispiaciuto che l'italiano medio non cerchi su google "bonifica bellica", o "ordigni esplosivi", ma che ancora continui a cercare il proprio nome e cognome per vedere se esce la propria pagina di facebook.
Sono amareggiato nel constatare che nell'italiano medio esiste ancora un concetto di "bomba sicura", come se il tempo potesse fermare la pericolosità di un ordigno.
Sono terrificato nel vedere che di fronte ad un fatto compiuto, di stupidità inaudita, il soggetto protagonista abbia cercato di giustificarsi davanti ai carabinieri dicendo "c'era una bomba nel tombino", come i bambini si giustificano davanti alla maestra, o davanti un adulto quando combina qualcosa di sbagliato.
Ciò nonostante, il lavoro della bonifica bellica prosegue, silenzioso, continuo, metodico. Solo un dubbio rimane. Che questo lavoro, nato come un gesto di amore atto a dare la possibilità alla società di riappropiarsi dei propri spazi per ricostruire dopo la guerra, ora sia diventata una necessità per preservare gli ordigni dal vero "pericolo vagante": la stupidità umana.
Elio Giannatempo.
Giovanni Iacono: “Gela. Le operazioni dei Reparti italiani nella battaglia del 10-11 luglio 1.943”, edito dall’autore, Ragusa 2008, pp. 155, euro 13.
Dopo la Campagna di Sicilia, avvenuta nel luglio-agosto del 1943, si è largamente diffusa la tesi secondo la quale l’Esercito aveva “tradito”. Tesi ripresa da quasi tutti gli autori italiani e stranieri, secondo i quali i soldati italiani si erano arresi agli Alleati senza colpo ferire o quasi. La ricerca dell’autore, basata su materiale dell’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito, nonché su testimonianze di civili del luogo, mira a confutare tale tesi, in quanto nel settore specificatamente trattato nell’opera le diserzioni furono una parte insignificante.
I fatti. Nella notte tra il 9 e 10 luglio 1943 gli Alleati attuarono il più grande sbarco anfibio mai tentato fino ad allora, impiegando nel solo settore di costa compreso tra la città di Gela e Scoglitti (Sicilia sud-orientale), 580 navi da guerra e da sbarco, oltre a 1124 mezzi anfibi, che sbarcarono due intere Divisioni (la 1^ a Gela e la 45^ a Scoglitti, per un totale di circa 40.000 uomini suddivisi in circa 27 battaglioni).
L’urto iniziale fu sostenuto da 5 battaglioni delle unità costiere (XVIII Brigata costiera), che opposero una strenua resistenza, ma prima dell’alba furono ridotti al silenzio dal fuoco delle artiglierie navali. La reazione dei Comandi italiani fu immediata. Già alle 05.00 del 10 luglio il Gruppo mobile “E”, di stanza a Niscemi, mosse al contrattacco; riuscì a penetrare fin dentro l’abitato di Gela, ma intorno alle 11.00, a causa del fuoco delle artiglierie navali subì forti perdite e dovette ripiegare sulle posizioni di Ponte Olivo. La mattina dell’11 luglio, unitamente alla Divisione H. Goering, mosse al contrattacco la Divisione Livorno al completo. Alle 11.00 gli uomini della Livorno erano giunti alle porte di Gela, ma ancora una volta l’intervento dell’artiglieria navale fu decisivo. I Reparti furono decimati, per cui dovettero ripiegare sulle posizioni di partenza. In due giorni di combattimento la sola Divisione Livorno aveva perso, tra morti feriti e dispersi, circa 7.214 uomini su 11.400 effettivi, senza considerare le perdite dei Reparti costieri, che ammontavano a circa il 50% degli effettivi.
Dalla lettura di quest’opera emerge la grande capacità dell’autore di mettere in risalto, oltre alla condotta delle operazioni dei Reparti italiani, l’umanità e spesso anche qualche giustificata debolezza dei soldati italiani, che nonostante avessero la netta sensazione di aver perso ancora prima di aver iniziato a combattere compirono numerosi atti di eroismo, spesso sconosciuti ai più.
Ricordare questi eventi e tramandarli alle generazioni future, é un dovere morale per onorare la memoria di quei soldati, spesso dimenticati, che sacrificarono la propria vita per mantenere fede al giuramento prestato, difendere la Patria.


Abruzzo. La presenza del residuato bellico Nostra intervista a Giovanni Lafirenze
La presenza del residuato bellico
Nostra intervista a Giovanni Lafirenze
Di Walter De Berardinis
Abbiamo incontrato Giovanni Lafirenze, fondatore ed ideatore del sito web www.biografiadiunabomba.it , dopo gli ultimi ritrovamenti a Roseto degli Abruzzi e nel cimitero di Giulianova di bombe inesplose. Lo abbiamo intervistato per farci spiegare come mai, dopo 65 anni dagli ultimi fatti della 2° guerra mondiale, continuano a riaffiorare ordigni bellici.
Recentemente è stata fatta brillare un bomba ritrovata nel nostro cimitero di Giulianova. Ma siamo sempre in emergenza ogni volta che si aprono cantieri che prevedono uno scavo?
Certo! Come ben sai, l’Abruzzo, nel corso della seconda guerra mondiale subì numerose incursioni aeree angloamericane (vedi anche la triste cronologia da te curata sulla tua città e inserita nel mio sito web www.biografiadiunabomba.it). A quei tempi i bombardieri, ma non solo, lasciavano precipitare ordigni da 100, 250, 500, 1000 libre del tipo esplodente. Queste missioni aeree, erano considerate tattiche (quasi sempre diurne), se colpivano obbiettivi ben precisi come: Stazioni, ponti ferroviari e stradali, vie di comunicazione in genere, mulini, caserme, aziende commerciali o industriali, strutture portuali, ecc..
O al contrario strategiche (notturne), quando colpivano a tappeto l’area urbana senza considerare con precisione il luogo d’impatto delle bombe. In quest’ultimo caso i bombardieri della prima ondata sganciavano bombe illuminanti e incendiarie ( con semplice aggiunta di alluminio o cariche di Fosforo o di Termite), per rendere visibile il punto di mira consentendo ai bombardieri delle ondate successive minori margini di errore.
Quindi i massicci bombardamenti hanno portato anche una maggiore percentuale di bombe inesplose?
Queste munizioni aeree montavano spolette meccaniche che dovevano esplodere subito dopo il contatto (suolo strutture edifici), o chimiche se la detonazione era prevista dopo qualche ora o in alcuni casi anche nei giorni seguenti. Ma a causa di più motivazioni (difetti meccanici delle spolette, quote di sgancio errate, ecc.) una considerevole percentuale di queste bombe (circa il 3%) restava inesplosa e sepolta da qualche metro di terra. Ma bisogna considerare anche i bombardamenti aerei della Luftwaffe (famosa l’incursione su Lanciano del 20/04/1944). Ancora peggio la guerra di terra patita in Abruzzo, che lasciava interrati residuati bellici di ogni tipo, dimensione, peso e calibro. Non solo, consideriamo anche che i militari tedeschi in ritirata minavano paesi, campi agricoli, scali e sotterravano munizioni ingombranti per rendere più agevole ogni spostamento di truppe, compreso le munizioni seppellite dalle numerose formazioni partigiane del luogo.

Quindi i nostri territori e in particolar modo l’Abruzzo è disseminato di bombe e altri ordigni?
Perciò non è possibile stupirsi per i numerosissimi rinvenimenti del passato e per quelli del futuro. A mio parere ogni località abruzzese è in grado di restituire questi testimoni dal profumo mortale dell’ultima guerra: “mine Teller, Shrapnel, Stock, Lpz, Farfalle, Topf, Riegelmine, ecc…, bombe a mano, proietti, nastri caricatori e cartucce in genere, sicuramente bombe d’aereo di fabbricazione americana della serie AN-M (100, 250,500,1000 lb e AN-M GP munita anche di spoletta di coda);   Bombe d’aereo tedesche, riconoscibili dalle spolette sul corpo dell’ordigno del tipo SC da 50 250 Kgr e qualche bomba d’aereo inglese GP o MC ”.
Esistono gruppi di studi su questo fenomeno?
Non sono a conoscenza se oggi esistono gruppi di studio addetti a questo scopo, forse l’ex Icram continua a monitorare i depositi di munizioni affondati in mare. Per quanto riguarda le foto del mio sito web: www.biografiadiunabomba.it è connessa al portale web del 340th Bomb Group: http://57thbombwing.com/340th_History/487th_History/missions/340thMissions_index.htm
Desidero concludere queste intervista (repetita iuvant), con il solito tormentone: la sola presenza del residuato bellico produce una situazione di pericolo incalcolabile e incontrollabile, perciò non si toccano, non si spostano, ma si allertano subito le Forze dell’ordine di zona.
Walter De Berardinis
http://www.giulianovanews.it/2010/09/abruzzo-la-presenza-del-residuato-bellico-nostra-intervista-a-giovanni-lafirenze/
RIMOZIONE E DISTRUZIONE DUE BOMBE LOCALITA' CAVANELLA D'ADIGE (CHIOGGIA)
24/09/2010 - Si comunica che, a seguito del rinvenimento in località Cavanella d'Adige nel comune di Chioggia di due bombe d'aereo rispettivamente da 1100 e 500 libbre, risalenti all'ultimo conflitto mondiale, questa prefettura ha avviato diverse riunioni tecniche di coordinamento con gli enti preposti ed i soggetti interessati, allo scopo di valutare e definire le misure di prevenzione, nonchè le procedure di intervento connesse al trasporto e brillamento degli ordigni.
Tali operazioni, dirette per gli aspetti di carattere tecnico-operativo dal 3° reggimento guastatori di Udine, inizieranno alle ore 9.00 di lunedì 27 settembre p.v. e termineranno nell'arco della giornata. Gli interventi si presentano particolarmente complessi per il rilevante potenziale esplosivo. Le attività si svolgeranno in due fasi distinte: nella prima è previsto il prelievo ed il trasporto degli ordigni dall'area di rinvenimento fino al luogo di brillamento; nella seconda, invece, lo sgombero di un'area di 300 metri di raggio per la neutralizzazione delle bombe. Lo sgombero dell'area interessata non comporterà l'evacuazione di abitazioni civili, in quanto la zona di brillamento si trova in aperta campagna.
Contemporaneamente sarà disposto il divieto di sorvolo dell'area, nonché la sospensione delle attività venatorie nelle zone circostanti. Durante lo svolgimento delle operazioni di caricamento, trasporto e brillamento degli ordigni sarà assicurata l'assistenza sanitaria con la presenza di un presidio di emergenza medica a cura dell'asl 14 di Chioggia. l'intera attività verrà coordinata dalla prefettura di Venezia, con l'attivazione di un posto di comando presso il centro civico sito in località Cavana del comune di Chioggia (VE). Sarà attivato, inoltre, un collegamento radio, con i volontari ari che assicurerà le comunicazioni nei luoghi di sgombero e con la cellula di risposta costituita presso la prefettura di Venezia.

Il 10° Reggimento Genio Guastatori (AGI) - Milano, 21 set. - Un altro ordigno bellico risalente alla seconda guerra mondiale e' stato scoperto nei campi vicini all'aeroporto di Milano Linate, nel comune di Segrate. La bomba e' stata ritrovata l'11 settembre a Redecesio di Segrate e per il suo disinnesco verranno limitati i voli nella giornata di domenica prossima.
Il Prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi ha disposto che le operazioni dalle 8 del mattino e rende noto che l'area interessata sara' di 500 metri. I circa 1.500cittadini residenti nella zona interessata saranno evacuati ed ospitati presso l'oratorio della parrocchia Madonna del Rosario a Redecesio. La prefettura fa sapere inoltre che l'intervento rendera' necessario anche il divieto di sorvolo, quindi i voli in arrivo all'aeroporto di Milano Linate non potranno atterrare dalle 8 alle 11 e dalle 13 alle 15. Le operazioni si concluderanno presumibilmente intorno alle ore 15.
Il disinnesco della bomba e il successivo brillamento saranno curati dagli artificieri del 10° Reggimento Genio Guastatori. Gia' le scorse settimane erano stati rinvenuti nella stessa zona altri due ordigni bellici. (AGI)
A cura di Maria Tiberio
Tra il 1943 e 1944, la città di Penne fu duramente colpita e la popolazione del centro urbano e delle contrade limitrofe conobbero gran parte delle conseguenze dirette della cosiddetta guerra in casa: fucilazioni di civili, deportazioni, ra...strellamenti, vittime dei bombardamenti e distruzioni degli edifici. E’ stato calcolato che complessivamente furono 61 i morti, un centinaio i feriti e oltre 500 gli sfollati che raggiungero Penne da molti comuni abruzzesi e dalle regioni limitrofe. Tre i bombardamenti subiti dal centro abitato, che provocarono i maggiori danni: il 7 novembre del ‘43, il 13 e il 24 gennaio del ‘44.
La prima incursione aerea colpì la linea ferroviaria Penne-Pescara provocando 25 morti; nella seconda, la città subì il suo primo bombardamento massiccio e il bilancio fu di 3 morti, 10 feriti e diverse decine di senzatetto a causa del crollo di alcune abitazioni; l’ultimo attacco fu il più duro e devastante, provocato da circa 60 bombardieri e 10 caccia, che riversarono sulla città oltre 400 bombe di medio e grosso calibro. Giovanni De Caesaris, descrisse così nel suo diario “Cronaca di Penne 1943/1944? quella giornata: “Il 24 gennaio 1944 Penne subì la prova più tremenda che le potesse essere destinata. Erano circa le 8,15 allolrchè si udì sulla città un rapido forte volo di aeroplani e quindi un succedersi di detonazioni fragorose, immense”.
A questa prima ondata, ne seguì poco dopo un’altra e furono ancora bombe sul centro storico: cadde il portale del Duomo del XII secolo, colpita la biblioteca del Seminario, e poi ancora l’ingresso e l’abside della cattedrale, l’episcopio e il teatro comunale in Piazza Luca da Penne. Tra il mattino e il pomeriggio, furono ben cinque le ondate di aerei sulla città. Furono colpiti anche altri importanti edifici pubblici: il Liceo, gli Uffici Finaziari, le scuole elementari di via Dante e via Mario dei Fiori, l’Ospedale civile, l’Ufficio Postale e molte Chiese. Quasi tutta la popolazione sfollò in quel 24 gennaio, per farvi ritorno solo dopo cinque mesi, il 13 giugno 1944, giorno della liberazione di Penne ed inizio di una nuova vita cittadina: la città fu ricostruita, le attività economiche riavviate, grazie all’impegno, ai sacrifici e alla grande forza di volontà dei pennesi.
04 settembre 2010, Roseto degli Abruzzi, è quasi sera, Via Calvario sembra vivere una normale quotidianità, i residenti sono indaffarati con le solite faccende. Un uomo di 50 anni vuole controllare come procedono il lavori di ristrutturazione nel magazzino di sua proprietà. Il cinquantenne entra nel locale, sembra tutto in ordine, ma poco distante vede accumulato del materiale di risulta, lentamente raggiunge i calcinacci, tra questi nota uno strano oggetto, non comprende cosa sia, un alone misto di stupore e curiosità avvolge l'uomo. Quest'ultimo tenta con il piede di spostare lo sconosciuto manufatto, il quale improvvisamente esplode. Il proprietario del magazzino a causa di una potente onda d'urto viene scaraventato vicino ad una parete, ma ciò che preoccupa sono le numerose ferite riportate all'arto sinistro. Anche in questo caso a detonare è stato un residuato bellico della seconda guerra mondiale.?
Giovanni Lafirenze
Spett.le Associazione di Cultura Politica
Il Cittadino Governante
c/a Capogruppo al Consiglio Comunale
dott. Franco Arboretti

e.p.c alla stampa locale
Oggetto: Vostra proposta di intitolare una piazza in ricordo di Angelo vassallo
Preg.mo dott. Franco Arboretti,
in data odierna è stata diffuso un comunicato stampa dell’Associazione di Cultura Politica Il Cittadino Governante in ricordo del Sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, al termine del comunicato stampa si legge: “……..E proponiamo, infine, che la memoria di una figura pubblica così esemplare venga onorata con un’iniziativa duratura nel tempo: l’intitolazione ad Angelo Vassallo della piazza retrostante il municipio di Giulianova ed il contestuale gemellaggio con il comune di Pollica.”
Da semplice cittadino e cultore di storia patria, voglio inviarle una mia proposta (già presentata all’ex Sindaco Claudio Ruffini e poi al Commissario Prefettizio, Paola Iaci. Senza esito.), nella speranza che venga inserita insieme alla vostra richiesta, chiedo almeno di apporre una targa in onore dei caduti dei bombardamenti degli angoloamericani su Giulianova.
Nello spirito costruttivo, credo che bisogna ricordare anche i nostri concittadini in tutte le sue forme, anche attraverso l’intitolazione di Vie e Piazze
Giulianova, 10 settembre 2010.
Walter De Berardinis
(Cittadino Giuliese)

Di seguito il testo inviato al commissario Prefettizio il 22 marzo 2010

Al Commissario straordinario della
Città di Giulianova
Dott.ssa Paola Iaci
Vs. residenza Municipale

e.p.c. agli organi di stampa locali
Oggetto: richiesta di apposizione targa in ricordo delle vittime dei bombardamenti sulla città di Giulianova, 1943-44.
Preg.mo Commissario straordinario.
In qualità di semplice cittadino e membro delle Guardie D’Onore al Pantheon di Roma, propongo, visto lo stato d’avanzamento dei lavori dietro il palazzo comunale (attraversata da Via Cavour e Via Braga, nel cuore del centro storico) e l’imminente riconsegna alla cittadinanza, di chiedere (ma già il sottoscritto lo aveva segnalato alla precedente amministrazione Ruffini), una targa (nelle forme che riterrete più opportune ed economiche per le casse comunali) dedicata alle vittime dei bombardamenti degli angloamericani del 1943-44 sulla città di Giulianova, con circa 23 morti (fonte Archivio Stato, documenti della Prefettura di Teramo e Archivio Parrocchiale di San Flaviano). La targa potrebbe avere il seguente epitaffio (La comunità giuliese, nella memoria ancora viva degli orrori della 2° Guerra Mondiale, ricorda i sui figli vittime dei bombardamenti angloamericani del 1943-44. Ne affida la cara memoria alla storia e le loro anime a DIO. A perenne memoria delle generazioni future) o scritte da altri storici locali. La scelta della piazza non è casuale. Il 29 febbraio del 1944, i bombardieri angloamericani, scaricarono sulla nostra città un enorme quantitativo di bombe di grosso calibro, causando la morte di numerosi civili in particolar modo sul palazzo (detto Morganti) dietro l’attuale sede comunale, distruggendolo (oggi futura piazza, ma in passato, con scelte discutibili fu costruito un magazzino, sede del mercato coperto e poi sede provvisoria dei mezzi comunali). Il bilancio fu davvero pesante, vi perse la vita anche il noto giornalista giuliese, Francesco Manocchia.

Mi corre l’obbligo segnalare che proprio la nostra città fu la più pesantemente bombardata di tutta la provincia di Teramo (mentre il 15 settembre 2005, l’allora capo dello stato, Carlo Azeglio Ciampi, conferirà la Medaglia di Bronzo al Merito Civile al Gonfalone del comune di Martinsicuro per i bombardamenti subiti (in realtà era la città di Colonnella che meritava tale onorificenza, visto che era il Comune giurisdizionale all’epoca dei fatti: 19 morti, 9 feriti e 3 invalidi.)), visto il collegamento tra l’adriatica, l’interno del teramano e per la presenza dell’approdo marittimo. I bombardamenti sulla città iniziarono il 12 ottobre del 1943 e proseguirono il 14, 26 (notturno), 29 (attaccata con successo, scriveranno nei rapporti ai propri comandi), 30 (il porto alle 09:00 e alle 12:00), sempre dello stesso mese; a novembre il 3, 12, 13, 20, 21 (ponte del Salinello della S.S. Adriatica), 27 (notturna), 29 e il 30; dicembre il 4 e 9 (sulla ferrovia Teramo-Giulianova). Nel 1944: a gennaio il 2, 12, 22, 23, 24, 26 (sui ponti Salinello e Tordino, da cannoneggiamento da navi inglesi) e 28; febbraio il 27 e il 29 (lido, in particolar modo la stazione ferroviaria e il centro storico); a marzo solo il 16 e 24; ad aprile il 2, 3, 9, 12, 16, 18 (più volte il ponte del Salinello) e 24; a maggio il 2, 3, 4, 5, 9, 11, 14 e 21. I bombardamenti causarono 23 morti e 43 feriti (fonte Prefettura di Teramo, da b. 3 vers. III c/o Archivio di Stato di Teramo). La Air Force U.S.A., con la N.A.T.B.F. (Northwest African Tactical Bomber Force) e la DAF (Desert Air Force); la S.A.A.F. sudafricana (South African Air Force) e la R.A.F. inglese (Royal Air Force), parteciparono con i seguenti caccia e bombardieri: il Republic P-47 Thunderbolt (caccia), il Consolidated B-24 Liberator (bombardiere americano), il B-17 Flying Fortress (bombardiere americano, detto fortezza volante). Il North American B-25 Mitchell (bombardiere minore) e il Martin B-26 Marauder ( detto “il Predone").
Sicuro di quanto sopra, resto a disposizione per eventuali chiarimenti e per fornirLe opportuna documentazione in merito.
Giulianova alta lì, domenica 22 marzo 2009.
in fede, Walter De Berardinis

Esplode ordigno bellico fra le mura di casa. Un ferito
di Franco Lofrano
04 Settembre 2010 - ROSETO - Un ordigno probabilmente della seconda guerra mondiale esplode in un magazzino ferendo gravemente il proprietario dell’immobile.
E’ accaduto nel pomeriggio di ieri, intorno alle 18,40, quando il signor Antonio Cuccaro, di anni 50, è sceso nel magazzino della propria abitazione di Via Calvario 10, nei pressi del comune e di piazza Sant’Antonio nel centro storico, per controllare i lavori, ancora in via di completamento, di ristrutturazione dell’immobile.
Ha notato tra il materiale di risulta sparso sul pavimento, un oggetto strano e non conosciuto e la curiosità lo ha spinto a spostarlo con il piede destro. Fatalmente è scoppiato e il botto lo ha scaraventato contro la parete e come se non bastasse l’alluce del piede sinistro è quasi completamente saltato, oltre a riportare ferite lacero contuse profonde agli arti inferiori. I familiari della vittima immediatamente hanno allertato il servizio di emergenza 118 di Trebisacce. I sanitari con l’ambulanza con a bordo la dottoressa D’Urso, l’autista Franchino e l’infermiere professionale Galizia si sono, a sirene spiegate, portati sul posto prestando le prime cure. Da lì il trasferimento al pronto soccorso dell’Ospedale “G.Chidichimo” di Trebisacce dove era già atteso dal dottore Serrago che immediatamente è intervenuto con l’intero staff sanitario.
Al momento si rimane in attesa di conoscere l’esito delle radiografie, ma è ipotizzabile un ulteriore trasferimento presso un vicino presidio ospedaliero attrezzato di reparto di chirurgia.
Segue commento...
Incendi: in fiamme pineta minata tra Molise e Lazio
Delicata situazione per ordigni bellici sepolti durante guerra

02 settembre (ANSA) - ISERNIA, 2 SET - Task force della Protezione Civile del Molise per spegnere l'incendio che da due giorni devasta un bosco tra le province di Isernia e di Frosinone. Le fiamme erano partite dal sottobosco di una pineta tra Pozzilli (Isernia) e Acquafondata (Frosinone). La difficolta' dei mezzi terresti per raggiungere l'area impervia hanno causato serie difficolta'. La pineta e' ''minata''. Infatti li' sono sepolti molti residuati bellici della Seconda Guerra Mondiale. Dalla sala operativa della Protezione civile del Molise fanno sapere che ''comunque l'incendio e' sotto controllo. (ANSA).
IL MIO COMMENTO
I residuati bellici non sono fantasmi da dimenticare, ma concreti oggetti mortali
Il primo settembre un grave incendio si estende e devasta aree boschive tra i Comuni di Pozzilli, (Isernia) e Acquafondata, (Frosinone). La notizia parte da un lancio Ansa del 2 settembre 2010. Infatti quest'ultima specifica: le fiamme divampano tra residuati bellici inesplosi ai tempi della seconda guerra mondiale. L'ansa conclude affermando che il rogo è sotto controllo.
Naturalmente la conferma a tutto ciò è rintracciabile solo nel sito dei Vigili del Fuoco di Frosinone. Infatti anche in questo caso i canali informativi locali e nazionali hanno snobbato la gravissima notizia.
Certo domare un rogo di tali dimensioni non è semplice, ancora peggio se quest'ultimo si estende su terreni colmi di bombe interrate e pronte ad esplodere a causa dell'alta temperatura generata delle fiamme. Ovviamente i Vigili del Fuoco sono affiancati dal Corpo Forestale e da numerosi gruppi della Protezione Civile, (elicotteri e Canadair). La presenza delle numerose granate non può stupire nessuno in quanto le due località nel corso dell'ultima guerra sono state teatro di feroci scontri di terra, ( Pozzilli tra Volturno e linea Gustav, mentre Acquafondata è a 10 chilometri da Montecassino).
Tuttavia l'ottimismo delle due righe Ansa, ( ...comunque l'incendio e' sotto controllo...,) non è condivisibile perchè nessuno è in grado di stabilire la quantità delle bombe sepolte e il tipo di caricamento di quest'ultime. Non posso che prendere atto sia della completa disinformazione locale e nazionale, quanto dell'indifferenza dimostrata nel passato dalle ex amministrazioni locali nei confronti dei cittadini che nel corso degli anni hanno abitualmente frequentato quelle pinete e quei boschi. Ancora una volta ripeto: “ I residuati bellici non sono fantasmi da dimenticare, ma concreti oggetti mortali”.
Giovanni Lafirenze
Fatti esplodere tre ordigni bellici Rinvenuti vicino il fiume Dirillo
di Gianluca Maganuco
02 Settembre 2010 Gela - Tre ordigni bellici sono stati fatti brillare ieri mattina nei pressi del fiume Dirillo. Si tratta di mortai a forma di proiettile, lunghi 30 centimetri con una circonferenza di 10 centimetri. Sono stati scoperti da alcuni tecnici impegnati in rilevamento di aree dove avviare una collocazione di impianti fotovoltaici. Gli stessi, muniti di appositi rilevatori, stanno proseguendo col monitoraggio dell’area. Sul posto sono intervenuti gli artificieri provenienti in città dal capoluogo siciliano, accompagnati dai carabinieri e assistiti da una squadra sanitaria retta dal dirigente dell’unità operativa di Pronto soccorso dell’ospedale, Gaetano Orlando. Il mese scorso un ordigno era stato fatto esplodere sul litorale della frazione balneare di Manfria.
Residuati bellici a pochi metri dalle case
Alcuni residenti di via Pinchera hanno segnalato ieri ai Nos del Corpo Forestale dello Stato la presenza di un ordigno bellico in un terreno a pochi metri dalla strada e dalle abitazioni. Nascosta tra rovi e spine una bomba da mortaio probabilmente risalente al secondo conflitto mondiale ancora innescata e, quindi pronta ad esplodere. Per questo il Corpo Forestale dello Stato ha messo in sicurezza l’area transennandola in attesa dell’intervento degli artificieri
Cesena - Domenica scatta il bomba day
Artificeri in azione per rendere inoffensivo il residuato bellico da 500 libbre ritrovato nell'alveo del fiume Savio
25/08/2010 - CESENA - Una bomba d'aereo americana ancora attiva da 500 libbre (circa 227 Kg.), residuato bellico della II guerra mondiale e' stata rinvenuta durante i lavori di scavo in un cantiere lungo l'alveo del fiume Savio (via Iv Novembre) e sara' rimossa e neutralizzata domenica a cura dell'ottavo Reggimento Genio Guastatori Paracadutisti 'Folgore', una delle Unita' dell'esercito incaricate di bonificare il territorio dell'Italia centro-settentrionale dai numerosi residuati bellici ancora esistenti e pericolosi (nell'anno 2009 sono stati disinnescati oltre 2000 ordigni solo nel Nord Italia).
Si tratta di una attivita' particolarmente delicata, coordinata dal primo Comando Forze di Difesa con sede a Vittorio Veneto e diretto dal Generale di Corpo d'Armata Mario Marioli. Le operazioni di messa in sicurezza del territorio saranno coordinate dalla Prefettura di Forli'-Cesena e avranno inizio alle 8.30, in concomitanza con il disinnesco dell'ordigno ed il successivo spostamento in localita' Cava Sapiro di Selvagnone nel comune di Forlimpopoli, luogo idoneo a farlo brillare.
Saranno evacuati circa 1400 residenti e sara' sgomberata un'area di circa 500 metri lungo tutto l'itinerario utilizzato per trasportare l'ordigno laddove sara' fatto esplodere, con divieto assoluto di sorvolo. L'intervento complessivo (despolettamento, caricamento sul mezzo, trasporto, preparazione delle cariche, brillamento) ha una durata prevista di circa 5 ore. L'operazione sara' portata a termine dal maresciallo capo Rocco Pezzano e dal nucleo di specialisti Eod (Explosive Ordnance Disposal-Bonifica Ordigni Esplosivi). Il team vanta una preziosa esperienza maturata in analoghi interventi in Italia e nel corso delle varie missioni all'estero.
Ragazzo ritrova bomba nel messinese
14 agosto 2010 - Una bomba da mortaio di 81 mm, risalente alla seconda guerra mondiale, è stata ritrovata nei pressi di un lido balneare sulla spiaggia di Furnari, nel messinese. A recuperarla in acqua un ragazzino che, dopo essersi accorto di cosa si trattava, ha dato l'allarme. Sul posto sono giunti gli artificieri del Nucleo antisabotaggio della questura di Messina che hanno provveduto a mettere in sicurezza la zona. In giornata l'ordigno verrà fatto brillare.
Linate, riaffiora un altro ordigno bellico
un altro ritrovamento dopo il caso di settimana scorsa
La bomba d'aereo urtata da una ruspa sarà disinnescata a settembre. «Molti abitanti da sfollare»
MILANO- «Bomba day», la frazione Redecesio di Segrate e l'aeroporto di Linate sono pronti a replicare. A nemmeno una settimana dalle operazioni di disinnesco e distruzione dell'ordigno bellico venuto alla luce durante i lavori per la tangenzialina, un altro «ricordo» dei bombardamenti americani del 1944-45 affiora dal passato.
Questa volta l'ordigno, in tutto e per tutto simile a quello fatto brillare domenica scorsa, è stato trovato durante i lavori di scavo per le fondamenta di un nuovo complesso residenziale tra le vie Donizetti e Trento, in pieno centro a Redecesio. La bomba, un proiettile d'aereo del peso di 550 libbre, di fabbricazione o inglese o americana, è stata urtata da una escavatrice, che ha immediatamente sospeso il lavoro e dato l'allarme. Collocata in posizione verticale, dovrà adesso essere esaminata dagli artificieri per verificarne le condizioni e stabilire un piano di intervento in vista del disinnesco.
Operazioni che con ogni probabilità non potranno tenersi prima di settembre e che richiederanno inevitabilmente uno sforzo maggiore rispetto a quello messo in campo domenica scorsa, quando l'evacuazione riguardò meno di 1.200 persone, in gran parte già assenti dalle abitazioni visto il periodo estivo. Il rischio per il prossimo piano di evacuazione è che siano interessati molti più residenti, sia per la zona molto più centrale, sia per il periodo. Nei prossimi giorni in Prefettura verrà tracciato il piano d'emergenza, individuato il giorno adatto - con ogni probabilità la prima o la seconda domenica di settembre - e stabilite le modalità di creazione dell'area di sicurezza.
Una serie di decisioni ormai ben conosciute a Segrate, dove il rinvenimento di ordigni bellici di queste dimensioni non è certo una novità. Gli stessi artificieri intervenuti domenica scorsa si aspettavano nuovi rinvenimenti, anche se probabilmente nessuno pensava ad una tempistica così ravvicinata.
Barbara Sanaldi 13 agosto 2010
IL MIO BREVE COMMENTO: questa è la seconda emergenza (sforzo economico e non solo) che deve patire il comune, mi chiedo: per logica è più conveniente se un lavorante urta e sposta una bomba (per mezzo di una macchina escavatrice), o investire in sicurezza con la bonifica bellica...???? Mah...
Giovanni Lafirenze
a cura dell'Assistente tecnico BCM Giuseppe Ardito
La lapide si trova ad Alfonsine (Ravenna) sulla s.p.105. Infatti dallo sminamento del dopoguerra ne sono stati trovate circa 800 mine Teller. dal racconto del fratello della vittima, la vittima ritornato dalla guerra seguì un corso di sminamento, ma data la giovane età e l'inesperienza nel campo, al primo intervento (fatto nella sua città), si trovò davanti una mina trappolata ad un' altra e alla rimozione della prima causò l'esplosione e di conseguenza la sua morte. Dall'incidente molti colleghi abbandonarono questo lavoro.
(Guerra 1915 – 1918 Stipanescu Toma) Durante la costruzione della strada comunale per Ranzi, a seguito dello scoppio di una mina, il 27 novembre 1917 in Regione câ di Marco morì il prigioniero di Guerra Stipanescu Tomat fu Ivan di anni 21 minatore – nazionalità Austro – Ungarica.
Lungo la strada si nota una targa in metallo, in ricordo della giovane vittima. Per la cronaca tramandiamo che detti prigionieri di Guerra erano accasermati presso un baraccamento sito in V. Oberdan. Ed un’ altro gruppo invece era alloggiato vicino all’ antica Chiesa Parrocchiale in quel di Borgio. La contabilità giornaliera dei prigionieri di Guerra era tenuta dall’ allora Assessore Comunale, Agostino Rembado di Ranzi. Stefania Saule
Mauro e Davide
La squadra del Primo Maresciallo Mauro Gigli è da tempo impegnata in Afghanistan in varie operazioni di sminamento. Mercoledì 28 luglio il team di genieri è indaffarato a neutralizzare alcune mine artigianali (Iedd) nel territorio di Herat. Mauro ( 32° Reggimento Genio di Torino (Brigata Alpina Taurinense) è aiutato dal Caporalmaggiore Pier Davide De Cillis, ( 21° Reggimento Genio di stanza a Caserta), dal Capitano Federica Luciani, (2° Reggimento Genio Pontieri Piacenza) e tanti altri.
E' sera, il lavoro è quasi giunto al termine, il gruppo di Mauro ha già pianto la scomparsa, (ordigno posto sul ciglio di una strada nei pressi dello stesso territorio di Herat), dei commilitoni Massimiliano Ramadù e Luigi Pascazio. Ma il loro lavoro consiste nel salvare altre vite, quindi per mezzo di una considerevole umanità bilanciano timori e speranze. I militari iniziano a sterrare ai fianchi della mina consapevoli di eliminare un oggetto mortale. Mauro scava, scava, scava, elimina ogni accenditore, forse anche i detonatori dell'ordigno, nulla di particolare è il proprio lavoro, Mauro è cosciente di aiutare la popolazione civile, ma non si considera un Eroe. Ora la mina è disattiva, improvvisamente Mauro nota un Timer, intuisce l'incontrollabile trappola radiocomandata.
E' un attimo, Mauro non è un Eroe, ma deve tentare un lavoro impossibile, proprio contro una morte invisibile. Il carisma di Mauro è in grado di far allontanare dal posto i colleghi più giovani che con difficoltà obbediscono al Primo Maresciallo. Anche il Caporalmaggiore Pier Davide De Cillis e il Capitano Federica Luciani, colgono il dramma del momento, sanno di non essere Eroi, ma decidono di restare al fianco di Mauro per sostenerlo in questa ultima rischiosissima fase. I tre Genieri sanno che la trappola è radiocomandata, ma tentano di inertizzarla. Non è possibile, il terrorista invia il segnale e la bomba esplode. Mauro sa di non essere un Eroe, ma con il proprio corpo protegge (dalle schegge) quello del Capitano Federica Luciani. Mauro e Davide restano esangui sul terreno, ormai inconsapevoli di lasciare un grosso e incolmabile “vuoto” colmo di sofferenza, dolore, angoscia, disperazione, tormento, tra famigliari, amici, conoscenti e colleghi. Ma in ogni italiano nasce una convinzione: “Questi ragazzi sono stati veri Eroi”.
Giovanni Lafirenze
Ricostruzione tratta dalle varie testate giornalistiche
Tra fantascienza e realtà
Sembra di raccontare favole o racconti di pura fantascienza: il 22 luglio 2010 un signore rientra in possesso del proprio appartamento, (Firenze).
Il proprietario intento a riordinare la proprietà, in una vecchia scatola nota una vecchia bomba a mano. Naturalmente intervengono gli artificieri della Polizia che in piena sicurezza rimuovono l'ordigno.
Sabato 22 luglio un sub mentre si diletta tra le splendide acque del mare nei pressi di Savelletri (BR) nota (a suo dire) una bomba a mano modello SRCM mod. 35. Il subacqueo la recupera, e con attenzione la posa tra gli scogli, la strana manovra non sfugge ai vicini bagnanti che per precauzione abbandonano il posto. Tuttavia il ragazzo non “doveva” recuperare nulla, ma usare una semplice boetta di segnalazione, in alternativa anche una bottiglia di plastica, una cima e un sasso come corpo morto.
Naturalmente questo caso è seguito dalle Forze dell'Ordine, dalla Capitaneria di Porto di Savelletri, ma inutilmente infatti domenica 25 luglio una mareggiata trascina nuovamente in mare la bomba.
Ancora: Il 24 Luglio A Viterbo un anziano signore ex fochino, decide colmare le numerose vertenze in sospeso con i vicini di casa, per mezzo di una bomba artigianale, ma quest'ultima esplode al momento dell'accensione dilaniandolo. Lascia una moglie disabile, tanti perchè, […], ed un quesito: può uomo di 84 anni conservare in casa materiale esplosivo, all'insaputa di famigliari e parenti...?
Giovanni Lafirenze
CADUTA FASCISMO - 25 LUGLIO 1943
Il giorno successivo alla caduta del fascismo - un assolato lunedì di fine luglio - anche i Pietresi, come in tutta l’Italia, scesero in piazza esultanti per l’improvviso cambio di Governo.
Il modo di pensare e le abitudini con cui vent’anni di regime Mussoliniano avevano indottrinato la gente, erano scomparsi.
La camicia nera, il fez, lo stemma col fascio all’occhiello della giacca e tanti altri simboli del regime si volatilizzarono…. Dagli Uffici, sia pubblici che privati, nonché dalle scuole e colonie, vengono frettolosamente tolti i quadri del Duce.
Viene pure abbattuta la lapide in marmo, sormontata dal fascio littorio, affissa sulla facciata del Palazzo Comunale a ricordo delle “Sanzioni”, mentre quella incisa nella pietra, nei pressi dell’archivolto dell’Aurelia, a memoria dell’importante arteria nazionale appena inaugurata, viene aggredita a suon di scalpello. Stessa sorte subisce lo stemma del fascio affisso sul civico mattatoio sito in via Crispi.
Anche la toponomastica cittadina fu soggetta a rapida trasformazione: sparì il Fascio che incorniciava le targhe col nome delle vie e piazze. Operai del Cantiere Navale e alcuni cittadini si prestarono con moto spontaneo alla bisogna, onde cancellare il più sollecitamente possibile ogni traccia del passato regime.
In quell’indimenticabile 26 Luglio 1943 il popolo Pietrese e della Val Maremola, le maestranze del Cantiere Navale Camed, i dipendenti del Pio Istituto Santa Corona e di altri Enti accorsero nella Piazza Nuova (a Ciassa Növa), per poi dirigersi – Banda Musicale Cittadina in testa - alla Chiesa del Soccorso, per il canto di ringraziamento del “Te Deum”. Al termine della cerimonia religiosa, il corteo festante rientra in Paese. Sul palco della Banda Musicale di Piazza xx Settembre - oggi San Nicolò - sventola una vistosa bandiera tricolore, messa a disposizione dal locale Cantiere Navale Camed . Seguono i discorsi di circostanza dei concittadini: Mario Sodi, Rag. Amedeo Salvaterra, Prof. Silvio Accame, Cap. Vincenzo De Vincenzi (U Cucciu), Edoardo Ciribì, Giuseppe Ferrando (U Barùn) ed altri ancora. Finalmente dopo tanti anni si riascoltano parole comme : Libertà e Democrazia.
Dal balcone dell’ex “Casa del Fascio” affaciantesi nella piazza del Municipio - nella tarda mattinata - un gruppo di Socialisti ed ex combattenti della Grande Guerra, gettano registri, documenti vari, schedari, e mobili ed anche un busto bronzeo di Mussolini, distruggendo il tutto e dandolo al fuoco purificatore…. Il grande quadro del Duce che troneggiava nell’ampio salone de “Fascio” venne distrutto in mille pezzi, così come altri a soggetto patriottico che adornavano i muri. I fucili in dotazione ai “Balilla Moschettieri”, di cui anch’io avevo fatto parte, la mitragliatrice dell’ex Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.) nonché i relativi moschetti con le munizioni, vengono prontamente prelevati dagli operai del Comune e trasferiti su di un carro presso la caserma dei Reali Carabinieri, sita nel corso “Camicie Nere”.
Un contadino del posto, B.F., contraccambiò i due sonori ceffoni ricevuti dallo squadrista A.P., allorché il 28 Ottobre 1928, durante il corteo commemorativo della Marcia su Roma (1922), non si tolse il cappello in segno di deferenza al gagliardetto. In Pietra, nel complesso, non successero fatti gravi, come accaderro in altri paesi. Anche nell’allora tranquilla Frazione di Ranzi , non accade nulla di rilevante, se non un pestaggio atipico. Infatti, alcuni antifascisti, sapendo che da sempre R,R, manifestava le sue simpatie per Mussolini, lo convincono ad un radicale cambiamento: attesolo nell’oscuro androne nella antica casa de “Dransciü” e incappucciatolo con un grosso sacco di olive, lo bastonano sonoramente. Da quel momento R.R. non si interesserà più di politica…La lezione era servita. Così, con la fine di quell’intensa giornata, che aggiunse un ‘altro tassello alla microstoria locale, tramontò un ‘epoca. Nere nubi, tuttavia si affacceranno dopo l’8 settembre 1943.
Stefania Saule Da Archivio Storico personale di Giacomo Accame - Diario Storico Periodo Bellico 1940/1945
Sicuramente il mese di luglio, distrae ogni italiano desideroso di raccogliere notizie provenienti dal nostro Bel Paese. In tanti già godono delle sospirate ferie in villaggi turistici,e non solo, altri contano i giorni mancanti per ottenere il meritato periodo di riposo.
Ma esiste una parte della popolazione impegnata a gestire i bisogni chi non può partire, […], certo colpa dell'Euro, ma anche di gravi mali fisici, (il nostro plauso nei confronti di ogni volontario e non solo occupato a gestire le corsie dei nostri ospedali, (sciopero a parte).
Ma l'informazione...? Sicuramente qualcuno sebbene la calura continua a seguire con passione i percorsi dei vari Formigoni, Caldoro, Vendola, Ciancimino e Fitto. Anche il problema intercettazioni continua a tenere banco nonostante l'afa estiva. Non solo, c'è chi al riparo di un ombrellone continua a discutere sia nei confronti della Magistratura, sia sull'indice Ftse Mib, la borsa, il dollaro, il prezzo de greggio a barile e la marea nera.
Ancora: si continua a questionare su quanto sia giusto o meno continuare a progettare e costruire impianti eolici (forse qualcuno desidera il nucleare). Ma il vero tormentone politico/sociale di questa estate è concentrato e orientato in direzione della legge bavaglio. Ovviamente un decreto destinato a eliminare notizie di grande popolarità. Ma esistono notizie sebbene molto gravi, che non trovano spazio a causa dell'indifferenza generale sull'argomento “in Italia i residuati bellici continuano a far male”.
Infatti il 14 giugno dal Comune di Cannobio giunge una tremenda notizia: Una bambina mentre nuota tra le acque del torrente nota uno strano sassolino, incuriosita prima lo recupera, poi lo consegna tra le mani dei genitori. L'oggetto ritrovato dalla bambina in realtà è una bomba a mano (residuato bellico delle guerre trascorse), in pochi attimi il panico coinvolge tutti i bagnanti, in tanti allertano le Forze dell'Ordine che in tempo quasi reale giungono sul posto e rasserenano i turisti.
Il torrente (Cannobino), come una macchina del tempo ha raccolto lungo il proprio percorso il manufatto di ieri, per consegnarlo tra le inconsapevoli manine di una piccola bimba...! Non è finita: Il 19 luglio Nel Comune di Casoni ( Modena), un residuato bellico esplode tra le mani di un 59enne, mentre quest'ultimo “ingenuamente” cerca di pulire l'oggetto per mezzo di smerigliatrice elettrica.
Naturalmente ha perso la mano sinistra, tre dita della destra, Numerose e profonde ferite al volto e all'addome, nel corso della dovuta perquisizione i militari dell'Arma hanno trovato nell'abitazione dell'uomo numerosi residuati bellici ancora efficienti. Ma la notizia: "i residuati bellici in grado di uccidere", editorialmente non procura alcun vantaggio", l'importante è che Corona abbia mollato Belen...
Giovanni Lafirenze
Manipola un residuato bellico che esplode: gravissimo
Dramma a Casoni di Ravarino: ferito un idraulico di 59 anni. I Carabinieri hanno scoperto che aveva in casa armi ed esplosivi dell'ultima guerra mondiale. Lo stabile è stato sgomberato e piantonato
Modena, 18 luglio 2010. Stava manipolando in casa un proiettile esplosivo, un residuato bellico, che è esploso con una violenta deflagrazione. Un idraulico di 59 anni è rimasto gravemente ferito nella sua abitazione di Casoni di Ravarino, ed è stato trasportato all'ospedale di Baggiovara.
E' in terapia intensiva, ha perso alcune dita e altre schegge lo hanno ferito all'addome Sono intervenuti i carabinieri di Nonantola, supportati dagli artificieri di Bologna, che eseguito una perquisizione domiciliare e hanno scoperto che l'uomo deteneva illegalmente numerose armi ed esplosivi da guerra riconducibili all’ultimo conflitto mondiale.
Per precauzione, lo stabile è stato sgomberato e piantonato: i residuati bellici sono stati sequestrati.

"...Secondo i dati ufficiali (nota prot. M-D/GGEN/01/01059/121/800/10 del 5 febbraio 2010)
nel 2007 gli ordigni rinvenuti sul territorio nazionale sono stati 91.386, le bombe d'aereo 190;
nel 2008 gli ordigni rinvenuti sono stati 67.238, le bombe d'aereo 191;
nel 2009 sono stati ritrovati 77.206 ordigni e 153 bombe d'aereo..."
“...LA BOMBA E LA BIMBA...”
Luglio 2010, ogni località del lago Maggiore è colma di villeggianti, distribuiti fra antichi Castelli, Ville, Parchi, Musei o intenti a confrontarsi tra le piacevolissime sensazioni che procurano le limpide e fresche acque del lago. Tutto ciò termina con il rientro in albergo o in campeggio.
Il 14 giugno dal Comune di Cannobio giunge una tremenda notizia: Una bambina mentre nuota tra le acque del torrente nota uno strano sassolino, incuriosita prima lo recupera, poi lo consegna tra le mani dei genitori. L'oggetto ritrovato dalla bambina in realtà è una bomba a mano (residuato bellico delle guerre trascorse), in pochi attimi il panico coinvolge tutti i bagnanti, in tanti allertano le Forze dell'Ordine che in tempo quasi reale giungono sul posto e rasserenano i turisti. Il torrente (Cannobino), come una macchina del tempo ha raccolto lungo il proprio percorso il manufatto di ieri, per consegnarlo oggi tra le inconsapevoli manine di una piccola bimba...!
Giovanni Lafirenze
11 luglio 1944
a cura di Stefania Saule
11 Luglio 1944 ore 11,30 c.a. 66 anni fa ancora un’ altro bombardamento aereo si abbatte su Pietra Ligure altri seguiranno come già scrissi in precedenza. Sei caccia bombardieri provenienti dal mare sganciano micidiali ordigni sui Ponti del Torrente Maremola, che, tuttavia, nn riescono a colpire. Centrano, invece, alcune case nei pressi del Cimitero, il terreno dei Morello (Marchéttu) e il mattatoio pubblico (V. Crispi). Alcune bombe esplodono sul martoriato Quartiere Aietta, distrutto il 29.06.1944

Tratto da Diario Storico – periodo bellico di G. Accame.
Bomba aerea con 300 chili di esplosivo ritrovata a largo della costa di Barletta
BARLETTA (7 luglio) - Una mina di forma cilindrica antisommergibile, risalente alla seconda guerra mondiale, armata con 200 chili di tritolo, potenzialmente pericolosa, usata in guerra come sbarramento difensivo contro navi e sommergibili, e una bomba d'aereo, del peso di circa 227 chili di esplosivo, di nazionalità americana, sono state trovate sui fondali del mare a Barletta, lungo la litoranea di ponente.
Dopo la segnalazione alla guardia costiera di un sommozzatore, addetto, per conto del Comune di Barletta, alla manutenzione del depuratore cittadino, sul posto sono intervenuti i militari del nucleo Sdai, Sminamento difesa antimezzi insidiosi. Gli ordigni, infatti, forse arrivati lì dopo essere rimasti incastrati nelle reti di pescatori, si trovavano infangati a ridosso della condotta sottomarina per la depurazione delle acque, a circa 1600 metri dalla costa, ad una profondità di circa dieci metri.
Le operazioni di brillamento della mina antisommergibile sono avvenute a tre chilometri di distanza dalla costa che, in quel tratto, è stata evacuata. Le operazioni saranno completate domani con il brillamento della bomba aerea.
La Marina Militare di Barletta nelle operazioni utili per il brillamento dell'ordigno bellico
07/07/2010 - Barletta – IN meno di 24 ore dalla segnalazione alla Guardia Costiera il Nucleo Sdai della Marina Militare, con l’ausilio della motovedetta CP845 e del gommone GC138 ha individuato, rimosso e fatto brillare un ordigno residuato bellico di fronte alla litoranea di Ponente di Barletta.
Un palombaro in servizio locale, cui il Comune di Barletta ha affidato la manutenzione della condotta sottomarina a servizio del depuratore cittadino, in occasione dell’ispezione subacquea, ha infatti notato a ridosso della condotta, adagiati sul fondo ma seminfangati, due oggetti che a prima vista gli sono sembrati una mina ed una bomba d’aereo.
Il punto dove si trovavano questi ordigni era a circa 1600 metri dalla costa, ad una profondità di oltre 9 metri. Subito la Guardia Costiera di Barletta, come da procedura ormai consolidata, ha informato la Prefettura di Bari, che ha chiesto l’intervento del nucleo SDAI, specializzato di artificieri, al Comando in Capo del Dipartimento Militare Marittimo.
LE OPERAZIONI – Nella mattina del 7 luglio le operazioni sono iniziate ed i sommozzatori della Marina Militare hanno constatato la presenza, effettivamente, di una mina di forma cilindrica antisommergibile da ormeggio a contatto tipo P5, risalente alla seconda Guerra Mondiale, armata con 200 chili di tritolo e quindi potenzialmente pericolosa, che a suo tempo veniva usata come sbarramento difensivo contro navi e sommergibili, nonché di una bomba d’aereo tipo DEMO da 500 libre (circa 227 chili) di esplosivo di nazionalità americana.
Prima di tutto, intorno alle 12.00, è stata fatta brillare la mina antisommergibile, dopo che le forze dell’ordine avevano fatto allontanare dalle spiagge (Lido Massawa, Lido Mennea) in corrispondenza dell’ordigno i bagnanti; l’ordigno stesso nel frattempo era stato rimorchiato ad oltre 3 chilometri di distanza dalla costa. Subito dopo è quindi cessato l’allarme e la zona di mare è tornata liberamente fruibile.
Domani 8, sempre al largo, verrà fatta brillare la bomba d’aereo, nel frattempo resa comunque inoffensiva. Ben 14 i militari complessivamente impegnati in mare nell’operazione, coordinata dal Capo Nucleo SDAI della Marina Militare Capitano di Fregata Giambattista Acquatico, coadiuvato dal Comandante di Circomare Barletta Giuseppe Stola. Domani il completamento delle operazioni.
Furci Siculo, rinvenuto ordigno bellico in pieno centro
FURCI SICULO. Un ordigno bellico risalente alla II Guerra mondiale è stato rinvenuto a Furci Siculo, in pieno centro, nel corso di lavori ad una privata abitazione. Secondo una prima analisi si tratterebbe di un ordigno anti carro. L’area è stata immediatamente transennata ed è costantemente monitorata dai vigili urbani che hanno predisposto un servizio ininterrotto sino all’intervento degli artificieri. Contestualmente sono state avviate le procedure per viste in questi cas, anche attraverso la segnalazione alla prefettura. L’ordigno sarà disinnescato nell’alveo del torrente.
Data: 06/07/2010
BARI. Gode del patrocinio degli enti locali e della biblioteca multimediale del Consiglio regionale, Teca del Mediterraneo, l´iniziativa dell´associazione culturale barese "Virtute e conoscenza".
L'associazione Ha promosso la pubblicazione del volume "Haiti chiama Bari", a cura di Santa Vetturi, stampato da Levante, 231 pag. 15 euro, dando un senso allo sgomento che ha assalito tutti, il 12 gennaio, mentre la televisione rimandava le immagini del disastroso terremoto sull´isola caraibica.
Il libro nasce dalla sensibilità di 34 scrittori/artisti di Terra di Bari, che rispondendo generosamente all'appello della poetessa Vetturi, hanno messo la loro creatività - in forma di poesie, racconti, fotografie, dipinti - al servizio di una causa: raccogliere fondi per donare lettini all'Ospedale pediatrico N.P.H. Saint Damien della Fondazione Francesca Rava in Haiti.
Nasce perché l'emergenza continua, in maniera drammatica, in un Paese tra i più poveri della Terra, a danno soprattutto dei più indifesi, i bambini. "Nasce perché non si può stare sempre e solo a guardare".
fonte: http://www.giornaledipuglia.com/2010/06/libri-haiti-chiama-bari-sulla-linea.html
Pescano bomba al fosforo e restano intossicati
Due pescatori di Comacchio erano al bordo di un motopesca quando hanno lanciato una richiesta di soccorso alla Capitaneria di porto. Entrambi denunciati perché pescavano in zona proibita Guardia Costiera
Ravenna, 29 giugno 2010 - Erano in mare a pescare quando improvvisamente nella rete si è incastrato un ordigno al fosforo, probabilmente risalente alla Seconda Guerra mondiale, che ha iniziato a sprigionare fumo. Due pescatori di Comacchio di 50 e 51 anni, che si trovavano a bordo della motopesca a un miglio al largo di Foce Reno (poligono di tiro sul litorale ravennate) hanno lanciato una richiesta di soccorso alla Capitaneria di porto, che in breve tempo li ha intercettati. I pescatori manifestavano difficoltà respiratorie dovute all'inalazione del gas fuoriuscito dalla bomba. Gli uomini della guardia costiera hanno quindi provveduto a rigettare in mare l'ordigno e a soccorrere i due che sono stati ricoverati al Santa Maria delle Croci. La zona è poi stata bonificata dal nucleo Sdai di Ancona della marina militare. Entrambi i pescatori sono stati denunciati a piede libero perché stavano pescando in una zona proibita.
Segue commento...
Ravenna - Dal fondale pescano una bomba Paura in mare.
Dalla rete di una motopesca emerge un ordigno bellico. Due persone inalano il fumo sprigionato, li salva la Capitaneria di porto
RAVENNA - Altro che pesce nella rete. Sono stati attimi di paura per l'equipaggio di un peschereccio che nella serata di ieri stava concludendo la giornata di lavoro con le ultime pescate: ritirando la rete, le due persone a bordo hanno notato che dal fondale era emerso un ordigno bellico. Che, una volta raggiunta la superficie ha iniziato a sprigionare fumo. Immediato sos lanciato alla capitaneria di porto, che ha raggiunto l'imbarcazione, battezzata "Al Fra". Qui i due pescatori si trovavano a bordo, con evidenti difficoltà respiratorie dovute all'inalazione del gas fuoriuscito dalla bomba. Gli uomini della guardia costiera hanno quindi provveduto a rigettare in mare l'ordigno e a soccorrere i due che sono stati consegnati al personale medico per le cure del caso.
Testimonianza a cura di Stefania Saule
29 Giugno 1944 ( Bombardamento aereo S. Pietro) Pietra ligure 29 Giugno 1944
”Sono sfollato con la mia famiglia a Giustenice”…Inizia proprio così il Diario bellico dello Storico Pietrese Giacomo Accame Ex Sindaco di Pietra Ligure, all’epoca quindicenne – Verso le ore 18 e 15 minuti circa diciotto bombardieri U.S.A. nn riescono a colpire l’obbiettivo prefissato : i tre ponti sul torrente Maremola, ma in compenso cancellano per sempre il “seicentesco” quartiere dell’Aietta - Cinque civili muoiono sotto le macerie del Béu (Lavatoi pubblici) siti in Via Borro.
I Cinque concittadini sono : Antonio Baracco, Luigi Pirovano, Domenico Morino, Eugenia Barone con il figlioletto Roberto Marongiu di un anno .Per la storia ricordiamo che una sentinella tedesca di guardia al ponte sul torrente Maremola rimane sotto le macerie. 350 vani del Quartiere Aietta rimangono polverizzati dai micidiali ordigni del peso di 250 kg. caduno.
Ricordiamo che Pietra Ligure subì circa n. 30 incursioni aeree, (bombardamenti e mitragliamenti) oltre ad un cannoneggiamento navale che colpì il Cantiere C.A.M.E.D oltre ad alcuni palazzi. L’ Amministrazione Comunale a suo tempo intitolò una via alle vittime dei bombardamenti del 1944 .
Stefania Saule
Note di Regia
La Guerra Sepolta entra in punta di piedi nella coscienza della gente,risvegliando, attraverso suggestioni visive e narrative l'interesse per lo stato problematico dell'Attività di Bonifica Bellica in Italia e in Puglia. E' stato un piacere lavorare e collaborare con il Sig. Giovanni Lafirenze. E' un uomo meticoloso ed arguto. Attraverso la sua testimonianza di operatore B.C.M. percorriamo quasi un secolo di storia bellica italiana, riflettendo sullo stato di oblio che permea il suo mestiere e quello di tanti altri angeli custodi, investiti del difficile compito di bonificare dalle bombe di due guerre mondiali i nostri campi e le nostre città. Il documentario "La Guerra Sepolta" mette in luce, senza sensazionalismi e con una cristallina semplicità, i problemi di un uomo e di tutti gli italiani, costretti ad ammettere che gli orrori bellici sepolti nel sottosuolo possono provocare terribili danni anche a distanza di decenni. Giovanni Lafirenze riesce a farci riflettere con garbo sui pericoli nascosti e latenti nel nostro sottosuolo. Perchè non basta seppellire una guerra per restare immuni dai suoi danni.
Michele M. Caricola, regista del Documentario "La Guerra Sepolta."
San Lazzaro di Savena: rimosso l'ordigno trovato nel cantiere del nuovo Polo Scolastico San Lazzaro di Savena.
E' stato rimosso il 24 giugno l’ordigno bellico, probabilmente risalente alla seconda guerra mondiale, rinvenuto nei giorni scorsi nell’area di cantiere del nuovo Polo scolastico, in parco Europa. Il ritrovamento è avvenuto durante la sistemazione del terreno dell’area verde del Polo. E’ probabile che l’ordigno sia stato portato lì nel momento in cui, a suo tempo, fu trasportato il terreno di riporto. L’impresa ha immediatamente informato i Carabinieri che, con l’ausilio del Genio Militare, hanno disposto tutte le misure necessarie per mettere in sicurezza l’area e per provvedere, nei termini più rapidi, alla rimozione dell'ordigno.
Un aereo sommerso nel mare
SANTA CATERINA - Giace immobile da oltre sessant'anni, su un fondale di 35 metri a circa 2 miglia e mezzo ad Ovest di Santa Caterina di Nardò, uno "Junker 88", aereo da guerra tedesco, risalente alla Seconda Guerra mondiale. Come si sia inabissato in quel tratto di mare non è dato saperlo. Molti appassionati ed esperti di mare e di storia, salentini e non solo, lo hanno cercato per anni senza trovarlo, al punto che si faceva largo sempre più la convinzione che l'esistenza del relitto di un aereo da guerra da quelle parti fosse una "leggenda" o che l'aereo che gli anziani, nei loro avvincenti racconti ai più giovani, dicevano di aver visto precipitare nel mare al largo di Santa Caterina, in un non meglio precisato giorno "durante l'ultima guerra", dopo che per un'intera giornata l'orizzonte in direzione di Taranto era stato rischiarato da bagliori di esplosioni, fosse magari un aereo a struttura lignea e quindi disintegratosi nel tempo. Notizie storiche e ufficiali di un aereo abbattuto, insomma, non ce ne erano. Evidentemente, però, qualche indizio presso l'archivio storico della Marina Militare doveva esserci se per anni la presenza di un relitto aereo era segnata in modo approssimativo sulle carte nautiche poco a Nord di Gallipoli.
"Haiti chiama Bari"
Una raccolta di autori vari, che servirà a raccogliere fondi da devolvere alle popolazioni di Haiti.
Disponibile il libro
Le scosse telluriche del 12 e 14 gennaio 2010 provocano quasi trecentomila morti, tre milioni di persone coinvolte... il mondo intero partecipa con ogni mezzo al sostegno della popolazione colpita.
Infatti ciò che resta di Haiti è sorretto da Agire, Medici Senza Frontiere, Unicef, Croce Rossa, Caritas, Ucodep, la Fondazione Francesca Rava e tante altre ONG e Onlus...
Santa Vetturi (presidentessa dell'Associazione Culturale Virtute e Canoscenza), inizia ad interagire con la Fondazione Francesca Rava, espone la propria idea e nasce il libro/progetto “Haiti Chiama Bari”, orientato a devolvere il proprio ricavato alla Fondazione "Francesca Rava", per l'acquisto di lettini pediatrici da collocare presso l'Ospedale “Saint Damien” in Haiti...
Santa è seguita da 34 artisti che condividono lo stesso desiderio, infatti la poetessa Elisa Rubino tuona: “Il 48541 non è sufficiente, dovremmo adoperarci maggiormente”... Comune, Provincia di Bari e Teca Del Mediterraneo patrocinano l'iniziativa editoriale...
Per mezzo di un parziale contributo economico della Banca Popolare Di Bari Santa è in grado di donare il primo lettino all'Ospedale “Saint Damien”...
Il 14 giugno 2010 giunge la notizia che il libro può essere distribuito... Concludo queste righe con la speranza di condividere con tutti voi il nobile obbiettivo del progetto...
Giovanni Lafirenze
Polveriera, da oggi brillano le bombe
Lunedì, 21 giugno 2010 - Da oggi fino al 16 luglio ci sono oltre 800 ordigni bellici da neutralizzare nell'ex deposito munizioni di Mompiano. Bisogna rimuoverli e neutralizzarli. La media prevista sarà di una cinquantina al giorno. E per un lavoro di questo tipo è indispensabile l'intervento dell'Esercito.

Le «bombe» o «bombette» risalgono alla Seconda guerra mondiale. Quello che andrà in scena da oggi sarà un lavoro di stretta pertinenza degli artificieri del 10° Reggimento genio guastatori di Cremona. I primi ritrovamenti risalgono all'inizio del 2009. Durante la messa in sicurezza dell'area dove sorgeva il deposito si era riscontrata la necessità d'intervenire. Il lavoro è tanto e vista la materia bisogna maneggiare il tutto con estrema cura.
Il 18 ottobre scorso gli artificieri cremonesi avevano proceduto alla bonifica di alcuni ordigni particolarmente significativi, tra i quali spiccava ad esempio una bomba d'aereo americana dal peso di 500 libbre. La zona sarà rigorosamente interdetta alla circolazione di mezzi e persone. La chiusura nell'area della polveriera di Mompiano sarà totale: sette giorni su sette, anche nei fine settimana quando pure gli artificieri non saranno al lavoro. Mettere in sicurezza e bonificare totalmente la ex Polveriera è un passaggio obbligato anche per poi consentire al Comune di utilizzare quest'area che verrà messa al servizio del Parco delle colline.
Trani, trovato un ordigno bellico in mare
La Marina Militare lo fa brillare nelle acque antistanti il castello
sabato 19 giugno 2010 - In meno di 24 ore dalla segnalazione alla Guardia Costiera il nucleo SDAI della Marina Militare, con l’ausilio della motovedetta CP539, ha individuato, rimosso e fatto brillare un residuato bellico di fronte alla costa a nord di Trani.
L’ordigno, un proiettile di grosso calibro PGC, era adagiato a quasi 7 metri sul fondo del mare, a 800 metri dal litorale nord di Trani, nei pressi del castello svevo, a 0,7 miglia dal molo di San Nicola, ed era da considerarsi pericoloso per la pubblica incolumità.
Dopo aver segnalato la sua presenza alla Prefettura di Bari, quest’ultima ha chiesto al Comando in Capo della Marina Militare di Taranto l’invio del personale specializzato nel brillamento, avvenuto sotto il controllo della della Guardia Costiera che ha garantito lo sgombero dello specchio acqueo interessato. Dieci i militari complessivamente impegnati nell’operazione. Subito dopo è cessato l’allarme e la zona di mare è tornata liberamente fruibile.

PERICOLO BOMBE: ARTIFICIERI IN AZIONE ALLA RICERCA DI ORDIGNI
15/06/2010 - Petacciato. Artificieri da Foggia e da una divisione di San Giorgio a Cremano in azione stamattina 15 giugno a Petacciato Marina su dei terreni incolti in una zona vicina ad un cavalcavia autostradale e ad oltre un chilometro dalla spiaggia. Si tratta di un intervento programmato dopo il ritrovamento, avvenuto pochi mesi fa, di diversi ordigni nella stessa area, fra l’altro di recente urbanizzazione. Gli artificieri si sono messi all’opera con delle attrezzature specifiche che rilevano la presenza di ordigni bellici. Nelle prime ore di ricerche, per fortuna, non si è verificato alcun ritrovamento. A coadiuvare il lavoro dei militari, una pattuglia dei Carabinieri della locale stazione, alcuni operai comunali al lavoro con un escavatore, tecnici del Comune di Petacciato e un’ambulanza per il necessario servizio medico qualora fosse necessario.
La battaglia di Rimini
di Luca Vici
I drammatici giorni del 1944 - La lapide del Parco Cervi ricorda la peggior tragedia che ha colpito la nostra città
Nell'ottobre 2004 è stata inaugurata una lapide commemorativa per ricordare i caduti nello sfondamento della Linea Gotica collocata nel Parco Cervi, nei pressi delle mura malatestiane. In quell'occasione furono presenti 200 reduci canadesi, l'allora governatore del Canada Adrienne Clarkson, il ministro per i veterani Albina Guarnieri.
Ma cosa fu quella che gli storici hanno battezzato "la battaglia della Linea Gotica"? La stessa fondazione di Rimini, nel 268 a. si deve alla sua posizione geografica strategica, quale "porta" della pianura padana. Quasi 2000 anni dopo, nel gennaio del 1944, questa stessa posizione fu la causa della sua rovina: Hitler, nell'autunno del 1943 aveva individuato la "linea degli Appennini" come baluardo per frenare l'avanzata degli Alleati. A Teheran Churchill, Roosvelt e Stalin chiamavano quell'ostacolo "linea Pisa-Rimini".
Nel febbraio del 1944 Hitler la ribattezzò Linea dei Goti. Uno sbarramento naturale che tagliava la penisola lungo le creste dell'Appennino per 320 km. Qui si arroccarono due armate tedesche comandate dal maresciallo Albert Kesselring: la 14a dal generale Joachim Lemelsen nel settore toscano, e la 10a dal generale Heinrich von Vietinghoff-Scheel sull'Adriatico. In tutto 14 divisioni, alle quali se ne aggiungeranno altre sette nei tre mesi dell'offensiva per un totale di 170-200.000 uomini che dovevano affrontare l'8° armata inglese, detta "l'Armata Arlecchino" perché composta da truppe provenienti da tutto il Commonwealth più Polacchi e Greci.
La "Battaglia di Rimini" fu una delle più cruente della Seconda Guerra mondiale: iniziò il 25 agosto sul fiume Metauro, ebbe i suoi culmini più sanguinosi a Coriano e a Rimini, e cessò il 29 settembre sul fiume Rubicone con l'arrivo degli Alleati a Svignano. Le vittime furono 60 mila tra morti, feriti e dispersi, con la perdita di 661 carri armati alleati e 93 tedeschi. (Fonte: Amedeo Montemaggi, Storia illustrata di Rimini)
Interi paesi spazzati via
La popolazione fu presa nella morsa dei combattimenti fra Tedeschi e Alleati Al primo assalto i Polacchi presero Pesaro, i Canadesi San Giovanni in Marignano e Cattolica, gli Inglesi si insediarono a Morciano, Montefiore Conca e San Clemente, mentre gli Indiani si spinsero verso Onferno. Gli Alleati credevano di avere vinto, tanto che i Canadesi cantavano "A mezzogiorno a Rimini" ed avevano scritto sui bordi dei loro veicoli la parola "Wien" (Vienna) che indicava l'obiettivo primario della grande offensiva. Ma a Misano e a Riccione i Tedeschi fecero forte resistenza, con il crinale di Coriano perno della difesa di Rimini. Il 17 settembre 1944 iniziò la battaglia della Linea Gialla, la più grande fra mezzi corazzati mai combattuta in Italia. Durò per ben tre giorni, con Covignano percosso da 360 mila bombe e granate, fino alla resa dei Turcomanni, arruolati dai Tedeschi - ai Canadesi e l'arretramento dei Diavoli Verdi, i parà tedeschi reduci da Cassino. Nel tardo pomeriggio del 20 settembre, il maresciallo Kesserling fu costretto a dare l'ordine di evacuare Rimini, che fu lasciata ai Greci i quali la mattina del 21 settembre trovarono una città distrutta da 388 bombardamenti. Nessun centro fu risparmiato, dalla piccola Gemmano alla stessa San Marino, fra indicibili sofferenze della popolazione.
Quel carro armato ai piedi dell'Arco Al borgo San Giovanni è legata una delle più famose immagini fotografiche risalenti allo sfondamento della Linea Gotica a Rimini, quella di un carro armato Sherman del 19° reggimento corazzato neozelandese arenato nel fango del greto dell'Ausa di fronte all'arco d'Augusto. La foto fu rinvenuta da Amedeo Montemaggi nel 1959 all'Imperial War Museum di Londra. Per prevenire eventuali sbarchi di aggiramento dal mare Adriatico, i tedeschi fortificarono la nostra costa con bunker e barriere, abbattendo - non fossero bastati i bombardamenti - anche numerose costruzioni che ostacolavano la visuale difensiva. Altre demolizioni si ebbero al momento della ritirata, specie lungo il Corso, mentre il ponte di Tiberio sfuggì miracolosamente alla dinamite già innescata.
Livorno, trovati in mare 4 ordigni bellici
Il ritrovamento di quattro ordigni bellici risalenti alla seconda guerra mondiale ha costretto la Capitaneria di porto di Livorno a chiudere un tratto di mare di circa 200 metri. L'ordinanza di divieto, emessa venerdì sera, riguarda l'ancoraggio, la pesca, la balneazione ed ogni altra attività subacquea e di superficie.
Da quanto si apprende dalla Capitaneria, infatti, gli ordigni sono stati trovati venerdì durante un’esercitazione dei vigili del fuoco, a circa 12 metri di profondità, nelle vicinanze della “Diga della Vegliaia”, la barriera di protezione a circa un chilometro dal lungomare livornese.
Le quattro bombe sono lunghe 80 centimetri e larghi 20. Dopo una prima ispezione da parte dei sommozzatori della marina militare, si è deciso di interrompere le operazioni fino a lunedì, giorno in cui si provvederà alla rimozione e al brillamento dei quattro proiettili.
Tale operazione dovrebbe essere svolta a circa 4.000 metri di distanza dalla costa, al confine con Rosignano. Anche in quel caso saranno disposti i divieti per tutte le misure di sicurezza necessarie: divieto di qualsiasi attività subacquea e divieto di navigazione in un raggio di 500 metri.

PISTOIA - Stava tagliando l'erba nel campo quando ha scorto un oggetto che spuntava dal terreno: si è avvicinato e ha capito che si trattava dell'ogiva di un grosso proiettile. E immediatamente ha dato l'allarme al 113. Erano da poco passate le nove di ieri mattina quando il residuato bellico - un proiettile da mortaio risalente alla Seconda guerra mondiale - è stato scoperto in un campo adiacente a via Toscana, nei pressi del distributore di benzina della Erg. Sul posto è accorsa una volante della questura e gli agenti hanno messo in sicurezza la zona in attesa dell'arrivo da Firenze degli artificieri della polizia.
Quest'ultimi hanno verificato a prima vista che, dato lo stato di forte ossidazione, non c'era un vero pericolo che l'ordigno potesse esplodere, a meno di un impatto molto violento. Comunque lo hanno prelevato con tutte le cautele del caso e con un contenitore apposito lo hanno trasportato in un luogo dove farlo brillare in sicurezza.
Il mio commento:
Perchè prima di scrivere o affermare improprie teorie, non ragionare prima...?????
Questa figura con quale mezzo eliminava l'erba...???? Un comune tagliaerba...????
Un decespugliatore munito di filo o disco...????
Questi attrezzi sono in grado (a causa della veloce rotazione del disco) sia di proiettare piccoli sassi ad alta velocità, sia (se a contatto con il residuato bellico) di rappresentare un serio pericolo per l'operatore e chi lo affianca. Perciò la mia continua delusione consiste nell'appurare ad ogni notizia di cronaca rivolta ai rinvenimenti dei residuati bellici, la completa assenza di chiarezza vale a dire:
“...La sola presenza del residuato bellico esplodente è fonte di pericolo...!!! Poi si può discutere sulle dimensioni di quest'ultimo e con perizia valutare ogni margine di sicurezza....” Ma ripeto la sola presenza della granata è sorgente di "PERICOLO"....!!!!!
Ritrovato ordigno bellico a Santa Maria del Focallo
Nei prossimi giorni, la data è ancora da stabilire, è atteso l’intervento degli artificieri dei carabinieri
Ritrovato un ordigno bellico a Santa Maria del Focallo, lungo la costa sul territorio di Ispica. La Capitaneria di porto di Pozzallo ha rinvenuto l’ordigno lunedì. Si trovava sprofondato nella sabbia a, circa, dieci metri dalla battigia, nei pressi del villaggio turistico Marispica. L’area è stata subito transennata e interdetta, per bene tre cento metri, al traffico veicolare e marittimo. Ovviamente, anche alle persone è severamente vietato avvicinarsi. Nei prossimi giorni, la data è ancora da stabilire, è atteso l’intervento degli artificieri dei carabinieri, i quali procederanno a far brillare il vecchio ordigno bellico.
Eva Brugaletta
Bomba sotto il tetto. Evacuato immobile in via Mentana
Venerdì 04 Giugno 2010 - Ordigno bellico Mobilitazione generale ed evacuazione di uno stabile per la presenza di un residuato bellico, ieri mattina a Como, all’angolo tra le vie Mentana e XX Settembre. L’allarme è scattato quando i muratori impegnati in lavori di ristrutturazione si sono accorti della presenza di un ordigno nel sottotetto. Sul posto sono intervenuti forze dell’ordine e artificieri.
Domenica saranno fatti brillare alcuni ordigni inesplosi rinvenuti sulla Strada della Torre
Nel corso della mattinata di domenica prossima, 6 giugno 2010, gli artificieri del Reggimento Genio Ferrovieri di Castel Maggiore (Bologna) procederanno a un intervento di bonifica consistente nel far brillare alcuni ordigni bellici inesplosi risalenti al 2° conflitto mondiale e rinvenuti durante i lavori per la terza corsia dell’autostrada A14 lungo la Strada della Torre, immediatamente a ridosso del tracciato autostradale.
Gli ordigni rinvenuti sono per la precisione di una bomba d'aereo inglese di 250 libbre e di altri ordigni di piccole dimensioni. Per consentire di effettuare tutte le operazioni nella massima sicurezza, sarà vietato avvicinarsi nel raggio di 300 metri dal punto del rinvenimento. L’Ufficio Comunale di Protezione Civile ha già avvisato i residenti nella zona che dalle ore 8 del mattino saranno fatti allontanare temporaneamente dalle proprie abitazioni.
Le operazioni di bonifica inizieranno alle ore 8,30 e si concluderanno presumibilmente per le ore 10. Durante l’intervento sarà anche interrotta la circolazione del traffico veicolare, non solo sulla strada della Torre (applicando deviazioni che saranno segnalate sul posto, fin dalle ore 7,30 e almeno fino alle ore 11), ma anche nel segmento autostradale da Ancona nord a Marotta, dove i conducenti saranno costretti all’uscita obbligatoria presso i caselli limitrofi appena indicati. Prefettura, Polizia di Stato, Carabinieri, Polizia Municipale, Vigili del Fuoco, Servizio 118 e volontari della Protezione Civile, oltre che la Società Autostrade, svolgeranno la propria attività per consentire la migliore riuscita delle operazioni, che saranno coordinate da un comitato operativo costituito presso la Stazione Carabinieri di Marzocca.
Il Sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi, ha emanato un’ordinanza per disciplinare lo svolgimento delle attività, che comprende anche l’allestimento di un apposito centro di raccolta della popolazione sgomberata, che potrà riunirsi presso la struttura “Pet Village” (Strada della Torre n° 2). A tal fine saranno anche attivati tutti i necessari interventi di assistenza e trasporto delle persone non in possesso di capacità di deambulazione e/o motoria. Durante lo svolgimento delle attività di brillamento dell’ordigno nessuno potrà accedere all'interno dell'area interessata, fatta eccezione per i soggetti che devono garantire, nell'emergenza, la sicurezza e la sanità pubblica.
Di conseguenza sarà sospesa in questa area circoscritta ogni altra attività di qualunque carattere, da quelle agricole a quelle commerciali, di somministrazione, turistico-ricettiva, artigianale, professionale, ricreativa, sportiva anche amatoriale, o comunque in contrasto con l’ordine di sgombero ed evacuazione delle persone. L’ordinanza comunale invita infine i proprietari degli immobili, o chi li utilizza a qualunque titolo, di chiudere prima dell’evacuazione le utenze del gas, dell’elettricità e dell’acqua e a tenere aperti gli infissi in vetro.
Germania: esplode ordigno bellico, 3 morti
Mercoledì 02 giugno 2010 00.43
Una bomba della Seconda guerra mondiale è esplosa ieri a Gottinga, nella regione tedesca della Bassa Sassonia, uccidendo tre persone e ferendone altre sei. L'ordigno è esploso poco prima che gli artificieri intervenissero per disinnescarlo. Secondo quanto hanno reso noto i vigili del fuoco della cittadina universitaria, l'ordigno da 500 chilogrammi è esploso inaspettatamente dopo il completamento delle procedure che dovevano precedere l'intervento degli specialisti dell'esercito. Varie migliaia di persone erano state evacuate dalla zona prima delle operazioni di disinnesco. La bomba era stata sganciata sulla Germania da un aereo alleato.
Trovati ordigni bellici, sospesa la linea Fs Campania-Lazio
Servizi sostitutivi con autobus tra stazioni Vairano e Cassino

28 maggio (ANSA) - NAPOLI - Circolazione ferroviaria sospesa dalle 11.25 sulla linea Napoli-Cassino, tra Vairano, nel Casertano, e Cassino, nel Lazio. A provocare lo stop e' stato il ritrovamento di ordigni bellici in prossimita' dei binari. I residuati sono stati scoperti durante lo scavo per lavori di palificazione della linea ferroviaria. Per garantire la mobilita', in attesa dell'intervento degli artificieri, Trenitalia (Gruppo FS) ha attivato servizi sostitutivi con autobus fra le stazioni di Vairano e Cassino. (ANSA)
7.00 - 19.30 biblioteca Civica "Pietro Acclavio"
Taranto P.zza Dante 1/2


"In realtà eravamo una squadra e ognuno di noi era in ogni momento attore primario della bonifica,poichè in ogni momento metteva a disposizione la propria vita per gli altri. Una volta un giornalista mi chiese: - Il vostro è un lavoro pericoloso? - La mia risposta fu immediata e precisa: - No,è colmo di novanta anni d'amore!"

L'ASSOCIAZIONE CULTURALE LE MUSE PROJECT PRESENTA
"LA MIA BONIFICA"
(FLORESTANO Edizioni - Bari)
di Giovanni LAFIRENZE

Dialoga con l'autore: Giuse ALEMANNO (scrittore e giornalista)
Interviene: il Ven.Lama Ghesce NAMGYAL (dell'Istituto Jangtse Thoesam di Leporano,accompagnato dall'interprete Deborah Vasco)
Leggono brani tratti dal libro: Edoardo Gargaro e Lia BIBLIOTECA CIVICA "PIETRO ACCLAVIO"
ore 17:00 INGRESSO LIBERO
Con il Patrocinio morale del Comune di Taranto e della Circoscrizione Tre Carrare Solito
Direzione artistica a cura di Lucrezia MAGGI


Disinnesco bomba del secondo conflitto mondiale
22/5/2010 - Personale dell’Esercito, specializzato EOD (Exsplosive Ordinance Disposal), ha effettuato un intervento di bonifica da ordigno esplosivo, per un residuato bellico della seconda guerra mondiale, ritrovato nel centro di NAPOLI.
Le delicate operazioni per il disinnesco, il trasporto presso un’idonea cava fuori città e il brillamento dell’ordigno, iniziate alle ore 20:30 di ieri, sono terminate alle ore 15:30 di oggi (sabato 22 maggio 2010).
L’ordigno, del tipo bomba d’aereo da 70 Kg. ad alto potenziale, di nazionalità tedesca, risalente al secondo conflitto mondiale, è stato rinvenuto nei pressi di piazza San Pasquale a Chiaia, all’interno del cantiere per la realizzazione della linea 6 della metropolitana. A seguito della segnalazione della presenza dell’ordigno, in relazione alla pericolosità e alla collocazione dello stesso, l’Esercito ha, tempestivamente, fatto confluire sul posto una squadra di personale specializzato per la bonifica da ordigni esplosivi, che, dopo una attenta valutazione, ha definito le modalità esecutive.
L’intervento degli artificieri del 21° reggimento genio è stato coordinato con la Prefettura e disposto dal 2° Comando delle Forze di Difesa, Comando Operativo dell’Esercito per il Centro, Sud Italia e le Isole, con al vertice il Generale di Corpo d’Armata Francesco TARRICONE. La bonifica da ordigni esplosivi costituisce, da sempre, uno dei compiti più delicati e importanti che l’Esercito Italiano è chiamato ad assolvere sul territorio nazionale, per la difesa e l’incolumità dei cittadini.
Una bomba lungo la superstrada
SOLAGNA. - Ieri rinvenuto un ordigno della Grande guerra. Transennata la zona per sicurezza, oggi tocca agli artificieri
19/05/2010 - È proprio una notizia... bomba quella risalente alla serata di ieri. A Solagna è stato infatti trovato un ordigno bellico in via Trento, lungo la strada statale Valsugana. Erano circa le 20.30 quando la segnalazione è partita, ad opera di alcuni residenti, contestualmente alla volta delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco, prontamente accorsi sul luogo. Agli inquirenti si è presentata una bomba a mano di tipo "ananas", di dimensioni non molto grandi, probabilmente inesplosa, risalente alla Grande guerra (datazione attribuibile per l'assenza della sicura meccanica) e appartenente all'esercito italiano...
ROCCALUMERA, ESPLODE UNA BOMBA VICINO LA BATTIGIA
Roccalumera – Una bomba da mortaio risalente alla seconda guerra mondiale, da 65 anni giaceva inesplosa tra i fondali del mare Jonio, a pochi metri dalla battigia. Era coperta dalla sabbia e non è stato mai avvistata dai bagnanti o dai sub. Eppure, in quel tratto di spiaggia, quasi dirimpetto la chiesa Madonna della Catena, ogni... estate sono migliaia le persone che si prendono la tintarella e poi si tuffano nelle acque del mare. Grazie a Dio non è successo mai niente...
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Bombe sversate in Adriatico, a Corato ne brillano altre 43
19 maggio 2010 - Corato - Le prime 60 bombe erano state fatte brillare esattamente un anno fa. Ora, trascorsi dodici mesi, il copione si ripete: da lunedì scorso e sino a venerdì prossimo a Corato - nella cava del "Gruppo Edile Leone" sulla Ruvo-Bisceglie - si stanno facendo brillare altri 43 ordigni fra quelli ritrovati nei fondali della vicina Molfetta. Tutte bombe di aereo, mine antiuomo e anticarro, bombe a mano offensive e difensive, sversate in Adriatico alla fine della II Guerra Mondiale. Il punto in cui da lunedì sono partite le operazioni di "dispolettamento e brillamento" delle bombe - a cura degli artificieri dell'11° Reggimento Genio Guastatori dell’Esercito di Foggia - è stato evacuato nel raggio di 300 metri, definendo una "danger zone" in cui sono state adottate tutte le misure finalizzate a garantire la massima sicurezza. Secondo l'ordinanza sindacale, l'interdizione nella "danger zone" - che prevede l'allontanamento temporaneo di tutte le persone presenti, la sospensione di qualsiasi attività produttiva e l'interdizione veicolare - è prevista dalle ore 9,00 alle ore 16,00 e, comunque, fino a cessate esigenze e limitatamente alla percorrenza dell’autocolonna trasportante gli ordigni bellici ed al solo momento del brillamento degli stessi. Tutto sta andato come previsto, senza intoppi. Gli ordigni giungono a Corato perchè non è stato possibile bonificare le mine in mare, come avvenuto in altri casi, poichè le bombe al fosforo sono in grado di generare energia termica a livelli sufficienti per annientare la vita marina degli ambienti circostanti.
Lauro - Rinvenuto ordigno bellico in un giardino privato
Lauro – Rinvenuto e isolato un ordigno risalente probabilmente al secondo conflitto mondiale in un giardino a Lauro, nei pressi della proprietà dove un tempo risiedeva il generale Umberto Nobile. Erano circa le 11 di ieri quando un operaio intento ad effettuare alcuni lavori all'interno del fondo ha lanciato l’allarme e allertato le forze dell’ordine. I militari non ha potuto far altro che transennare l'area e richiedere l'intervento immediato degli artificieri dell'Esercito.
12.05.2010 - Trento, disinnescati due residuati bellici nel comune di Ronzo Chienis
Si sono svolte ieri ed oggi nel territorio del comune di Ronzo Chienis (Tn) le operazioni di inertizzazione, cioè il renderli innocui, di due ordigni residuati bellici (granata di artiglieria da 210 mm. e Proietto d’artiglieria da 149 mm) risalenti alla 1^ Guerra Mondiale contenenti, come appurato nel corso delle operazioni, fosgene ed esplosivo ad alto potenziale. Alle operazioni, coordinate sul posto dal Commissariato del Governo, hanno partecipato, oltre al personale dell’esercito preposto alla disattivazione dei residuati, forze dell’ordine, Corpo forestale Provinciale, Nuclei N.B.C. dei Vigili del Fuoco e del Servizio Trentino Emergenza 118, Servizio Reti e Telecomunicazioni della Provincia Autonoma di Trento e personale delle Amministrazioni comunali interessate. La neutralizzazione degli ordigni ha richiesto l’intervento specialistico del personale del Centro Tecnico Logistico Interforze N.B.C. di Civitavecchia che ha operato in collaborazione con il 2° Reggimento Genio Guastatori di Trento. Il raggio di sgombero durante le operazioni di inertizzazione è stato fissato in 1000 metri senza tuttavia arrecare disagio alla popolazione ed alla viabilità atteso che il sito individuato, libero da abitazioni ed infrastrutture, è stato prescelto proprio in considerazione delle peculiari caratteristiche.
Il mio commento
Questi rinvenimenti rievocano le antiche linee di confine austro-ungariche a salvaguardia del trentino meridionale. Infatti nel 1914 lo Stato Maggiore asburgico da il via ai lavori del futuro fronte, (la parte occidentale, con lo Stivo e il Creino, sottoposta al Comando di Riva del Garda, mentre quella orientale è gestita dal Comando di Rovereto), che inizia dal Monte Faè, per giungere sul Nagià Grom e proseguire verso il lago di Garda. Tra i monti Biaena, Creino e Corno gli austriaci posizionano artiglierie preposte a difesa dei futuri depositi militari; perciò nel corso della Guerra Mondiale queste aree diventano obiettivo dei cannoni italiani. Nel maggio 1916, a causa di una poderosa offensiva austo-ungarica (Strafexpedition) l’esercito italiano si ritira dai contrafforti meridionali della Val di Gresta (Piandin, Carpeneda, ecc..) per trincerarsi presso il Monte Baldo. Anche la vicina località di “S. Barbara” è ferocemente segnata della Grande Guerra, infatti il Comune diventa sede di un villaggio militare austriaco. Ancora oggi in questi luoghi sono ben visibili, camminamenti, trincee e tante altre tracce della Grande Guerra. Nell'area del Comune di Ronzo Chienis qualcuno rinviene un 210 mm e un 149 mm a caricamento chimico e precisamente Fosgene: “Gas soffocante, incolore, odore di fieno bagnato e una persistenza variabile, procura lesioni polmonari e conseguenti asfisie”. Al temine della P.G.M. questo gas, sarà responsabile dell'80% dei morti per arma chimica. Ma già nel Già nel 429 A.C. durante la guerra nel Peloponneso, Tucidide svela, dell’ impiego di gas, polveri e fiammate nell’assedio di Platea. In pratica, gli spartani collocavano sotto le mura delle città assediate, grandi cataste, di legno impregnato di zolfo e pece. Ovviamente, accesi i mucchi di legno, questi sprigionavano gas capaci di soffocare i militari preposti a difesa delle città. Nel Medio Evo gli agenti chimici a scopo bellico, sono descritti come sfere infuocate, contenenti: “Zolfo e grassi, mescolati con salnitro, carbone, tiglio, solfuro d’arsenico, ambra e canfora”. Naturalmente i gas prodotti da questi primitivi ordigni bellici, sono idonei (grazie all’arsenico), a rendere impossibile la respirazione del nemico. Esempio: “Nel 1456 i Cristiani salvavano Belgrado (insediata dai Turchi), servendosi di semplici stracci, permeati da sostanze chimiche che fumanti producevano vapori tossici”. Ancora: “Nel mezzo della guerra di Crimea, (1855), un ufficiale britannico, (Lord Dundonald), proponeva di utilizzare contro le truppe Russe munizioni cariche di zolfo”. Concludendo possiamo comprendere che l’impiego dell’arma chimica, sebbene disorientato e privo di una certa conoscenza delle sostanze utilizzate c’insegue da oltre 2500 anni. Il 22 aprile del 1915 Ypres, (Leper in olandese) città belga delle Fiandre, è investita da 168 tonnellate di cloro. La velenosa nube spinta da un vento favorevole sorprende e soffoca 15.000 soldati francesi e provoca 5000 vittime. Il Cloro replica in Italia il 26 giugno del 1916, precisamente fra Monte san Michele e San Martino del Carso, quando una densa nube di cloro è liberata da bombole da 50 Kg, che penetra le trincee e stermina 4000 fanti italiani. Ma è il 1916 l’anno che vede esordire il Fosgene, gas maggiormente tossico e più maneggevole rispetto al Cloro. Giovanni Lafirenze
Lunedì 10 Maggio 2010 16° Corso BCM

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