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domenica 12 aprile 2015

Bomba, Genova come Albisola: 70mila da evacuare intorno al porto


di
Marco Menduni
Roberto Sculli
Genova - Circa settantamila genovesi da evacuare. Porto, aeroporto, autostrada e ferrovie chiusi. Il blocco della rete dei cellulari e delle trasmissioni tv e radio in un’ampia porzione di città. È il quadro che si profila per l’operazione di bonifica e di rimozione dell’ordigno bellico trovato lo scorso 5 febbraio a Calata Bettolo, in porto. Un ordigno «importante», così come l’hanno definito all’Autorità portuale. Una bomba di più di un metro di lunghezza, sganciata da un aereo alleato durante la Seconda guerra mondiale. Per le dimensioni, il peso e il potenziale distruttivo è perfettamente sovrapponibile a quella disinnescata, trasferita e poi fatta esplodere, giovedì scorso ad Albisola : un’operazione lunga e molto delicata che per sei ore ha spezzato la Liguria in due.

Gli artificieri dell’esercito che l’hanno analizzata giudicano si debba intervenire con sollecitudine e hanno inviato la loro relazione al ministero della Difesa. Allo stesso destinatario è partita una richiesta inviata dalla prefettura di Genova, perché si possano utilizzare in, quest’occasione, modalità di intervento meno rigide rispetto a quelle standard. Più simili a quelle in vigore nel recente passato e adottate, ad esempio, per il brillamento di un altro ordigno, nell’estate 2012, trovato nella stessa area del porto.

Un’operazione piuttosto simile, in particolare con i nuovi dispositivi di sicurezza, era stata portata a termine, l’anno scorso, nel cuore di Vicenza. In quell’occasione, ribattezzata “bomba day”, erano state 27 mila le persone sgomberate in un raggio di 2,5 chilometri per rimuovere una bomba con 1.800 chili di esplosivo. Lo scorso febbraio è toccato a Carrara: 17 mila le persone evacuate nel Comune toscano. In entrambi i casi si è quindi trattato di numeri elevati, ma non paragonabili a quanto dovrebbe essere messo in pratica a Genova, in un contesto densamente urbanizzato. Ecco perché il prefetto Fiamma Spena, d’intesa con il suo vice Paolo D’Attilio, già regista di altre, impegnative operazioni di bonifica, ha chiesto che sia valutata l’applicazione di misure meno restrittive. Per non dover ordinare la desertificazione di una parte così ampia di città. Oltre al blocco, questo inevitabile nel centro ponente, di strade, aerei e traghetti.

La risposta da Roma non è ancora arrivata. E si comprende la cautela: ogni - seppure remota - conseguenza nefasta di un’operazione così delicata potrebbe gravare su chi avesse concesso l’eventuale deroga.


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Fonte: http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2015/04/13/ARqOtF7D-evacuare_intorno_albisola.shtml
ilsecoloxix.it

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