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martedì 11 dicembre 2012

BOMBA D’AEREO RINVENUTA A MAGIONE (PERUGIA)



Da qualche ora è iniziata l’Operazione Bufalo. I velivoli tattici americani incursionano le località difese dai soldati del Generale Kesserlring. La guerra ristagna tra Anzio e la Linea Gustav. I militari americani già  pensano a Roma (04-06-1944). Il 24 Maggio 1944 è colpito lo Scalo ferroviario del comune di Magione in provincia di Perugia. Notevoli i danni. Oltre alla sede ferroviaria è colpito lo stabilimento meccanico F.lli Rondini e tutta la produzione militare della zona, nonché il centro abitato con danneggiamenti anche alla Chiesa di San Giovanni Batista. I bombardieri angloamericani devastano i collegamenti stradali e ferroviari bloccando di fatto le linee di collegamento Ancona/Roma. I ponti sui torrenti Nestore e Naia. Numerosi incendi a Foligno tra le officine Macchi e tanto altro.
Oggi la notizia del rinvenimento di una bomba d’aereo americana da 1000 libbre, munita di spolette meccaniche. È stato possibile rintracciare il potente ordigno sepolto a meno cinque metri da quasi settant’anni grazie alla memoria di un vecchietto del paese, il quale ha subito segnalato la probabile presenza della bomba agli uffici comunali competenti. Questi ultimi hanno allertato il X Reparto Infrastrutture Napoli. Sul luogo sopraggiungono l’assistente Tecnico ed artificiere Amedeo Postiglione, il rastrellatore artificiere Salvatore Beneduce, entrambi coadiuvati dall’Assistente Tecnico Marco Ascenzi della ditta B.C.M. Boe di Roma. Il Gruppo è coordinato dal Colonnello Eugenio Cannarile. Il lavoro da subito si presenta gravoso. Tuttavia il gruppo B.c.m non si perde d’animo e da il via alle ricerche dell’ordigno. L’anziano testimone racconta dei bombardamenti subiti dall’importante città templare. Parla di crateri infuocati. Di puro terrore. L’uomo indica l’obbiettivo dei cacciabombardieri americani: una vecchia casa utilizzata come sede di un Comando tedesco. Amedeo, Salvatore e Marco ascoltano con grande interesse e con grande professionalità regolano la propria opera in base all’importante testimonianza. I giorni passano tra freddo, ghiaccio e pioggia. Ma non importa. Conosco il gruppo, a loro interessa esclusivamente rintracciare, rimuovere quella bomba, eliminare ogni pericolo che producono questi oggetti del passato. La bomba è stata avvicinata nella giornata di oggi verso mezzogiorno. Ovviamente l’area è stata subito transennata dalle Forze dell’Ordine. Amedeo e Salvatore il 20 novembre 2012 mettono in luce nei pressi di Ostia numerosissime granate sempre risalenti la seconda guerra mondiale. Al loro fianco c’è altra ditta B.C.M. (Straco), altri uomini, ma sempre permeati da identico spirito. Identiche nobili motivazioni per la bomba d’aereo rinvenuta sempre da Amedeo e Salvatore a Montecassino in compagnia della C.C.M. il 22 dello stesso mese. Cambiano i nomi delle ditte, mutano i cognomi dei professionisti all’opera. Ma non mutano le motivazioni che spingono i cercatori di bombe a confrontarsi tutti i giorni con questa strana e sconosciuta professione.     

Giovanni Lafirenze


In foto l'Assistente artificiere Amedeo Postiglione e la bomba di Cassino



La bomba d’aereo rinvenuta a Magione

Amedeo Postiglione e Salvatore Beneduce


In Basso la bomba di Cassino

Vite da sminatori Migliaia di bombe recuperate ogni anno


di  Caccia Fabrizio
ROMA — «Sui cieli italiani non volerà una rondine». Era il 10 giugno 1940, ma già all'indomani del famoso proclama di Mussolini la previsione fu disattesa e cominciarono i raid del «Bomber Command»: Torino, Vado Ligure, Porto Marghera, Genova, Savona, Livorno, Milano. Una pioggia di bombe con cui ancora adesso facciamo i conti. Paolo Orabona, del consiglio direttivo di Assobon, l'Associazione italiana delle società specializzate nella bonifica degli ordigni bellici, calcola che ogni anno sono centomila le granate inesplose che vengono rinvenute dalle ditte private (30 mila finora solo nelle tratte realizzate dell'Alta Velocità) e disinnescate, poi, dai militari dell'Artiglieria, chiamati sul posto per regolamento.
Ma non è un lavoro per tutti, quello di «sminatore». Bisogna avere dosi enormi di calma, perché un giorno può capitarti di urtare il filo di un ordigno trappolato — com'è accaduto a Giannantonio Massarotti, Caltagirone, Catania, che per fortuna adesso lo può raccontare — e allora hai davvero pochi secondi per rimediare. Mestiere antico, che una volta si faceva con «lo spillone» e ora col metal detector, battendo palmo a palmo il terreno con inesauribile pazienza. E tanta gente speciale: un piccolo «esercito di angeli guardiani, che vigilano sulla costruzione di strade, ospedali, porti e ferrovie». Adolfo Daddio, di San Cipriano d'Aversa, Caserta, dormiva addirittura con «lo strumento» sotto il letto. Lui e il metal detector erano inseparabili. La leggenda vuole che Daddio (scomparso nel '96) quasi «sentisse» le bombe sotto terra e si divertisse, come un rabdomante o un cercatore di tartufi, a spegnere l'apparecchio e a contare i passi fino a riaccenderlo in un punto esatto. Ed ecco il «beep», il segnale della bomba. Non restava che stanarla con le mani.
Anche gli sminatori, però, hanno un problema. Oggi non esiste più un albo ufficiale delle ditte e si vive in piena «deregulation» con tutti i rischi del caso: «La crisi è nera — racconta Paolo Orabona, presidente della Strago Spa — e la guerra dei prezzi finisce spesso per favorire aziende che non hanno neppure la necessaria copertura assicurativa. Così, vincono le gare al massimo ribasso e poi procedono a bonifiche a dir poco superficiali». Ditte che si aggiudicano l'appalto, incassano i soldi e spariscono nel nulla: «È capitato sulla tratta Bologna-Milano della Tav», confida Giannantonio Massarotti. Quella dei Massarotti è una vera dinastia: «La inaugurò mio padre Giulio nel 1951 con il recupero delle navi affondate — ricorda Giannantonio, 58 anni —. E la tradizione proseguirà con i miei figli, Giulio e Roberta, anche lei sminatrice ma con il brevetto superiore di dirigente Bcm, Bonifica campi minati. La ragazza è sveglia, va in giro per cantieri senza l'elmetto e il piccone, ma coordina il lavoro e studia le mappe del territorio davanti allo schermo del suo computer».
Il vecchio albo degli sminatori fu istituito nel 1946, poi arrivarono la legge Merloni e il ministro leghista Calderoli che nella sua furia semplificatrice cancellò pure quel vecchio decreto del dopoguerra. Risultato? Oggi chiunque abbia un brevetto rilasciato dal ministero della Difesa (il corso dura un mese e si tiene a Roma, alla Cecchignola) può esercitare la professione. I controlli nei cantieri, però, sono relativi e la malavita si può infiltrare. Laghi, fiumi, mari italiani sono serbatoi inesauribili d'esplosivo, la mafia se n'è già servita per Capaci.
«Il primo ottobre di quest'anno finalmente è stata approvata la nuova legge sulla bonifica bellica — dice Paolo Orabona —. Ora servirebbe un decreto interministeriale per nominare la commissione di 6 esperti incaricati di redigere il nuovo albo. Il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, si è mostrato molto sensibile all'argomento, però se cade il governo Monti...».
La preoccupazione è forte. Oggi le ditte in campo sono una quarantina, circa 500 gli sminatori in attesa di normativa. Un rastrellatore di ordigni guadagna sotto i 2 mila euro, pochino se si pensa a cosa rischia. Uno di loro, Giovanni Lafirenze, ha dedicato un sito (www.biografiadiunabomba.it) e un libro alla sua storia: s'intitola «Schegge assassine», non a caso. Perché l'Italia è un Paese disseminato di bombe e, come scrive nella prefazione lo storico Giovanni Dalle Fusine, questo è il frutto di una guerra «che non termina con i trattati di pace, ma si protrae nel tempo e coinvolge le generazioni».

Fonte:
 http://www.dirittiglobali.it/home/categorie/31-guerre-armi-a-terrorismi/39686-vite-da-sminatori-migliaia-di-bombe-recuperate-ogni-anno.html

lunedì 10 dicembre 2012

Nel giardino spunta una bomba a mano


Sistemare il proprio giardino avrebbe potuto avere conseguenze gravissime. Venerdì pomeriggo a Nuvolera, in via Colombera, i giardinieri di una ditta di Bedizzole hanno scoperto un ordigno bellico americano risalente alla Seconda guerra mondiale nel terriccio che stavano stendendo: una bomba a mano di rara potenza in ottimo stato di conservazione, risalente alla seconda guerra mondiale.

Immediatamente è scattato l'allarme e sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Nuvolento. Il comandante Luciano Foscolo ha coordinato tutta l'operazione: dapprima ha fatto isolare con nastro biancorosso la zona in cui si trovava l'ordigno affinché non ci fosse la possibilità di avvicinarsi e, nella mattinata di ieri, ha fatto intervenire gli artificieri guidati dal capitano Daguanno. Sul posto anche la Croce Bianca e i Vigili del fuoco, pronti a intervenitre ad ogni evenienza.

L'operazione è avvenuta con il massimo riserbo per non destare la curiosità dei cittadini nuvoleresi. Gli artificieri hanno provveduto a trasportare l'ordigno nel campo antistante la villa dove è stato fatto brillare. Un violento scoppio che ha creato una buca profonda. Tutto si è svolto nella massima regolarità e prima dell'ora di pranzo tutto era già ritornato alla normalità. Ora si tratta di stabilire dove la ditta di giardinaggio abbia prelevato la terra: il rischio è infatti che possano essere sparsi altri ordigni di questo genere.
Giuliano Maggini
Fonte:
 http://www.giornaledibrescia.it/in-provincia/garda/nuvolera-nel-giardino-spunta-una-bomba-a-mano-1.1467774