Senato

Senato
biografiadiunabomba

sabato 29 marzo 2014

Campagna di sensibilizzazione sul tema degli ordigni bellici inesplosi, nell’ambito della Giornata Mondiale per la Promozione e l’Assistenza all’Azione contro le Mine e gli ordigni bellici inesplosi indetta dall’ONU il 4 Aprile


Il 3 aprile presso la Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama, l'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (Ente preposto alla tutela delle vittime civili di Guerra), annuncerà il lancio della campagna di sensibilizzazione sul tema ordigni inesplosi in Italia e non solo in Italia. Tutto ciò nell'ambito della giornata mondiale contro le mine antipersona indetta dall'ONU. L'Italia è una vera discarica bellica senza eguali nel mondo. Una media di 60.000 residuati bellici lavorati ogni anno dai vari nuclei EOD italiani. Attenzione, l'esplosivo contenuto in queste bombe del passato o del presente non perde mai la capacità detonante, infatti solo nel 2013 ci sono stati 11 feriti. Nel 2014 ancora peggio 2 vittime in Germania, altre 2 in Belgio e tre amputazioni in Italia. Nel corso della conferenza stampa, moderata dal giornalista Michele Cucuzza, sarà presentato il nuovo “Schegge Assassine” ovviamente a firma di chi scrive edito dalla Florestano Bari. sarà presente il presidente dell'Associazione Avv. Giuseppe Castronovo, il giovane Nicolas Marzolino involontaria vittima di una bomba a mano rinvenuta in un campo di patate nel territorio di Novalesa. La conferenza vedrà la presenza del Sottosegretario alla Difesa On. Gioacchino Alfano più altre autorevolissime personalità militari e civili preposte alla bonifica bellica.

Residuati bellici in porto Al lavoro gli artificieri


PIOMBINO. I lavori per l'ampliamento del porto di Piombino procedono a ritmo serrato. Nel corso dell’attività di bonifica del bacino, su parte dei fondali interessati dalle prossime opere, sono stati ritrovati alcuni residuati bellici risalenti alla seconda guerra mondiale. L'Autorità Portuale ha informato il comandante del porto Rendina che, tramite la Prefettura, ha attivato il servizio degli artificieri della marina militare che, a loro volta si sono allertati e tempestivamente hanno avviato le operazioni di verifica e di rimozione dei ritrovamenti. La guardia costiera sta coordinando dei tavoli tecnici di programmazione dagli interventi, che si stanno svolgendo in sicurezza e con grande rapidità. «Grazie a questa efficiente e tempestiva capacità di intervento e salvo imprevisti, queste operazioni di bonifica bellica – spiega il presidente dell'Autorità portuale Luciano Guerrieri – non comporteranno alcun ritardo sul cronoprogramma dei lavori di ampliamento del porto, che stanno procedendo come previsto per consentire la consegna dell'opera entro settembre. Costituiscono invece I'occasione per una bonifica definitiva di questa area marina».
Fonte:
http://iltirreno.gelocal.it/piombino/cronaca/2014/03/28/news/residuati-bellici-in-porto-al-lavoro-gli-artificieri-1.8941948

venerdì 28 marzo 2014

Team dell'esercito dalla Puglia per rimozione ordigno bellico


Si sta svolgendo oggi l'operazione di disinnesco e di brillamento di un ordigno inesploso risalente al 2° conflitto mondiale rinvenuto nel comune di Cupello (Chieti).
Responsabile dell'operazione è un team di artificieri dell'11° Reggimento Genio Guastatori di Foggia-Brigata 'Pinerolo'.
La bomba del peso di 250 libbre, dotata di spoletta di testa armata, è di fabbricazione americana;è stata rinvenuta durante lavori di scavo ordinati dalla prefettura per una perizia su una conduttura idrica.

Fonte:
http://www.abruzzo24ore.tv/news/Team-dell-esercito-dalla-Puglia-per-rimozione-ordigno-bellico/136762.htm
Foto: http://www.abruzzo24ore.tv/

mercoledì 26 marzo 2014

Gli anziani perugini: "Su Piazza Matteotti caddero le bombe"


Perugia, 26 marzo 2014 - Per ora  il dubbio è sciolto: la bomba in piazza Matteotti non c'è. Ma per averne la certezza bisognerà attendere ancora qualche giorno, quando gli artificieri torneranno per fare altre verifiche. Intanto però la città si interroga: davvero furono sganciati ordigni sul centro storico durante la Seconda guerra mondiale? Le testimonianze – e anche la Storia a questo punto - sono concordi sul fatto che non fu un bombardamento alleato quello che colpì alcuni punti della città alta, quanto piuttosto opera del cosidetto “Orfanello” che Francesco Innamorati ricorda essere un “aereo tedesco che girava da solo e di notte. Un soprannome canzonatorio che sviliva la funzione bellica di questo aereo – racconta – ridotto a essere unico ricognitore e che la fantasia popolare a Perugia diceva fosse guidato dal prefetto fascista Rocchi...”. Bombe, o meglio 'bombette' su piazza Matteotti ne caddero, questo sembra ormai acclarato.
“RICORDO bene quella notte. Dormivo all'aperto in attesa del cessato allarme, vicino Porta Sole dove abitavo. Ad un certo punto udii arrivare il solito aereo, lo chiamavamo Orfanello, e dopo poco sentii un gran botto. Erano da poco passate le 2 di notte e il mattino successivo vidi un'enorme buca in piazza Matteotti, proprio in quel punto”. Giuseppe Spaccini ha 88 anni, la mente lucida, il piglio di un ragazzo. E' lui uno dei testimoni (sono sette o otto) che hanno segnalato al Comune che in piazza Matteotti ci sarebbe un ordigno bellico inesploso. E indica il punto preciso dove ricorda cadde il residuato: l'intersezione tra via Oberdan e la piazza stessa. “Qui davanti c'era un macellaio – spiega Spaccini – e ricordo bene che l'area dove cadde era proprio questa perché fu subito recintata per evitare che le persone si avvicinassero”. In verità dubbi sul punto preciso ce ne sono, eccome: le testimonianze raccolte dai tecnici del Comune infatti sono di diverso tipo e le segnalazioni riguardano posizioni differenti (si veda anche l'articolo qui sotto). Secondo Spaccini però “dopo una settimana hanno chiuso la buca e tutto è tornato come prima”. Che l'ordigno sia stato rimosso? E' possibile. “Mia madre mi raccontò che la bomba era caduta in un altro punto – sostiene Simonetta Franchi -. Lei aveva un negozio proprio in cima alla piazza e ha un ricordo molto lucido di quello che accadde in quei giorni e mi ha confermato che l'ordigno cadde proprio davanti a dove c'era Tarpani”. L'enigma su dove sia caduta la bomba resta.
«ERANO ordigni di piccole dimensioni: i cosiddetti “spezzoni” (o bombe a grappolo) quelli che vennero sganciati su piazza Matteotti dai nazifascisti. Per fortuna era notte e non
ci furono vittime. Solo qualche vetrina andata in mille pezzi». Era l’estate del 1944. Perugia, liberata dagli Alleati da appena due mesi, ancora tremava sotto i colpi delle rappresaglie.
IL MAESTRO Franco Venanti, classe 1930, leggeva ancora le avventure di Pinocchio quando l’Orfanello, così veniva chiamato il velivolo da ricognizione pilotato dai tedeschi, fece
quelle isolate incursioni sul centro storico. «Ecco — dice l’artista, mostrandoci un ordigno ammaccato— questo era uno degli spezzoni sganciati sulla piazza. Non esplose perché
andò a incagliarsi sul marciapiede davanti a Tarpani. Gli artificieri provvidero alla rimozione delle bombe e alla bonifica dell’area. Io ne chiesi una per ricordo e come vedete ancora la conservo». E’ la testimonianza di Venanti che torna indietro nel tempo per raccontarci quel pezzo di storia cittadina. E in base ai suoi ricordi, trascritti poi nel libro Quando le rondini facevano primavera, «nella piazza—dice—è impossibile che ci
siano ancora residuati inesplosi di grandi dimensioni. Un altro ordigno, più grande degli spezzoni, venne invece lanciato sempre dall’‘Orfanello’ vicino al Brufani. L’albergo
era il quartier generale dellaVArmata degli alleati e i tedeschi provarono a bombardarlo. Fu una strage: la bomba non colpì il Brufani ma cadde in via Caporali e colpì il palazzo
che fa angolo con via del Pozzo.
CI FURONO una ventina di morti. Ricordo il corpo dilaniato di un professore che la mattina prima era venuto a negozio da mio padre per regalarmi il libro illustrato del burattino di Collodi». Venanti aiuta a fare chiarezza su un’altra leggenda: chi c’era a bordo
del ricognitore durante quelle notti? «Si vociferava —scrolla le spalle —che dietro le incursionidell’Orfanello ci fosse un perugino molto famoso. Io non ci ho mai creduto,
perché è impensabile che seminasse tanto terrore e sangue tra la sua gente».
Fonte:
http://www.lanazione.it/umbria/cronaca/2014/03/26/1044509-anziani_perugini_piazza_matteotti_caddero_bombe.shtml

martedì 25 marzo 2014

Conoscere la guerra per scegliere la pace”, a Ronciglione il 70° anniversario del bombardamento


In occasione del settantesimo anniversario del bombardamento di Ronciglione, avvenuto il 5 giugno 1944, che ha visto la morte di 300 persone e la distruzione di alcune vie del centro, il Comune di Ronciglione propone il progetto “Conoscere la guerra per scegliere la pace”, finanziato dal Consiglio Regionale Lazio e curato dall’assessore alle Politiche Sociali Daniela Sangiorgi.
La commemorazione del bombardamento sarà celebrata nel pomeriggio di venerdì 28 marzo (ore 17.00) al Teatro comunale Ettore Petrolini, in uno spettacolo curato dalla cooperativa “Gli Aquiloni”, insieme alla mostra composta da documenti cartacei recuperati (foto di quel 5 giugno 1944, cartoline, lettere) e testimonianze raccolte in alcune interviste ai sopravvissuti.
Al progetto hanno attivamente partecipato gli studenti della terza media (sez. A, B e C) dell’Istituto comprensivo Mariangela Virgili di Ronciglione che, coadiuvati dalle loro insegnanti, hanno approfondito il tema della guerra attraverso interviste, una visita guidata sui luoghi del bombardamento (curata da un rappresentante del Centro Ricerche e Studi di Ronciglione), la raccolta di documenti e la stesura di un breve elaborato per un concorso di idee; gli studenti, inoltre, saranno protagonisti sul palco con i canti per la pace che hanno preparato insieme alla Cooperativa, studiando la storia attraverso la ricerca e l’esperienza in gruppo, al di là dei libri.
Il progetto (immagini della mostra e testi elaborati dai ragazzi), prevede inoltre anche la pubblicazione, in forma cartacea, di un fascicolo che verrà distribuito il giorno dello spettacolo.
”Questo progetto, e l’evento finale, è molto significativo non solo per commemorare il 70esimo anniversario del tragico bombardamento di Ronciglione, ma anche per far conoscere ai giovani un pezzo di storia del loro paese, attraverso le testimonianze preziose di ronciglionesi che lo hanno vissuto in prima persona”, afferma l’assessore alle Politiche Sociali Daniela Sangiorgi che continua: “Abbiamo fortemente voluto la partecipazione dell’Istituto comprensivo Mariangela Virgili, che ringrazio, per aver fatto in modo che gli studenti partecipassero in modo attivo ad ognuna delle fasi”.
Comune di Ronciglione
Fonte:
http://www.radiogiornale.info/2014/03/25/conoscere-la-guerra-per-scegliere-la-pace-a-ronciglione-si-festeggia-il-70-anniversario-del-bombardamento/

foto tratta da: http://www.radiogiornale.info/

AZIONE DELL'ONU CONTRO LE MINE


Mine e ordigni bellici continuano a uccidere o ferire migliaia di persone ogni anno, sostiene l’ONU in occasione della Giornata Mondiale per la Promozione e l’Assistenza all’Azione contro le Mine (4 Aprile 2008). Tre vittime su quattro sono civili, che azionano questi congegni, a volte anni dopo la fine di un conflitto. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha creato, nel 1997, l’Agenzia ONU per l’Azione contro le Mine (UNMAS), come punto di riferimento nella lotta contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi per un mondo più sicuro in cui anche le vittime di tale contesto siano inserite pienamente all’interno della società. Quattordici diversi dipartimenti delle Nazioni Unite, agenzie, programmi e fondi forniscono vari servizi in merito e UNMAS aiuta a coordinare i loro sforzi. UNMAS si trova all’interno del Department of Peacekeeping Operations (DPKO).
Fonte:
http://www.unric.org/it/azione-dellonu-contro-le-mine
foto tratta da:http://www.unric.org/

lunedì 24 marzo 2014

Ordigno bellico a Vicenza : dichiarazione stato di emergenza -2-


Di BNZ
Venezia, 24 mar. (TMNews) - La bomba è stata ritrovata il 28 ottobre 2013, nell'ambito di una bonifica sistematica dell'area dell'ex aeroporto militare antistante la base militare statunitense. Si tratta di una bomba di aereo inesplosa da 4.000 libbre, caricata con 1.800 Kg di esplosivo e dotata di tre spolette di cui due armate. Le autorità militari hanno evidenziato che l'ordigno deve essere necessariamente disinnescato sul luogo di ritrovamento e un'eventuale deflagrazione avrebbe effetti devastanti sugli edifici ubicati in un raggio di 4.000 metri in linea d'aria. Il raggio potrebbe essere ridotto a 2.500 metri se venissero effettuate opere di contenimento ma anche in questo caso resterebbero coinvolte abitazioni dei comuni di Vicenza, Costabissara e Caldogno, nonché il presidio ospedaliero principale del territorio vicentino ed altre strutture sensibili e strategiche, oltre alla base militare statunitense. Di qui la necessità di dichiarare lo stato di emergenza per le operazioni di disinnesco, che comportano l'adozione di notevoli misure di sicurezza, fra le quali l'evacuazione delle aree cittadine interessate, nonché dell'ospedale, delle caserme e delle strutture di accoglienza, oltre alla sospensione dei servizi essenziali e della circolazione sulla viabilità. Il Consiglio dei Ministri ha previsto una spesa massima di 1.400.000 euro a valere sul Fondo per le emergenze nazionali.
Fonte:
http://it.notizie.yahoo.com/ordigno-bellico-vicenza-dichiarazione-stato-di-emergenza-2-150532328.html

Quattro ordigni bellici ad Atena Lucana: intervengono gli artificieri dell'Esercito


Atena Lucana: ritrovati quattro ordigni bellici

quattro ordigni bellici di fabbricazione italiana sono stati ritrovati ad Atena Lucana: si tratta di mortai rinvenuti da un cercatore di funghi in prossimità di una cunetta, in una posizione molto visibile, in località Maglianiello, nel piccolo centro del Vallo di Diano. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Sala Consilina che hanno provveduto a mettere in sicurezza l’area circostante. Il sindaco di Atena, Pasquale Iuzzolino, ha emesso un’apposita ordinanza sindacale con cui si vieta qualsiasi attività agricola ed il passaggio di automezzi nella zona circostante il rinvenimento degli stessi ordigni. Previsto, infine, l'intervento degli artificieri dell’Esercito.


Fonte: http://www.salernotoday.it/cronaca/quattro-ordigni-bellici-atena-lucana-24-marzo-2014.html
Seguici su Facebook:http://www.facebook.com/pages/SalernoToday/123077434434265

domenica 23 marzo 2014

SIRONI E LA GRANDE GUERRA


L’ARTE E LA PRIMA GUERRA MONDIALE DAI FUTURISTI A GROSZ E DIX
Cuore della mostra è la figura di Sironi, di cui per la prima volta vengono analizzate organicamente la stagione degli anni 1915-1918 e la tematica della guerra, che ricorre nella sua pittura ben oltre quegli anni.
Il percorso espositivo muove da maestri europei come LégerOtto Dix e Grosz con il tragico 1917. Prosegue poi con gli artisti italiani, da Previati (Gli orrori della guerra , 1917) e Nomellini, (Allegoria della vittoria sull’esercito in marcia , 1919) ai futuristi BallaCarràDeperoPrampolini,Dottori, fino a BonzagniCampigli e molti altri, tra cui Viani e Marussig che rappresentano entrambi un Soldato austriaco, emblema della sconfitta.

Dal 22 Febbraio 2014 al 25 Maggio 2014
CHIETI
LUOGO: Palazzo de’ Mayo
CURATORI: Elena Pontiggia
ENTI PROMOTORI:
  • Fondazione Carichieti
  • Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo
  • Presidenza del Consiglio Regionale Regione Abruzzo
  • Provincia di Chieti
COSTO DEL BIGLIETTO: ingresso gratuito
TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 0871 359801
COMUNICATO STAMPA: Dopo i successi delle mostre dedicate a Francis Bacon, Aligi Sassu, Emilio Greco e alla grande esposizione sui codici miniati “Illuminare l’Abruzzo”, la Fondazione Carichieti propone al pubblico ancora una volta una programmazione attenta e di alto livello scientifico. Mentre si avvicina il centenario della prima guerra mondiale (1914-1918), la Fondazione promuove e inaugura Sabato 22 febbraio una nuova esposizione dal titolo “Sironi e la Grande Guerra. L’arte e la prima guerra mondiale dai futuristi a Grosz e Dix”. 
Fonte:
http://www.arte.it/foto/sironi-e-la-grande-guerra-115/10
Foto:http://www.arte.it/

Torneranno i prati, Ermanno Olmi e la Grande guerra: “Vorrei fosse un film utile”


di 
“Perché questo film, perché la guerra?”. Se lo chiede, e ce lo chiede, il maestro Ermanno Olmi, che a quasi 83 anni (il 24 luglio) è tornato dietro la macchina da presa e nella trincea della Prima guerra mondiale con Torneranno i prati. Appena finito di girare ad Asiago, dove vive, che film sia lo dice subito: “Vorrei che ancora prima che bello fosse utile”. Arriva nel centenario della Prima guerra mondiale, ma – dice il Maestro – “in tutte le celebrazioni il pericolo è lo sventolio di bandiere: ci vuole anche, ma guai se fosse il solo modo per ricordare. Le versioni ufficiali non sono mai credibili, le bugie, gli atti di prudenza non devono essere taciuti: dobbiamo sapere, conoscere, perché se non è sincera come può la Storia essere maestra?”.
Riprese per otto settimane sull’Altopiano dei Sette Comuni, sul set dalle quattro del pomeriggio alle quattro di notte, con temperature fino a -10 gradi, cinque metri di neve e gli attori, tra cuiClaudio SantamariaAlessandro Sperduti e tanti non professionisti del luogo, costretti a portare le attrezzature su una delle due trincee ricostruite, quella in Val Formica sotto il Monte Zebio: “Volevo fare un film di un’ora e mezza in tempo reale, ma mi è stato impedito: non dalla censura, ma dalla meteorologia. Scenografie completamente sepolte dalla neve, il sole ma dopo pochi minuti una nebbia da lupi: da diventare pazzi”.Non più in tempo reale, ma rimane “pizzicata qua e là” un’unica notte, piazzata al preludio di Caporetto (24 ottobre 1917), “il preludio della disfatta: dagli alti comandi viene l’ordine di trovare un posizionamento per spiare la trincea avversa, e i soldati dell’avamposto devono eseguire. Venivano dai latifondi, poveri, uguali agli austroungarici nella trincea di fronte, che cosa fosse la guerra nemmeno se lo chiedevano”. E vanno incontro al massacro: sull’Altopiano sono morti in 50 mila provenienti da 23 nazioni, i resti raccolti prima in 41 cimiteri volanti, poi in un ossario. E la guerra non è finita: ancora nel 2013 sono state fatte brillare 157 bombe, solo l’altro giorno due bambini di 8 anni sono stati trovati a giocare con un calibro 75. Un incubo, questa realtà, e un “filmonirico”, prodotto da Cinemaundici, Ipotesi Cinema e Rai e atteso alla Mostra di Venezia, di cui Olmi svela un’evocativa battuta: “Dopo una disfatta, tutti tornano a casa loro e dopo un po’ tornerà l’erba sui prati”.
Sì, “torneranno i prati”, e si chiameranno speranza, la sola che può cancellare i solchi incisi sulla natura, le ferite inflitte all’uomo dalle trincee: “La Prima mondiale è stata l’ultima guerra con tracce di umanità, dalla Seconda lo scontro di nazioni ha imbarcato ideologie e razzismo: disumano”.
Gli occhi di Olmi si incupiscono, ma non molla la domanda: perché la guerra? “Perché – citando la lettera di Einstein a Freud – la più grande stupidità criminale che l’umanità possa commettere? La guerra non è l’epidemia di un virus sconosciuto, è conosciutissimo: scoppia in famiglia, da sempre. Quando ci si prende a sberle non c’è possibilità di ritorno, ma oggi non puoi starnutire che ti mandano affanculo…”. E così ci si ritrova oggi “sull’orlo di una tragedia che rischia di assomigliare molto a quella della Prima guerra mondiale, ma con conseguenze ancora più devastanti”.
Olmi traccia le analogie, si scaglia contro “Casa Savoia, da sempre distratta nei confronti della storia, che ritenne più conveniente legarsi alle nazioni bisognose di mercati in Europa, un po’ come oggi fa la Merkel”, ed esorta gli storici alla verità: “Fate questo lavoro, e vedrete quanti fatti vergognosi di cui dobbiamo arrossire e abbassare il capo”. Ma lui alla storiografia ufficiale non s’è rivolto, ha riletto libri di testimoni diretti, come l’amico Mario Rigoni SternGadda, e Lussu, ma oltre a questi autori, che “hanno vissuto ma anche metabolizzato letterariamente quegli eventi”, s’è appoggiato al padre, al pastore Toni il pazzo del suo doc I recuperanti (1969) e ad altre “pagine di anonimi: c’era il nome in fondo, ma era quello di chi non ha nome. La verità l’ho trovata lì. Perché la storia ufficiale la scrivono gli intellettuali, quella reale chi non ha parola”.
Non vuole essere pessimista, il Maestro, ma nella nostra società ravvisa “la sonnolenza di chi vive sull’orlo della tragedia e non sa come reagire: la democrazia è tradita, e dopo le istituzioni i più meschini sono gli agnostici, quelli che disprezzano un diritto che è anche un dovere, il voto”. Dunque, serve disobbedire, come due dei suoi soldati: “Fanno prevalere la propria coscienza sulleesigenze militari dei comandi superiori: la disobbedienza è un atto morale che diventa eroicità quando la paghi con la morte. Ma sui monumenti che ritraggono gli alti comandanti, bisognerebbe scrivere sotto ‘criminale di guerra’”. Prepariamoci, dunque, al grido di pace di Torneranno i prati, che si leva dall’Altopiano innevato di Asiago e si spinge nel Deserto dei Tartari: forse, anche qui il nemico non c’è. “Siamo noi il nostro nemico”, ammonisce Olmi. E invita al discernimento: “Perché tra Adriano Olivetti e Berlusconi c’è una differenza, o no? Dobbiamo uscire dall’indifferenza, dal torpore che ci avvilisce, e capire che la guerra si combatte dentro di noi, contro le nostre omissioni quotidiane”. Dopo Il mestiere delle armiTorneranno i parti, e arriverà il mestiere della pace. Olmi ci crede, ci crede ancora. E noi?
Fonte:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/23/ermanno-olmi-e-la-grande-guerra-finite-le-riprese-di-torneranno-i-prati/914976/

Proiettile di obice della Prima guerra mondiale riemerge sui sentieri del Calvario


Anche una bomba inesplosa, l’ennesima, è stata trovata nella pulizia del monte Calvario nel contesto della giornata ecologica organizzata dalla Primula di Lucinico unitamente a tutte le associazioni del paese con Lucinis e con la collaborazione della cooperativa Arcobaleno, la Newco e del Comune. Si tratta di un proiettile di obice della Prima guerra mondiale rinvenuto dai volontari impegnati in questo importante lavoro. Il presidente della Primula Claudio Simeoni, che si trovava sul posto tra le squadre di pulizia, ha provveduto ad avvertire immediatamente i carabinieri che si sono subito mobilitati arrivando pochi momenti dopo transennando la zona avvertendo tempestivamente gli artificieri che ne provvederanno alla rimozione. Enorme la quantità dell’oggettistica rinvenuta che lasciato senza parole tutti gli operatori di fronte alla totale mancanza di senso civico con altrettanto sprezzo per la natura. I sentieri del Calvario e di tutti i territori adiacenti assieme alle rampe di discesa nei pressi del cimitero di Lucinico sono state minuziosamente puliti riempiendo complessivamente un intero container che seguiva appresso l’operazione. Tra l’altro sono stati trovati articoli sanitari di qualsiasi genere, wc, batterie, tre grandi sacchi di deiezioni di cani, suppellettili da cucina, tubi, materiale idraulico, materiale elettrico, contenitori di olio per macchina, e tante lattine di birra lasciate in via Romana. «Fortunatamente i terreni e i siti ripuliti negli anni precedenti dalla Primula si sono tenuti abbastanza in ordine, segno questo che il lavoro svolto ha lasciato una certa impronta che ha fatto riflettere certi malintenzionati orientandoli al corretto deposito nei luoghi consentiti» ha sottolineato la vice presidente dell’associazione Liviana Persoglia. Alla fine tutti alla baita alpina per la maxi pastasciutta che ha visto nuovamente le penne nere adoperarsi in tal senso. Il presidente Simeoni unitamente al presidente del Lucinis Giorgio Stabon, ringraziando i volontari. (e.d.)
Fonte:
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2014/03/22/news/proiettile-di-obice-della-prima-guerra-mondiale-riemerge-sui-sentieri-del-calvario-1.8904510
Foto: Il Piccolo

Mostra fotografica “La Prima Guerra Mondiale. Una grande storia collettiva”


Si terrà dal 26 marzo al 10 aprile 2014, a Palazzo del Mutilato, la mostra fotografica “La Prima Guerra Mondiale.
Una grande storia collettiva” promossa dall’associazione culturale ‘Liberali Oggi’, in collaborazione con l’Università degli Studi di Verona - dipartimento TeSIS, l’editrice ‘Il Portolano’ di Genova e con il patrocinio di Provincia e Comune di Verona ed Ufficio Scolastico Territoriale. L’evento è stato presentato dal consigliere incaricato alla Cultura Antonia Pavesi insieme al presidente associazione culturale ‘Liberali Oggi’ Marina Burei Orlandini.
“L’iniziativa – spiega Pavesi – proposta quest’anno in occasione del centenario dalla scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914, vuol’essere un evento commemorativo di carattere storico e formativo aperto a tutta la cittadinanza, con l’obiettivo di non far dimenticare, in particolare nelle nuove generazioni, quanto accaduto”.
L’esposizione, curata da Aldo Caterino della Biblioteca universitaria di Genova, presenta cento immagini in bianco e nero provenienti da archivi pubblici e privati di tutto il mondo, in una rivisitazione della vicenda bellica e delle sue premesse politiche, dal fronte italiano all’intero scenario mondiale, attraverso i fatti più significativi. Attraverso il linguaggio delle immagini, la rassegna ripercorre le tappe fondamentali del processo bellico, dando risalto alle sofferenze di coloro che parteciparono o furono protagonisti degli eventi.
Il percorso espositivo sarà articolato in dieci sezioni: ‘Le origini della guerra’; ‘Il 1914: gli imperi centrali all’attacco’; ‘Il 1915: il conflitto si allarga’; ‘Il 1916: si combatte su tutti i fronti’; ‘Il 1917: esce la Russia, entrano gli Stati Uniti’; ‘Il 1918: la vittoria dell’Intesa’; ‘I fronti terrestri; I fronti marittimi’; ‘La guerra aerea’; ‘I fronti interni’. Ai temi della mostra è collegata la lezione – spettacolo del professore Emilio Franzina, “Regazzine vi prego ascoltare. La grande guerra nei canti e nelle poesie di chi la volle, di chi la fece e di chi la contestò”, in programma sabato 29 marzo, alle ore 17, in sala Maffeiana (ingresso da via Roma 1/G).
La mostra, ad ingresso libero, sarà inaugurata mercoledì 26 marzo alle ore 16.30 e resterà aperta al pubblico, dalle 10 alle 18, fino giovedì 10 aprile. Informazioni: segreteria della mostra al numero 333 3995154 - email mostrapgm@gmail.com. 
Fonte:
http://www.veronaoggi.it/2014/marzo/22marzo/newsV118789.htm

“1914-2014 – Fede e storia a 100 anni dalla Prima Guerra mondiale”


FORLI - “1914-2014 – Fede e storia a 100 anni dalla Prima Guerra mondiale": questo il titolo dell'incontro, che si terrà lunedì 24 marzo alla Sala Donati, di cui vi proponiamo il programma completo.
Ore 20.45
All’ingresso della sala, dove si alternano piccole esposizioni personali di artisti locali curate dall'arista Anja Giannelli, verrà inaugurata una mostra di alcune opere del giovane artista Andrea Mario Bert il quale in breve tempo dal suo esordio, ha già ottenuti numerosi successi di critica e di vendita anche presso istituzioni culturali prestigiose come il Mart di Rovereto.
Laureato a pieni voti all'Accademia di Belle Arti di Bologna, Andrea Mario Bert presenterà alcune delle sue note figurazioni aeree in cui l'elemento visivo diviene portavoce di una poetica volta allo svelamento dell'elemento segreto e sacro in cui siamo creati e immersi.
Ore 21.00 
La relazione di Domenico Guzzo affronterà la categoria storica del “negazionismo” – con particolare riferimento al genocidio degli ebrei – nelle sue accezioni epistemologiche ed ermeneutiche, tracciando uno spaccato del suo manifestarsi all’interno del dibattito politico italiano.
Ci si concentrerà dunque sull’appropriazione del concetto di “negazionismo” avveratisi fra alcune frange minoritarie dell’estremismo nero italiano in epoca repubblicana. L’intervento porrà in evidenza il complesso persistere della teoria negazionista nel contesto italiano, a fronte di tutta una serie di fattori strutturali che pongono il nostro Paese fra le nazioni meno sensibili a tale propaganda: si attirerà difatti l’attenzione sulla specificità del “movimento negazionista” italiano, che si rivela più quale “ricevitore passivo” che come “elaboratore primario” della dottrina in questione.
Il fondo della comunicazione si riassume pertanto nell’illuminare gli attributi distintivi del “negazionismo” in Italia, che si propone come un argomento ad altissimo tasso mediatico, funzionale per conseguenza all’ottenimento di una insperata visibilità pubblica per cenacoli e raggruppamenti sprovvisti normalmente della mole e del radicamento necessari. Un’arma dialettica dunque in misura di massimizzare gli ambiti di propaganda e gli spazi di reclutamento partendo da situazioni di profonda marginalità.
Fonte:
http://www.forli24ore.it/news/forli/0034487-1914-2014-fede-e-storia-100-anni-dalla-prima-guerra-mondiale