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venerdì 25 gennaio 2013

Bomba inesplosa scoperta nel cantiere del sottopasso del tram


MESTRE. Alle 8.45, durante le operazioni di scavo del sottopasso del tram che deve consentire al mezzo di andare da Mestre a Marghera, è stato rinvenuto un ordigno bellico inesploso , risalente alla seconda guerra mondiale.
La notizia che si è diffusa verso le 11.30 è stata confermata poi da un comunicato ufficiale di Pmv.
L’ordigno si trova tra il sesto e settimo binario, ad una profondità di sei metri.
Pmv spiega che nel cantiere del tram le lavorazioni sono state immediatamente sospese e sono intervenuti carabinieri, polizia ferroviaria, tecnici di Rfi e gli artificieri della questura. Si attende ora l’arrivo del Genio Militare per capire quali interventi si renderanno a questo punto necessari. Pmv precisa nella nota che «le lavorazioni seguono la tecnica dello scavo assistito, cioè della presenza preliminare dei responsabili incaricati della bonifica bellica per garantire l’assoluta sicurezza delle lavorazioni. Il sito è stato isolato e non risulta avvicinabile se non dai soggetti autorizzati». A qualche metro di distanza dall’ordigno sono state rinvenute schegge di un’altra bomba esplosa.
La lunghezza dell’ordigno rinvenuto è di circa 120 cm per 50 di larghezza contenente circa 120 kg di tritolo (secondo il Reparto Artificieri Polizia che sono intervenuti).
Al momento nella stazione ferroviaria di Mestre il traffico ferroviario prosegue senza alcuna interruzione.
Per il tram si tratta dell’ennesimo intoppo, dopo il fermo al sistema di trasporto che si protrae oramai da quasi quattro mesi.
Fonte:
 http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2013/01/25/news/bomba-inesplosa-scoperta-nel-cantiere-del-sottopasso-del-tram-1.6412139






giovedì 24 gennaio 2013

Trovate anche fedi nuziali, spazzolino e dentifricio. E dai particolari emerge la figura di una giovane donna



 Di Lorenza Costantino
Finirono sottoterra insieme ai loro proprietari settant'anni fa, nel momento più cruento della seconda guerra mondiale. Eppure i piccoli oggetti ritrovati accanto alle spoglie in stazione Porta Nuova raccontano d'amore e di vita quotidiana, più che di battaglie. Tre fedi nuziali sono riemerse dal terreno, ed è bastato strofinarle un po' per farle tornare a brillare. La prima, un anello d'oro, poteva stare solo al dito di una donna, viste le piccole dimensioni. Purtroppo non c'è nome punzonato all'interno. Un'altra fede d'argento, grande, è da uomo. La terza è di ferro, di misura intermedia, non si sa se maschile o femminile, però sicuramente italiana: deriva dalla campagna fascista «Oro alla patria» del 1935, attraverso cui gli sposi donarono le proprie fedi allo Stato per contribuire alle spese per compensare le sanzioni internazionali. Gli oggetti maschili fanno tutti parte dell'equipaggiamento militare tedesco. Il reperto più interessante, ma in cattive condizioni, è la piastrina metallica di riconoscimento di uno dei tre soldati. Ovale e integra, seppur arrugginita. Con un accurato restauro si spera di rendere visibile l'incisione del reggimento e del numero di matricola. Con questi dati, si potrà risalire all'identità del proprietario. C'è poi un portafoglio contente spiccioli tedeschi e italiani. Delle divise restano pochi brandelli, qualche bottone e le calze: indumenti di lana da cui si intuisce che la morte avvenne nella stagione fredda. E ancora, un cinturone di cuoio che andava indossato sopra l'uniforme: 105 centimetri, anno di fabbricazione 1941. Stivali da truppa di pelle nera con rinforzo metallico su tacco e punta, misura 43-44. Spazzolino e dentifricio, un piccolo pettine con la custodia, il contenitore rotondo di una crema per proteggere la pelle dal freddo. Borraccia, posate. Due pennini per scrivere e un orologio a cipolla. Doveva essere una ragazza, una giovane sposa, la proprietaria di un beauty-case contenente un portacipria, uno specchietto e due rossetti. Aveva scelto due diverse tonalità della stessa marca: Rosso «Claudia» - Rudi - Milano numero 2 e 3. Questa «lei» è forse la stessa che indossava un soprabito, calze antesignane dei collant, e scarpe col tacco di cui rimangono solo le suole. Ma oltre ai trucchi probabilmente portava con sé anche un rosario, di cui è riemerso il piccolo crocifisso ossidato. Lei, o qualcun altro dei civili defunti, aveva una valigia, ridotta a poltiglia. Partiva, tornava? Allora non c'erano snack da viaggio. Nel bagaglio, lo si è capito dalle ossa, c'erano due polli.L.CO.
Fonte:
 http://www.larena.it/stories/Cronaca/458783_stivali_e_cinture_ma_anche_scarpe_col_tacco_e_rossetti/

Verona: Morti sotto un pioggia di bombe



 Di Lorenza Costantino
Verona. Erano persone diverse. Per origine, lingua, storia personale. Ma la guerra incrociò i loro destini, e nel modo peggiore: con la morte sotto le bombe, a pochi passi dalla stazione di Porta Nuova, in una fredda giornata tra il '44 e il '45. I tre tedeschi, soldati di truppa. La giovane donna italiana, forse una sposina. E gli altri due civili: probabilmente italiani anch'essi, di cui forse una seconda donna, a giudicare dall'ossatura minuta. Sei corpi ammucchiati insieme in un'unica fossa che, con tutta probabilità, era il cratere lasciato da uno dei tanti ordigni alleati sganciati sopra lo snodo ferroviario. Li hanno trovati dopo 70 anni, scavando in piazzale XXV Aprile, nel cantiere per il parcheggio di fronte alla stazione. Fusi insieme, quasi, in un caos di ossa scomposte, con gli effetti personali erosi dal tempo e dalla terra. E ora quelle sei storie, quelle persone di cui ancora non si conosce il nome, riemergono dall'oblio con i loro oggetti di tutti i giorni. La fede al dito, le scarpe, la divisa o il soprabito, il rossetto nella borsetta, lo spazzolino da denti e la gavetta nello zaino militare. Ma l'operazione della memoria non finisce così, dopo due giorni di scavi ininterrotti, tra ieri e lunedì, ad opera di due associazioni storiche incaricate dalla Procura. Alle stesse associazioni, il Museo della seconda guerra mondiale del fiume Po (Felonica, Mantova) e la Gotica Toscana (Scarperia, Firenze), ora è demandato il restauro dei reperti più significativi prelevati in piazzale XXV Aprile. Simone Guidorzi, direttore e curatore del Museo di Felonica, e Filippo Spadi, segretario della Gotica Toscana, aiutati da una decina di volontari, hanno allineato gli oggetti ancora infangati su un panno bianco, mentre le ossa sono già state riposte in cassette. «La nostra attenzione si concentrerà su alcune cose che più di altre potranno svelare la storia dei defunti», spiegano. «Per esempio la piastrina identificativa di uno dei tre militari tedeschi», spiegano, indicando la sottile targhetta metallica, la cui superficie è illeggibile, ma chiaramente percorsa da un tratteggio che rendeva possibile spezzarla in due. Se il soldato periva sul campo di battaglia, metà piastrina veniva sotterrata con lui, l'altra metà inviata all'esercito. «Questo era il modo per certificare il “conteggio” dei caduti», spiegano i due esperti. Ma la targhetta del soldato di piazzale XXV Aprile è ancora intera: «Segno che non morì in combattimento, ma in una circostanza imprevista». E i resti umani? «È indubbio che i tre militari siano tedeschi. L'equipaggiamento ce lo conferma. Quindi è probabile che trovino sepoltura nel cimitero per soldati tedeschi di Costermano. Con qualche informazione in più, che potrebbe emergere dal restauro dei reperti, e con l'aiuto del Consolato, forse verremo a capo anche della loro identità. E si potrebbero, chissà, rintracciare anche i discendenti: non sarebbe la prima volta», aggiungono Guidorzi e Spadi. «Alle spoglie dei civili, per le quali è più difficile risalire ai nomi, dovrà pensare il Comune». I reperti, con il nulla osta della Procura, saranno portati via temporaneamente dalle due associazioni per essere lavati, ripristinati e analizzati. Facile che, alla fine, entrino a far parte della collezione dei musei di Felonica e Scarperia. «Ma è presto per deciderlo. Non escludiamo la possibilità di fare una mostra a Verona».
Fonte:
 http://www.larena.it/stories/dalla_home/458763_erano_sei_morti_sottouna_pioggia_di_bombe/

martedì 22 gennaio 2013

Chi era Giuseppina Ghersi





Ovviamente questo libro non intende criminalizzare in alcun modo quella che è stata l’opera dei partigiani nel corso della guerra di liberazione. La storia della piccola Giuse è la dimostrazione che ogni guerra ed è banale ricordarlo, è di per sé una fucina d’atti efferati. Nel tempo tutti noi abbiamo imparato grazie a grandi romanzieri, a noti registi ad amare i miti della guerra. Chi non è rimasto affascinato dal mito del Barone Rosso”, i “virtuosi” duelli aerei del primo conflitto mondiale. La stampella che Enrico Toti, ormai in fin di vita, scaglia contro gli austriaci. O l’eroico Salvo D’Acquisto che volontariamente va incontro la morte pur di salvare 22 innocenti. Chi non ha mai versato una lacrima al cospetto dei grandi atti d’eroismo di El Alamein. Tuttavia è chiaro a tutti che la guerra, figlia di un mancato dialogo politico produce tragedie collettive e non può che generare disumane bestialità, in realtà non serve dare la colpa a gli uni o a gli altri. La guerra come ripetiamo da anni “pone tutti dalla parte sbagliata”. D’altronde le testimonianze di guerra rivolte a campi di sterminio, eccidi, decimazioni, foibe, bombardamenti aerei su aree civili dovrebbero continuare a far riflettere tutti noi. Concludo queste righe evidenziando l’importante lavoro editoriale portato a termine dal ricercatore storico Roberto Nicolick. Giuseppina Ghersi una ragazzina di soli tredici anni, assassinata a guerra conclusa, per aver scritto, tempo prima, un tema scolastico elogiando, giustamente per lei, ragazzina di tredici anni, ingiustamente per i suoi “adulti” carnefici, la figura di un Duce ormai piegato da eventi, inganni e storia. 


Giovanni Lafirenze   






Giuseppina   Ghersi  detta Pinuccia nasce a Savona nel 1931.   Era una tredicenne, una bimba normale, come tante sue coetanee, vissuta sino al Maggio 1945, anno in cui fu assassinata dopo sevizie abiette e crudeli, per mano di alcuni partigiani comunisti, nell’ Aprile o inizio Maggio 1945. La data dell’ ‘omicidio non è certa, all’ indomani della fine della Guerra convenzionale e nel corso dell’ infuriare della Guerra civile, nel nome di una logica perversa ed ottusa. L’ Anagrafe del Comune di Savona ha annotato nel registro delle inumazioni e in seguito sul certificato di morte, il suo decesso datandolo al  26 Aprile, ma altri documenti e testimonianze fanno risalire la sua uccisione alle ore quattro del mattino del primo Maggio 1945.  Che dire di lei, vivace, con molta voglia di vivere la fanciulla dagli scuri occhi  e i capelli a caschetto neri,  visse in quegli anni di buio medioevo e di Guerra Civile che  stava coinvolgendo l ‘ Italia del nord e Savona in particolare. Abitava con i suoi cari a Savona , in Via Tallone al numero civico 10. Da anni questa Via non c’ è  più. E’ stata sostituita da Via Gaetano Donizetti, ma gli edifici, invece son rimasti quelli di un tempo. Nulla è cambiato in questa strada dove visse per soli 13anni. Le ragioni precise  che fecero precipitare la bimba nell’ abisso di violenza, non sono mai state accertate con sicurezza. Probabilmente , ma è solo un ipotesi fra tante, la giovane venne trucidata per un tema che a Scuola aveva svolto, tessendo le lodi a Benito Mussolini. E sempre nel gennaio del 1945 nacque un carteggio di missive inviate dalla Segreteria particolare  del Capo di Salò, che non erano certamente passate inosservate agli spioni dei commissari politici della bande comuniste che agivano a Savona.
Gli anziani della zona, a “Sanna”, Savona in dialetto Ligure,  ricordano i Ghersi,  e hanno memoria dei vari accadimenti di quell’ epoca, ma difficilmente ne parlano, perché la verità secondo loro andrebbe a tangere in qualche modo la Resistenza.  Gli affranti  genitori della giovane dovettero lasciare ben presto la loro casa, e rifugiarsi altrove. In questa bruttissima storia giocarono, anche i sentimenti bassi ed indegni, come l’ invidia e la gelosia, il desiderio inconfessato di impossessarsi dei loro beni.    
           Roberto Nicolick




Il libro  " L' Adolescenza violata "  di circa 63 pagine, si legge d’un fiato. E'  in vendita nelle librerie ed edicole Savonesi al modico prezzo di 10Euro.
Si può ordinare anche all' autore via mail:  robertonicolick50@alice.it.
 Perché le future generazioni rammentino la vicenda di Giuse Ghersi e la nostra storia d' Italia, acciocché nulla venga tralasciato.




Bomba aerea del ’43, l’area di Capo Frasca diventa off limits


ARBUS. Una bomba d’aereo inesplosa risalente alla seconda guerra mondiale è stata rinvenuta ieri mattina nella zona operativa di mare del poligono di tiro di Capo Frasca in capo al Reparto sperimentale e di standardizzazione al tiro aereo (Rssta) dell’Aeronautica Militare. A trovare in riva il residuato bellico, che potrebbe aver conservato la sua carica esplosiva, è stato il personale militare durante una delle periodiche operazioni di routine di manutenzione ripristino dell’area del poligono. Immediatamente sono scattate le procedure per la messa in sicurezza del sito in cui è avvenuto il ritrovamento, che ricadendo nella zona marina antistante Capo Frasca è interdetto in maniera permanente alla navigazione e alla pesca. Gli specialisti del 5° Reggimento Genio di Macomer, arrivati nella stessa mattinata di ieri , hanno riconosciuto l’ordigno come una bomba d’aereo in uso nel secondo conflitto mondiale, non in dotazione però alle forze armate italiane. Il residuato bellico sarà fatto esplodere in condizioni di tutta sicurezza dagli artificieri del Genio forse già questa mattina o comunque nei prossimi giorni a seconda delle condizioni meteorologiche. (l.on) 
Fonte:
 http://lanuovasardegna.gelocal.it/cagliari/cronaca/2013/01/22/news/bomba-aerea-del-43-l-area-di-capo-frasca-diventa-off-limits-1.6397944

Rimossa la bomba ora ripartono gli scavi




 Di Lorenza Costantino
 Un'esplosione lontana, fuoco e fiamme, poi solo una colonna di fumo verso il cielo. La bomba che da settant'anni dormiva nel piazzale di stazione Porta Nuova, un metro sottoterra, termina così la sua parabola in aperta campagna, a Boscomantico, senza nuocere a nessuno. E a breve pure i resti dei tre soldati, scoperti anch'essi nel cantiere per il parcheggio interrato davanti al palazzo ferroviario, dovrebbero essere prelevati per ricevere un'adeguata sepoltura. Questa mattina, sul luogo del ritrovamento, si riuniranno gli esperti di Soprintendenza e polizia scientifica, accompagnati dai rappresentanti di Grandi Stazioni, la società di Fs responsabile dei lavori. Il sopralluogo ha anche lo scopo di passare al vaglio gli oggetti ritrovati accanto alle spoglie, nel tentativo di definire l'identità di quei militari. O almeno la nazionalità. Ulteriori indagici finora non erano state possibili: colpa della bomba, per la quale l'accesso all'area di scavo era stato vietato a tutti, esperti compresi. Quindi domenica scorsa, verso le 7, gli artificieri dell'Ottavo reggimento genio guastatori "Folgore" di Legnago si sono recati all'interno del grande cantiere dove, protetto da un involucro di legno, stava l'ordigno bellico alleato rinvenuto dagli operai nell'ispezione con il metal detector. Tempo mezz'ora, e il congegno ancora imbottito di esplosivo viaggiava su un camion alla volta di Boscomantico, scortato da carabinieri, vigili del fuoco e ambulanze, oltre che dagli stessi artificieri. Un trasporto in totale sicurezza, insomma, nonostante le precedenti valutazioni degli artificieri avessero comunque escluso il bisogno di evacuare i residenti e di bloccare il traffico ferroviario. La bomba, infatti, a suo tempo esplose per metà: il che ne ha diminuito il potenziale distruttivo, pur non azzerandone la pericolosità. «È andato tutto bene», spiega il capitano Giuseppe La Ianca, che ha diretto le operazioni degli artificieri. «Giorno e orario sono stati scelti nell'intento di interferire al minimo con le attività degli abitanti e con il passaggio degli autobus. L'area rossa aveva un raggio di cinquanta metri, il territorio coinvolto dal blocco del traffico è stato davvero ridotto, e non ha coinvolto i treni». Giorni prima, si era provveduto a scavare una buca a Boscomantico, in mezzo alla campagna. L'ordigno vi è stato adagiato e poi fatto esplodere a distanza. Alle 10.15 era già tutto finito. Adesso possono riprendere le operazioni nel cantiere della stazione. Tuttavia, l'ispezione con il metal detector dev'essere ancora portata a termine. «Potrebbero emergere altre "sorprese"», commenta il capitano La Ianca. «Lo scalo ferroviario fu uno dei primi bersagli dei bombardamenti, tra il '44 e il '45. Non è da escludere che dal terreno spuntino altri ordigni inesplosi».
Fonte:
 http://www.larena.it/stories/dalla_home/457702_rimossa_la_bomba_ora_ripartono_gli_scavi/

Verona: esplosa la bomba della stazione Porta Nuova „La bomba in stazione non c'è più, si indaga sui resti dei militari




22 gennaio 2013
ESPLOSIONE SICURA - Domenica scorsa, verso le 7, gli artificieri dell'Ottavo reggimento genio guastatori "Folgore" di Legnago si sono recati all'interno del cantiere dove, protetto da un involucro di legno, stava l'ordigno bellico alleato rinvenuto dagli operai nell'ispezione con il metal detector. Tempo mezz'ora, e la bomba della Seconda Guerra Mondiale viaggiava su un camion alla volta di Boscomantico, accompagnata da carabinieri, ambulanze, vigili del fuoco e artificieri. Giorni prima, si era provveduto a scavare una buca a Boscomantico, in mezzo alla campagna. L'ordigno vi è stato adagiato e poi fatto esplodere a distanza. Alle 10.15 l'ordigno era solo un lontano ricordo.
RESTI ANONIMI - Assieme alla bomba made in Usa erano stati ritrovati anche i resti di tre soldati nel cantiere per i lavori di adeguamento della stazione. Questa mattina, sul luogo del ritrovamento, si riuniranno gli esperti di Soprintendenza e polizia scientifica, accompagnati dai rappresentanti di Grandi Stazioni, società di Fs responsabile dei lavori. Il sopralluogo ha proprio l'obiettivo di passare al vaglio gli oggetti ritrovati accanto alle spoglie, nel tentativo di definire l'identità di quei militari, dato che in questo momento non si sa neppure da che paese provenissero. Proprio la bomba aveva impedito qualsiasi indagine approfondita.
Fonte:
http://www.veronasera.it/cronaca/bomba-stazione-porta-nuova-esplosa.html

lunedì 21 gennaio 2013

Un sopralluogo a casa dello zio Ma trova un intero arsenale


Di  Patrizia Vita

MESSINA- Quando è andato a fare un sopralluogo nell'appartamento ereditato da un zio, non immaginava certo di trovarci dentro una bomba, pare risalente alla seconda guerra mondiale, ancora attiva, e centinaia di munizioni. E' accaduto questa mattina ad un uomo, recatosi a visitare l'abitazione, un terzo piano di Via Oreto, nei pressi dello stadio Celeste, che un vecchio zio gli ha lasciato in eredità a Messina. Immediata, da parte dell'erede, la segnalazione al 113 del ritrovamento. Sul posto, oltre la polizia, anche gli artificieri, già al lavoro per disinnescare l'ordigno. Indagini in corso
Fonte:
 http://livesicilia.it/2013/01/21/un-sopralluogo-a-casa-dello-zio-ma-trova-un-intero-arsenale_248291/

Trovata bomba seconda guerra mondiale Interdetta la zona marina di Capo Frasca




Durante le operazioni di manutenzione e ripristino nella zona operativa del Poligono di Capo Frasca è stato trovato oggi un residuato bellico.
I militari del 5/o Reggimento Genio di Macomer hanno riconosciuto l'ordigno come una bomba d'aereo, risalente alla Seconda guerra mondiale, non in dotazione però alle forze armate italiane. Le attività di brillamento della bomba - è detto in una nota del Comando della Base di Decimonannu - saranno effettuate in sicurezza e nel più breve tempo possibile. Tutta la zona marina antistante il Poligono è stata interdetta in maniera permanente alla navigazione ed alla pesca.ù
Fonte:
 http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/301934

domenica 20 gennaio 2013

BOMBARDAMENTI AEREI INCURSIONI AEREE SU VERONA





Foto Mario Cargnel/collezione e restauro foto  Mauro Quattrina

21/10/1940 RAF          Verona
25/9/1943   12°  AF     Verona
30/12 1943 15°  AF     Verona
28/01/1944 15°  AF     Verona
08/02/1944 15°  AF     Verona                                                                                
14/02/1944 15°  AF     Verona
22/03/1944 15°  AF     Verona
28/03/1944 15°  AF     Verona
13/05/1944 15°  AF     Verona
17/05/1944 12°  AF     Villafranca di Verona
05/07/1944 12°  AF     Villafranca di Verona
06/07/1944 12°  AF     Verona
13/07/1944 15° AF      Verona
15/07/1944 12° AF      Villafranca di Verona
26/07/ 1944 12° AF     Verona
27/07/1944  12° AF     Verona
28/08/1944 12° AF      Villafranca di Verona
13/09/1944 12° AF      Verona
21/10/1944 12° AF      Verona
11/11/1944 12° AF      Villafranca di Verona
18/11/1944 15° AF      Villafranca di Verona
29/11/1944  12° AF     Villafranca di Verona
06/12/1944 12°  AF     Verona
29/12/1944 15° AF      Verona
23/02/1945 12° AF      Verona
03/03/1945 12° AF      Verona
04/03/1945 12° AF       Verona
10/03/1945 15° AF       Verona
26/03/1945 12° AF       Verona
06/04/1945 15° AF       Verona
07/04/1945 15° AF       Verona
08/04/1945 12° AF       Verona
24/04/1945 12° AF       Villafranca di Verona
25/04/1945 12° AF       Villafranca di Verona
PAGINA IN COSTRUZIONE


GALLERIA FOTOGRAFICA SUI BOMBARDAMENTI DI VERONA
A CURA DEL DOTT. MAURO QUATTRINA


è possibile cliccare sulle immagini per ingrandirle



Bombardamento 28 gennaio 1944 - Macerie Casa Ganassini Via Roma
Bombardamento 28 gennaio 1944 - Macerie Casa Ganassini Via Roma
Bombardamento 28 gennaio 1944 - Macerie casa Aio Via Roma
Bombardamento 28 gennaio 1944 - Macerie casa Aio Via Roma
Bombardamento 28 gennaio 1944 - Cratere bomba d'aereo Via Perri
Bombardamento 28 gennaio 1944 - Cratere bomba d'aereo Via Perri

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