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sabato 18 gennaio 2014

L’ordigno bellico ha lasciato Milena dopo 70 anni di permanenza


di Erika Diliberto
L’ordigno di chiara origine bellica, ritrovato nelle campagne milocchesi lo scorso 13 gennaio durante il lavoro nei campi è stato portato via, ieri mattina, da una squadra  di artificieri specializzati nella bonifica del territorio, dopo oltre settant’anni di permanenza nel sottosuolo nisseno. Il congegno risalente all’ultimo conflitto mondiale, contenente del tritolo, è stato rinvenuto non in perfetta conservazione e per tale motivo gli addetti ai lavori, vista anche la vicinanza ad alcune abitazioni, hanno preferito far brillare l’ordigno nella vicina cava di pietre di Acquaviva Platani, ritenuta da quest’ultimi, il luogo più idoneo per l’operazione. Il dispiegamento delle forze dell’ordine di ieri mattina ha incuriosito così tanto gli abitanti di Milena, che nonostante il divieto di accesso alla zona, hanno comunque fatto capannello con le loro autovetture dando lavoro sia ai vigili urbani che ai carabinieri intervenuti sul posto.  L’arrivo degli artificieri è stato reso possibile grazie al lavoro dei carabinieri che hanno prontamente piantonato la zona nell’attesa della loro venuta e nel frattempo fatto domanda alla Prefettura perché l’ordigno fosse prelevato e il territorio bonificato. Gli anziani della cittadina hanno sempre raccontato la storia dell’abbattimento di un aereo militare durante il conflitto, in contrada S. Maria. Storia avvalorata oggi dal rinvenimento dell’ordigno. All’epoca, l’abbattimento del velivolo, secondo il racconto, nonostante non vi siano fonti scritte, suscitò la paura e l’orrore degli abitanti che per dimenticare l’accaduto e l’incedere della guerra fecero in fretta ad archiviare il fatto nella loro memoria. Il congegno è stato rinvenuto nei pressi di un vecchio rudere, sotto un cumulo di pietre,  non lontano dal luogo dove presumibilmente venne abbattuto l’aereo militare. Probabilmente la bomba, all’epoca, venne nascosta non si sa da chi al fine di evitare ulteriori preoccupazioni alla popolazione. Nella zona del ritrovamento sono presenti diverse aziende artigianali ed industriali e per tale motivo era circolata in paese fra tante anche la voce che potesse trattarsi di un ordigno messo li a scopo intimidatorio. La venuta della squadra di artificieri ha messo finalmente fine alle angosce degli abitanti e alle tante chiacchiere che hanno solo creato paura e preoccupazione. (*EDI*)Erika Diliberto 
fonte: http://www.valloneweb.tv/index.php/notizie/1786-lordigno-bellico-ha-lasciato-milena-dopo-70-anni-di-permanenza

Rimini:Trovato ordigno bellico in via Marignano


RIMINI - Venerdì sera verso le 17 i Carabinieri della Stazione Flaminia sono intervenuti in via Marignano per il rinvenimento di un residuato bellico della 2^ guerra mondiale. I militari sul posto, hanno accertato che si trattava di un proiettile mortaio del diametro di 12 cm circa e 40 cm di diametro. Subito è stata delimitata la zona mettendola in sicurezza e inoltre sono stati avvisati gli organi preposti per la rimozione.
Fonte:
http://www.romagnanoi.it/news/rimini/1198978/Trovato-ordigno-bellico-in-via-Marignano.html

giovedì 16 gennaio 2014

La storia di Luigi Di Claudio, mai tornato dalla II Guerra Mondiale - Fronte greco/albanese


di ANTONIO DEL VECCHIO
La storia di Luigi Di Claudio di Rignano Garganico è tra le più travagliate della Seconda Guerra Mondiale. Coniugato con Giuseppina Lonero (1913 – 1979), parte giovanissimo per difendere la patria sul fronte Greco. Le sue tracce si fermano nei pressi di Rodi Egeo. Precisamente a Coo, dove resterà durante tutto il conflitto, conclusosi con l’armistizio dell’8 settembre.  
Ferito, forse è deceduto in un’infermeria amica o, non è escluso, deportato in qualche campo di concentramento sul fronte Est. In un verbale del Distretto Militare di Foggia, datato 18 aprile 1947, Di Claudio risulta “disperso nell’Egeo…per eventi di guerra” nel settembre 1943”. L’ultima lettera scritta alla consorte risale ad un paio di mesi prima. Nella missiva, Luigi si diceva felice per aver visto la foto dell’unico figlio, Matteo, nato il 6 settembre 1939 e del nipotino Tonino, nato un anno dopo. Raccontava di stare bene, ma di essere indispettito dal fatto di vederla molto graziosa, coperta da un cappotto nero (poi si scoprì prestato appositamente per la posa), che non poteva aver comprato in pochi anni di guerra. Di Claudio informava, comunque, che sul fronte le cose non andavano male e che lui stava bene. Il tutto è testimoniato da un triennio d’intensa corrispondenza tra il soldato e la sua famiglia, che riporteremo integralmente di seguito.
Ma prima di farlo, intendiamo riportare in sintesi i passi più significativi della vita civile e militare del protagonista al fine di non disperdere il filo logico della storia. Luigi Di Claudio nasce l’8 luglio 1911  da Matteo e da Leonilde Gaggiano nella casa avita di Via Forestelle (Belvedere Est) a Rignano Garganico. Viene tirato su dal latte della mamma e accudito dalla sorella maggiore Maria. Ormai grandicello, non va a scuola, in quanto i genitori sono costretti a risiedere in campagna per ragioni di lavoro e di sussistenza e in paese non  c’è nessuno che possa occuparsi di lui. Pertanto, Luigi sin da piccolo segue ed aiuta il papà nella vita agro-pastorale. Così anche da adolescente e poi da giovane. Alla visita militare dell’ottobre 1932, fatto rivedibile, deve rispondere alla chiamata alle armi della classe 1912 ed assegnato alla ferma minore di  primo grado (12 mesi). Nel marzo del 1933 lo troviamo in forza al 24° Reggimento di Fanteria e qui, conseguito il requisito dell’istruzione militare (sei mesi), nel settembre dello stesso anno  è mandato in congedo illimitato. Chiamato alle armi nella guerra dell’Africa Orientale (aprile 1935) dal Distretto Militare di Benevento viene aggregato al 227 Battaglione di Complemento.
Ricoverato all’Ospedale Militare di Messina nel novembre 1935, dopo una licenza di 90 gg. ,  è assegnato al 20° Reggimento di Fanteria, da dove sarà collocato in congedo illimitato nel luglio 1936. Nell’estate 1935 si fidanza con Giuseppina Lonero.  Lo rileviamo dal retro di una foto, scattata al mare, forse Messina. Nel 1938 sposa la predetta Giuseppina, di due anni minore di lui, che lo farà padre  dell’unico figlio Matteo, il 6 settembre dell’anno successivo. Richiamato alle armi nel settembre del 1939 lo troviamo presso il reparto misto Truppe di R.E. Finite le esercitazioni, il primo novembre  s’imbarca a Bari e sbarca a Rodi Egeo alcuni giorni dopo per essere incorporato al 9 Reggimento di Fanteria di stanza sull’isola  Vi resta sino al 29 gennaio 1940. Quindi, rientrato in Italia, continua a risiedere militarmente a Barletta, in attesa di nuova destinazione. Nel mese di marzo viene  mandato in licenza a Rignano. Sarà l’ultima volta che vedrà i suoi cari, a cominciare dalla moglie Giuseppina e dal figlio Matteo., allora appenda di sei mesi.
Ai primi di giugno 1940 per effetto dell’entrata in guerra dell’Italia è costretto, infatti,  a rifare lo stesso tragitto di prima. Parte da Bari e sbarca all’isola di Coo nell’Egeo per la sua destinazione militare definitiva. Infatti, è inserito nel 10° Reggimento di Fanteria “Reggina”, 9° Compagnia, III Battaglione (è il suo indirizzo ufficiale di posta militare).  L’isola, lunga circa 50 Km, è una delle maggiori dell’Egeo, dista solo 40 Km da Lero e circa 100 da Rodi. La sua importanza  era dovuta alla presenza del campo d'aviazione di Antimachia da cui gli aerei potevano alzarsi in volo e coprire tutto lo scacchiere.  Alla fine di ottobre l’isola diventa teatro di uno dei tanti crimini di guerra perpetrati dall’Esercito Tedesco nei confronti dei militari italiani che, tenendo fede al giuramento prestato, si rifiutano di aderire alla Repubblica di Salò. L’isola, strategicamente importante per il controllo del Teatro Operativo dei Balcani attraverso il locale aeroporto, era presidiata oltre dalle truppe del  10° reggimento di fanteria “Reggina”,  da  unità di artiglieria sostenuti da 1500 militari britannici giunti nei giorni seguenti l’8 settembre 1943.
L'isola è attaccata il 3 ottobre 1943 e le soverchianti forze tedesche, dopo 36 ore di combattimento, costringono alla resa i difensori. Circa 3000 dei 4000 militari italiani vengono catturati ed ammassati nel locale castello senza alcun rispetto delle norme della Convenzione di Ginevra; ai militari britannici catturati è  riconosciuto lo status di prigionieri di guerra. Dei 148 ufficiali italiani: 7 passano con i tedeschi, 28 riescono a fuggire in Turchia, 10  ricoverati in ospedale sono poi trasferiti in Germania, 103  vengono fucilati, compreso il comandante Felice Leggio, con l’accusa di tradimento.  Sicuramente tra i prigionieri c’è anche il Di Claudio, ma come e dove muore, tutte le piste finora seguite non hanno rivelato alcuno indizio: internato in qualche campo di concentramento dentro  fuori la Germania; perito durante la trasferta sulla terra ferma per affondamento di una delle tante cosiddette’carrette’ o deceduto per malattia. Tra i testimoni di uno dei suoi ultimi avvistatori c’è anche quella di chi lo ha visto con una gamba ferita e zoppicante.
Eccovi ora il rapporto epistolare di cui si è sopra accennato. Barletta, Deposito misto R. E., 30. 10. 1939. “Mia carissima moglie, non appena ho ricevuto la tua lettera, subito vi ho risposto facendovi sapere che io sto bene e così mi avete assicurato anche di voi tutti in famiglia state bene. Cara moglie voi mi dite che debbo venire in licenza per Tutti i Santi, ma io vi ho mandato a dirlo che non è cosa di venire, perché ci sono ancora quelli che non ancora vanno per niente e quelli che dovevano andare sono già andati nemmeno se lo fanno Tutti i Santi, i giorni di festa se li fanno in viaggio perché adesso non è più come una volta che pure che tardavi un giorno o due (tolleravano). Dite alla moglie di Donatuccio che lui non viene più a Tutti i Santi. Io vi prego di non farla piangere, se no quando vengo ti (sic) faccio piangere a (sic) te, Non (ho) altro più che dirvi, siamo troppo stanchi di dormire, adesso andiamo al cinema. Saluti a mio padre e mia madre e come pure ai miei fratelli e sorelle e mio cognato Giuseppe e i suoi figli. Saluti a tuo fratello e come pure a tua sorella con il suo marito e i suoi figli. Saluti a zii e zie, cugine e cugine, compari e comare. Saluti a tutti i vicini di casa. Saluti a chi domanda di me.
Saluti e baci con abbraccio di vero cuore li mando a voi e al piccolo Matteo, io sono sempre e per sempre il tuo indimenticabile marito Di Claudio Luigi”. Posta  da Coo (10° Reggimento Fanteria “Reggina”, 9° Compagnia Fucilieri, III Battaglione) indirizzata alla moglie Lonero Giuseppina a  Rignano Garg.co. P.M. 550   7. 9. 41 “Mia carissima moglie Vi scrivo questa cartolina per inviarvi le mie notizie che di salute sto bene, e così nella presente desidero anche di voi uniti al caro Matte e tutti di famiglia, tanto io credo che la posta come la ricevo io così lo stesso sarà anche per voi che secondo io scrivo la riceverette molto più spesso di prima. Ma a dirvi la verità sono quasi stufo sempre a scrivere, ma avrei il desiderio di vedervi tutti in Famiglia. Mia cara non per sapere ma per farvi una domanda, vorrei sapere da voi più o meno quanto sei riuscito a mettere da parte, compreso quello che vi ho mandato io, nella risposta me lo farete sapere. Non aggiungo altro, vi invio i più affettuosi baci insieme al piccolo Matteo. Saluti ai miei genitori e fratelli e sorelle. Saluti a vostra madre e sorelle e cognato con tutti di famiglia.
Saluti al compare e moglie. Di nuovo saluti sempre da Vostro marito Di Claudio Luigi. P.M. 550  11.  7. 42Carissima moglie, ti vengo a rispondere alla tua lettera e che mi parli che stai bene con il figlio Matteo e anche io sto bene, cara moglie come  parli che a Rignano ritirato (?). Per tutto quello che hanno fatto due mesi (di militare) vengono rimpatriati, cara moglie (vorrei) che fosse vero, ma quello che io…so è che qui non dicono niente, ma speriamo  che (se ne parli) più appresso e che fossi cara moglie come mi dici per il fatto dello scritto, ma cara moglie io quello che ti posso dire è di farti sempre forza e che è sbaglio, non fa niente , di ogni tempo deve sempre venire la fine. Poi cara moglie io il vaglio che ti avevo parlato in quella lettera di prima. Prima te l’avevo fatto ordinario e dato che ci voleva troppo tempo, adesso l’ho ritirato di nuovo, e te l’ho spedito a telegramma. Mia cara moglie mi fai sapere quando (lo) ricevi, me lo fai sapere e poi, cara moglie, mi fai sapere gli interessi.
Per te che ci fai qua, ora non si parla affatto. (Unica anta scritta): Cara moglie io sono più che forte se ti lascio… con i distinti saluti…sempre aff.mo marito Luigi. Mille Baci al piccolo Matteo. Saluti a mio padre, a mia madre e sorella, e anche a tua madre e sorella e a tutti… P.M. 550 28.10 42   XX  “Carissima moglie, ti vengo a scrivere una cartolina per sapere anche di te insieme a (nostro) figlio Matteo. Cara moglie puoi farmi sapere appena che ritiri il vaglia…di lire 5, 50,  io così ricevuto lo hai avuto. Spero che mi ritiri qualche poco di posta che scrivo da molto tempo. Saluti aff.mi. Luigi Di Claudio. Baci al piccolo Matteo”. P.M. 550  25.1.43, XXI “Carissima moglie, vengo a rispondere alla tua cartolina e mi parli che state bene insieme con nostro figlio Matteo e anch’io sto bene, cara moglie, e mi parli che ha fatto la neve e cuoi sapere se dove sto io ha fatto la neve. Dove mi trovo io di neve non c’è, fa freddo molto fa freddo. Come pure mi parli che il giorno che mi hai scritto la cartolina, il giorno di Pasquale Epifania e …mi parli , spero che l’anno che viene saremo tutti in famiglia.
Penso tutto ma Dio deve pensare a tutte le cose, non ho altro da dirti. Da me ricevi…per il tuo  aff.mo marito Di Claudio Luigi. Baci al piccolo Matteo e saluti a tutti in famiglia. Soldato Di Claudio Luigi.P.M. 550  9.2.43  XXI“Carissima moglie, vengo ancora a scriverti una cartolina per farti sapere che sto bene e come pure mi fai sapere anche di te. Cara moglie vi raccomando come già vi ho nella lettera di mettere un accordo da uno all’altro se no io se vengo a sentire queste parole vi faccio disconoscere a tutti quanti, perché io sto lontano e voglio sentire sempre buone notizie. Non ho altro da dirti. Da me ricevi baci, aff.mo marito Luigi. Baci al piccolo Matte e a tutti. Saluti dallo scrivano. Soldato Di Claudio Luigi”. P.M. 550  12.2.43  XXI  Carissima moglie vengo ancora a scriverti una cartolina per farti sapere che me la passo bene in salute e nello stesso tempo mi fai sapere anche di te insieme con il bimbo Matteo e tutti in famiglia. Cara moglie ti faccio sapere che oggi che io ti scrivo questa cartolina è una giornata un po’ fredda e mi fai sapere in questa parte (ossia da te) che si fa e che si dice, fammi sapere tutto.
Poi come moglie io questa cartolina la scrivo senza che posso ricevere una tua risposta. Scrivimi per dare così risposte. Cara moglie io termino di scriverti. Ti lascio con i più aff.mi saluti di cuore e che ti penso sempre che sono tuo marito lontano Luigi. Mille baci a nostro figlio Matteo e a tutti in famiglia. Soldato Di Claudio Luigi “. P.M. 550  14.2.43  XXI  Carissima moglie, vengo an cora a scriverti una cartolina con la quale farti sapere che sto bene e così pure mi fai sapere che state bene iniseme con il bimbo Matteo. Come ve la passate cara moglie(?) Io ho ricevuto posta da mio Padre e mi parla sempre delle solite cose. Io quello che vi prego di stare tutti contenti e non voglio più sentire di questo. Cara moglie non ho più che dire. Da me ricevi i più aff.mi saluti insieme a (nostro) figlio Matteo. Sono tuo marito Luigi. Soldato Di Claudio Luigi”.P.M. 550  19. 3. 43  XXI Carissima moglie oggi che ti scrivo me la passo bene in salute  e come pure mi fai sapere anche di te insieme con (nostro) figlio Matteo. Cara moglie, oggi che ti scrivo è il tuo onomastico. Spero che l’anno che viene lo faremo assieme tutti in famiglia.
Io in questa cartolina ti mando i più (sic) migliori auguri. Spero che state sempre allegri e contenti tutti in famiglia. Cara moglie da me ricevi aff.mi saluti insieme con (nostro) figlio Matteo che vi penso. Da me, tuo marito Luigi. Soldato Di Claudio Luigi”. P.M. 550  11.4. 43   XXI “ Carissima moglie, vengo ancora a scriverti una cartolina per farti sapere che sto bene e come pure mi fai sapere anche di te insieme con (il nostro) bimbo. Cara moglie, oggi ho aspettato la tua posta e non ho ricevuto niente e non so il motivo quale è. Cara, spero che domani la (sic) riceva la tua lettera e avesse (sic) la tua fotografia assieme con (il nostro) bimbo che desidero molto vedervi. Cara moglie, non so più che dire. Da me ricevi i più aff.mi saluti di cuore. Da me che sono tuo marito Luigi. Baci al piccolo. Soldato Di Claudio Luigi”. P. M. 21 . 4. 43  XXI Carissima moglie, vengo a rispondere a una tua lettera, dove parli che non stai tanto bene, ma che non mi hai fatto sapere più niente.
Spero che adesso una buona notizia me la dai, per il fatto che ho ricevuto una fotografia del nostro figlio, che non appena l’ho visto il mio cuore è lasciato molto contento, non immaginavo che dovevo vedere il mio piccolo Matteo tanto grande. Quanta ci fa la lontananza. Anche bello è il figlio di tua sorella. Stanno messi tutti e due belli con il braccio sulla spalla. Che dolore vedere che sto lontano e non posso avere tutte le mie soddisfazioni  verso tutti e verso te mia moglie. Per il fatto della licenza, quello che ti dico è di non avere pensiero che non c’è alcuna speranza per il momento, perché non è il tempo di venire e tu mi capisci. Pensa a stare sempre allegra che presto avverrà. Per come mi hai parlato per il fatto…tutto ho capito, non temo che tu vai a Sammarco a piedi.  Sapete tutto come la penso io. Per questo fatto sogno. Pensa solo a farti bene e fammi sapere tutta la verità, cara moglie, e poi che non cìè timore che tu vai a piedi a Sammarco. Fatti subito la fotografia, io sto sempre a pensarti, cara moglie…Ma dove sto io fino adesso ha fatto freddo ma ora fa molto caldo, cara moglie.
Termino di scriverti…tuo aff.mo marito Luigi Di Claudio. Baci al piccolo Matteo e sembra che tutto arriverà. Saluti tanti dallo scrivano che mi ha tenuto a dire tante belle cose. (Prima anta) Carissima cognata vengo a rispondere tutto a quelle parole che mi hai mandato a dire, cognata cara, nelle lettere di mia moglie. Ho ricevuto la fotografia assieme il figlio mio e quello tuo. Non appena l’ho presa tra le mani sono lasciato così contento e pieno di gioia. Che sfortuna avere un bambino figlio tanto lontano e non abbiamo la fortuna di vederci. Spero che viene presto il nostro ritorno, così ci (Seconda anta) potremo vedere tutti in famiglia noi, Cara cognata …Per il fatto di mia moglie tutto ho capito, quando mi risponde, mi fa sapere come se la passa la sua vita, perché io sto molto in pensiero. Tutto questo viene dalla lontananza, cara cognata. …Ti lascio. Ho avuto posta da tuo marito Angelo e mi parla che sta bene. Con i più affettuosi saluti, tuo cognato Luigi Di Claudio. Mille baci (al) caro Tonino”. P.M. 550  21. 7 43 XXI  Carissima moglie oggi ho ricevuto una lettera che parla molto bene insieme con (il nostro) bimbo Matteo, anch’io sto bene. Cara moglie, come mi parli. Per sapere che tieni conservato un po’ di grano duro. Tutto ho capito e puoi consigliarti per capire del 15 agosto se devo fare buone feste, ma cara moglie, come posso fare buone feste  tu di là e io di qua (?).
Ma non fa niente, deve pure arrivare la giornata anche per la nostra famiglia. Io non ho altro da dire. Ti lascio con i più aff.mi saluti. Baci ai piccoli. Tuo marito Di Claudio Luigi. Soldato Di Claudio Luigi”. Dopo questa missiva segue il buio più totale e anni di ricerca per giungere al nulla assoluto. Un commilitone scrisse a Giuseppina qualche anno più tardi per sapere notizie di Luigi, nella speranza che anche lui fosse tornato illeso dalla guerra. La sua “ultima volta” a Rignano risale, come accennato, al marzo 1940, quando lo scomparso viene a visitare, di nascosto, il figlio di sei mesi. All’epoca si trovava a Barletta per gli addestramenti di guerra. Con lui il cognato Angelo Del Vecchio. Giuseppina ha vissuto il resto della sua vita tra stenti e sacrifici, aiutata dalla sorella Nunzia e dai pochi famigliari in vita. Non ha mai perso la speranza di riabbracciare il marito. Allo stesso modo il figlio Matteo ha sempre sognato di poter stringere al petto almeno una volta il papà mai conosciuto.
Come si evince dalla variegata grafia e stile degli scritti, il Di Claudio essendo analfabeta si avvaleva dell’opera altrui. Parimenti la moglie Giuseppina che ricorreva solitamente all’amica di famiglia Maria Di Fiore (1901 – 1958) e alla stessa sorella Nunzia (1920).
N.B. Di questo e di altro si produrrà tra breve un più esauriente opuscolo ‘on line’, comprensivo di galleria fotografica su persone e documenti.

Torviscosa apre gli archivi e rilegge la sua storia


di Settimo Mareno
Archivi storici a Torviscosa: tutela e valorizzazione: questo l'obiettivo del progetto elaborato dal Comune che sabato alle 17 al Centro sociale di via Vittorini, farà il punto sui ritrovamenti degli archivi storici delle aziende che hanno fatto la storia della cittadina e di quelli privati. Un immenso patrimonio di documenti e immagini che saranno presto oggetto di esposizioni. Ce lo anticipa l’assessore alla Cultura di Torviscosa, Mareno Settimo. Tutti in Friuli conoscono i passi fondamentali della fondazione di Torviscosa: le bonifiche, l’insediamento della Snia Saici la costruzione della nuova città e poi l’inaugurazione ufficiale nel 1938 alla presenza del duce e prima di allora la visita di Filippo Tommaso Marinetti che a Torre Viscosa dedicò un poema. Di tutti questi fatti, ma anche di altri meno noti se non addirittura ignoti, esiste una vasta documentazione prodotta soprattutto dalla Snia. In seguito, le società che si sono avvicendate non hanno avuto interesse a conservare questi documenti e a partire dalla fine degli anni Settanta molto materiale d'archivio è stato eliminato perché ritenuto inutile. Nei casi più fortunati una parte dei materiali documentari (soprattutto disegni) è stata frazionata tra i diversi archivi societari; in altri casi il materiale documentario si è salvato perché dimenticato negli scantinati o in archivi abbandonati o inaccessibili, come nel caso dei 5 mila volumi della biblioteca tecnica Snia Bpd. Per conservare e valorizzare il patrimonio documentario rimasto, l’Amministrazione Comunale di Torviscosa nel 2009 ha presentato un progetto europeo grazie al quale è stato possibile intraprendere un importante lavoro di censimento, inventariazione e in alcuni casi anche digitalizzazione delle fonti archivistiche. Le attività sono cominciate dall’Archivio storico comunale, che è stato riordinato e inventariato nel corso del 2012. È previsto anche un intervento sulla straordinaria raccolta fotografica del fondo ex Caffaro (custodito per anni dall’Associazione Primi di Torviscosa) che, anche se conosciuto e oggetto di tutela, non è mai stato inventariato. Altri 280 elaborati grafici, risalenti al periodo 1940-1960 costituiscono il fondo Caffaro Industrie S.p.A.: il materiale comprende disegni di quasi tutti gli edifici del paese e piani regolatori risalenti al periodo successivo alla seconda guerra mondiale. Non sono mancate le sorprese: una di queste è stata la scoperta dell’archivio dell’Azienda Agricola Torvis, un fondo storico comprendente circa 1800 disegni e tutti i contratti d'acquisto dei terreni effettuati dalla Saici dopo il 1937. Un'analisi approfondita di questi contratti aiuterà a chiarire i rapporti tra la Saici e gli ex proprietari, che finora sono stati oggetto di valutazioni contrastanti da parte degli storici. Significativi soprattutto per la comunità locale il fondo fotografico della Biblioteca civica (2164 fotografie che riassumono la storia sociale e pubblica dal 1938 al 1995), il fondo Tal Campo (settecento immagini che illustrano il Villaggio Roma tra il 1950 e il 1980) e il fondo della scuola elementare (oltre alle fotografie, interessante l’elenco dei militari austro-ungarici sepolti a Torviscosa). Venuti a conoscenza del lavoro intrapreso dall’amministrazione comunale, anche alcuni privati hanno messo a disposizione i loro materiali per la digitalizzazione e sono stati così recuperati al pubblico uno straordinario libro fotografico risalente al giugno 1942 (fondo Franco Mauro), documenti del 1944 riguardanti l’attività partigiana a Torviscosa (fondo Ghirardo), fotografie che illustrano i danni subiti dalla fabbrica durante i bombardamenti del 1945 e l’attività edilizia del dopoguerra (fondo Gini Bedendi), disegni tecnici, tra cui un’interessante prospettiva aerea della centrale termoelettrica (fondo Bedon Schiozzi). Fondi e materiali saranno illustrati con maggiori dettagli sabato 18, alle 170 al Centro sociale di Torviscosa

Ordigno bellico della Seconda Guerra Mondiale trovato dalla Finanza di Finale nei boschi di Calice


Calice Ligure. Attimi di preoccupazione, ieri pomeriggio, a Calice Ligure, per il ritrovamento in frazione Eze di un ordigno bellico risalente alla Seconda Guerra Mondiale.
A fare la scoperta, in un bosco lungo la strada provinciale, sono stati alcuni uomini della Guardia di Finanza di Finale Ligure, che stavano operando in zona per altri servizi. I militari delle Fiamme Gialle hanno notato un oggetto dalla strana forma spuntare dal terreno: si trattava di un proiettile di artiglieria, semi interrato e potenzialmente ancora pericoloso.
Immediatamente è scattato il meccanismo previsto in questi casi, con la messa in sicurezza della zona e l’intervento degli artificieri: l’area è stata transennata, anche se fortunatamente si trovava lontano dalle abitazioni

mercoledì 15 gennaio 2014

Bomb disposal alert in Hawkinge after schoolboys Kane Byrne and Alex Taylor dig up unexploded Second World War rocket heads


di Sam Lennon
Army bomb experts had to be called out after two boys brought home unexploded Second World War weapons they found in a field.
The anti-tank rocket heads were dug up by Kane Byrne and his friend Alex Taylor, who had been out looking for objects with a metal detector.
Kane, 12, from Hawkinge, said: "The bomb squad told me they could vaporise anything within six feet."
His father, Karl Byrne, said: "When I saw those warheads in the house my face said it all."
The warheads were next to the kitchen a few inches from his wife Alison, 43, who did not know what they were.
Mr Byrne said: "When I saw them I felt panic-stricken. But I kept calm for the children. I knew what those objects were."
The 12-year-olds had their hair-raising adventure when they went metal detecting on Thursday, using for the first time a machine Kane had been given for Christmas.
They explored a field a few hundred yards from Kane's home in Curlew Place and found the first rocket head.
Alex, of Paxton Avenue, said: "We dug it out and it looked like a large bottle. It was about 1ft deep in the ground.
"We took it back to Kane's house and cleaned it and decided to go back to see if there were more. We found the second one had been right next to the first and brought that back, too."
The 10in to 12in-long shells had been found after 1pm and stayed in the house until Mr Byrne returned home at 6.30pm.
His two other children - nine-year-old twins Amelia and Imogen - eagerly dragged him to the kitchen show him their big brother's discovery.
The warheads were next to the kitchen, a few inches from his 43-year-old wife Alison who also did not know what they were.
Mr Byrne said: "They wanted to show me the treasures that Kane had brought back."
He contacted Kane's grandfather, Mike Woodland, in Plymouth, sending photographs of the weapons by mobile phone to get full identification and advice.
Mr Woodland, 60, who was in a bomb disposal team with the Royal Engineers in the 1980s, said the weapons were defused but the police needed to be called.
Alex had safely left the house by then and Mr Byrne took his children to karate classes at Folkestone's Pent Valley Technology College to get them out of harm's way.
He also placed the warheads in a bag and left them at the end of the back garden until the bomb experts arrived. This was to keep them cool to prevent the central heating overheating them.
Police first arrived at the house followed by a bomb disposal team from Folkestone's Sir John Moore Barracks.
The soldiers took away the weapons for them to be X-rayed and destroyed by controlled explosion.
The boys had gone exploring with the metal detector when they had a day off from Dover Grammar School for Boys after it had been flooded.
The metal detector had been a Christmas present to Kane from Mr Woodland.
Mrs Byrne, a beautician, had been at the family home when the weapons were brought back but had been preoccupied serving a client in an outbuilding.
Mr Byrne, an area manager for Lidl, said: "She ended up totally bewildered by everything that had happened."
Kane said: "It's not put me off metal detecting but the police told me that next time I find something I'm not sure about to tell my dad first."
The Byrne family live on the Turlingham Village estate, which is build on the original Hawkinge Aerodrome, a vital airfield during the Battle of Britain as it was close to Nazi-occupied France.
Mr Byrne's colleague, ex-soldier Paul Jefferies, said they would have been fired at enemy tanks and bunkers by Hawker Tempest planes.
The 42-year-old, who was in the 2nd Royal Tank Regiment until 2002, said: "They were disarmed to keep them safe until they were loaded on a plane."
Mr Jefferies had also been contacted by Mr Byrne when the weapons were first found.
He warned they could still explode and told the family to get out of the house and call the police and bomb squad.
The boys had begun to suspect the objects were shells and tried to research them on the internet, but could find no images to match what they had.
Fonte articolo e foto:

martedì 14 gennaio 2014

Gioca col metal detector e trova un ordigno bellico inesploso a Montecolombo


Gioca col metal detector e trova un ordigno bellico inesploso a Montecolombo
Una tranquilla domenica mattina poteva rivelarsi molto pericolosa per un 20enne che, armato di metal detector, ha scoperto un residuato bellico. Il giovane, quando ha notato lo strano oggetto emergere dalla terra in un campo incolto nei pressi di Via San Marco di Montecolombo, si è allarmato e ha chiamato il 112. I carabinieri, arrivati sul posto, hanno accertato la presenza di quello che sembra essere una granata da mortaio da 88 millimetri. La zona è stata immediatamente recintata e sono state allertate le autorità competenti per la messa in sicurezza e la successiva rimozione dell’ordigno bellico.

Fonte:http://www.riminitoday.it/cronaca/gioca-col-metal-detector-e-trova-un-ordigno-bellico-inesploso-a-montecolombo.html

Due ordigni bellici ritrovati nel Casertano


TEANO/ORTA DI ATELLA - Due ordigni bellici sono stati ritrovati nel Casertano. A Teano, nella frazione Casamostra, è stato scoperto all’interno di un terreno privato un ordigno bellico inesploso, tipo proiettile di artiglieria lungo circa 45 cm. e diametro circa 15 cm., risalente, verosimilmente, all’ultimo conflitto mondiale. Sono in corso le procedure per la sua rimozione. La situazione è seguita dai Carabinieri della Compagnia di Capua. Ad Orta di Atella in località San Giorgio, è stato rinvenuto un ordigno bellico del tipo bomba di aereo verosimilmente risalente al periodo del secondo conflitto mondiale. Sono in corso le procedure per la sua rimozione. La situazione è seguita dai Carabinieri della Compagnia di Marcianise.
Fonte:
http://interno18.it/cronaca/39618/la-scoperta-due-ordigni-bellici-ritrovati-nel-casertano

lunedì 13 gennaio 2014

UN CRONISTA PIUTTOSTO DISTRATTO


L’uomo dissoda parte del suo terreno, forse è stanco, ma continua. La forza nelle braccia è tanta. La sua zappa promette bei frutti primaverili. L'agricoltore lavora in località Bricol a Cencenighe Agordino, in provincia di Belluno. È domenica pomeriggio, l’uomo risistema tra le mani il suo attrezzo agricolo e con forza continua il suo scavo. La zappa urta qualcosa di metallico. È una bomba che esplode, lui non ode nulla a causa dell'istantanea lesione all'udito. Mani e viso spargono sangue. Un amico lancia l’allarme. Da Pieve di Cadore parte un elicottero del Suem che lo trasporta in ospedale. Il giorno successivo alcuni giornali del luogo parlano di un singolare incidente. Singolare per un cronista piuttosto distratto, direi, senza contare la vittime dei residuati bellici della settimana passata (1 in germania e 2 in Austria), solo nel 2013 ci sono stati 11 feriti da ordigni bellici risalenti le guerre del secolo trascorso.   


Giovanni Lafirenze    

domenica 12 gennaio 2014

Esplode ordigno mentre zappa la terra Un ferito grave nel Bellunese


È rimasto ferito gravemente un uomo a Cencenighe Agordino nel bellunese, a causa dell’esplosione di un ordigno mentre stava zappando la terra nei pressi di una baita. Secondo una prima sommaria ricostruzione, è rimasto colpito dall’esplosione al volto e alle mani probabilmente dopo aver colpito con l’ attrezzo la bomba. A lanciare l’allarme un amico che era con lui.  
 Un elicottero del Suem di Pieve di Cadore è giunto sul luogo dell’ incidente, distante una quindicina di minuti dalla strada; a bordo un medico e tecnico del Soccorso alpino. Prestategli le prime cure, i soccorritori lo hanno trasportato all’ospedale di Belluno.  
Fonte:

Austria: Vienna, esplosione auto causata da una bomba a mano


Vienna, 11 gen. (Adnkronos/Dpa) - E' stata una bomba a mano la causa dell'esplosione di un'automobile avvenuta questa mattina a Vienna, nella quale sono morte due persone. Lo ha confermato la polizia. Il portavoce Thomas Keiblinger ha riferito che "non ci sono prove che suggeriscano che la bomba sia stata lanciata nell'auto dall'esterno". All'interno del veicolo non sono state rinvenute altre armi.
Fonte:
http://www.arezzoweb.it/notizie/speciale.asp?idnotizia=130153