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sabato 19 aprile 2014

Trani: Il bombardamento del 27 aprile 1943



A CURA DI RAFFAELE PIRACCI
Era il 27 Aprile del 1943 quando la 2 guerra mondiale, arrivò a coinvolgere direttamente la città di Trani. Era appena trascorso il Lunedì di Pasqua quando verso le due, improvvisamente, senza nemmeno il segnale di allarme, alcuni aerei - non si e mai saputo se inglesi o americani, sganciarono su Trani quattro bombe, di cui due caddero in mare e le altre piombarono sulla banchina del porto, fra via Zanardelli e via Vincenza Fabiano. Gli ordigni distrussero completamente il fabbricato posto fra le due strade e danneggiarono altri, tra cui il Teatro comunale, provocando la morte di ben 21 persone, alcune sorprese nel sonno ed altre che erano uscite all'aperto al rombo degli apparecchi, per rendersi conto di che cosa stesse accadendo. I feriti furono 26 ed alcuni contrassero gravi invalidità. Successivamente, gli apparecchi sganciarono altre bombe sulle casermette di via Corato, provocando la morte di 14 militari. Il tragico episodio, entrava nella storia di Trani come la "Pasquetta di sangue del 1943". Non era ancora terminata l'incursione che prontamente i Barnabiti Padre Luigi Brancato, Padre Agostino Rizzi e Padre Francesco Trocchi, incuranti del pericolo, accorsero a portare aiuto materiale e spirituale ai feriti ed ai moribondi. Da ammirare fu pure l' intervento, con il giovane figlio Tiberio, della signora Emma Viti, infermiera volontaria della C.R.I., che provvide ai primi soccorsi e coordino il trasporto dei feriti. Lo spettacolo era terrificante: un palazzo sventrato che lasciava intravedere i miseri avanzi delle abitazioni e delle masserizie, quelli adiacenti danneggiati dalle schegge e dalle vibrazioni, infranti tutti i vetri delle finestre fino al Carmine e a S. Teresa, le strade cosparse di schegge, di calcinacci e di macerie, macchie di sangue ed una folla enorme, costernata e a mala pena trattenuta dalla forza pubblica e dagli addetti ai servizi. Nel vivo dell'incursione, a notte ancora profonda e prima che giungessero i soccorsi "ufficiali", il dolore aveva sbloccato ogni controllo verbale ad un malcontento fino allora, represso per il timore di ritorsioni politiche e si era dato libero sfogo ad imprecazioni contro il duce, il fascismo e la guerra. In serata comincio l'esodo di moltissimi cittadini, lo "sfollamento" come si diceva allora. Non ritenendosi più sicura la città, chi ne aveva la possibilità si trasferiva in campagna o si recava presso parenti in altre città, ritenute meno soggette all'attenzione del nemico. L'incursione non solo aveva precipitato nel lutto le famiglie delle 21 vittime e provocato il panico nella popolazione, ma aveva anche privato del tetto molte altre, la cui casa era stata gravemente danneggiata. Alle esigenze dei sinistrati più bisognosi provvidero, il Comune ed il Fascio. Per alcuni furono resi disponibili degli ambienti della casa della G.I.L. e, nel frattempo, si verificarono gesti spontanei da parte di alcuni cittadini più facoltosi. Entro pochi giorni, la Casa Vinicola Domenico e Tommaso Pappalettera di Milano spedì al Podestà di Trani, amata città di origine dei titolari, un assegno bancario della somma, assai cospicua all'epoca, di £. 5000; qualche giorno dopo, i marchesi Tuppuli-Schinosa di Trani rimisero, sempre per i sinistrati, la somma di £. 3.000
Fonte: http://www.traniviva.it/storia/scheda/il-bombardamento-del-27-aprile-1943/
Foto tratta da: Traniviva.it. Immagine  A cura di Raffaele Piracci e tratto da "Trani in guerra. La vita di Trani durante la seconda guerra mondiale"




La ricerca storica del Professore Giacomo Pacini sul bombardamento del lunedì di Pasqua del 1943 subito dalla città di Grosseto


Il 26 aprile 1943, lunedì di Pasqua, Grosseto subì il suo primo attacco aereo durante la seconda guerra mondiale. Ne avrebbe subiti altri 18, ma questo sarà sempre ricordato per il tragico prezzo di vite civili che costò. Morirono infatti 134 grossetani, tra cui decine di bambini uccisi mentre stavano giocando sulle giostre di un Luna Park situato appena fuori Porta Vecchia. L’attacco, condotto da 48 fortezze volanti americane, colse del tutto di sorpresa la popolazione e in pochi riuscirono a trovare riparo nei rifugi anti-aerei. Sulla città vennero scaricate quasi 400 bombe da 300 libbre e circa 2000 bombe a frammentazione, le cosiddette cluster bombs (clusters era il nome dei contenitori cilindrici che si aprivano a comando e che contenevano spezzoni dal peso di 20 libbre). Prima di quel 26 aprile mai i bombardieri pesanti americani si erano spinti così a “nord” nei loro attacchi aerei e l’azione contro Grosseto può a tutti gli effetti essere considerata il primo bombardamento statunitense sul centro Italia nella storia del secondo conflitto mondiale. L’obiettivo degli americani era mettere fuori uso l’aeroporto militare e in particolare distruggere una scuola di addestramento per piloti di velivoli aerosiluranti che i tedeschi avevano creato nel 1942 proprio all’interno dell’aeroporto. Secondo le valutazioni dell’intelligence alleata questa scuola era il più importante centro logistico presente sul territorio italiano per la pianificazione degli attacchi con mezzi aerosiluranti contro i convogli navali statunitensi. Gran parte delle informazioni su questa scuola di addestramento, agli Alleati le aveva fornite un prigioniero di guerra tedesco che era stato catturato nell’autunno 1942 e che per diversi mesi aveva lavorato dentro all’aeroporto maremmano. Questo era l’attacco programmato, ma durante il suo svolgimento 19 aerei del 301 B.G. armati di bombe a frammentazione devastarono il centro cittadino causando una paurosa strage di bambini che erano intenti a giocare sulle giostre di Piazza De Maria. Come facile intuire, ai soccorritori si presentò una scena da incubo, con i corpicini martoriati dei bimbi che vennero pietosamente recuperati e, solo quando possibile, ricomposti. I cadaveri vennero in parte accatastati nel vecchio ospedale, mentre altri furono messi sotto i portici del Comune. Per molti giorni, dopo quel 26 aprile 1943, la strage delle giostre riempì i cinegiornali (si vedano a titolo di esempio quelli dell’istituto Luce C0351 e C0347) e le prime pagine dei giornali non solo dell’Italia ma di tutto il mondo.  Il 28 aprile, per visitare i feriti e constatare di persona gli effetti di quell’attacco aereo, venne in visita ufficiale a Grosseto anche il Re, Vittorio Emanuele III. A metà maggio poi, prendendo spunto proprio dal caso di Grosseto, il Vaticano inviò una formale lettera di protesta al Presidente degli Usa Franklin Roosvelt per chiedere la fine degli attacchi aerei contro i civili. Roosvelt replicò a metà giugno con una lettera personale inviata a Papa Pio XII nella quale scrisse che i piloti americani facevano di tutto per evitare sofferenze ai civili, ma trovandosi spesso costretti a operare in aree ristrette e in avverse condizioni meteorologiche, era purtroppo inevitabile che potessero verificarsi degli errori. Ma la responsabilità di tutto questo, sosteneva, era solo e soltanto di Mussolini e della sua scellerata scelta di dichiarare guerra agli Stati Uniti. Tra il 2008 e il 2010 il ricercatore dell’ISGREC Giacomo Pacini ha condotto una ricerca sul bombardamento del Lunedì di Pasqua interrogando archivi ancora inesplorati e rintracciando fonti inedite e fondamentali per la ricerca. I risultati del lavoro sono stati esposti in numerose iniziative pubbliche a Grosseto. 
Fonte: http://www.grossetocontemporanea.it/la-ricerca-storica-sul-bombardamento-del-lunedi-di-pasqua/#sthash.xJw8hyAq.dpuf






 Campagna sensibilizzazione sul tema ordigni inesplosi promossa dall'ANVCG

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WW II Bomb Found Near Kalaikunda Airbase in Bengal

A 450-kg bomb of World War II vintage was found three feet under the ground while digging for a lamp post near Kalaikunda air base in West Bengal, official sources said today. The explosive, encased in a thick iron barrel and measuring about 4 feet in length, was found at Moulishol village while digging to erect the lamp post in a sub-station of the state electricity board yesterday. Police said the bomb was manufactured in 1939 and would be defused permanently in nearby Dudhkundi forest soon.
Fonte: http://news.outlookindia.com/items.aspx?artid=837801
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venerdì 18 aprile 2014

Dalla soffitta del Centro di Galceti spuntano anche due teschi umani

PRATO. C’erano anche due teschi umani nella soffitta del Centro di scienze naturali di Galceti, dove il 16 aprile la polizia ha sequestrato pure una mazza ferrataun elmetto americano della Seconda guerra mondiale e 180 munizioni per fucile da caccia e pistola. Lo conferma oggi, 18 aprile, la stessa Questura. I due teschi trovati nella soffitta dai ricercatori dell’Università di Firenze che stanno facendo lavori di ristrutturazione sembrano molto vecchi ed erano avvolti in fogli di giornale. Apparentemente sono reperti provenienti forse da qualche museo. Al momento nessuno sa chi li abbia messi nella soffitta e a che scopo, così come è ignota la provenienza delle munizioni. Proseguono le indagini della squadra mobile sull’insolito ritrovamento. Altre fonti riferiscono che sono stati interessati anche i carabinieri del Reparto investigazioni speciali (Ris) di Roma per avere la certezza che i teschi trovati a Galceti sono resti umani e non animali. (p.n.)
Fonte: http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2014/04/18/news/dalla-soffitta-del-centro-di-galceti-spuntano-anche-due-teschi-umani-1.9071030
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Ordigno bellico ritrovato in via Ferrara


Rinvenuto ieri pomeriggio un ordigno bellico in via Luigi Ferrara, a Pregiato: sul posto per ordine della Prefettura sono rimasti a controllare la zona i vigili urbani, fino alla mezzanotte, poi gli agenti del commissariato di corso Palatucci. L’ordigno, ancora chiuso in una scatola di ferro, è stato trovato dai proprietari di un immobile che lo hanno scoperto in seguito ad interventi di ristrutturazione. Dopo la segnalazione, la Prefettura ha deciso che l’ordigno venga oggi trasferito in un luogo isolato al fine di farlo brillare. Ieri sul posto insieme agli agenti della Polizia locale, guidati dal vicecomandante, Giuseppe Ferrara, sono giunti anche l’assessore alla sicurezza, Vincenzo Passa, e i poliziotti coordinati dal vicequestore aggiunto Marzia Morricone, che hanno sorvegliato la zona e delimitato l’area in cui è stato trovato l’ordigno. Una prevenzione che la Prefettura ha adottato al fine di scongiurare il rischio di esplosione in un luogo densamente abitato. E’ la prima volta che un congegno bellico viene trovato nei pressi di un abitazione. In passato i rangers cittadini hanno rivenuto diversi ordigni ma sempre in zone montuose del territorio metelliano. (a. f.)
Fonte: http://lacittadisalerno.gelocal.it/cronaca/2014/04/18/news/ordigno-bellico-ritrovato-in-via-ferrara-1.9075281
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bambina di 7 anni scava 'bomba' al Fosforo sulla spiaggia di Norfolk


A suspected World War Two phosphorus bomb dug up by a seven-year-old girl on a Norfolk beach burst into flames when her mother prodded it with a fork. She said Norfolk Police told her it “sounded like” a World War Two phosphorous bomb when she described it over the phone and told her a bomb disposal unit would deal with the device. Full Article Available At: BBC National News Read the full article right now: Click to read

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Ordigno bellico inesploso, senso unico a Garofano di Savignano


Ordigno bellico inesploso, senso unico a Garofano di Savignano
A Savignano, sulla strada provinciale 623, si circola a senso unico alternato, regolato da semaforo, con il limite di velocità a 30 chilometri orari, per un tratto di circa 200 metri nel centro abitato di Garofano. La modifica della circolazione è stata decisa dai tecnici della Provincia di Modena su richiesta del Comando dei carabinieri in seguito al ritrovamento, avvenuto nella serata di giovedì 17 aprile, di un ordigno bellico inesploso, una bomba di mortaio risalente alla 2ª guerra mondiale, nel campo adiacente il margine sinistro della strada provinciale, in corrispondenza dell’intersezione con viale del Lavoro. Per garantire la sicurezza è stata chiusa al transito la corsa di marcia in direzione di Savignano e istituito il senso unico alternato sulla corsia opposta. Il senso unico alternato resterà in vigore fino a quando l’ordigno non sarà disinnescato
Fonte:http://www.modenatoday.it/cronaca/bomba-savignano-18-aprile-2014.html.


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Salea, ordigno bellico fatto brillare sul Centa


Albenga - Gli artificieri del 32/0 Genio Guastatori di Torino hanno fatto brillare sulle rive del fiume Centa una bomba a mano. L’ordigno, risalente alla Seconda guerra mondiale era stato ritrovato nei giorni scorsi nelle campagne diSalea, sempre nel territorio comunale di Albenga. A richiedere l’intervento degli specialisti dell’Esercito sono stati i carabinieri di Albenga dopo che a segnalare il ritrovamento della bomba erano stati alcuni passanti.
Fonte: http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2014/04/18/AQr8tHXC-brillare_ordigno_bellico.shtml
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Albenga: rinvenuta antica bomba a mano nelle campagna di Salea


di M.C.
E' stata rinvenuta alcuni giorni fa in una campagna di Salea una antica bomba a mano risalente alla Seconda Guerra Mondiale.
Il ritrovamento è stato effettuato da un uomo che ha immediatamente avvertito i carabinieri di Albenga.
Date le condizioni pessime dell'ordigno, è stato richiesto l'intervento degli artificeri dell'esercito di Torino che hanno provveduto a farla brillare sulle rive del fiume Centa in Via Molino.
Sono intervenuti in via precauzionale anche i militi della Croce Bianca di Albenga.
Fonte: http://www.savonanews.it/2014/04/18/leggi-notizia/argomenti/cronaca-2/articolo/albenga-rinvenuta-antica-bomba-a-mano.html
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giovedì 17 aprile 2014

Boffalora, ritrovata bomba inesplosa della Seconda Guerra Mondiale

Boffalora sopra Ticino (Milano), 17 aprile 2014 - Unabomba inesplosa - o meglio detto, un proiettile di contraerea - risalente alla Seconda Guerra Mondiale ritrovata in un campo di Boffalora sopra Ticino. La scoperta avvenuta per merito di alcuni pescatori che stavano andando a pescare nel laghetto di via Folletta, la zona bassa del paese che porta alla località Magnana. Questa mattina la zona è stata transennata dai carabinieri di Magenta e dagli artificieri dell’Esercito Italiano giunti con una squadra di Guastatori specializzata nel far brillare gli esplosivi.
Fonte: http://www.ilgiorno.it/legnano/cronaca/2014/04/17/1054442-Bomba.shtml

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La donna che smina i terreni... altro che lavoro da uomini!


di Natalia Piemontese
Margarida Luis Sitoe, smina i terreni. Vive in Mozambico e lavora per conto delle Nazioni Unite, nell’ambito del Programma per lo Sviluppo e in particolare per l’opera di sminamento umanitario che dovrebbe portare il Paese aliberarsi completamente dalle mine entro la fine dell’anno. Ha ancora senso, viene da chiedersi di fronte ad un simile esempio, parlare di lavori da donne e lavori da uomini? Negli ambienti meno misogini il pretesto della differenza è giustificato in modo cavalleresco dalla maggiore forza fisica dell’uomo rispetto a quella della donna. Ma anche in questo caso ormai, piovono smentite di rilievo. In quanto donna africana si sente realizzata, percepisce un salario e prende parte alla fase decisionale del progetto. Il suo ruolo però va oltre: non si tratta infatti solo di un lavoro fisico da svolgere sotto il sole, scavando nella terra e percorrendo decine di chilometri, si tratta invece, di partire dal ruolo che la donna ricopre nella società di riferimento.
L’importanza delle donne in questo contesto ha permesso un rilevamento più preciso delle zone minate: le donne africane sono purtroppo le più esposte a questi pericoli, essendo quelle che con maggior frequenza rispetto agli uomini lavorano nei campi, vanno a prendere l’acqua o a cercare legno avventurandosi fuori dai sentieri battuti. Grazie al coinvolgimento di donne come Margarida Luis è stato possibile tracciare una vera e propria mappa del territorio minato, decidere da dove cominciare il percorso di sminamento oltre che condurre campagne di sensibilizzazione ed educazione al rischio delle mine anti-uomo. Grazie al loro contributo oggi i campi possono essere coltivati, i bambini possono giocare liberamente fuori dalle scuole e tutta la comunità è in grado di vivere in modo normale.
Fonte: http://news.biancolavoro.it/professioni/2767-un-lavoro-da-donne-sminare-i-terreni
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Bomba al Forte, Ciancarini: “Non distruggetela”


Non distruggere la bomba ritrovata al Forte Michelangelo e, se possibile, farla entrare invece a far parte dei reperti da esporre nella Casa della Memoria di prossima inaugurazione. È questa la richiesta del presidente della Società Storica civitavecchiese, Enrico Ciancarini, dopo il ritrovamento di un nuovo ordigno bellico nei pressi del Forte. "Per Civitavecchia e i civitavecchiesi, colpiti dal maggio 1943 a tutto il 1944 da circa cento bombardamenti aerei che distrussero l'80% della città – afferma Ciancarini – una bomba d'aereo della Seconda Guerra Mondiale non è infatti solo un residuato bellico di cui sbarazzarsi al più presto: è purtroppo parte indimenticabile della loro storia". Il presidente della Società Storica aveva avanzato un'analoga richiesta anche per la bomba rinvenuta lo scorso 20 novembre, ma in quell'occasione gli artificieri dovettero far brillare l'ordigno per ragioni di sicurezza.
Fonte: http://www.trcgiornale.it/news/attualita/66786-bomba-al-forte-ciancarini-lnon-distruggetelar.html
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mercoledì 16 aprile 2014

Trenta giornalisti sulle tracce della Grande Guerra


È stato un fine settimana intenso e ricco di suggestioni quello vissuto da un gruppo di cronisti delle più importanti testate italiane, i quali hanno potuto conoscere gli eventi legati al centenario e visitare luoghi e testimonianze diventati ora simboli di pace. 
Il progetto era stato presentato giovedì scorso a Monaco di Baviera
Una tre giorni dedicata alla Grande Guerra, dalle iniziative messe in campo per ricordare i cento anni dallo scoppio del conflitto, curate dagli assessorati al turismo e alla cultura della Provincia, alle testimonianze e vestigia di cui è ricco il Trentino, capaci di raccontare quel periodo e rafforzare la propensione alla pace di questo territorio. 
Un’esperienza molto forte, sia da un punto di vista umano sia professionale, quella vissuta nello scorso fine settimana da trenta giornalisti delle più importanti testate nazionali, dal Corriere della Sera a Famiglia Cristiana, dal Tg5 a Repubblica. 
 
Il viaggio stampa è iniziato venerdì pomeriggio, quando il gruppo è stato accolto nelle sale del Museo Storico Italiano di Rovereto, una delle più autorevoli realtà dedicate ai conflitti dell’Italia nel Novecento. 
Qui il provveditore Camillo Zadra ha ripercorso le vicende belliche sul suolo provinciale, mentre Paolo Manfrini, direttore di Trentino Turismo e Promozione, si è soffermato sulle numerose iniziative in vista del centenario. 
Luisa Filippi, assessore alla contemporaneità del Comune di Rovereto, ha invece sottolineato come questa città sappia esprimere una vera cultura di fratellanza fra i popoli.
Quindi è stato il momento di un’interessante tavola rotonda, moderata da Andrea Selva, che ha visto la presenza dello stesso Zadra, di Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino, e soprattutto del giornalista del Corriere Lorenzo Cr emonesi, inviato di guerra da oltre trent’anni, che ha tratteggiato un parallelismo fra il primo conflitto mondiale e quelli attualmente in corso nelle varie zone del mondo. 
 
Il pomeriggio si è concluso a Rovereto, davanti a quello che è il monumento più significativo legato a quel periodo e alla voglia di pace del Trentino, ovvero la Campana dei Caduti «Maria Dolens», realizzata nel 1925 col bronzo dei cannoni delle nazioni partecipanti al conflitto. 
La giornata di sabato è stata invece dedicata alla visita delle vestigia presenti sul territorio, in grado di raccontare quelle drammatiche vicende e di costruire al contempo una cultura di pace.
Il gruppo ha potuto così scoprire il Nagià Grom in Val di Gresta, un campo trincerato che si estende per più di 2 chilometri, recentemente ripulito e recuperato alla memoria storica, o in alternativa Forte Belvedere, sull’Altopiano di Folgaria, Lavarone e Luserna, conservatosi perfettamente negli anni ed arricchito dalle installazioni multimediali, realizzate da Studio Azzurro, che raccontano con suoni, luci e voci la vita dei soldati che qui combatterono. 
 
Anche Forte Pozzacchio, in Vallarsa, è stato interessato dal viaggio in quanto unico esempio di forte completamente scavato nella roccia, visitabile dopo un lungo restauro a partire dal mese di luglio di quest’anno. 
A concludere la giornata la visita alla mostra «Perduti nel paesaggio - Lost in Landscape», ospitata al Mart. 
Il giorno dopo, domenica, il tour sulle tracce della Grand e Guerra è ripreso con la visita al Mausoleo di Cesare Battisti, sul Doss Trento, dedicato ad una delle più importanti figure dell’Irredentismo italiano, e all’adiacente Museo degli Alpini. 
Sempre nella Città del Concilio, il gruppo di giornalisti ha potuto scoprire il Forte di Cadine - Bus de Vela, interessato recentemente da un complesso restauro, che ha riproposto la conformazione originaria della tagliata, e ricevere il saluto dell’assessore al turismo Michele Dallapiccola.

Fonte: http://www.ladigetto.it/permalink/32910.html
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Una mazza ferrata e munizioni per fucile e pistola trovati al Centro di Galceti


PRATO. Due scatole di cartucce per fucile da caccia, una scatola di proiettili calibro 7,65 per pistola, una mazza ferrata, trappole per uccelli, un elmetto risalente alla prima o alla seconda guerra mondiale. In una soffitta del Centro di scienze naturali di Galceti c’era un piccolo arsenale, che nel pomeriggio di oggi, 16 aprile, è stato sequestrato dalla polizia. A fare l’insolita scoperta sono stati i ricercatori dell’Università di Firenze che in questi giorni stanno facendo lavori di ristrutturazione a Galceti per la realizzazione di un rettilario. I ricercatori hanno avvisato il direttore del Centro, David Fastelli, che a sua volta ha chiamato il Corpo forestale e la polizia. Sembra che da anni nessuno fosse entrato nella soffitta, a cui si accede solo con una scala, e dunque il materiale sequestrato potrebbe essere stato messo lì durante la precedente gestione
 Fonte: http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2014/04/16/news/una-mazza-ferrata-e-munizioni-per-fucile-e-pistola-t
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Foto tratta da iltirreno.gelocal.it





A cento anni la Grande guerra continua a uccidere


di Paola  Baiocchi
Si avvicina il centenario dello scoppio della Prima guerra mondiale, iniziata il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell’Impero austro-ungarico al regno di Serbia, in seguito all’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este, a Sarajevo il 28 giugno 2014. Molte iniziative si stanno preparando in tutta Europa per ricordarla. È appena uscito in lingua francese Paysages en bataille (Paesaggi in battaglia) un libro fotografico della giornalista belga Isabelle Masson-Loodts, archeologa e storica, che dal 2010 ha percorso i 700 chilometri delfronte e le pianure dove gli eserciti si sono scontrati.L’autrice ha scoperto che, mentre l’ultimo superstite del primo conflitto mondiale, l’australiano Claude Choules è scomparso nel 2011 all’età di 110 anni, esistono ancora testimoni viventi dei grandi combattimenti in Piccardia, nelle Argonne, nelle Fiandre: sono gli alberi e i terreni che mostrano ancora le ferite che lebattaglie vi hanno inferto e che la natura non ha riassorbito. L’autrice lancia un appello perché la memoria sia conservata, ma allo stesso tempo si intervenga sullo stock di munizioni non ancora rimosse dal terreno. A cento anni la Grande guerra fa ancora dei morti: non più tardi del mese di marzo due operai sono rimasti uccisi dall’esplosione di un ordigno bellico in un cantiere a Ypres, in Belgio, luogo di molte battaglie e dove per la prima volta è stata usata una miscela di gas letali, che hanno preso il nome di iprite, proprio per la cittadina delle Fiandre.
Fonte:  http://valori.it/speciali/a-cento-anni-grande-guerra-continua-uccidere-7399.html
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Ordigno bellico ritrovato nei campi


Mentre lavorava nei campi di un'azienda agricola, in via Barleti a San Pancrazio di Russi, un operaio ha ritrovato un ordigno bellico. Immediatamente allertati, sul posto sono intervenuti i carabinieri per mettere in sicurezza l'area di ritrovamento dell'ordigno in attesa dell'intervento degli artificieri. Il campo si trova tra San Pancrazio e Godo. (Russi)
Fonte: http://www.ravennaedintorni.it/ravenna-notizie/41685/ordigno-bellico-ritrovato-nei-campi.html
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