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sabato 7 giugno 2014

E SE DOVESSIMO CASUALMENTE VEDERE UNA BOMBA IN MARE ?


La stagione estiva è ormai iniziata, nei fine settimana a venire cercheremo scampo termico tre le onde dei nostri mari, lasciandoci ammaliare da sabbie dorate o da profumatissimi scogli. Come tutti gli anni, ovviamente i mesi estivi permettono a sub o appassionati di attività subacquee in genere di calarsi in apnea o con ara (bombole ad aria) a varie profondità, per i più fortunati, tra Gorgonie o Posidonie. Sia come sia, il Presidente Giuseppe Castronovo, e tutta l'Associazione Vittime Civili di Guerra già protagonisti della campagna d'informazione sul pericolo prodotto dai residuati bellici di tutte le guerre decidono lanciare questo comunicato:
Prima d'affrontare e gestire ogni attività in mare, dovremmo calcolare e prevedere tutto, nulla può essere lasciato al caso. Non parleremo di tabelle di risalita, di manutenzione attrezzatura o di correnti marine, ma di residuati bellici presenti nei mari e come comportarci nel caso pensassimo di riconoscerne qualcuno. In realtà non è semplice per un bagnante, anche se munito di maschera ed areatore individuare un singolo colpo d'artiglieria da anni caduto in mare, infatti queste granate si presentano parzialmente insabbiate, lasciandoci intravedere solo incrostati ed indistinguibili fondelli od ogive che potremmo confondere con parte dell'habitat marino. Ma il sub esperto, vale a dire colui che è in mare per cogliere ogni particolare del fondo è in grado di notare la granata anche se parzialmente insabbiata o tra altri sassi e scogli. Ma come comportarsi se convinti d'aver individuato un residuato bellico ? In primo luogo dovremmo gestire ogni emozione. Non toccare assolutamente l'oggetto, in quanto molti esplosivi da carica non perdono la capacità detonante anche se in acqua da quasi un secolo. Se la probabile bomba è sommersa a pochi metri dalla spiaggia a meno tre, meno quattro metri di profondità, segnalarla subito alle forze dell'ordine chiamando il 113 o il 112 nel contempo, in attesa delle autorità competenti, fare in modo magari con l'aiuto dei bagnini d'isolare lo specchio d'acqua ad altri bagnanti. Se il rinvenimento della bomba è a qualche centinaio di metri o più dalla riva va da se che è un'immersione con barca, perciò non dovrebbe essere cosa complicata per il sub far prendere il punto per mezzo del GPS. Magari una foto subacquea dell'oggetto da mostrare in Capitaneria. Per i più volenterosi il consiglio di posare una piccola boetta legata ad una cima ed appesantita da un corpo morto. Questa operazione e grazie al punto GPS agevolerà i tecnici della Marina Militare, ad individuare e localizzare il punto esatto della probabile bomba nel più breve tempo possibile.


Giovanni Lafirenze
 Campagna sensibilizzazione sul tema ordigni inesplosi promossa dall'ANVCG

Ritrovato ordigno bellico alla Vallugola


di Rossano Mazzoli
Un ordigno bellico risalente alla seconda guerra mondiale è stato rinvenuto alla Vallugola, a confine tra il comune di Gabicce Mare e quello di Pesaro. Una bomba d'aereo di fabbricazione italiana di 500 kg incrostata e arruginita è stata rinvenuta in località Vallugola. Compito degli artificieri sarà quello di trasportare l'ordigno, per il successivo brillamento, in un fondale non inferiore a 5 metri d'acqua. L'ordinanza del comune di Pesaro prevede, nella mattinata di mercoledì 11 giugno, l'evacuazione di tutte le persone che si trovano all'interno dell'area definita con un raggio di mille metri dal punto di ritrovamento dell'ordigno bellico. Fonte: http://www.viverepesaro.it/index.php?page=articolo&articolo_id=476448 
L'ordinanza 

Milazzo. Rimossi e fatti brillare tre ordigni bellici


Stamattina gli specialisti del Nucleo Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi della Marina Militare di Augusta hanno fatto brillare tre ordigni bellici ritrovati all’interno del Porto di Milazzo. Si trattava di tre proiettili del calibro di circa 90 mm risalenti alla Seconda guerra mondiale, ancora inesplosi con la spoletta inserita. L’operazione è stata condotta in collaborazione con il personale militare della Capitaneria di Porto di Milazzo.
Gli ordigni si trovavano nell’area di cantiere in prossimità del molo di sottoflutto del Porto milazzese. Dopo aver interdetto l’accesso allo specchio acqueo in questione, i militari hanno avviato le operazioni di rimozione, durate circa 3 ore, nel corso delle quali, ad una congrua distanza di sicurezza dal litorale e dai mezzi nautici presenti nel tratto di mare interessato, sotto il diretto controllo e vigilanza dei militari ed unità navali intervenute, è stata effettuata la ricognizione del fondale per recuperare gli ordigni, poi trasportati, in sicurezza, in una zona di mare distante circa 2 miglia dalla costa su un fondale di circa 150 mt., per effettuarne il definitivo brillamento con una contro carica.
Un’operazione andata a buon termine, che ha consentito di ripristinare la sicurezza dello specchio acqueo interessato dai lavori di banchinamento del porto di Milazzo dalla presenza di residuati bellici inesplosi, ma ancora potenzialmente attivi e pericolosi per la pubblica incolumità di persone e cose. La celerità degli enti coinvolti nelle operazioni (Prefettura di Messina, Capitaneria di Porto di Milazzo e Nucleo SDAI di Augusta) ha garantito anche la regolare prosecuzione degli importanti lavori di realizzazione delle nuove banchine del Porto di Milazzo, che avrebbero potuto subire una lunga interruzione per via della presenza nei fondali dei suddetti pericolosi ordigni bellici. Fonte: http://www.24live.it/74844-milazzo-rimossi-e-fatti-brillare-tre-ordigni-bellici 

http://www.24live.it/

venerdì 6 giugno 2014

Bonifica subacquea condotta dal Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin


I Palombari di Comsubin, dislocati presso i Nucleo SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi), continuano la loro opera ininterrotta tesa a bonificare le acque dei nostri litorali dagli ordigni esplosiviresiduati bellici, purtroppo ancora presenti in grandi quantità.
Tali operazioni sono condotte in esito ad uno dei compiti d’istituto che la Nazione ha assegnato ai Palombari della Marina Militare. In particolare le attività subacquee svolte nell’ultimo mese dagli uomini del Gruppo Operativo Subacquei del Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei” hanno permesso di distruggere 419 ordigni, suddivisi in 249 proiettili di medio e grosso calibro, 1 mina subacquea, 2 bombe da mortaio, 4 bombe d’aereo e 163 bombe da fucile.
Quest’opera ha visto impegnati i Reparti Subacquei della Marina in attività a salvaguardia della pubblica incolumità nel porto di Piombino, presso le Isole di Gallinara e Giannutri, nelle acque antistanti le provincie di Siracusa, Gela, Cosenza, Olbia, Taranto e Pozzuoli. Ma l’intervento più delicato è stato condotto a Reggio Calabria dal personale del Reparto Pronto Impiego del G.O.S. che si è immerso, a oltre 50 metri di profondità, all’interno del relitto del “Laura C” per rimuovere il materiale esplosivo in esso contenuto.
Per gli appassionati del mare, che con l’avvento della bella stagione ricominciano la loro attività subacquea ricreativa, consigliamo di non toccare assolutamente i manufatti, eventualmente rinvenuti, la cui forma possa ricordare o meno un ordigno esplosivo o parti di esso.
Quello che invece è doveroso fare, per l’incolumità di tutti, è di identificare il sito di ritrovamento dell’oggetto e, qualora si abbia con se una macchina fotografica subacquea, farvi una fotografia per poterne denunciare immediatamente il ritrovamento alla locale Capitaneria di Porto o stazione dei Carabinieri, che richiederà l’intervento del Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin che provvederà alla sua rimozione e brillamento. Fonte: http://www.marina.difesa.it/Conosciamoci/Notizie/Pagine/20140606_bonifica.aspx
www.marina.difesa.it

MOLFETTA. TORRE GAVETONE: DIVIETO DI BALNEAZIONE PER QUESTIONI DI SICUREZZA DOVUTA ALLA PRESENZA DI ORDIGNI BELLICI


MOLFETTA – Divieto assoluto di balneazione a Torre Gavetone. Inquinamento bellico, la motivazione. L’ordinanza è del Sindaco di Molfetta che a sua volta richiama l’art. 1 dell’ordinanza n. 03/2011 della Capitaneria di Porto di Molfetta, in cui si ribadisce il divieto di "pesca in qualsiasi forma praticata, immersioni subacquee ed ogni altra attività connessa con gli usi del mare".  Con la medesima ordinanza, inoltre, il Sindaco ha vietato in maniera assoluta la balneazione nei seguenti tratti di litorale: 1. Spiaggia libera "Torre Calderina" (500 mt a monte e 500 mt a valle dello sbocco della fogna cittadina) - Regolamento Regione Puglia 03/1111989 n.5 art.72; 2.  Spiaggia libera "Torre Calderina" (500 mt a monte e 500 mt a valle dello sbocco della fogna dei Comuni di Terlizzi, e Ruvo di Puglia) - Regolamento Regione Puglia 03/11/1989 n. 5 art.12; 3.- Spiaggia libera "Secca dei Pali" compreso Molo Pennello; 4. Area Portuale; 5. Spiaggia libera “Via Isonzo" scarico a mare impianto trattamento acque pluviali ( 200mt a monte e 200m a valle dello sbocco).  Cala San Giacomo, assente per il secondo anno consecutivo dalla lista nera delle spiagge non balneabili. Una buona notizia. Ma Cala San Giacomo è fruibile come spiaggia libera?  Fonte: http://www.ilfatto.net/news/news/3778-molfetta-torre-gavetone-divieto-di-balneazione-per-questioni-di-sicurezza-dovuta-alla-presenza-di-ordigni-bellici

Napoli: fatta brillare bomba in mare da Marina Militare


Napoli, 6 giu. - (Adnkronos) - Si è completata oggi, con il riuscito brillamento di una bomba d'aereo americana avvenuta nelle acque antistanti il litorale di Miseno, nei Campi Flegrei, l'operazione di bonifica eseguita dai palombari del Nucleo Sdai (Sminamento difesa antimezzi insidiosi) del Raggruppamento Subacquei Incursori 'Teseo Tesei' della Marina Militare. Il brillamento di oggi è stato giudicato uno dei più difficili e complessi eseguito dagli artificieri della Marina nell'ambito di questa operazione di bonifica: si è infatti tratatto di una bomba del tipo Demo da ben 1.100 libbre, circa 500 kg di esplosivo inseriti in un involucro cilindrico di ferro di una lunghezza di poco inferiore ai 2 metri per circa 50 centimetri di diametro. L'ordigno, risalente alla Seconda guerra mondiale, si trovava su un fondale di circa 13 metri di profondità, nelle immediate vicinanze di un allevamento di mitili a Miseno. Le due spolette a percussione, una di testa e una di coda, dopo una permanenza in mare di oltre 70 anni si presentavano estremamente deteriorate e, pertanto, molto pericolose. L'ordigno è stato trainato lentamente al largo con l'ausilio di appositi galleggianti che lo mantenevano a pochi metri al di sotto del pelo dell'acqua. Giunto sulla verticale del punto prefissato per il suo brillamento, a circa 3,5 miglia dalla costa, su un fondale sabbioso con oltre 120 metri di profondità e lontano da condotte sottomarine, alla bomba, sospesa a circa 20 metri dalla superficie, è stata applicata una contro-carica di circa 6 kg di tritolo, collegata al detonatore con un cavo elettrico.L'esplosione del residuato bellico ha creato una colonna d'acqua di oltre 50 metri d'altezza e un'onda d'urto avvertita persino dall'Osservatorio Vesuviano, preventivamente allertato. Fonte:http://napoli.repubblica.it/dettaglio-news/-/4509669

giovedì 5 giugno 2014

Aereo da caccia della seconda guerra mondiale RAF trovato nel deserto del Sahara in Egitto


L'aereo da caccia monoposto è stato scoperto per caso da polacco lavoratore compagnia petrolifera Jakub Perka esplorare una regione remota del deserto occidentale in Egitto. La posizione è a circa 200 km dalla città più vicina. Fonte: http://www.telegraph.co.uk
Jakub Perka/BNPS.co.uk

Jakub Perka/BNPS.co.uk

Jakub Perka/BNPS.co.uk

D-Day: lo sbarco in Normandia - Videodocumento


Nella raccolta dell’agenzia Reuters le storiche immagini dello sbarco in Normandia, la più grande operazione militare anfibia della storia effettuata dalle forze alleate per aprire un secondo fronte in Europa e invadere la Germania nazista. Lo sbarco avvenne sulle spiagge del nord della Francia, alle 6:30 del mattino del D.Day, martedì 6 giugno 1944 Fonte: http://video.repubblica.it/mondo/d-day-lo-sbarco-in-normandia
-videodocumento/168152/166636

www.repubblica.it

Si chiama "The brave" il monumento francese dedicato ai soldati americani che sbarcarono il 6 giugno 1944 per liberare l'Europa occupata dai nazisti. La Normandia si prepara a celebrare il 70esimo anniversario del D-Day: almeno 800 ex combattenti britannici e statunitensi sono attesi nei luoghi dove sbarcarono 70 anni fa insieme ad altri 130mila soldati alleati (lapresse) Fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2014/06/05/foto/d-day_normandia_si_prepara_a_rievocare_il_giorno_pi_lungo-88098779/1/?ref=HRESS-2#1

Sequestrati 13 chili di tritolo rinvenuti nel giardino di un'abitazione di Rocca Massima: arrestato un 43enne


di Rita Cammarone 
Tredici chili di tritolo, suddivisi in 72 panetti, 68 dei quali perfettamente funzionanti, a forma di parallelepipedo con un foro al centro per l’innesco, e quattro di forma cilindrica, parzialmente spezzati. Erano interrati nel giardino di un’abitazione di Rocca Massima, località Costa Buona, dove Marco Battisti, 43enne del posto, arrestato ieri sera per il possesso dell’ingente quantitativo di esplosivo, si trovava agli arresti domiciliari per droga.
IL BLITZ NELL'ABITAZIONE DI BATTISTI. A rinvenire il tritolo nell’abitazione di Battisti è stata la Squadra Mobile di Latina, diretta dal vice questore Tommaso Niglio, a seguito di un’intensa attività di indagine, coordinata dal sostituto procuratore Luigia Spinelli, avviata due mesi fa quando il 43enne era stato fermato a Latina con addosso 60 grammi di cocaina. A fiutare la presenza dell’esplosivo sotto un metro di terra, e contenuto in un fusto di plastica di quelli normalmente utilizzati per la conservazione dell’olio, è stata Luna, una splendida cagna Labrador della Questura di Roma, giunta nel piccolo comune lepino per aiutare i poliziotti a fare subito centro nelle ricerche. 
LA POLIZIA CERTA DI TROVARE IL TRITOLO. Perché in tutta questa storia c’è solo una cosa ben chiara: la certezza della Squadra Mobile di trovare il tritolo nel giardino di Battisti. L’uomo arrestato, una volta che ha visto Luna scavare in un punto preciso, ha confessato che lì sotto c’erano i 72 panetti di tritolo. Ma si è giustificato sostenendo che l’intero quantitativo era stato trovato dal padre una ventina di anni fa e che si trattava di un residuo bellico. Un’ipotesi percorribile, anche perché il tritolo - come ha spiegato Niglio in una conferenza stampa tenuta nella tarda mattinata di oggi in Questura per spiegare l'operazione - sarebbe effettivamente risalente alla seconda guerra mondiale, anche se sprovvisto di sigle riconducibili all’esercito a cui apparteneva. Del tutto sconosciuta invece la finalità del possesso che dà sé costituisce un forte allarme sociale. Le indagini sono ancora in corso e gli inquirenti, al momento, non lasciano trapelare alcunché che possa spiegare a chi potesse effettivamente interessare il tritolo e per quale tipo di attentato. La certezza di trovare l’esplosivo a casa di Battisti è stata “giustificata” dall’esito delle attività investigative a carico dell’indagato avviate dopo il suo arresto per droga. Si è tradito nel corso di una conversazione che è stata intercettata dalla Polizia? Qualcuno ha indirizzato i poliziotti a casa di Battisti? Non è dato sapere. Al momento.  

BATTISTI, SCONOSCIUTO ALLE FORZE DELL'ORDINE FINO A DUE MESI FA. Ma chi è Marco Battisti? Il 43enne di Rocca Massima, sposato e separato, padre di un figlio che vive con la madre, dal 1997 risulta senza reddito, almeno stando agli accertamenti effettuati presso l’Inps, e sconosciuto alle forze dell’ordine fino a due mesi fa,  quando la Polizia gli ha trovato la cocaina addosso e lo ha arrestato. Un personaggio tutto da studiare per gli inquirenti, che a colpo sicuro hanno trovato nella sua disponibilità così tanto tritolo da far saltare un grattacielo. Ora è in carcere e dovrà confrontarsi con l'autorità giudiziaria. 
IL TRITOLO NON TEME L'UMIDITA'. A Saline di Montebello Ionico (Reggio Calabria), appena una quindicina di giorni fa, è stato recuperato un carico di 24 chili di tritolo, divisi in 121 panetti, rimasti per più di 70 anni nella stiva di una nave affondata durante la Seconda guerra mondiale. Ciascun panetto, del peso di 200 grammi circa, presentava un foro centrale circolare di predisposizione per un eventuale innesco. Panetti della stessa tipologia di quelli rinvenuti a casa di Battisti e in grado di distruggere ciascuno un’automobile. Va detto che il tritolo non è solubile in acqua e quindi anche a distanza di moltissimi anni resta attivo, anche se immerso in mare.   Fonte: http://www.corrieredilatina.it/news/cronaca/6990/Sequestrati-13-chili-di-tritolo-.html
http://www.corrieredilatina.it/

Centuripe rinvenuti ordigni bellici inesplosi risalenti all’ultimo conflitto mondiale


Nel comune di Centuripe  sono stati rinvenuti degli ordigni bellici inesplosi risalenti all’ultimo conflitto mondiale.
Sul posto sono intervenute delle squadre specializzata del 4° Reggimento Genio Guastatori di Palermo alle dipendenze della Brigata Aosta; queste squadre sono denominate nuclei EOD (Explosive Ordnance Disposal) più comunemente indicate come squadre artificieri.
Il residuato rinvenuto nel comune di Centuripe è stato trovato in contrada San Lorenzo, sul tetto di una casa in ristrutturazione celato sotto una tegola ed è stato identificato dagli specialisti dell’Esercito Italiano come una bomba a mano mod. BZE 39 di nazionalità tedesca.
Gli specialisti del 4° Reggimento Genio Guastatori di Palermo hanno provveduto alla distruzione in prossimità dello stesso luogo di rinvenimento.
Le capacità tecniche del personale ed i mezzi in dotazione all’Esercito garantiscono il prezioso intervento in caso di pubblica utilità e per la tutela dell’ambiente. In particolare, i reparti genio, grazie alle esperienze maturate nelle missioni estere ed all’elevata connotazione “dual-use” (capacità di cooperare con le autorità civili a favore della cittadinanza e quella operativa espressa nei teatri operativi), operano a favore della comunità nazionale sia in caso di pubbliche calamità, sia per la bonifica dei residuati bellici ancora ampiamente presenti sul territorio italiano. Dal 2000 al 2013, i nuclei EOD dei reparti genio dell’Esercito hanno eseguito oltre 37.000 interventi specialistici per la bonifica di ordigni esplosivi.
Nel 2014 gli specialisti dell’Esercito del 4° Reggimento Genio Guastatori di Palermo hanno già portato a termine 30 interventi di bonifica nel territorio siciliano, con il relativo disinnesco o distruzione degli ordigni rinvenuti.
L’Esercito è l’unica Forza Armata preposta alla formazione degli artificieri di tutte le forze di polizia, forze armate e corpi armati dello stato.Fonte: http://www.vivienna.it/2014/06/05/centuripe-rinvenuti-ordigni-bellici-inesplosi-risalenti-allultimo-conflitto-mondiale/
 Il residuato rinvenuto nel comune di Centuripe è stato trovato in contrada San Lorenzo, sul tetto di una casa in ristrutturazione celato sotto una tegola ed è stato identificato dagli specialisti dell’Esercito Italiano come una bomba a mano mod. BZE 39 di nazionalità tedesca. Gli specialisti del 4° Reggimento Genio Guastatori di Palermo hanno provveduto alla distruzione in prossimità dello stesso luogo di rinvenimento. Le capacità tecniche del personale ed i mezzi in dotazione all’Esercito garantiscono il prezioso intervento in caso di pubblica utilità e per la tutela dell’ambiente. In particolare, i reparti genio, grazie alle esperienze maturate nelle missioni estere ed all’elevata connotazione “dual-use” (capacità di cooperare con le autorità civili a favore della cittadinanza e quella operativa espressa nei teatri operativi), operano a favore della comunità nazionale sia in caso di pubbliche calamità, sia per la bonifica dei residuati bellici ancora ampiamente presenti sul territorio italiano.

Isola Gallinara distrutti otto ordigni bellici


Albenga. La Guardia Costiera rende noto, attraverso una nota, che sono terminate le operazioni di bonifica dei fondali adiacenti all’isola Gallinara, in cui sono stati rimossi numerosi ordigni bellici della seconda guerra mondiale. Nell’ambito dei monitoraggi congiunti che negli scorsi mesi hanno visto i subacquei della Guardia Costiera e della Sovrintendenza ai beni archeologici impegnati a verificare la consistenza dei beni archeologici sommersi, e nell’ottica di rivedere i pertinenti strumenti di tutela, erano stati rinvenuti diversi ordigni inesplosi (residui bellici, proiettili di artiglieria di vario calibro) risalenti al secondo conflitto mondiale, quando l’isola Gallinara venne occupata dalle truppe tedesche. Le operazioni di bonifica, disposte dalla Prefettura di Savona e condotte dal nucleo subacqueo della Marina Militare con l’ausilio del V nucleo sub della Guardia Costiera, sono terminate con il brillamento, a circa 2 miglia dall’isola su un fondale di 190 metri, degli 8 ordigni rinvenuti a mezzo contro-carica esplosiva di circostanza. Fonte:http://www.ivg.it/2014/06/isola-gallinara-bonificata-dagli-ordigni-bellici/ 
http://www.ivg.it/

Pozzuoli. Incastrato tra gli scogli vicino a ordigni bellici e tritolo: salvato sub ferito


di Nello Mazzone
Pozzuoli. Un sub di Pozzuoli di 55 anni è rimasto incastrato tra gli scogli al largo di Miliscola, a pochi metri dall’arsenale bellico sepolto nei fondali di Arco Felice. Per salvarlo sono intervenuti guardia costiera, carabinieri e sminatori del reparto Sdai della Marina militare. Un’operazione di salvataggio complessa e delicata, per la vicinanza agli ordigni da 100 chili di tritolo abbandonati settant’anni fa dall’esercito tedesco in ritirata. Proiettili e bombe da mortaio della Seconda guerra mondiale. Il sub 55enne ha battuto la testa contro un masso e si è incastrato tra gli scogli a pelo d’acqua.
A dare l'allarme sono stati alcuni pescatori della zona, che hanno allertato la capitaneria di Pozzuoli. Sul posto sono arrivate dopo pochi minuti 2 pilotine e un gommone della guardia costiera di Pozzuoli e Baia, coordinati dal comandante Andrea Pellegrino, oltre al nucleo subacqueo sminatori Sdai della Marina militare (impegnati nello sminamento della spiaggia di Arco Felice) e i carabinieri.
Il 55enne è stato liberato dopo oltre un’ora e adesso si trova in osservazione al pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli per trauma cranico. L’uomo rimarrà in osservazione per alcune ore, per monitorare l'ematoma alla testa.  Fonte: http://www.ilmattino.it/napoli/salvataggio_sub_pozzuoli/notizie/728235.shtml

http://www.ilmattino.it/

mercoledì 4 giugno 2014

Ancora bombe della guerra: ri-chiusa la strada alla Romita


LA ROMITA (TAVARNELLE) - Nuovamente chiusa, da alcuni giorni, la strada in via Romita, nel comune di Tavarnelle, con nuovi disagi che già in precedenza aveva creato ai residenti e agriturismo della zona.
  Ma anche all’unico negozio di alimentari della Romita: ogni volta che viene chiusa la strada che collega Santa Cristina in Salivolpe e San Pancrazio, gli incassi precipitano. La chiusura del breve tratto stradale è stata nuovamente causata dal rinvenimento di ordigni bellici che dovranno essere fatti brillare dagli artificieri dell’esercito. Era già avvenuto che in quel tratto, mentre si stavano eseguendo dei lavori nell’ottobre 2013, la ditta avesse portato alla luce ben cinque ordigni fatti in seguito brillare. Il rinvenimento insolito di tanti ordigni  tutti insieme, fece pensare che in quel tratto ve ne potessero essere altri, ed è stato così: dopo il sopralluogo effettuato da personale specializzato, sono venute fuori altre bombe che adesso devono essere dissotterrate e fatte brillare. La strada è stata chiusa fino a fine lavori. Ma quando inizieranno e quando finiranno questi lavori, si chiedono chiedono alcuni residenti. Ancora una volta la strada è stata chiusa in concomitanza con il ponte del 2 giugno, la gente esasperata ha tirato da una parte le transenne cercando di passare nonostante il divieto: e in alcuni casi c’è voluto... un trattore per riportarli sulla strada asfaltata.
"Cercano una via traversa - dicono alcuni abitanti - pur di non dovere fare un lungo giro, e così ci ritroviamo le  macchine nelle nostre proprietà, costrette poi comunque a tornare indietro. Addirittura sono arrivati anche ai bordi della piscina dell’agriturismo con la macchina, nello stupore dei villeggianti".
 "Per non parlare poi dei pulmini che portano i bambini a scuola - ricordano - costretti a fare dei giri incredibili. Bastava aspettare la fine della scuola per chiudere la strada. Se sono passati 70 anni da quando hanno messo le bombe e fino ad ora non sono scoppiate, potevano avere il buon senso di chiedere la strada in un periodo diverso!". Al momento non sappiamo quando gli ordigni saranno rimossi, nessuno vi lavora e il cartello è chiaro: "Bonifica da ordigni esplosivi. Vietato l'accesso". Fonte: http://www.gazzettinodelchianti.it/articoli/primopiano/6342/notizie-su-san-casciano/bomba-romita-strada-chiusa-di-nuovo.php#.U4_1unJ_sR8

Trova un ordigno bellico e lo porta a casa, poi chiama i vigili del fuoco


PIEVE A NIEVOLE - Ha trovato un ordigno bellico in un terreno vicino alla sua abitazione e solo dopo esserselo portato in casa ha avvertito i vigili del fuoco. E’ successo a Pieve a Nievole, protagonista una donna, che dopo aver compreso le reali caratteristiche dell’oggetto ha dato l’allarme. Immediato l’intervento dei vigili del fuoco di Montecatini che, accertata la pericolosità dell’oggetto, hanno provveduto ad allontanare la donna dalla sua abitazione e circoscritto l’area in attesa dell’intervento di una squadra di artificieri in arrivo da Pistoia, che si occuperanno di neutralizzare il potenziale offensivo dell’ordigno. Fonte: http://iltirreno.gelocal.it/montecatini/cronaca/2014/06/04/news/trova-un-ordigno-bellico-e-se-lo-porta-a-casa-poi-chiama-i-vigili-del-fuoco-1.9360327 
 Campagna sensibilizzazione sul tema ordigni inesplosi promossa dall'ANVCG

Chiaverano, scoperta una Santa Barbara al lago Sirio


di Simona Bombonato
CHIAVERANO. A poco più di un metro e mezzo di profondità, verso un’insenatura appartata del lago Sirio poco distante dalla riva, qualcosa di insolito è apparso sul fondo. Una sequenza di forme insolite, tutte uguali. Proiettili della Seconda guerra mondiale. A centinaia, forse migliaia. «Ho visto come una parete di due metri per tre piena di proiettili e poi, quando ho messo a fuoco, una miriade di altri proiettili ancora coperti di alghe sparsi sul fondale, sarà stato un raggio almeno dieci metri». A parlare è un appassionato di immersioni che abita vicino a Ivrea. E che domenica mattina è sceso in solitaria nelle acque del Sirio per riaffiorare poche decine di minuti dopo portandosi appresso una cinquantina di munizioni da mitraglietta calibro sette della Seconda guerra mondiale. Il sub ha consegnato il tutto ai carabinieri di Banchette i quali, vista la frequenza con cui avvengono ritrovamenti di natura bellica nel lago di Chiaverano, hanno invitato chiunque a non prelevare materiale dubbio dal fondo. «In effetti chi può escludere che non vi siano ordigni inesplosi? Mi hanno detto che i proiettili in questione rappresentano un potenziale pericolo solo se esposti a un forte calore. Quindi, lì dove sono rimasti per quasi settant’anni non dovrebbero far male a nessuno». Il luogo del ritrovamento è mantenuto top secret, ovviamente, anche se episodi così, con protagonisti proprio i sub impegnati nelle esercitazioni di rito, non si contano nella zona di Chiaverano. Si dice che nel Sirio i partigiani abbiano buttato armi e munizioni per non finire nelle mani dei tedeschi o per non finirci già condannati a morte. «Si dice, proprio – interviene il sindaco Maurizio Fiorentini –. Un anno fa abbiamo trovato altre munizioni dell’epoca durante la giornata dell’ecologia che avevano organizzato con sub e Legambiente. Ma c’è molto di più là sotto. Ci sono persino delle macchine risalenti agli anni Settanta». A novembre sono state scoperte decine di munizioni per pistola e caricatori per mitraglietta sempre della Seconda guerra mondiale, il tutto adagiato sul fondale assieme a un bidet e un vecchio cassonetto in ferro ancora pieno di sacchetti della spazzatura. Perché quelli, i rifiuti, non mancano mai. E così il repertorio recente segnala anche una carrello per la spesa, di quelli del supermercato, finito là sotto chissà come. Ma il lago ha restituito anche uno scheletro umano. Era il 2004, dieci anni fa, gennaio. A scoprire i resti era stato ancora una volta un sommozzatore, nel corso della tradizionale immersione del giorno dell’Epifania. Le ossa erano contenute in un sacco dell'immondizia adagiato sul fondo, vicino al pontile. Resti di un uomo adulto morto almeno una decina di anni prima con la particolarità inquietante di presentare entrambe le tibie spezzate. Resti che non vennero mai identificati, ma solo ricondotti a una età apparente compresa tra i 35 e i 50 anni. All’epoca non venne escluso nemmeno un possibile collegamento con le messe nere e i riti satanici. In quel periodo infatti i casi di ossa trafugate al cimitero erano aumentati in modo preoccupante. Fonte: http://lasentinella.gelocal.it/cronaca/2014/06/04/news/chiaverano-una-santa-barbara-al-sirio-1.9353582

Rimini: ordigno bellico in cantiere a Villa Verrucchio, sara' fatto brillare


Rimini, 4 giu. - (Adnkronos) - Un ordigno bellico, residuo della seconda guerra mondiale, è stato ritrovato ieri pomeriggio in un cantiere a Villa Verrucchio nel Riminese. Sul posto sono giunti i carabinieri allertati dagli operai di Hera che, durante i lavori di scavo per la posa in opera di alcune condotte, hanno trovato l'oggetto inesploso nel terreno. Si tratta, nello specifico, di un proietto di artiglieria risalente al secondo conflitto mondiale. La zona del rinvenimento è stata delimitata e transennata dai carabinieri in attesa dell'intervento di personale specializzato dell'esercito per la rimozione del residuato di guerra ed il suo brillamento, che avverrà in un'apposita area. Fonte: http://bologna.repubblica.it/dettaglio-news/17:00/4508656

martedì 3 giugno 2014

Da un prato sbuca un ordigno


(g.s.) - Presubilmente, risale all'ultimo periodo bellico il piccolo ordigno (nella foto) che stamattina è stato ritrovato in via Quasimodo, a Legnano.
Il proiettile di mortaio​ sarebbe stato notato da un cittadino mentre stava tagliando l'erba in un prato: in pochi istanti si è reso conto in cosa si era imbattuto.
Lanciato l'allarme, è stata messa in sicurezza l'area in attesa dell'intervento degli artificieri.
L'operazione per controllare la pericolosità dell'ordigno è stata effettuata oggi, martedì 3, verso le 12: gli specialisti, accompagnati da un'ambulanza della Croce Rossa, hanno agito in poco tempo.Si sono subito resi contro che il proiettile era ormai un "ferro vecchio", assolutamente innocuo.
Non è da escludersi l'ipotesi che il proiettile sia stato abbandonato volontariamente, nell'Oltresaronnese, da ignoti. Fonte: http://www.legnanonews.com/news/1/38780/
http://www.legnanonews.com/

Prende a picconate una mina antiuomo durante i lavori in casa


di Marco Agrusti
ZOPPOLA (PORDENONE) - Le ultime picconate e il vecchio lavatoio in giardino sarebbe caduto in pezzi, come da programma. All'improvviso, però, una consistenza diversa da quella della pietra friabile oppone resistenza, nonostante i ripetuti tentativi del padrone di casa, lo zoppolano Luca Rocco. C'è qualcosa, sotto il lavatoio.  Poi la scoperta: si tratta di un ordigno inesploso risalente probabilmente al primo conflitto mondiale. Le picconate si arrestano, la scoperta è di quelle che fanno indietreggiare e innescano l'istinto prudente. È in quel momento che la famiglia Bandiziol si rende conto che non potrà più lavorarenel giardino della villa a due piani di via Pescincanna, a Poincicco. Almeno per un po’. Immediatamente la famiglia allerta i vigili del fuoco di San Vito, che effettuano i primi rilievi sul posto.
Tra loro c'è anche un appassionato ed esperto di cimeli della prima guerra mondiale, che riconosce l'ordigno. Si tratta con ogni probabilità di una mina antiuomo di fabbricazione italiana, forse dimenticata, forse persa durante una ritirata o uno spostamento. Non bastasse, poi, dai primi rilievi emerge altro: «Hanno trovato bossoli, altri frammenti metallici, un rampino» racconta Luca Rocco. Fonte: http://www.gazzettino.it/NORDEST/PORDENONE/pordenone_picconate_mina_antiuomo_lavori_casa/notizie/724233.shtml

Foto: http://www.gazzettino.it/


domenica 1 giugno 2014

Il Museo alpino apre le sue porte Tutti i cimeli della Grande guerra


È stato inaugurato nel settembre del 2011 e in meno di tre anni è cresciuto notevolmente. Si tratta del Museo alpino della sezione Ana di Bergamo, che si presenta alla città rinnovato negli spazi e nell’allestimento grazie all’impegno di un piccolo gruppo di appassionati. Durante la Prima festa sezionale, nei due prossimi fine settimana (6,7 e 8, poi 13, 14 e 15 giugno) il Museo aprirà le porte a tutti. Il Museo si sviluppa su 2 piani di un’ala della cascina donata agli alpini e da loro ristrutturata. Raccoglie cimeli della storia alpina dal lontano 1872 ad oggi. Nelle grandi stanze i materiali sono raccolti per temi. Al primo piano i documenti che riguardano la prima guerra mondiale con divise, cappelli, oggetti in uso ai militari; curiose le grandi casse che racchiudono il necessario per una piccola farmacia, o le vettovaglie per la cucina da campo. La nuova sala a piano terreno è dedicata al fedele amico dell’alpino: il mulo, più noto come «jeep a pelo». Uno in resina, è collocato in un angolo, intorno basti, finimenti di cuoio, e tutti gli attrezzi necessari per prendersi cura dell’animale. La ricca collezione di maniscalcia è frutto di una generosa donazione da parte dell’alpino Amabile Rigamonti del gruppo di Campagnola, membro attivo dei volontari del museo: «Sono oggetti raccolti nel corso degli anni, ad un certo punto ho dovuto decidere se rimanere a casa io o tutto quanto avevo collezionato». Un’altra sezione è dedicata ai Fratelli Calvi, con la mostra itinerante ospitata già da alcuni gruppi Ana della provincia; in una vetrina gli oggetti che le famiglie Calegari-De Giuli, discendenti dei celebri fratelli di Piazza Brembana, hanno donato all’Ana. Tra questi una copia autografa della relazione-diario, scritta dal capitano Nino Calvi dal titolo «Come si conquistarono i grandi ghiacciai dell’Adamello», risalente al 1916. Tra le ultime acquisizioni, le quattro tessere di iscrizioni al Cai dei fratelli e un quadretto con i nastrini delle loro medaglie al valor militare. In questa sala verranno esposte le quattro nuove divise, realizzate da una sartoria militare, che mostrano l’evoluzione degli equipaggiamenti alpini dal 1883 alla prima guerra mondiale. Fonte: http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/il-museo-alpino-apre-le-sue-porte-tutti-i-cimeli-della-grande-guerra_1061128_11/

(Foto by Maria Zanchi)