di CORRADO BENZIO
CORRADO BENZIO. Narra la storia militare della seconda guerra mondiale che gli Inglesi trasformarono i loro Spitfire, aerei adatti per la caccia, in cacciabombardieri. Il motivo era molto semplice: non esisteva più la caccia tedesca, tanto che non c’erano più, se non sporadicamente, duelli aerei sui cieli d’Italia. Questo per dire l’assoluta predominanza dei cieli da parte degli Alleati che trasformarono i bombardamenti in un gioco al massacro dove il rischio veniva solo dalla contrarea. In Lunigiana era scarsa. Era così facile bombardare la valle del Magra, strategica perchè conteneva sia la statale della Cisa che la ferrovia Pontremolese. Quasi sempre le formazioni inglesi che si alzavano per bombardare la piazzaforte tedesca di Spezia, si spostavano – in parte – per bombardare la vicina Aulla. Il primo tragico bombardamento risale al primo dicembre del 1943. L’Italia, e così la provincia Apuana, sono occupate militarmente dai Tedeschi dal 12 settembre, pochi giorni dopo la proclamazione dell’Armistizio e lo sbandamento totale del Regio Esercito. I bombardieri dovevano colpire il ponte sul Tavarone, ma a quei tempi non esistevano ne missili nè le smart-bomb, ovvero le cosiddette bombe intelligenti a ricerca del bersaglio. Successe così che invece del ponte fu colpita la Filanda e fu una strage. I morti aullesi furono 19, di cui due ragazzi, ma il totale delle vittime arrivo a 31, compresi alcune persone di fuori Aulla, sfollati compresi. Alla fine della guerra Aulla conterà in tutto 135 morti solo per le bombe cadute dal cielo.Il bombardamento più terribile – intenso e distruttivo – fu quello del 18 maggio del 1944. Gli Alleati non erano ancora entrati a Roma (Clark ci entrerà trionfalmente il 4 giugno, antivigilia dello sbarco in Normandia: lo fece apposta per avere i titoli dei giornali, prima che tutti venissero monopolizzati dal D-day), ma volevano colpire le vie di comunicazione che permettevano ai Tedeschi di avere mezzi, merci e rinforzi dal Nord. Da qui l’accanimento sulla valle della Magra. Dal blitz aereo di quel 18 maggio, non si può nascondere, Aulla ne uscì completamente distrutta. Le bombe caddero anche nel monastero di San Caprasio, lasciandolo quasi completamente distrutto. Si salvò per miracolo la tomba del santo, nonostante a pochi metri fosse caduta una bomba da 250 libbre. Gli attacchi dal cielo continuarono fino alla fine della guerra. Ma spesso più che i bombardamenti a tappeto portati dal Lancaster e dai B17 americani, furono efficacissimi i sabotaggi di strade e ponti da parte delle formazioni partigiani che presidiavano le montagne e le colline che dominavano la valle del Magra. Lunigiana, terra di confine, crocevia di tre regioni, vide combattere reparti partigiani che arrivavano da Parma e da Reggio. In più c’erano le formazioni garibaldine spezzine e liguri in generale. Senza contare e brigate più strettamente apuane e quelle che facevano la spola fra la Lunigiana e la Garfagnana, superando lo stretto crinale costituito dalle Apuane. Per questo motivo la valle del Magra fu teatro di sanguinosa ed inaudite
stragi da parte dei reparti delle Ss, coadiuvati (e magari superati in ferocia) dalla Brigata nera di Carrara e dai marò della Decima Mas che provenivano in forze e anche ben equipaggiati da Spezia, dove spadroneggiava – anche talvolta coi tedeschi – il Principe Nero, Junio Valerio Borghese.
Fonte: http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2015/10/23/news/lunigiana-sotto-le-bombe-aulla-devastata-piu-volte-1.12317695