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sabato 11 maggio 2013

Conflenti: Il sindaco Paola ringrazia comandante Citino per ritrovamento e disinnesco ordigno bellico


Pubblichiamo la lettera che il sindaco di Conflenti Giovanni Paola ha inviato al comandante dei carabinieri Leonardo Citino
"Gentilissimo signor Comandante, 
esprimo le più vive felicitazioni per la recente operazione di ritrovamento, sul vicino territorio di Motta Santa Lucia, dell’ordigno bellico risalente al secondo conflitto mondiale e per le successive manovre di disinnesco dello stesso, avvenute con l’ausilio della squadra speciale degli artificieri. C’è la consapevolezza sociale che la scoperta di questo ordigno e la successiva messa in sicurezza dell’area con il suo disinnesco, ha scongiurato possibili effetti tragici che la “mina vagante”, attraverso un possibile scoppio, avrebbe potuto cagionare a chiunque si trovasse da quelle parti.
La cronaca quotidiana nazionale  è, d’altra parte, ricca di questi eventi calamitosi per l’improvvisa deflagrazione  di residui bellici, più o meno equivalenti a quello ritrovato. La scoperta equivale, pertanto, ad uno scampato pericolo e per questo avverto, doverosamente, nella qualità di Sindaco del Comune su cui insiste la Stazione dove Lei opera, la sensibilità di trasmetterLe il mio sentimento di profonda gratitudine, certamente interpretando l’unanime consenso dei miei concittadini. Aggiungerei che l’occasione del rinvenimento del reperto, potrebbe essere utile per un risveglio storico-culturale sulle vicende del secondo conflitto mondiale e, in particolare, quanto i nostri territori siano stati coinvolti nelle vicende belliche.
La scoperta della bomba è una prova testimoniale di attiva partecipazione, ma per una disamina più approfondita, si potrebbe coinvolgere il mondo della scuola e dell’Università. Ribadendo il convincimento dell’efficacia in generale del Suo operato, ritengo che con questa operazione, gestita con successo,  si sia scritta un’altra bella pagina di una Calabria che funziona. Anche S.E. il Prefetto di Catanzaro che, com’è stato ribadito più volte, è un autentico trascinatore di tutti i Sindaci e di tutte le altre Istituzioni del territorio, avrà avuto modo di apprezzare ed esaltare i valori di questa brillante operazione. Grazie Comandante Leonardo Citino".
Fonte:
 http://www.lametino.it/Ultimora/conflenti-il-sindaco-paola-ringrazia-comandante-citino-per-ritrovamento-e-disinnesco-ordigno-bellico.html

                                                         Foto: Il Lametino.it

                                                          Foto: lameziainstrada.it

venerdì 10 maggio 2013

Alza una tegola e trova la granata, era in Certosa da settant'anni


Di 
Era lì, nascosta tra due tegole di un tetto della Certosa da settant’anni ma nessuno se n’era mai accorto: fino a giovedì mattina quando un operaio che stava facendo le pulizie l’ha notata. Una piccola granata da mortaio “Brixia”, risalente alla Seconda guerra Mondiale, è stata scoperta all’interno del cimitero. Probabilmente l’operaio non ha capito immediatamente di cosa si trattasse, visto che senza pensarci due volte ha preso in mano il piccolo ordigno bellico incastrato sul tetto dell’VIII chiostro e lo ha portato a terra lasciandolo ai piedi di un albero. Una mossa poco prudente, ma per fortuna senza conseguenze. A quel punto i responsabili del cimitero hanno contatto la polizia e il settore Lavori pubblici del Comune. La granata è stata rimossa dagli artificieri e verrà fatta brillare in un luogo sicuro.         
Fonte:
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2013/05/10/news/alza_una_tegola_e_trova_la_granata_era_in_certosa_da_settant_anni-58485296/

Fatte brillare le bombe


 Di Francesco Macaluso
CAVALLINO. Artificieri all’opera ieri lungo il canale Casson per far brillare ordigni risalenti alla Seconda guerra mondiale.
La segnalazione della presenza delle bombe era partita più di un anno fa dai residenti che, in occasione della bassa marea, avvistavano gli ordigni coperti dalla melma.
Nei giorni scorsi una serie di opere lungo il canale hanno ripresentato il problema ed è stato necessario l’intervento del nucleo artificieri per mettere in sicurezza l’area e la realizzazione dei lavori che comprendono il posizionamento di un porticciolo. Per questo ieri mattina si è svolta l'operazione di sopralluogo e messa in sicurezza di tutta la zona con l'arrivo degli artificieri supportati dai carabinieri.
Gli ordigni sono stati individuati e asportati dal canale con estrema cura, dopo essersi accertati che fosse esaurito il loro potere detonante.
Non è certo la prima volta che vengono ritrovate granate sul territorio di Cavallino-Treporti, l'ultima volta un mese fa sull'argine destro della Piave Vecchia su segnalazione di un passante.
Fonte:
 http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2013/05/09/news/fatte-brillare-le-bombe-1.7034007

Bomba della II Guerra Mondiale all'Alpe Pala


Ordigno bellico rinvenuto all'alpe Pala, sopra Piancavallo. Si tratterebbe di una bomba risalente alla II Guerra Mondiale. Sul posto forze dell'ordine e soccorso alpino. L'ordigno è già stato fatto brillare.
Fonte:
 http://www.tuttonotizie.info/notizie1/ultime-notizie-di/cronaca/8178-bomba-della-ii-guerra-mondiale-all-alpe-pala.html

Ordigno della II guerra mondiale inesploso trovato dai carabinieri a Motta Santa Lucia


Di Raffaele Spada
MOTTA SANTA LUCIA - Trovato ordigno un bellico inesploso nelle campagne del comune di Motta Santa Lucia. La scoperta risale a qualche giorno fa e dalle prime indiscrezioni si tratterebbe di un ordigno residuato bellico, probabilmente, dell'epoca della II guerra mondiale e di nazionalità americana. Trattasi di una bomba piena di esplosivo, lanciata da aerei americani, ma da allora inesplosa. Quasi certamente l'obbiettivo era il paese di Motta Santa Lucia, tra l'altro, l'unica via di collegamento, allora, con il resto dell'Italia. Il ritrovamento è stato fatto dai carabinieri mentre erano impegnati in una operazione in una zona molto impervia. I militari della stazione di Conflenti per il disinnesco hanno fatto intervenire i carabinieri della squadra artificieri antisabotaggio del reparto operativo del nucleo di Napoli, con uomini dei distaccamenti di Foggia e Castrovillari.
Fonte:
 http://www.ilquotidianodellacalabria.it/news/cronache/712811/Ordigno-bellico-inesploso--trovato-a.html
                                                     Foto: ilquotidianodellacalabria.it

giovedì 9 maggio 2013

Via Stefana, tre bombe della Seconda Guerra Mondiale abbandonate tra i cassonetti


Brescia
Depositate tra i cassonetti, per terra. Le ha trovate intorno alle 10 un operatore ecologico mentre stava facendo il solito giro di controllo nei pressi dei cassonetti dell'immondizia, dove la gente deposita in maniera inopportuna rifiuti ingombranti. Più che ingombranti però questi sono pericolosi: tre bombe calibro 75 risalenti con ogni probabilità alla Seconda Guerra Mondiale. Prive di spoletta, teoricamente gli ordigni non potrebbero esplodere, ma l'operatore ecologico di certo non lo poteva immaginare. E ogni precauzione in casi analoghi è assolutamente d'obbligo, tant'è che, è stato scoperto in seguito, le bombe contenevano ancora l'esplosivo. Una volta avvisate le forze dell'ordine gli operai del comune hanno provveduto a proteggere la zona con sacchi di sabbia; i carabinieri hanno presidiato l'area fino all'arrivo dei militari del decimo reggimento Genio Guastatori di Cremona, che hanno prelevato gli ordigni. Nei prossimi giorni saranno fatti brillare. Assolutamente ignota, fino ad ora, l'identità della persona che ha depositato le bombe tra i cassonetti.
(a.c.)
Fonte: http://www.bsnews.it

Altomonte. Ritrovato ordigno bellico


 di Michele Martinisi.
CASTROVILLARI 
 Oggi un intervento importante ad Altomonte, in contrada "Cocuzzo", dove è stato rinvenuto un ordigno bellico. Subito sono scattate le operazioni previste in questo caso. I Carabinieri hanno circoscritto la zona presidiandola fino all’intervento degli artificieri che hanno come sempre avuto il supporto sanitario del 118 dell'Ospedale di Lungro. Il team, guidato dal Maresciallo Capo Salvatore Giuri, supportato dall'Operatore Sergente Maggiore Francesco Aversa e coadiuvati dal 1° Maresciallo Francesco Cipriano, ha effettuato il riconoscimento dell'ordigno e successivamente, valutandolo pericoloso e irremovibile e dopo i lavori di protezione, lo ha fatto brillare sul posto in maniera controllata. Il residuato bellico era  una granata d'artiglieria, del calibro di 105mm di nazionalità tedesca, dall'elevato potenziale esplosivo e scheggiante;  Elevato il contenuto in esplosivo, circa due chilogrammi di potente tritolo. Le zone di Altomonte e del castrovillarese, durante gli eventi bellici sono state interessate da una piccola ma nutrita occupazione militare tedesca, che ha drammaticamente lasciato degli strascichi, anche a distanza di così tanto tempo come confermano questi ritrovamenti. Importante è la presenza
della Compagnia del Genio Guastatori dell'Esercito in Castrovillari vero punto di riferimento per le attività di tutto il Sud Italia. Terminato l'intervento, il team è stato subito dirottato in provincia di Catanzaro  per un nuovo ritrovamento e per riportare in sicurezza un'altra zona.
Fonte:
 http://www.abmreport.it/news/10520-altomonte-ritrovato-ordigno-bellico.html
                                                            Foto:  ABMreport.it

Scoperto un rifugio antiaereo risale alla seconda guerra mondiale




Consegnato alla città un rifugio antiaereo della seconda guerra mondiale trovato sotto la scuola "Madre Teresa di Calcutta" di via Maqueda. L'inaugurazione è inserita nell'ambito delle attività di "Palermo apre le porte. La scuola adotta la città" e cade nel giorno del settantesimo anniversario del bombardamento che distrusse Palermo. Presenti all'inaugurazione il sindaco Leoluca Orlando e l'assessore alla Partecipazione Giusto Catania 
                                                             foto di Igor Petyx

                                                            foto: Silvia Andretti
 
Esiste una Palermo sotteranea, sconosciuta a tanti. Un patrimonio storico che giace sotto ai nostri piedi, e che racconta la storia di questa città e di alcune sue vicissitudini storiche. Ci troviamo nel bunker antiaereo di Piazza Pretoria, costruito nel periodo pre-bellico e utilizzato durante la seconda guerra mondiale come rifugio dalle incursioni aeree alleate fra il 1942 e 1943.
                                    L’Ass. Cannella assieme la troupe Rai in visita al rifugio
 Il rifugio era composto da un impianto autonomo di illuminazione, bagno,  feritoie per la ventilazione dall’esterno, e poteva ospitare circa 200 persone, nelle sedute laterali  alle pareti. Il rifugio aveva 3 accessi su Piazza Pretoria: uno a fianco di ciascuna statua dei leoni (in quella di sinistra è più facile notare i lineamenti del vecchio ingresso), e un altro ingresso dalla scalinata della fontana.  Infine un ulteriore accesso dall’interno della portineria di Palazzo delle Aquile  (quello da cui è possibile accedere attualmente), ed un altro  tutt’ora murato all’iterno della sala di un gruppo consiliare.

Attualmente il rifugio nel suo complesso è ben mantenuto anche se necessita di una seria manutenzione per la messa in sicurezza (impianto luce, umidità, passamani).  Sarebbe opportuno il recupero del sito, di notevole importanza storica, a testimonianza del passato bellico della città. All’estero per esempio (Londra, Berlino) siti storici come questi vengono valorizzati e incorporati nel patrimonio storico ai fini turistici. Da non sottovalutare il recupero di altri rifugi antiaerei in zona, tutt’ora abbandonati al degrado. Si ringrazia l’Arch. M. Salamone per la gentile visita all’interno del rifugio.
 Fonte:
 http://www.mobilitapalermo.org/mobpa/2011/05/29/la-palermo-sotteranea-il-rifugio-antiaereo-di-piazza-pretoria/

Le bombe del 9 maggio 1943 che distrussero Palermo


L'importanza del porto di Palermo durante la seconda guerra mondiale fu tragicamente chiara a tutti i suoi abitanti. Frequenti attacchi britannici avevano mirato a interrompere il flusso di rifornimenti alle forze dell'Asse in Africa, mentre i tedeschi organizzavano una rete di sorveglianza antiaerea coordinata dalla postazione sul Monte Pellegrino. Di solito i bombardieri provenivano da Malta, passavano sopra Isola delle Femmine; si dirigevano poi su Sferracavallo e Mondello, seguivano la rotta di attacco in direzione dell'Arenella e colpivano il porto. Però la vicinanza della montagna e le correnti d'aria avevano sempre impedito che i Cantieri navali fossero seriamente danneggiati. E poiché non c'erano altri punti d'interesse strategico, con qualche disagio la città aveva continuato la sua vita. Ma nel 1943 ogni residua minima sicurezza s'era dissolta. Quell'anno la guerra stringeva la sua morsa. Gli Alleati erano sbarcati in Africa, avevano deciso di terrorizzare le popolazioni nemiche per indurle a pressare sul governo e chiedere la resa: l'aviazione americana applica quindi la tecnica del "bombardamento a tappeto", e in virtù della sua importanza strategica la Sicilia diventa la prima regione a sperimentarne gli effetti devastanti. A Palermo si intensificano i bombardamenti sul porto a cui si aggiungono le strade e la ferrovia, il macello comunale, i mulini. Si prepara lo sbarco Alleato e i Boeing B-17 Flying Fortress, le "Fortezze volanti", hanno cominciato la loro opera di demolizione. In Bombe su Palermo -  un libro molto dettagliato di Alessandro Bellomo e Clara Picciotto  -  è ricostruito il crescendo degli avvenimenti: il 3 febbraio una formazione di trenta bombardieri colpisce il porto, ma anche piazza Magione e corso dei Mille sino ad arrivare a Villabate. Il bilancio è di 98 morti e 297 feriti. Il 1° marzo, in pieno giorno, due formazioni per complessivi trentasei bombardieri di nuovo attaccano il porto e l'entroterra urbano. Novantaquattro tonnellate di bombe vengono scaricate sulla città, fra gli edifici danneggiati ci sono il portico meridionale della Cattedrale, l'Albergo delle Povere di corso Calatafimi, il complesso monumentale di via Cappuccini. Il 22 marzo è la volta di ventiquattro bombardieri, ognuno sgancia dodici bombe sempre a cominciare dal porto. Stavolta l'acqua sollevata da un'esplosione allaga un rifugio antiaereo sul molo, dove s'erano rifugiati gli operai della Compagnia portuale: 24 morti. La chiesa del SS. Salvatore, la Biblioteca nazionale, l'ospedale di San Saverio all'Albergheria vengono seriamente danneggiati la notte fra il 4 e il 5 aprile. Il rifugio di via Monte Pellegrino è centrato il 15 aprile, i morti sono 92. L'indomani, ventidue Fortezze volanti
provenienti dall'Algeria bombardano i quartieri attorno al porto anche con ordigni al fosforo, che causano l'incendio e il crollo del primo piano dell'Archivio di Stato. Il 17 aprile altra incursione: 48 bombardieri lanciano 1.200 bombe per un totale di 130 tonnellate di esplosivi che devastano corso Vittorio Emanuele e via Cavour, la contraerea italo-tedesca abbatte quattro Fortezze volanti. Il 18 aprile altra incursione: bombe dirompenti e spezzoni incendiari colpiscono soprattutto gli scali ferroviari di Brancaccio e piazza Ucciardone, il deposito dei tram. Le comunicazioni risultano paralizzate. Dopo i bombardamenti del 18 aprile ci sono giorni di tregua. A Palermo viene assegnata una simbolica "medaglia di mutilata", la cerimonia è fissata per il 9 maggio a piazza. Bologni. Ma sin dal mattino Radio Londra  -  la radio degli Alleati  -  invita la popolazione a disertare la cerimonia preannunciando una grande incursione aerea. Centinaia di bombardieri preparano l'apocalisse, che presto arriva. L'attacco Anglo-americano evita Capo Zafferano dov'è concentrata la difesa antiaerea, si presenta da Termini Imerese: alle 11 una formazione di caccia bimotori bombarda l'aeroporto di Boccadifalco, mettendo fuori combattimento i settanta aerei parcheggiati sulla pista. Alle
12,35 arrivano le Fortezze volanti: il primo gruppo è composto da 222 bombardieri, provengono dall'Algeria e sono armati con bombe da 500 libbre (227 chili); li scortano 118 caccia pesanti. Seguono altri 90 bombardieri che portano ordigni da 300 libbre (136 chili), sono scortati da 60 caccia bimotore. La contraerea reagisce, spara senza interruzione. Ma i bombardieri volano troppo in alto, vengono intercettati solo sulla via del ritorno: dopo che con 1.114 bombe da 500 libbre e altre 456 da 300 libbre hanno distrutto la città. Palermo sperimenta il primo bombardamento a tappeto avvenuto in Italia. Nessuno dei suoi quartieri viene risparmiato, il tessuto monumentale è ridotto in macerie che riprendevano a bruciare anche dopo spente: effetto di ordigni incendiari come le bombe al fosforo. Nell'elenco stilato dai Vigili del fuoco e dalla Soprintendenza ai Beni culturali i nomi degli edifici distrutti disegnano il profilo di una città martoriata. E la notte dello stesso 9 maggio la città torna a essere colpita da 23 bimotori Wellington: gettano 76 ordigni esplosivi fra cui due bombe Hc (High capacity) da 4.000 libbre (1.814 chili), che non penetrano al suolo ma risultano micidiali per distruggere le zone edificate. Il bilancio ufficiale delle vittime del 9 maggio accerta "solo" 373 nomi: un numero relativamente basso, perché gran parte della popolazione è "sfollata" fra paesi e campagne. Palermo è ridotta una città in macerie, senza vie di comunicazione. È allo sbando. Diventerà facile preda per sciacalli d'ogni genere, che a lungo avrebbero continuato a martoriarla. Ma questa è un'altra storia. Settant'anni dopo la memoria di quel giorno ritorna con la consegna alla città di un ritrovato rifugio anti aereo sito sotto la scuola Madre Teresa di Calcutta di via Maqueda.
Fonte:
 http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/05/09/news/le_bombe_del_9_maggio_1943_che_distrussero_palermo-58431764/

SCAVANO PER TUMULARE UNA BARA, SPUNTA UNA BOMBA


SUSEGANA - Una bomba da cannone della prima Guerra Mondiale, modello 105, lunga 55 centimetri e con un diametro di 17: questo quanto hanno rinvenuto alcuni operai scavando nel terreno del camposanto del cimitero monumentale di Colfosco di Susegana. Proprio nel tardo pomeriggio era infatti previsto il funerale e la successiva tumulazione della salma di un'anziana; dopo il rinvenimento subito sono stati avvertiti i carabinieri della stazione di Susegana che hanno provveduto, in collaborazione con gli artificieri del I Fod, a mettere in sicurezza l'ordigno. Il funerale non ha fortunatamente subito ritardi e la bara della defunta è stata regolarmente tumulata nel camposanto.
Fonte:
 http://www.venetouno.it/notizia/35412/scavano-per-tumulare-una-bara-spunta-una-bomba

                                                        Foto: Radio Veneto Uno

Nasconde in casa arsenale bellico con 12 granate


Di  Mauro Sartori
In casa aveva di tutto, compreso due ordigni della Grande Guerra a gas nervino, perfettamente funzionanti, in grado di far saltare per aria l'intera contrada. E finito in manette Stefano Penzo, 36 anni, disoccupato, residente con la mamma in località Casarotti, chiamato ogni tanto per qualche lavoro socialmente utile, appassionato di eventi bellici e collezionista con la scarsa, se non nulla, propensione a denunciare il materiale che deteneva perciò illegalmente. Stiamo parlando di un vero e proprio arsenale fra cui tre pistole, di cui due dell'800 ma tutte funzionanti, un fucile modificato artigianalmente con percussore a molla, una dozzina fra coltelli e baionette, una mazza ferrata, vecchie scatole piene di polvere da sparo, munizioni anche della Nato, una bomba a mano risalente alla seconda guerra mondiale e undici granate, fra cui due del '15-'18 a gas nervino, potenzialmente letali per l'intero abitato. I carabinieri della stazione di Valli, guidati dal luogotenente Nazzareno Passeri, erano da un mese sulle piste del Penzo, allertati da voci sulla sua detenzione di ordigni pericolosi, forse la spiata di qualche conoscente. Durante la perquisizione hanno trovato armi e munizioni in solaio e in cantina. La sorpresa è saltata fuori da un bidone in ferro, vicino alla legnaia: le granate. Le segnalazioni erano state efficaci ma mai i militari si sarebbero aspettati di scovare un arsenale simile. «Le colleziono per passione e non mi sono mai sognato di usarle», si sarebbe scusato l'incensurato che ha ammesso di aver comprato parte del materiale nei mercatini. Non si tratterebbe di un recuperante, anche se dalle sue parti non è raro ritrovare reperti bellici risalenti a poco meno di un secolo fa e ci sono diverse persone, munite anche di patentino, che hanno l'hobby della caccia ai ricordi legati alle guerre. Penzo in casa aveva anche elmetti, gavette ma non sono stati quelli a fare scattare l'arresto per detenzione illecita di armi comuni e da guerra, munizioni e polvere da sparo. Sembra che detenesse tutto a scopo collezionistico. Secondo gli inquirenti si limitava a comprare ma non vendeva gli articoli. Sono tuttavia diverse le leggi che avrebbe violato. Intanto si trova in carcere a Vicenza a disposizione del pm Paolo Pecori. Stamattina, difeso dall'avv. Laura Piva, sarà interrogato per la convalida dal giudice Stefano Furlani.
Fonte:
 http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Provincia/507051_nasconde_in_casa_arsenale_bellico_con_12_granate/

                                                          Il Giornale di Vicenza

                                  Le granate trovate nel bidone. Foto di Donovan Ciscato


Proiettili da artiglieria davanti alla Metalservice


di Silvia Bergamin
CITTADELLA. Quattro proiettili di artiglieria risalenti alla seconda guerra mondiale sono stati abbandonati davanti alla Metalservice di Cittadella, azienda del Gruppo Gabrielli che ricopre un ruolo di primaria importanza nel settore degli elettrodomestici, dei componenti auto e dei motori elettrici. Sono stati trovati ieri mattina, poco prima dell'inizio del primo turno di lavoro. Un dipendente aveva raggiunto lo stabilimento di via Bassarena qualche minuto prima delle 5.30. Mentre entrava in fabbrica si è però accorto che nello spazio compreso tra la recinzione in metallo e la centrale del gas, erano adagiati – ben allineati lungo il muro di cinta – quattro proiettili di artiglieria. I lavoratori non hanno perso tempo: «Abbiamo chiamato immediatamente il servizio di vigilanza», dicono, «Bisognava mettere in sicurezza l'area e capire se gli ordigni fossero o meno pericolosi». Le maestranze hanno avvisato anche i carabinieri della stazione di Cittadella. «Dai primi accertamenti è emerso che i proiettili erano inesplosi, quindi intatti», continuano, «di una lunghezza di circa 25 centimetri e un diametro di 10. Erano sporchi di terra e piuttosto arruginiti ma ieri sera certamente non erano lì». In via Bassarena è quindi arrivato il comandante dell'Arma locale, il maresciallo Giommaria Fiori, che dopo aver esaminato i proiettili e gli ambienti ha fatto delimitare l'area con del nastro bianco e rosso: «Ci è stato detto di non avvicinarci», proseguono gli operai, «Per evitare qualche curioso vedesse e toccasse i residuati bellici abbiamo recuperato un telone in nylon per coprire il materiale. Ora attendiamo l'arrivo degli artificieri per la rimozione dei proiettili». Del ritrovamento è stato informato anche il titolare, Andrea Gabrielli: «Mi hanno avvisato ieri sera, al rientro da un viaggio di lavoro», spiega l'imprenditore cittadellese, «Appena ho saputo degli ordigni, mi sono recato sul posto per verificare la situazione. I proiettili sono sporchi di terra, con ogni probabilità provengono dai campi vicini, arati proprio in questi giorni. Sono certamente affiorati dal terreno dopo più di 60 anni. Chi li ha trovati avrà voluto disfarsene, abbandonandoli lungo la strada». Il contadino ha cercato quindi un posto “sicuro”, lontano da occhi indiscreti, individuandolo tra la recinzione della Metalservice e il manufatto in cemento, sperando forse qualcuno se ne accorgesse: ha comunque corso dei bei rischi trasportando quegli ordigni. «Sono convinto che la scelta del posto sia avvenuta assolutamente per caso e che quindi non ci sia alcun messaggio minaccioso dietro a questo ritrovamento», sottolinea Gabrielli, «Ovviamente spero che li portino via al più presto».
Fonte:
 http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/05/08/news/proiettili-da-artiglieria-davanti-alla-metalservice-1.7024370

mercoledì 8 maggio 2013

Contro le vecchie bombe


Di Roberto Travan
L’ultima bomba, in Valsusa, è esplosa un paio di mesi fa: una Breda 35, residuato bellico della Seconda Guerra mondiale. L’hanno scovata tre amici a Venaus, in una baita abbandonata. Era arrugginita, incrostata di terra, sembrava inoffensiva. Invece è saltata, le schegge hanno strappato una mano, la vista (e il futuro) di Nicolas, 16 anni, ferito gli altri due. Quel fatto - e quella granata - sono diventati il «testimonial» della campagna lanciata dalla Comunità montana per prevenire nuovi scoppi accidentali, altre vittime innocenti. Nelle scuole della Val di Susa saranno infatti distribuiti manifesti che permetteranno di riconoscere (ed evitare) gli ordigni inesplosi, triste e pericolosa eredità del nazifascismo di cui, a quasi settant’anni dalla Liberazione, non siamo ancora riusciti a liberarci.

                                                             Foto: La Stampa
Manifesto elaborato dalla comunità Montana Valsusa e Valsangone in collaborazione con Comuni, Anpi, direzioni didattiche e carabinieri.


Fonte:
http://www.lastampa.it/2013/05/07/cronaca/contro-le-vecchie-bombe-hvWNcCZUcMECOJh6WCpynO/pagina.html

Rinvenuto un secondo ordigno al Polo universitario dopo la scoperta di una bomba inesplosa del 1944


Di Daniele Calieri

SESTO FIORENTINO – Ritrovato un secondo ordigno risalente alla seconda guerra mondiale nella stessa area di cantiere all’interno del polo universitario dove, l’altro giorno, era stata trovata una bomba inesplosa lunga circa 50 centimetri. L’area era stata recintata e presidiata dai carabinieri in attesa che intervengano gli artificeiri dell’Esercito per rimuovere e far saltare il residuato bellico. Nel corso delle attivi5tà che si svolgono nell’area è stato trovato il secondo ordigno stavolta di circa 40 centimetri definito “in cattivo stato di conservazione”. La situazione è sotto controllo e la Prefettura si è già attivata per coordinare l’intervento degli specialisti dell’Esercito per la bonifica.
Fonte:
 http://www.piananotizie.it/rinvenuto-un-secondo-ordigno-al-polo-universitario-dopo-la-scoperta-di-una-bomba-inesplosa-del-1944/

RINVENUTO RESIDUATO BELLICO SUL CARSO


(AGENPARL) - Trieste, 08 mag - Nel pomeriggio di ieri personale del Nucleo Regionale Artificieri e Antisabotaggio della Questura di Trieste è intervenuto in una zona boschiva nei pressi del tempio mariano di Monte Grisa dove un cittadino aveva segnalato la presenza di un ordigno bellico inesploso. Sul posto gli operatori hanno rinvenuto un proiettile di artiglieria anticarro da 75mm in buone condizioni, risalente probabilmente al secondo conflitto mondiale. Il residuato bellico è stato rimosso e trasportato presso idonei locali della Polizia di Stato al fine di renderlo completamente inerte.
Lo rende noto la Polizia di Stato.
Fonte:
 http://www.agenparl.it/articoli/news/cronaca/20130508-fvg-rinvenuto-residuato-bellico-sul-carso

martedì 7 maggio 2013

A proposito di ordigni


Di Valter Abele Zaccuri
 Gentile direttore,
a proposito dell’ennesima bomba ritrovata in zona industriale ad Arcisate,
preciserei che l’area non era stata bombardata ma bensì lo scoppio della polveriera avvenne nel
dopoguerra, nel 48, sembra per un’origine dolosa più che fortuita o casuale.
Gli ordigni inesplosi schizzarono anche ad alcuni Km di distanza, con un grande spostamento
d’aria distruttivo e pile di materiali bellici, di varie misure, furono raccolte e recuperate, come
da testimonianze dirette e foto personalmente a suo tempo visionate, mentre per diversi anni i
contadini arando rischiarono non poco, a quanto pare senza ulteriori conseguenze.
Ultimamente lungo le tratte interessate dai cantieri dei grandi lavori viari in corso in Valceresio,
fra l’altro ora in momento di inquietante stallo un po’ come l’attività politica, hanno eseguito
bonifiche preventive con tanto di brillamenti in loco, in particolare ravvisando l’anno scorso un
pauroso boato tipico delle tristi realtà di tempi passati però ancora presenti nei ricordi e che in
altri paesi appaiono inspiegabilmente infiniti, coinvolgendo poi inevitabilmente, direttamente o
indirettamente, meccanismi di sviluppo fondamentali, distraendo e rallentando, ignobilmente e
assurdamente, le residue possibilità di fattibili progressi globali, invece che concentrarsi con giusti
interventi eco-compatibili e quindi sostenibili, a salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo e del
disprezzo dei valori della persona umana in quanto tale, trascurando il superamento di limiti di
sicurezza naturali, evidentemente scomodi agli interessi del corrotto sistema degli armamenti e di
conseguenza erroneamente considerati invalicabili, o prorogabili, ma probabilmente, soprattutto
continuando di questo passo, già a livelli irreversibili.
Grazie dell’attenzione e cordiali saluti, nonostante tutto con l’auspicabile sussistenza di un flebile
margine da cui possa ravvivarsi la speranza.
Fonte:
 http://www3.varesenews.it/comunita/lettere_al_direttore/articolo.php?id_articolo=262369

ROSOLINI – Residuato bellico in c.da Casale


Di  Giuseppe Lorefice
Rosolini – Rinvenuto stamattina, un ordigno bellico, una ogiva di cannone lunga circa 60 centimetri dal diametro di circa 20 centimetri risalente alla seconda guerra mondiale in località Casale, territorio di Noto, ma non molto distante dal centro abitato di Rosolini. Ad effettuare il ritrovamento il proprietario del terreno, Antonino Candido mentre era intento alla raccolta della plastica delle serre. Ed è stato lo stesso Candido ad avvertire i Carabinieri della locale Stazione che immediatamente si sono portati sul posto. L’area interessata è stata delimitata mentre son stati avvertiti gli artificieri che saranno sul posto tra qualche giorno per procedere alle operazioni di bonifica. Il ritrovamento dell’ordigno bellico è dovuto, con molta probabilità alla ubicazione della zona, punto questo nevralgico nel corso dello sbarco degli alleati durante il secondo conflitto mondiale. 
Fonte:
 http://www.radioram.it/ram/index.php/rosolini-residuato-bellico-in-c-da-casale/

Artificieri intervengono ad Argenta


I pericolosi residuati bellici - bombe da mortaio e granate d'artiglieria della seconda guerra mondiale - sono stati rinvenuti in un fondo agricolo nel comune di Argenta (FE).
Gli ordigni sono stati rimossi dagli artificieri dell'8° Reggimento Genio Guastatori, per essere definitivamente distrutti in una zona idonea a garantire la massima cornice di sicurezza per i residenti.
Per gli specialisti di Legnago si tratta del centesimo intervento di bonifica dall'inizio dell'anno. Un’attività che ha consentito di neutralizzare 425 ordigni di varie tipologie e nazionalità.
Fonte:
  http://www.difesa.it/Primo_Piano/Pagine/Artificieri_Argenta.aspx
                                                    
                                                           Foto Ministero della Difesa

Gli artificieri dell'8° Reggimento Genio Guastatori "Folgore" di Legnago (VR) hanno avviato una complessa attività di bonifica che porterà alla neutralizzazione di 262 residuati bellici nel comune di Argenta (FE)