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sabato 16 novembre 2013

Recco: “Sono mortai di fabbricazione Usa, impiegati dopo il ’43″


Da Alberto Balletto, consigliere comunale di Recco riceviamo e pubblichiamo. Ringraziamo Balletto per le spiegazioni tecniche; sapevamo fossero mortai, ma pensavamo che il termine potesse essere frainteso. Se Balletto ha ragione, e non lo mettiamo in dubbio perché le sue conoscenze nascono da esperienze personali, i mortai e le bombe che hanno raso al suolo la città, sono stati fabbricati nello stesso Paese. In merito alla notizia dell’arrivo dei “cannoncini” destinati al Parco della Rimembranza di Recco pubblicata da Levante News ieri vorrei puntualizzare quanto segue:
a me non sembtrano armi denominabili “cannoncini” quanto “mortai”. La differenza é abbastanza sostanziale, mentre i cannoni sparano utilizzando una traiettoria realtivamente dritta contro l’obbiettivo (che, in genere, vedono e inquadrano nel mirino); i mortai sono armi d’artiglieria leggera che sparano a “tiro curvo”. Ovvero lanciano una granata, ad esempio da dietro una montagna o collina ma senza necessariamente inquadrare l’obbiettivo e basandosi solo sulle indicazioni di osservatori nascosti che forniscono le coordinate di tiro. Le armi fotografate nell’articolo, in particolare, a me sembrano dei mortai da 60 mm di costruzione americana. Basandosi sulla foto direi si tratti di mortai M2 che l’esercito statunitense ha utilizzato ampiamente nella seconda guerra mondiale nella risalita dello stivale italiano. Poi riutilizzati in Corea fino al Vietnam. Non si tratterebbe quindi di armi della prima guerra mondiale ma di armi che sicuramente sono state utilizzate dall’esercito italiano, in particolare dalle truppe alpine, ma dal secondo dopoguerra in poi. Gli Usa dopo il 1945 hanno lasciato al rinato esercito della repubblica italiana notevoli quantità di armi, specialmente di artiglieria, essendo l’Italia divenuto paese di prima linea contro il blocco sovietico.
Fonte:
                                                     Foto: Levantenews Marco Fumagalli

AZIONE DELL'ONU CONTRO LE MINE


Mine e ordigni bellici continuano a uccidere o ferire migliaia di persone ogni anno, sostiene l’ONU in occasione della Giornata Mondiale per la Promozione e l’Assistenza all’Azione contro le Mine (4 Aprile 2008). Tre vittime su quattro sono civili, che azionano questi congegni, a volte anni dopo la fine di un conflitto. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha creato, nel 1997, l’Agenzia ONU per l’Azione contro le Mine (UNMAS), come punto di riferimento nella lotta contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi per un mondo più sicuro in cui anche le vittime di tale contesto siano inserite pienamente all’interno della società. Quattordici diversi dipartimenti delle Nazioni Unite, agenzie, programmi e fondi forniscono vari servizi in merito e UNMAS aiuta a coordinare i loro sforzi. UNMAS si trova all’interno del Department of Peacekeeping Operations (DPKO).
Fonte:

Il pollaio del casale nascondeva 143 ordigni


BIELLA
Gli artificieri del 32° reggimento genio della brigata alpina Taurinense hanno fatto brillare 143 ordigni, risalenti probabilmente al secondo conflitto mondiale, ritrovati durante la sistemazione di un casale a Candelo. 
Nel pollaio, nascoste probabilmente dai tempi della seconda guerra mondiale, sono state ritrovate due casse dal figlio del proprietario quando, alla morte del padre, ha deciso di risistemare la proprietà. All’interno c’erano 30 mine magnetiche di origine inglese, 105 detonatori per le mine stesse e 8 tubi esplosivi, oltre a numerose cartucce e parti di fucile. 
Gli artificieri hanno provveduto innanzitutto a valutare lo stato degli ordigni, il loro funzionamento e quantità di esplosivo presente, per distruggerli poi per brillamento all’interno della cava di materiali inerti di Cerrione dopo aver messo in atto tutti gli accorgimenti per annullarne gli effetti. 
Le operazioni si sono concluse nell’arco di circa 3 ore. 
Gli specialisti dell’Esercito appartenenti al 32° genio sono organizzati in team di pronto intervento denominati EOD, sigla inglese che sta per Explosive Ordnance Disposal, cioe’ bonifica ordigni esplosivi, compito che assolvono dal 1 aprile del 2006 per tutto il territorio del nordovest. Questo intervento è stato effettuato dal Caporal Maggiore Scelto Manuel Canu, capo del nucleo EOD che vanta ormai una notevole esperienza maturata anche nella lotta alle trappole esplosive nel corso delle varie missioni operative svolte all’estero. 
Il 32° reggimento genio guastatori costituisce la risorsa dedicata alla mobilità, contro mobilità, schieramento e supporto al combattimento della Brigata alpina Taurinense; interviene quando richiesto in attività a supporto della popolazione in caso di calamità naturale ed è una delle 7 unità dall’Arma del Genio che hanno l’incarico esclusivo di bonificare il territorio nazionale dai numerosi residuati bellici ancora esistenti e pericolosi (già 140 gli interventi effettuati dall’inizio dell’anno solo nel nord-ovest). Si tratta di un’attività particolarmente delicata pianificata di concerto con le Prefetture competenti e il Comando Interregionale delle Forze di Difesa di Padova.  
Fonte:

venerdì 15 novembre 2013

Vicenza, la prima immagine della bomba che fa paura


di Paolo Rolli
VICENZA. Eccola, la famosa bomba per la rimozione della quale un terzo della città dovrà essere evacuato. Un “boiler”, come lo chiamano scherzosamente gli addetti ai lavori, del peso di oltre 1.800 chili, in perfette condizioni, che spicca in un prato costellato da altre perforazioni dovute alla ricerca per la successiva neturalizzazione di altri ordigni.
Ed è proprio questa la caratteristica dell'intervento: di fatto si tratta di neutralizzare un ordigno di grande dimensioni stando in mezzo a una sorta di campo minato, tra un imprecisato numero di altri ordigni più piccoli, sì, ma non per questo meno micidiali
A lavorare in questo contesto sono i militari del 2° reggimento genio guastatori della Brigata Julia, di stanza a Trento, che sono stati attivati dal Comando forze di difesa interregionale nord di Padova.
Gli specialisti Eod, ordigni esplosivi regolamentari, del 2° reggimento genio operano nell'area del Dal Molin già dallo scorso luglio, a completamento dell'opera di ricerca di ordigni effettuata da un'azienda civile specializzata nella bonifica di campi minati. In pratica, gli specialisti dell'Esercito non ricercano bensì intervengono nel momento in cui serve neutralizzare quanto è stato individuato.
Ciò accade con una certa frequenza nell'area dell'ex Dal Molin, che essendo stata un'aviosuperficie è stata oggetto durante il secondo conflitto mondiale oggetto di particolari attenzioni da parte dell'aviazione angloamericana. La conseguenza è che numerosi sono gli ordigni che tuttora si trovano, inesplosi, in quella zona.
Non si tratta però solamente di ordigni inglesi, soprattutto, ma anche italiani. Se quelli inglesi da 250, 500, 1.000, 2.000 e 4.000 libbre venivano lanciati, infatti, quelli italiani era posati e interrati a difesa dell'aeroporto. In caso di necessità, qualora il sito fosse stato a rischio di cadere in mano nemica, sarebbero stati fatti esplodere, rendendo inservibile l'aviosuperficie.
Una storia vecchia di 70 anni, che oggi riaffiora pericolosamente, in tutti i sensi. Ed è questa la situazione con la quale i genieri di Trento si trovano ad aver a che fare quasi quotidianamente da moti mesi, ma che conoscono oramai da alcuni anni. L'attività di bonifica al Dal Molin, infatti, ha preso piede già dal 2007, a supporto dell'ampliamento della base militare statunitense: da allora gli specialisti dell'Esercito hanno bonificato decine di ordigni: nel 2009, ad esempio, in quel luogo hanno distrutto in sicurezza 12 bombe d'aereo da 100 chili, 7 da 250 chili italiane, una da 500 libbre e una da 1.000 libbre inglesi.

Fonte:
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/dalla_home/589940_vicenza_la_prima_immagine_della_bomba_che_fa_paura/
                                                          Foto: Il Giornale di Vicenza

giovedì 14 novembre 2013

ESERCITO: RINVENUTA BOMBA II GUERRA MONDIALE VICINO AEROPORTO FIUMICINO


Un nucleo di artificieri
 dell’Esercito ha effettuato questo pomeriggio, in prossimità
 dell’aeroporto di Fiumicino, la ricognizione di una bomba d’aereo,
 risalente al secondo conflitto mondiale, rinvenuta all’interno di un
 cantiere. L’ordigno, spiega una nota, una bomba d’aereo di 500 libbre,
risalente al secondo conflitto mondiale, è posta nelle vicinanze
 della linea di condotta del grezzo per la raffinazione. E' stata convocata, nei prossimi giorni, una riunione di coordinamento presso gli uffici della prefettura per definire le
 modalità di intervento per la rimozione e il brillamento
 dell’ordigno. Per le capacità tecniche del personale e dei mezzi in
 dotazione, l’Esercito fornisce quotidianamente il proprio contributo
 per interventi di pubblica utilità e per la tutela dell’ambiente. Nel
2012, i nuclei EOD (Explosive Ordnance Disposal) dei reparti genio
 dell’Esercito hanno eseguito circa 2400 interventi specialistici
 (34.907 dal 2000 al 2012) per la bonifica di ordigni esplosivi. Nel 2013, tra gli interventi condotti dagli specialisti dell’Esercito, a Roma, a pochi passi da Castel Gandolfo, gli
 artificieri dell’Esercito hanno portato a termine un’ingente
 operazione di bonifica. Oltre 4.000 ordigni, tra questi 2.300 bombe a
 mano, 300 bombe da mortaio, erano emersi sulla superficie del lago, a
 causa dell’abbassamento delle acque, proprio a ridosso delle aree
 frequentate dai turisti.

   (Sin/Ct/Adnkronos)

Nettuno: ordigno bellico in un terreno di Cretarossa „Nettuno: ordigno bellico vicino una scuola, disinnescato


Un ordigno bellico, una bomba, completa di spoletta, é stato trovato nella tarda mattinata in un piccolo terreno incolto nel quartiere Cretarossa, a Nettuno. La zona é densamente abitata e il campo é a confine con la scuola elementare di via AnieneSecondo i carabinieri della compagnia di Anzio, che stanno svolgendo le indagini, forse qualcuno ha trovato altrove l'ordigno e poi se ne é disfatto passando nella zona. L'area é in sicurezza, transennata, e i carabinieri hanno avvertito gli artificieri per il disinnesco.
Fonte:

Manfredonia, “fosforo ordigno bellico” incendia rete peschereccio, interdetta area


di 
Manfredonia – INTERDIZIONE specchio acqueo per possibile presenza e successive operazioni di ricerca e rimozione di ordigno bellico: è quanto stabilito con ordinanza dellaCapitaneria di Porto di Manfredonia – a firma del Comandante M.Notaro – in seguito all’incidente avvenuto stamani ai danni del peschereccio Nuova Siponto I, che – durante le operazioni di salpamento di una rete – è stato avvolto dal fumo originato dalla combustione di una sostanza chimica (fosforo) con l’aria. Si fa riferimento a parte di un ordigno bellico presente nel fondale marino. I fatti sarebbero avvenuti verso le ore 8.05 a circa 3 miglia a NE del Bacino Alti Fondali. Da raccolta dati, la parte finale delle rete a strascico è andata completamente distrutta. Nessuna ferita per i presenti a bordo del peschereccio.
Intervenuti tanto i militari della Guardia di Finanza sezione Navale di Manfredonia quanto in seguito gli operatori della Capitaneria di Porto di Manfredonia, oltre a vigili del fuoco e personale del 118 (a terra, una volta scortato il mezzo al Porto Commerciale del centro).
Fonte:

mercoledì 13 novembre 2013

Rimosso l’ordigno bellico agganciato dal traghetto


PIOMBINO. È stato rimosso nella notte (alle 4) dagli artificieri del Comsubin di La Spezia, dopo due ore di lavoro, l'ordigno bellico che era stato agganciato in porto nella tarda serata di martedì dall'ancora del traghetto Bellini della Toremar in partenza per Rio Marina. L'ordigno, risalente alla Seconda guerra mondiale, è stato imbracato dagli uomini della Marina militare, agganciato a un pallone e fissato a un gavitello in uno specchio di mare non interessato dalla navigazione (comunque interdetto con ordinanza della capitaneria di porto) nelle vicinanze delle vasche di colmata del porto, in attesa di essere fatto brillare. Operazione che, condizioni meteomarine permettendo, dovrebbe essere svolta nella giornata di giovedì.
Fonte:
http://iltirreno.gelocal.it/piombino/cronaca/2013/11/13/news/rimosso-l-ordigno-bellico-agganciato-dal-traghetto-1.8107765

lunedì 11 novembre 2013

Bombe a mano belliche ritrovate a Bovegno


Una scoperta che ha turbato la tranquillità dell'abitato di Piano, a Bovegno, riportando anche alla luce i brutti ricordi della Seconda Guerra Mondiale e della strage perpetuata sul territorio comunale il 15 agosto 1944 dalle mani e dalle armi nazifasciste.

Le tre bombe sono state ritrovate in occasione dei lavori di restauro del tetto di un'abitazione della località bovegnese.
La casa è disabitata da una cinquantina di anni e i locali erano accessibili dall'esterno, tanto che al suo interno sono stati ritrovati anche dei pagliericci.

E' probabile che coloro che in questi anni l'hanno utilizzata come rifugio non sapessero del rischio che hanno corso.

Dopo il sopralluogo dei carabinieri, l'area è stata posta in sicurezza, in attesa dell'intervento degli artificieri del Genio Civile che dovranno raggiungere Gardone da Cremona.
Fonte: