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sabato 31 maggio 2014

Bielorussia: distruggere le mine antiuomo


di Maddalena Ingrao
01/06/14. Mine antiuomo distrutte nella regione di Gomel, fonte agenzia Belta. Il giudice ha emesso un provvedimento secondo cui (2271 sul territorio) vi sarà l'«Eliminazione di munizioni contenenti mine PFM-1, in Bielorussia». «La struttura dispone di moderne attrezzature di nuova generazione, che permette di smaltire ogni giorno oltre 8.000 mine e monitorare tutti i processi di riciclaggio in tempo reale» - ha detto alla cerimonia, il Vice Ministro della Difesa della Bielorussia Igor Lotenkov. Inoltre, ha aggiunto che la Bielorussia dovrebbe eliminare più di 3.357.000 mine PFM-1. «L'implementazione delle attività del progetto utilizzeranno le munizioni di cui sopra, rispettando pienamente gli obblighi internazionali della Bielorussia in materia di utilizzo delle mine antiuomo, nonché per ottimizzare lo stoccaggio di munizioni» ha detto Lotenkov. Il lavoro sul posto sarà effettuata in tre turni, sei giorni alla settimana. Si prevede che a fine luglio, la capacità di produzione prevista della società. «Nell'autunno del 2007, la Commissione Europea ha individuato quattro milioni di euro per progetto di assistenza tecnica internazionale "Eliminazione di munizioni contenenti mine PFM-1, in Bielorussia». La "Petalo" (PFM-1) è una miniera d'azione di fabbricazione sovietica. Ed è una copia esatta delle mine americane BLU-43 / B «Dragontooth». Funziona quando il bersaglio passa sul sensore. Fonte: http://www.agccommunication.eu/89-regoledingaggio/7566-bielorussia-mineantiuomo  
http://www.jmorganart.com/

Settantennale della Liberazione di Frosinone, oggi il via alle celebrazioni


Redazione Quotodiano
FROSINONE - Ci siamo. La città di Frosinone è pronta per celebrare degnamente il giorno della propria Liberazione con una tre giorni di commemorazioni e manifestazioni che inizieranno stasera (31 maggio) e termineranno il 2 giugno. Il 1 giugno l’ambasciata canadese sarà presente, ad esempio, con una delegazione composta in primis dall’ambasciatore Peter McGovern e dall’addetto militare Colonnello Spike Hazleton. Hanno dato la propria adesione, poi, sia l’ambasciata britannica, che sarà rappresentata dal Tenente Colonnello Mike Edwards, Ufficiale della Royal Air Force ed Ufficiale di Collegamento dell’ambasciata britannica presso lo Stato Maggiore della Difesa Italiano a Roma, e l’ambasciata americana che sarà rappresentata dall’addetto militare, mentre l’ambasciata tedesca, pur ringraziando il sindaco e la città per l’invito, ha dovuto rinunciare per concomitanti ed improcrastinabili impegni istituzionali. Il programma degli eventi e delle commemorazioni avrà inizio stasera, allorquando, a partire dalle ore 21, in piazzale Vittorio Veneto (o al Teatro Nestor in caso di maltempo), con il suono della sirena che preannuncia l’attacco aereo, avrà inizio una serata rievocativa del grande bombardamento di Frosinone della Seconda Guerra Mondiale. Saranno proiettati foto e filmati originali dell’epoca, tra cui spicca un quasi inedito: una testimonianza di don Luigi Minotti, vero eroe cittadino, che, in un’interista radiofonica di fine anni ’70, racconta gli istanti drammatici del settembre ’43. Ci sarà spazio anche  per l’esibizione della Banda comunale “Romagnoli” e di una formazione musicale del Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone.Il clou delle celebrazioni si vivrà domenica 1 giugno, giorno della Liberazione di Frosinone.Dalle ore 10 un corteo, aperto dalla banda militare della First Special Service Force, con autorità e cittadini partirà da largo Sant’Antonio e giungerà fino in piazza della Libertà. Lungo il tragitto, nei pressi dei giardini di corso della Repubblica, verrà scoperta una targa commemorativa in ricordo dei soldati caduti per la liberazione di Frosinone. Dopo le deposizioni delle corone in piazza della Libertà, in piazzale Vittorio Veneto sarà il momento dei discorsi delle autorità presenti.Alle 19, nella chiesa abbaziale di San Benedetto ci sarà un messa in ricordo di tutti i caduti, mentre dalle 20.30, in piazzale Vittorio Veneto (o al Teatro Nestor in caso di maltempo) avrà luogo il concerto della banda della First Special Force, della Banda comunale “Romagnoli” e di una formazione musicale del Conservatorio “Licinio Refice”, inframmezzati da filmati ed interventi di storici locali. La chiusura delle celebrazioni ci sarà lunedì 2 giugno con la grande novità del ballo in piazza per festeggiare la Liberazione di Frosinone e l’istituzione della Repubblica. Dalle ore 21 serata danzante in piazzale Vittorio Veneto con repertorio musicale anni '40 e '50 la cittadinanza potrà ritrovarsi per un evento che a Frosinone ha avuto luogo, per l’ultima volta, nel 1884, ben 130 anni fa.Intanto, tra le iniziative di successo organizzate dall’amministrazione comunale nell’ambito delle celebrazioni per il 70° Anniversario della Liberazione della città, c’è, poi, la  mostra storico-fotografica sulla guerra a Frosinone, che sta registrando numeri da record con presenza che hanno superato le 3.000 unità. La mostra è stata realizzata con il prezioso contributo di Maurizio Federico e Paolo Sbarbada, che hanno messo a disposizione il materiale documentale e fotografico e hanno offerto la loro consulenza storica per l’allestimento. Sarà aperta tutti i giorni fino all'8 giugno, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20. L’ingresso è gratuito.  
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Sulmona ha ricordato il bombardamento di piazza Garibaldi


di Andrea Pantaleo 
Sulmona,31 maggio.- Sulmona ha ricordato ieri con una suggestiva e commovente cerimonia il 70° anniversario del bombardamento del 30.05.1944 su piazza Garibaldi da parte alleata, avvenuto alle ore 12:10 che ha causato 52 vittime e molti feriti. Sono presenti i sopravvissuti alla tragedia, autorità civili, militari, religiose, moltissimi cittadini che non sono voluti mancare a tale cerimonia commemorativa. Un pensiero va alla memoria di tutti coloro che hanno subito violenze, devastazioni, per onorarli, rispettarli e non dimenticarli mai. Tanta commozione nei volti dei presenti a significare che tali ferite non si rimargineranno mai e la memoria di tutti sempre rievocherà. Quando alle ore 12:10, le campane della SS Annunziata hanno suonato i rintocchi alla memoria, vi confido che ho provato sensazioni che non riesco a descrivere. È stata apposta da parte dell’Amministrazione comunale cittadina una lapide in ricordo del tragico avvenimento, collocata vicino alla targa che rammenta la tragedia dei ragazzi tifosi aquilani avvenuta in Sulmona il 3.06.1979.
Come storico e giurista vorrei soffermarmi alla giurisprudenza di cui alle leggi di guerra in deferenza sia al RD 8.07.1938 n.1415 pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 25.09.1938 n.211 S.O, sia al codice penale militare di guerra. La normativa di cui al RD 8.07.1938 n.1415 sezione II sul bombardamento dispone quanto segue; Art. 42. Divieto di bombardamento. Il bombardamento, che abbia il solo scopo di colpire la popolazione civile o di distruggere o danneggiare i beni non aventi interesse militare, è in ogni caso proibito. Art. 43. Protezione dei servizi sanitari. Le formazioni sanitarie mobili, gli stabilimenti fissi del servizio sanitario, le navi-ospedale, le navi ospedaliere e gli aeromobili sanitari addetti al servizio militare devono essere rispettati e protetti. Art. 50. Preavviso di bombardamento. Fuori dei casi di necessità delle operazioni militari, il comandante delle forze attaccanti, prima di intraprendere il bombardamento, deve fare quanto è possibile per darne comunicazione alle autorità locali. L’articolo n. 178 del Codice Penale militare di guerra disciplina in maniera cogente le sanzioni previste per il comandante che omette l’avviso di bombardamento, disponendo che è punito con la reclusione militare sino a tre anni il comandante che fuori dei casi del caso di necessità di operazioni militari, omette, prima di cominciare il bombardamento, di fare quanto è possibile al fine di dare comunicazione alle autorità della piazza nemica a norma della legge o delle convenzioni internazionali. Non vi è stata mai alcun tipo di indagine al fine di accertare se vi fossero state eventuali violazioni di normative militari e delle convenzioni internazionali. Nessuno ha mai chiarito con esattezza la motivazione di tale incursione aerea, che uccide e ferisce civili innocenti, che non hanno nessuna colpa e responsabilità. Si sostiene che in quel fatidico 30 maggio del 1944 è presente a Sulmona Albert Kesselring assieme ad altri alti ufficiali al fine di predisporre segretamente la ritirata dall’Italia meridionale. Molti hanno asserito che l’operazione di piazza Garibaldi sarebbe stata compiuta perché si vuole colpire ed eliminare Kesselring. Raziocinio esige che si sarebbe dovuto sapere il luogo dove l’alto ufficiale avrebbe soggiornato, altrimenti sarebbe da pensare che, in assenza di tal certezza, avrebbero dovuto radere al suolo l’intera città. Indipendentemente da qualsiasi giustificazione si sia tentata di addurre al fine di motivare tale tragedia sulla nostra popolazione, rimarrà per sempre una sciagura che militarmente credo presenti elementi non molto chiari. Tali azioni militari sulla nostra insigne città, ma anche per molte altre compiute in altri centri della nostra Nazione, comprese molte rappresaglie eseguite in violazione delle convenzioni dell’Aia del 1907, di Ginevra del 1929, del Codice Penale Militare di Guerra, non hanno avuto mai alcun tipo di indagine, considerando che giungeranno amnistie: RD 5.04.1944 n.96 amnistia e indulto per i reati comuni militari e annonari, Decreto Legislativo 29.03.1946 n.132 amnistia e condono per reati militari, Decreto Presidenziale 22.06.1944 n.4 amnistia ed indulto per reati comuni, politici e militari. Costituiscono interrogativi e misteri sui quali la popolazione, probabilmente, non avrà mai risposte. (h.9,50) Fonte: http://www.corrierepeligno.it/sulmona-ricordato-bombardamento-piazza-garibaldi/27288

Ordigni bellici sul fondale: interdetto lo specchio d'acqua all'esterno della diga


Ordigni bellici sul fondale: interdetto lo specchio d'acqua all'esterno della diga

BRINDISI – La Capitaneria di porto ha emesso un’ordinanza di interdizione dello specchio d’acqua antistante la parte terminale della diga foranea di Punta Riso in seguito al rinvenimento di una cassa che si presume possa contenere quattro ordigni, probabilmente dei mortai. Scoperti dal locale Nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco, i presunti residuati bellici (quattro oggetti cilindrici lunghi ciascuno circa 100 centimetri e del diametro di circa 30 centimetri) giacciono sul fondale, in prossimità del punto di coordinate 40° 49’ 50.7” N – 017° 59’ 35.1” E.  Quasi nello stesso punto, lo scorso dicembre, venne recuperata un’altra cassa contenente bombe di mortaio. La bonifica, in quel caso, fu affidata ai militari del nucleo di intervento speciale della Marina militare denominato Sdai (Servizio difesa antimezzi insidiosi). Gli  ordigni vennero fatti brillare all’alba del 6 dicembre, con l'ausilio degli uomini della Guardia Costiera di Brindisi, in condizioni di massima sicurezza e sotto la supervisione del comandante della Capitaneria, il capitano di vascello Mario Valente. Ordigni bellici sul fondale: interdetto lo specchio d'acqua all'esterno della diga. Con un intervento analogo, si provvederà alla bonifica dell’area in cui sono stati ritrovati i quattro colpi di mortaio. Fino a quando non verranno completate le operazioni, dunque, è stato interdetto alla navigazione, all’ancoraggio, alla pesca, al transito, alla balneazione e a ogni altra attività in mare lo specchio acque compreso entro i 200 metri dalla zona di mare centrata sul punto di coordinate: latitudine 40° 49’ 50.7” N e Longitudine 017° 59’ 35.1” E. Tale divieto non riguarda ovviamente i mezzi della Guardia costiera, delle forze di polizia e dei mezzi impegnati nelle operazioni di bonifica, che dovranno adottare ogni cautela per la salvaguardia della vita umana in mare, della sicurezza della navigazione marittima e per la tutela dell’ambiente marino. Fonte: http://www.brindisireport.it/cronaca/ordigni-bellici-sul-fondale-interdetto-lo-specchio-d-acqua-all-esterno-della-diga.html

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giovedì 29 maggio 2014

PERCHÉ LA GUERRA NON TERMINA QUANDO LA GUERRA FINISCE


Talvolta parte lo sconforto, specie in quelle giornate in cui fa caldo ma il cielo è coperto. Senza motivo e senza attesa può capitare però di incontrare qualcuno che è capace di togliere questa cappa di immobilismo e con una semplicità e umanità disarmante strappa via le nuvole dai pensieri. Cappello morbido in testa (a causa di un gravissimo incidente sul lavoro), voce tranquilla  ma determinata, occhi neri profondissimi di chi si pone mille e più domande al giorno: Giovanni Lafirenze torna da poco dal Senato della Repubblica Italiana dove ha parlato di un libro, “Schegge Assassine”.
Un uomo calmo che dentro di sé è fuoco, come le idee che lo infiammano, come gli ordigni post-bellici che scova sotto terra, in mare, ovunque. Si sposta in tutta Italia e in collaborazione con l’ANVCG (Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra) sta promuovendo una diffusione capillare delle gravi conseguenze del ritrovamento delle bombe da parte dei civili. Un libro che parla di guerre che non terminano con la guerra: una guerra sepolta che va anch’essa combattuta, in quanto di residuati bellici inesplosi il nostro Paese ne è pieno.
Da nord a sud il ritrovamento è sempre casuale, più frequente di quanto si creda, spesso conseguente all’opera di scavo di terreni, ma non è raro il rinvenimento nelle abitazioni tra intercapedini o nelle soffitte. Molti dei ordigni inesplosi risalgono alla Prima Guerra Mondiale e sono ancora pericolosamente attivi a causa del deterioramento della parte metallica esterna. La cosa più naturale, quando rinvenuti, è di raccoglierli ma ciò è di quanto più errato ci sia, perché solo chi è addestrato ne ha la capacità, come civili o militari con competenze specifiche per la bonifica degli stessi. Un lavoro, il loro, che agevola sia la rimozione in ambito civile che durante le missioni all’estero.
“Arresto e Distruggo” è il motto del 3º Reggimento Genio Guastatori, un reparto dell'Esercito Italiano con sede ad Udine ma, come sapientemente ci spiega Giovanni Lafirenze, lasciamolo fare a chi ne ha le capacità unite all’esperienza.

© Barbara & Pitian per Because The Style
Fonte: http://www.becausethestyle.com/2014/05/29/because-war-doesn-t-finish-with-war-s-end/

Campagna sensibilizzazione sul tema ordigni inesplosi promossa dall'ANVCG

BECAUSE WAR DOESN'T FINISH WITH WAR'S END


Sometimes the discomfort starts, especially in those days when it's hot but the sky is overcast. Without reason and without waiting, however, it can happen to meet someone who is able to remove the hood to immobility and with a disarming simplicity and humanity rips way the clouds of thoughts. Soft hat on his head (due to a serious accident at work), quiet but determined voice, very deep blacks eyes of those who put more than a thousand questions a day: Giovanni Lafirenze back recently by the Senat of Italian Republic, where he talked about a book, "Schegge Assassine (Splinters Killer)". 
A quiet man who has fire within himself, as the ideas that ignite, as the post-war ordnance which locates in the ground, at sea, everywhere. It moves all over Italy and in collaboration with the ANVCG (National Association of Civilian Victims of War) is promoting the widespread dissemination of the serious consequences of the discovery of the bombs by civilians. A book that speaks of wars that do not end with the war: a war buried which also must be fought, because of explosive remnants of war our country is full of them.
From north to south the discovery is always randomly, more often than we think, often resulting in the work of excavation of land, but it's not the rare occurrence in the gaps between houses or in attics. Many of unexploded ordnance dating back to the First World War and are still dangerously active due to the deterioration of the external metallic part. The most natural thing, when found, is to pick them up but this is incorrect as there is, because only someone who is trained has the ability, as a civilian or military with specific skills for the remediation of the same. A job, which facilitates their removal both in the civil life and during missions abroad.
"I stop and I destroy " is the motto of the 3rd Engineers Regiment, a unit of the Italian Army based in Udine but, how skillfully explains Giovanni Lafirenze, let do that to those who have the capacity combined with the experience. 
 © Barbara & Pitian per Because The Style
Fonte: http://www.becausethestyle.com/2014/05/29/because-war-doesn-t-finish-with-war-s-end/ 
Campagna sensibilizzazione sul tema ordigni inesplosi promossa dall'ANVCG

I ragazzi del Comsubin a caccia di ordigni a Piombino


I Palombari della Marina Militare hanno iniziato le operazioni subacquee tese a recuperare e distruggere un gran quantitativo di ordigni esplosivi residuati bellici, rinvenuti in seno alle lavorazioni previste dal nuovo Piano Regolatore Portuale di Piombino, realizzato per il rilancio della competitività industriale del porto e del locale stabilimento siderurgico. Le attività, richieste dalla locale Prefettura, vedranno impegnato un team di Comsubin per condurre una bonifica sistematica nelle aree nelle quali sono stati individuati tali residuati bellici. I Palombari della Marina sono l'unica realtà delle Forze Armate e Forze di Polizia che possono condurre le attività subacquee connesse alla ricerca, riconoscimento, rimozione e neutralizzazione degli ordigni esplosivi di qualsiasi natura rinvenuti in acqua. Tale attività iniziata nel 1910 è stata sancita dal Decreto Legislativo Luogotenenziale n°320 del 12.04.1946 e confermata  nel il DL n°66 del 15 marzo 2010. Le operazioni subacquee, che avranno una durata complessiva di circa 1 mese, permetteranno di identificare, rimuovere e distruggere gli ordigni esplosivi presenti sul fondale marino. Nei primi due giorni di attività sono state rimosse e fatte brillare in alto mare 160 bombe da fucile, 1 bomba da mortaio, 200 proiettili di vario calibro. Fonte: http://www.gazzettadellaspezia.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=23726:i-ragazzi-del-comsubin-a-caccia-di-ordigni-a-piombino&Itemid=304 
Fonte foto: www.gazzettadellaspezia.it

CUNEO. ORDIGNO BELLICO DISINNESCATO DA ARTIFICIERI


 Gli specialisti del 32° reggimento genio della brigata alpina Taurinense hanno neutralizzato questa mattina una bomba d’aereo inglese da 25 libbre in ottimo stato di conservazione, risalente alla Seconda Guerra Mondiale. Il residuato bellico è stato rinvenuto in una zona isolata presso la località Panice Sottana dai carabinieri della stazione di Limone Piemonte che, circoscritta la zona, hanno attivato la procedura consolidata che prevede il pronto intervento urgente dei militari dell'Esercito su richiesta della Prefettura. Dopo aver riconosciuto l'ordigno - una bomba d’aereo inglese dal peso di 25 libbre risalente alla Seconda Guerra Mondiale - gli artificieri intervenuti da Torino lo hanno distrutto per brillamento in un'area sicura, al termine di tre ore di operazioni. Per gli specialisti della Taurinense - che vantano una preziosa esperienza maturata anche nelle missioni all'estero - si tratta del 56° intervento dall’inizio dell’anno nell’ambito della bonifica del territorio da residuati bellici in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Il 32° reggimento genio guastatori costituisce la risorsa dedicata alla mobilità, contro mobilità, schieramento e supporto al combattimento della Taurinense; interviene quando richiesto in attività a supporto della popolazione in caso di calamità naturale ed è una delle 12 unità dall'Arma del Genio che hanno l’incarico esclusivo di bonificare il territorio nazionale dai numerosi residuati bellici ancora esistenti e pericolosi  La Forza Armata grazie alla capacità “dual-role” dei propri reparti genio, oltre all’impiego operativo nelle missioni internazionali, è in grado d'intervenire nei casi di pubbliche calamità ed utilità, in ogni momento, su tutto il territorio italiano a supporto della comunità  nazionale.Fonte: http://www.targatocn.it/2014/05/29/leggi-notizia/argomenti/cronaca-1/articolo/bomba-daereo-da-25-libbre-disinnescata-dagli-artificieri-della-taurinense-a-limone-piemonte.html   
Fonte foto: http://www.targatocn.it/


Ordigno bellico ritrovato nel porto di Viareggio


Un ordigno bellico risalente alla seconda guerra mondiale è stato trovato nell'area del porto di Viareggio. Si tratta di una granata d’artiglieria tedesca da 105 mm inesplosa, della lunghezza di circa 50 cm, è stato adeguatamente custodito presso la sede della Guardia Costiera, in attesa dell’intervento delle Autorità competenti coordinate dalla Prefettura di Lucca. In mattinata, due artificieri del secondo reggimento genio pontieri di Piacenza hanno provveduto alla messa in sicurezza ed al brillamento dell’ordigno nella Cava Viti a Strettoia. Allo svolgimento delle operazioni hanno assistito, per ogni necessità, personale del servizio 118 Versilia, della polizia municipale di Viareggio e del nucleo carabinieri della stazione di Querceta. “La collaborazione tra i vari enti interessati - come ha evidenziato il comandante Iacono -, ha permesso di risolvere positivamente ed in tempi rapidissimi la delicata problematica, senza alcuna ripercussione sulle normali attività operative del porto di Viareggio”. Fonte: http://www.luccaindiretta.it/versilia/item/27645-ordigno-bellico-ritrovato-nel-porto-di-viareggio.html
http://www.luccaindiretta.it/

Trieste: nel giardino un ordigno bellico inesploso


Una bombarda inesplosa è tornata alla luce ieri pomeriggio a Sales, durante lavori di consolidamento di un muro di recinzione in un giardino privato. L’ordigno, risalente alla prima guerra mondiale, si presentava in un ottimo stato e la spoletta corrosa - si legge in una nota della Questura - lo rendeva alquanto pericoloso. Sul posto si è recata una pattuglia della Volante, la zona è stata messa in sicurezza fino all’arrivo degli artificieri della Polizia, che hanno rimosso la bombarda e l’hanno fatta poi brillare. Fonte:http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2014/05/29/news/trieste-nel-giardino-un-ordigno-bellico-inesploso-1.9318531

mercoledì 28 maggio 2014

Pozzuoli. Bagnante trova materiale bellico.


Un bagnante vede e segnala, dei residuati bellici insabbiati a pochi metri dalla riva della spiaggia delle monachelle, all'altezza dell'ex stabilimento “Sofer”. Si tratterebbe di bombe da mortaio e contraeree, risalenti l'ultima guerra mondiale.  Fonte:http://www.cronacaflegrea.it/pozzuoli-bagnante-trova-bombe-a-mano-e-colpi-di-mortaio-le-foto/

Borgo San Michele, bomba a mano trovata in un terreno


Una bomba a mano risalente alla Seconda guerra mondiale è stata trovata ieri pomeriggio in un terreno di Borgo San Michele, per l’esattezza in un appezzamento privato di un’abitazione situata in via Capograssa. La granata è stata trovata dal proprietario che ha immediatamente avvertito la Questura. L’area è stata delimitata in attesa dell’arrivo degli artificieri dell’Esercito che faranno esplodere l’ordigno. La granata, priva della spoletta ma con innesco attivo, risale molto probabilmente al periodo della Seconda guerra mondiale. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Squadra volante di Latina. Fonte: http://www.h24notizie.com/news/2014/05/28/borgo-san-michele-bomba-mano-trovata-un-terreno/ 
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Brescia, soffitta ‘esplosiva’: tre ordigni bellici


 In una soffitta, si sa, per definizione, si accatastano gli oggetti in disuso, vecchi ricordi e cianfrusaglie di tutti i tipi. Materiali spesso buttati lì e dimenticati. Ma grande è stata la sorpresa di una signora bresciana che abita in contrada Santa Chiara, in città, che spulciando tra le cataste polverose ha rinvenuto tre ordigni bellici, due granate d’artiglieria risalenti alla Prima Guerra mondiale e  e una spoletta. La signora Renata, ex insegnante in pensione, ha allertato subito le forze dell’ordine, intervenute al civico 40 con gli specialisti del Decimo Reggimento Genio guastatori di Cremona che, dopo avere messo in sicurezza la zona, hanno prelevato gli ordigni, potenzialmente molto pericolosi perchè contenenti esplosivo, per farli poi brillare in una vicina cava. Per la signora Renata una notte trascorsa in via precauzionale lontana da casa. le granate erano state probabilmente lasciate in soffitta dal suocero della donna che aveva partecipato alla Grande Guerra come generale d’artiglieria e amava collezionare vecchi cimeli bellici. In un baule, infatti, la signora ha rinvenuto anche una divisa militare, un paio di stivali e delle gamelle, utilizzate per consumare i pasti al fronte. Fonte: http://www.quibrescia.it/cms/2014/05/28/brescia-soffitta-esplosiva-tre-ordigni-bellici/
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Gli artificieri portano via l’ordigno bellico rinvenuto all’Osmannoro


SESTO FIORENTINO – L’ordigno bellico, un proiettile d’artiglieria, rivenuto alle prime ore di oggi, è stato spolettato e portato via dagli artificieri della Polizia intervenuti sul posto assieme ai vigili urbani e ai carabinieri. Le operazioni di bonifica sono state rapide senza comportare difficoltà. Anzi per molti che sono transitati con l’auto nel zona degli svincoli di Santa Cristina, neanche si sono accorti della cosa pensando, magari, più ad un incidente stradale che ad altro. L’ordigno era stato rinvenuto dall’operatore del Consorzio di bonifica impegnato in attività di pulizia e manutenzione dell’alveo del Rimaggio e delle sponde. L’ogiva era spuntata fuori dal terreno in prossimità del ponte dell’autostrada Firenze-Mare sulla sponda di destra del torrente. Resta da capire com’è che il “proietto” sia rimasto occultato dal 1944 ad oggi visto che le sponde del torrente sono state più volte oggetto di lavori così come la zona ha ospitato più volte i cantieri della vicina autostrada A11. Ad inertizzare il “proietto” sono stati gli artificieri della Questura di Firenze che lo hanno poi trasferito per procedere alle operazioni di brillamento in sicurezza. Fonte: http://www.piananotizie.it/gli-artificieri-portano-via-lordigno-bellico-rinvenuto-allosmannoro/
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Ordigno bellico fatto brillare, l’onda d’urto raggiunge Ischia


di Ida Trofa
La Capitaneria di Porto del Circondario Marittimo di Napoli alle ore 13,23 ha fatto brillare un ordigno bellico nelle acque antistanti il territorio del Monte di Procida. L’esplosione, con la sua onda d’urto, ha raggiunto anche l’isola d’Ischia al punto che si è temuto che si trattasse di un terremoto.
L’esplosione è stata respirata anche dalle strumentazioni dell’Osservatorio Vesuviano.
L’ordigno era stato ritrovato per caso
Nei giorni scorsi, durante un’ispezione subacquea eseguita da una ditta privata alla condotta metanifera che collega l’isola di Procida a Bacoli, su un fondale di circa 20 metri, il residuato bellico è stato rinvenuto ed è stato identificato come una bomba d’aereo da 500 libbre (circa 250 kg) per 1,2 metri di lunghezza. Nello specifico l’ordigno bellico è delle dimensioni di oltre 60 cm di lunghezza e 10 cm di diametro, dalle forma di proiettile.A seguito della segnalazione, la Prefettura di Napoli ha attivato la procedura d’emergenza prevista in questi casi, chiedendo quindi l’intervento del Nucleo Sdai (Sminamento difesa antimezzi insidiosi) della Marina Militare. Un team del Nucleo Sdai si è recato nella zona, interdetta alla navigazione, alla pesca e alla sosta, in seguito al rinvenimento per effettuare una prima ispezione subacquea che confermi la natura dell’oggetto segnalato e pianificare l’operazione di rimozione dell’ordigno. Nella mattinata di oggi, mercoledì 28 maggio, i subacquei della Marina Militare hanno provveduto alla rimozione dell’ordigno e al suo trasferimento in una località appositamente prescelta per procedere al suo brillamento. Per motivi di sicurezza, lo spostamento del residuato bellico è avvenuto con l’ausilio di un galleggiate che lo ha tenuto sospeso ad una profondità di pochi metri dal pelo dell’acqua, poi è stato trainato, a lentissimo moto, verso il luogo individuato per l’esplosione. Un sub della Marina Militare ha applicato alla bomba da far brillare una ‘controcarica’ di tritolo ad innesco elettrico.
Assunte tutte le cautele dal battello d’appoggio con la cornice di sicurezza attiva, sono stati collegati i cavi elettrici con l’inizio del conto alla rovescia che ha portato al brillamento dell’ordigno.
Lo Specchio acqueo interessato è quello antistante il porto di Acquamorta, e più precisamente nelle coordinate geografiche Lat. 40° 47.227′ N Long. 014° 01.410. Fonte: La Capitaneria di Porto del Circondario Marittimo di Napoli alle ore 13,23 ha fatto brillare un ordigno bellico nelle acque antistanti il territorio del Monte di Procida. L’esplosione, con la sua onda d’urto, ha raggiunto anche l’isola d’Ischia al punto che si è temuto che si trattasse di un terremoto.
L’esplosione è stata respirata anche dalle strumentazioni dell’Osservatorio Vesuviano.
L’ordigno era stato ritrovato per caso
Nei giorni scorsi, durante un’ispezione subacquea eseguita da una ditta privata alla condotta metanifera che collega l’isola di Procida a Bacoli, su un fondale di circa 20 metri, il residuato bellico è stato rinvenuto ed è stato identificato come una bomba d’aereo da 500 libbre (circa 250 kg) per 1,2 metri di lunghezza. Nello specifico l’ordigno bellico è delle dimensioni di oltre 60 cm di lunghezza e 10 cm di diametro, dalle forma di proiettile.A seguito della segnalazione, la Prefettura di Napoli ha attivato la procedura d’emergenza prevista in questi casi, chiedendo quindi l’intervento del Nucleo Sdai (Sminamento difesa antimezzi insidiosi) della Marina Militare. Un team del Nucleo Sdai si è recato nella zona, interdetta alla navigazione, alla pesca e alla sosta, in seguito al rinvenimento per effettuare una prima ispezione subacquea che confermi la natura dell’oggetto segnalato e pianificare l’operazione di rimozione dell’ordigno. Nella mattinata di oggi, mercoledì 28 maggio, i subacquei della Marina Militare hanno provveduto alla rimozione dell’ordigno e al suo trasferimento in una località appositamente prescelta per procedere al suo brillamento. Per motivi di sicurezza, lo spostamento del residuato bellico è avvenuto con l’ausilio di un galleggiate che lo ha tenuto sospeso ad una profondità di pochi metri dal pelo dell’acqua, poi è stato trainato, a lentissimo moto, verso il luogo individuato per l’esplosione. Un sub della Marina Militare ha applicato alla bomba da far brillare una ‘controcarica’ di tritolo ad innesco elettrico.
Assunte tutte le cautele dal battello d’appoggio con la cornice di sicurezza attiva, sono stati collegati i cavi elettrici con l’inizio del conto alla rovescia che ha portato al brillamento dell’ordigno.
Lo Specchio acqueo interessato è quello antistante il porto di Acquamorta, e più precisamente nelle coordinate geografiche Lat. 40° 47.227′ N Long. 014° 01.410. Fonte: http://www.ildispari.it/it/ordigno-bellico-fatto-brillare-londa-durto-raggiunge-ischia/
http://www.ildispari.it/


martedì 27 maggio 2014

Como tra sirene e bombe. Ecco la mappa dei rifugi


Il 30 maggio presentazione della ricerca all’istituto “Perretta”
Pagine di storia inedite, o poco note, ma che riguardano un’intera comunità. Tutte da raccontare. Nonostante la Seconda Conferenza dell’Aia avesse proibito, nel 1907, di bombardare le popolazioni civili indifese e di usare i gas, la guerra, un secolo fa, sconvolse l’Europa.  Per fortuna degli abitanti, la città di Como passò sostanzialmente indenne attraverso il trentennio 1915-1945, che conobbe due guerre mondiali. Ma a testimonianza di quegli anni di terrore rimane, come ha documentato il recentissimo volume di Maria Antonietta Breda e Gianluca Padovan Como 1915-1945: protezione dei civili e rifugi antiaerei (Lo Scarabeo editrice, Milano, pp. 119, 24 euro), una vasta rete di rifugi sotterranei antiaerei e antigas. Tali strutture vennero ricavate all’interno di stabili sia pubblici sia privati fin dal 1915.  La maggior parte erano ai piani terreni degli edifici, sfruttando porticati e androni, protetti con sacchetti di tela riempiti di sabbia. Secondo un censimento ritrovato negli archivi comunali dagli autori del volume, in centro città, nel corso del primo conflitto mondiale erano attivi 18 rifugi (ad esempio nel Palazzo Civico, nell’Archivio notarile di Palazzo Giovio, al Palazzo di Giustizia di via Unione e alla Camera del Lavoro di via Odescalchi). Erano invece 15 quelli attivi in zona Como Borghi (tra cui alla caserma Santa Teresa di via XXVII Maggio, nel sottopasso delle Ferrovie dello Stato di via Borsieri, nell’atrio dell’ospedale Sant’Anna di via Ospedale e nella parrocchiale di Sant’Agata in via Briantea). Ci si preoccupò anche di salvaguardare il patrimonio storico: con ripari antiaerei imbottiti di sabbia si salvaguardarono le parti più esposte della facciata del Duomo. Nel corso del primo conflitto mondiale, si cercò di proteggere Como da eventuali attacchi aerei con un sistema di allarme integrato. Come rivelano i documenti raccolti nel volume di Breda e Padovan, per avvisare la popolazione con opportuni spari, si collocarono due cannoni prelevati dal Museo Civico sul colle del Baradello. La loro azione sarebbe stata integrata da colpi di segnalazione lanciati da mortai dalla caserma di piazza Castello e altre dalla caserma di piazza Vittoria. Il libro sarà presto presentato a Como, all’Istituto di Storia contemporanea “Pier Amato Perretta” di via Brambilla 39, venerdì 30 maggio alle ore 18. L’ingresso è libero. Si coglierà l’occasione per parlare dell’organizzazione della difesa antiaerea a Como, della protezione dei civili e della costruzione dei rifugi antiaerei nel corso di trent’anni, con la proiezione d’immagini.  Un tema che è di forte attualità, dato che a Como è stato avviato, nel corso del 2013, il recupero del rifugio antiaereo della Croce Rossa di via Italia Libera come “modello museale di un patrimonio storico sotterraneo”, ad opera degli architetti Marco Castiglioni e Gianmarco Martorana. L’iniziativa vuole essere il preludio alla costituzione del M.R.A.C., il «Museo Rifugi Antiaerei Como». Fonte: http://www.corrierecomo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=62109:como-tra-sirene-e-bombe-ecco-la-mappa-dei-rifugi&catid=14:prima-pagina


Ordigno bellico nel mare di Procida, la rimozione


Trepidazione nei Campi Flegrei dopo la segnalazione, da parte di una ditta addetta alla manutenzione della condotta metanifera esistente tra Procida e Bacoli, della presenza di un residuato bellico che - ad un primo esame - è stato identificato come una bomba d’aereo da 500 libbre (circa 250 kg.) per 1,2 metri di lunghezza. Una volta informata, la Prefettura di Napoli ha attivato la procedura d’emergenza prevista in questi casi, chiedendo l’intervento del Nucleo “Sminamento Difesa Anti-mezzi Insidiosi” (S.D.A.I.) della Marina Militare.
I TEMPI DELL’OPERAZIONE – Oggi, martedì 27 maggio, un team dello S.D.A.I., si recherà nella zona in questione, al momento interdetta alla navigazione, alla pesca ed alla sosta, per effettuare una prima ispezione subacquea che confermi la natura dell’oggetto segnalato e pianifichi l’operazione di rimozione dell’ordigno. Se le condizioni meteo lo consentiranno, nella mattinata di mercoledì 28 maggio, i subacquei della Marina Militare provvederanno alla rimozione dell’ordigno ed al suo trasferimento in una località appositamente prescelta per procedere al suo brillamento.
http://www.ischianews.com/
LE MODALITA’ DELL’OPERAZIONE – Per motivi di sicurezza, lo spostamento del residuato bellico avverrà con l’ausilio di un galleggiate che lo terrà sospeso ad una profondità di pochi metri dal pelo dell’acqua, quindi sarà trainato, a lentissimo moto, verso il luogo prestabilito. Una volta che lo avrà raggiunto, un sub della Marina Militare applicherà alla bomba da far brillare una “controcarica” di tritolo ad innesco elettrico. Quando il subacqueo sarà rientrato sul battello d’appoggio e, dopo aver verificato che la cornice di sicurezza è attiva, saranno collegati i cavi elet-trici ed avrà inizio il “conto alla rovescia” che porterà al brillamento dell’ordigno. Fonte:http://www.campaniasuweb.it/story/25900-ordigno-bellico-mare-procida-oggi-rimozione