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sabato 26 luglio 2014

Sub trova ordigno bellico sul fondale, chiuso un tratto di Porto Badisco“


Sub trova vecchio ordigno bellico sul fondale, chiuso un tratto di Porto Badisco

PORTO BADISCO – Un ordigno bellico sul fondale di Porto Badisco e scattano le ordinanze d'interdizione firmate da Comune di Otranto e ufficio circondariale marittimo locale. Il ritrovamento è avvenuto in modo del tutto casuale nel primo pomeriggio. E’ stato un istruttore di immersioni subacquee, Giampiero Buttiglione del diving Bubble’s World, insieme ad altri sommozzatori sportivi, ad accorgersi di una forma fin troppo regolare, viste le curvature, fra le rocce. Le concrezioni, inoltre, sembravano a tutta vista la tipica ruggine che può formarsi solo su un oggetto di ferro. Osservando meglio s’è quindi accorto che altro non era se non un vecchio ordigno bellico. I sub sono subito usciti dall’acqua ed hanno avvisato i militari della guardia costiera. Gli uomini agli ordini del tenente di vascello Gianmarco Miriello hanno svolto una perlustrazione, verificando la segnalazione e attestando come fosse fondata.L’ordigno si trova a una profondità di 4 metri, circa 80 metri a destra dall’imboccatura del porto e a una distanza di 15-20 metri dalla riva, un tratto di scogliera bassa, dove si assembrano anche i bagnanti. I militari hanno posto un gavitello giallo a mare per segnalare il punto inaccessibile da ora e fin quando non sarà svolta la bonifica. Le operazioni dovrebbero effettuarsi lunedì o, al massimo, martedì. Se ne occuperà il nucleo Sdai della marina militare di Taranto. Stando a una prima analisi, potrebbe trattarsi di una bomba a grappolo risalente al secondo conflitto mondiale. Un ordigno di fabbricazione britannica, per la precisione. Il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi, sta dunque emettendo un’ordinanza per vietare la discesa a mare, mentre l’ufficio circondariale marittimo ne sta redigendo una riguardante la sicurezza per la navigazione nel tratto interessato. Una curiosità: si tratta del terzo ritrovamento di questo tipo nel giro di un anno nella stessa zona. Una frequenza che non deve però insospettire più di tanto. Non tutti sono informati del fatto che, non lontano da lì, in località Sant’Emiliano, giace sul fondale una nave militare britannica risalente alla seconda guerra mondiale, che conserva ancora a bordo del munizionamento. Quindi, è possibile che di tanto in tanto qualche bomba venga sospinta dalle mareggiate. C’è però un’altra teoria, una storia che si narra da sempre. Nel dopoguerra sembra che diversi pescatori usassero recuperare gli ordigni (correndo il rischio di saltare in aria) per svuotarli e ricavarne ferro da rivendere, gettando le carcasse sul fondo. Quale sia il motivo e l’efficienza reale della bomba, per il momento in quel punto di Porto Badisco è vietato fare bagni e immersioni, o passare con le imbarcazioni. Fonte:  http://otranto.lecceprima.it/bomba-porto-badisco-26-luglio-2014.html 



Ritrovata una bomba a mano tipo “ananas”, dell'ultima Guerra, a Settefrati


di Pino Lo Presti
Si è appreso che il 18 luglio u.s., durante la pulitura dalle erbacce di un costone prospicente la spiaggia di “Settefrati”, è stato rinvenuto un ordigno risalente al periodo del II conflitto mondiale; precisamente una bomba a mano di fabbricazione americana meglio conosciuta come “ananas”.
Allertati i Carabinieri della Stazione di Cefalù, hanno delimitato l’area e, nello stesso pomeriggio - grazie ai militari Guastatori dell’Esercito di Palermo -, hanno fatto brillare la bomba (chiaramente ancora ritenuta offensiva). L’area è stata bonificata e resa di nuovo fruibile. Fonte:http://www.qualecefalu.it/node/13301

qualecefalu.it


In auto con una baionetta della Grande guerra, denunciato


Fermato per un controllo mentre viaggiava a bordo della sua auto, ieri intorno alle 13 in viale Talenti a Firenze, aveva con sé uno zaino dove nascondeva una baionetta risalente alla Prima guerra mondiale. L’automobilista, 28 anni, romeno, è stato denunciato per possesso di armi e oggetti atti a offendere. Fonte: http://www.gonews.it/2014/07/25/firenze-in-auto-con-una-baionetta-della-grande-guerra-denunciato/
gonews.it


Terni, trovato ordigno bellico vicino alla stazione ferroviaria



TERNI Due ordigni bellici risalenti alla seconda guerra mondiale sono stati trovati questa mattina a Terni, in un cantiere edile lungo via Proietti Divi, nei pressi della linea ferroviaria, della stazione e di un campo di calcio. La zona è stata transennata e sono state avviate tutte le procedure da parte della Prefettura per poterle rimuovere e farle brillare. Fonte: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=817460&sez=UMBRIA
http://www.umbria24.it/

ilmessaggero.it

Terni:Trovate bombe seconda guerra mondiale in V.Proietti Divi


venerdì 25 luglio 2014

Ristruttura una villetta e trova in giardino sei proiettili di mortaio


Marzalengo (Cr), 25 luglio 2014 – Stavano facendo degli scavi per ristrutturare il giardino di una villetta a Marzalengo, quando si sono imbattuti in qualcosa che non si aspettavano: sei proietti da mortaio della lunghezza di circa 15 centimetri l’uno, tutti inesplosi. Immediatamente l’area è stata recintata e interdetta al passaggio e del ritrovamento sono stati subito avvertiti i carabinieri di Castelverde i quali hanno constatato che si trattava proprio di munizioni da mortaio risalenti alla Seconda guerra mondialeC’è da dire che proprio in quel paese c’era una polveriera e una casamatta tedesca e i ritrovamenti di munizioni, anche a così tanti anni dalla fine della guerra, non sono affatto rari. Del ritrovamento sono stati avvertiti gli artificieri di Cremona che comunicheranno in quale data verranno a prelevare i proietti per farli brillare in una zona appartata, senza pericolo per le persone. Al momento i lavori di ristrutturazione del giardino sono stati sospesi. Fonte:http://www.ilgiorno.it/cremona/proiettili-mortaio-1.78459 

Incappati in un “ordigno bellico”? Il Comune di Cervia spiega cosa fare


Visti gli ultimi ritrovamenti di ordigni bellici dei conflitti mondiali lungo la Costa Adriatica, la Capitaneria di Porto di Ravenna ha emanato le norme di comportamento da adottare in caso di rinvenimento, all’interno delle proprie aree demaniali marittime, di materiali ad essi connessi “al fine di salvaguardare la pubblica incolumità” . L'amministrazione comunale di Cervia, a maggiore tutela degli operatori e fruitori della spiaggia comunale, ha ritenuto opportuno coordinarsi con la Capitaneria di Porto, mediante una propria specifica ordinanza, fornendo ulteriori indicazioni di comportamento da adottare, nel caso di rinvenimento di frammenti di ordigni bellici nelle aree marittime del territorio di Tagliata, Pinarella, Cervia e Milano Marittima. L’Assessore alla Protezione civile Gianni Grandu ha dichiarato: “Talora si verificassero tali situazioni, raccomandiamo a tutti di seguire scrupolosamente tali norme comportamentali, senza creare allarmismi, ma nella consapevolezza  che azioni e gesti corretti sono fondamentali per evitare incidenti e spiacevoli episodi. Per noi come si sa la prevenzione è un valore fondamentale>. Le misure preventive vanno dal dare immediata segnalazione del ritrovamento alle autorità,  evitando di effettuare scavi in prossimità dell’oggetto con lo scopo di individuarne la natura, al cercare, in caso di fumo, di mantenere l’ordigno costantemente bagnato per evitare che aumenti la temperatura. Importante – spiega il regolamento – è la segnalazione nei pressi dell’oggetto per evitare che qualcuno vi incappi accidentalmente. L’ordinanza dovrà essere pubblicata secondo le modalità stabilite dalle legge e dovrà essere affissa presso tutti gli stabilimenti balneari del territorio. Il testo completo è pubblicato all’Albo pretorio on-line sul sito del comune di Cervia. Fonte: http://www.ravenna24ore.it/news/cervia/0042548-incappati-un-ordigno-bellico-comune-cervia-spiega-cosa-fare

Ordigno bellico ritrovato e rimosso a Vittoria Apuana


FORTE DEI MARMI. Nel primo pomeriggio di giovedì 24 luglio gli agenti di polizia di Forte dei Marmi sono intervenuti a Vittoria Apuana, in una strada interna di via Padre Ignazio da Carrara, dove nel corso dei lavori di posa di cavi per conto dell'Enel, in area residenziale, gli operai della ditta avevano rinvenuto un ordigno bellico, della lunghezza di circa 30 centimetri e di forma cilindrica. L'area è stata transennata in attesa dell'intervento del personale specializzato del nucleo artificieri della polizia di Livorno, che giunto intorno alle 16 ha provveduto al recupero dell'ordigno, un "proietto d'artiglieria" risalente al secondo conflitto mondiale, mantenutosi in buone condizioni e inesploso. Il residuato bellico è stato preso in carico dagli artificieri per le opportune analisi e per la successiva distruzione in tutta sicurezza. Fonte: http://iltirreno.gelocal.it/versilia/cronaca/2014/07/24/news/ordigno-bellico-ritrovato-e-rimosso-a-vittoria-apuana-1.9650420

giovedì 24 luglio 2014

Ottone, trova una bomba a mano sul ciglio della strada. Neutralizzata dall'Eod


Ottone, trova una bomba a mano sul ciglio della strada. Neutralizzata dall'Eod
Una bomba a mano inesplosa è stata trovata vicino a Ottone, in alta Valtrebbia, nei giorni scorsi. E’ stato un passante a notarla vicino al ciglio della strada provinciale tra Zerba e Pei. Allertati subito i carabinieri della Compagnia di Bobbio, l’ordigno - tipico di fabbricazione italiana e risalente alla Seconda guerra mondiale - è stato posto in sicurezza fino all’arrivo degli artificieri del nucleo Eod del Secondo reggimento Pontieri di Piacenza. Gli specialisti, con tutte le cautele del caso, hanno interrato la bomba e l’hanno fatta brillare in sicurezza con una carica. Sul posto, per precauzione, anche il personale sanitario della Croce rossa di Ottone. L’appello degli esperti ai cittadini -  in caso di ritrovamento casuale di piccoli ordigni inesplosi - è sempre quello di non toccare assolutamente la bomba per alcun motivo, ma di lasciarla nella sua posizione e di chiamare subito il 112 segnalando l’esatta posizione. fonte: http://www.ilpiacenza.it/cronaca/ottone-trova-una-bomba-a-mano-sul-ciglio-della-strada-neutralizzata-dall-eod.html
http://www.ilpiacenza.it/




mercoledì 23 luglio 2014

Ritrovato un presunto ordigno bellico a largo della costa di Barletta


di Edoardo Centonze 
La Capitaneria di Porto di Barletta ha interdetto, a partire da lunedì 21 luglio "e fino a termine esigenza", lo specchio acqueo a largo della costa di Barletta, ad una distanza di più di 20 km dal porto (raggio di 50 metri attorno al punto di coordinate Lat. 41°19'477 N - e Long. 016°17'385 E, datum WGS 84), "a causa di operazioni di bonifica da un presunto ordigno bellico". L'ordinanza è scattata a seguito della comunicazione ricevuta dal gruppo subacqueo della Bat, che ha segnalato lunedì la presenza di un presunto ordigno bellico, di 30 cm di lunghezza e 10 cm di raggio. Della segnalazione è stata anche avvisata la Prefettura. Il provvedimento si è quindi reso necessario a tutela della sicurezza della navigazione e dell'incolumità delle persone. "Le operazioni di rinvenimento, rimozione e brillamento - si legge nell'ordinanza n. 57 - saranno condotte da un nucleo specializzato di artificieri". Fonte:  http://www.barlettaviva.it/notizie/ritrovato-un-presunto-ordigno-bellico-a-largo-della-costa-di-barletta/

Paese che vai, usanze che trovi


Paese che vai, usanze che trovi. D’accordo, ci sta eccome se ci sta. Tuttavia sul l’argomento ordigni bellici  il richiamo dovrebbe uniformarsi da est ad ovest dell’Europa, del mondo nell’unico messaggio possibile : sono pericolosi, evitare ogni contatto, allertare prima possibile le forze dell’ordine di zona. Tuttavia se in Italia, sotto questo aspetto il buon senso si fa strada, l’estero al cospetto dei residuati esplodenti, al contrario, non sempre  si dimostra giudizioso. Un esempio per tutti il turista che trova e lancia una bomba da mortaio per assistere all’esplosione. Ma si tratta di una singola persona, perciò da considerare nella giusta misura. Ciò che invece preoccupa, è un articolo web dell’autorevole BBC. Secondo il giornale in Scozia due operai impegnati in lavori per una recinzione in  Westruther rinvengono un residuato bellico. Che fanno ? chiamano Polizia, Vigili del Fuoco ? No. Caricano la granata nel furgone aziendale e, la trasportano fino a Earlston. Un viaggio, di dieci, venti, trenta chilometri ? in ogni caso, i due oltre a non considerare il rischio a cui stanno andando incontro, costringono al pericolo ogni persona che incrociano per strada. Altro che rimprovero ci sarebbero gli estremi per una denuncia. Ma i due vanno oltre, si tratta, di una vera consegna a domicilio. Infatti abbandonano la bomba di fronte all’abitazione  di un loro collega. Il padre di quest’ultimo nota l’oggetto, ovviamente allerta subito le autorità di polizia, le quali ricostruiscono  movimento e provenienza della granata. Morale della storia la BBC conclude il pezzo di cronaca con le testuali parole degli agenti intervenuti:
 “in nessun momento, nessuna persona avrebbe mai corso pericoli”.
 Forse, aggiunge chi scrive, anzi sicuramente, la granata era vuota. Ma non per questo si possono giustificare tali comportamenti. In questo caso, magari, vuota lo era davvero, ma altre persone se malamente informate potrebbero emulare i due scienziati scozzesi, con altre granate. Paese che vai usanze che trovi.
Giovanni Lafirenze      

Fonte: http://www.bbc.com/news/uk-scotland-south-scotland-28421553

martedì 22 luglio 2014

Cusano Mutri. Pastore ritrova ordigno della seconda guerra mondiale


Un ordigno esplosivo è stato ritrovato da un pastore in località Selvapiana nel territorio di Cusano Mutri. L'esplosivo, parzialmente interrato, in cattivo stato risale alla Seconda Guerra Mondiale. Il pastore ha subito avvertito i Carabinieri della locale stazione che, dopo aver delimitato e messo in sicurezza la zona impedendo l'accesso all'area, hanno avvisato l’Ufficio Territoriale di Governo di Benevento e richiesto l’intervento degli artificieri del 21° Reggimento Genio Guastatori di Caserta. Gli artificieri intervenuti hanno accertato che si trattava di una bomba da mortaio americana inesplosa dell’ultimo conflitto. Hanno così provveduto prima a rimuoverla e dopo a farla brillare. In seguito insieme ai carabinieri hanno provveduto a bonificare l’intera area. Fonte: http://www.ilquaderno.it/cusano-mutri-pastore-ritrova-ordigno-seconda-guerra-mondiale-97484.html

lunedì 21 luglio 2014

Bomba in spiaggia a Sottomarina: arenile evacuato


SOTTOMARINA. Un ordigno bellico inesploso, probabile residuato della seconda guerra mondiale, è stato avvistato questa mattina, verso le 11, sulla battigia di fronte al camping TreDue. L'aspetto era quello di un razzo lungo una trentina di centimetri, molto corroso dal tempo. Probabilmente il mare, un po' agitato, nella notte, lo aveva smosso dal fondale e spinto verso la spiaggia. I carabinieri della compagnia di Chioggia, col supporto della guardia costiera, hanno isolato l'area. Gli artificieri della Questura di Venezia hanno prelevato l'ordigno per gli adempimenti del caso. Fonte: http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2014/07/21/news/bomba-in-spiaggia-a-sottomarina-arenile-evacuato-1.9634130

Fivizzano: cerca funghi, trova un ordigno bellico Seconda Guerra Mondiale


Un ordigno bellico risalente alla Seconda guerra mondiale è stato ritrovato oggi da un giovane della zona, mentre era in cerca di funghi, nei boschi del Passo del Cerreto. Si tratta di una bomba d’aereo conficcata nel terreno che venne sganciata dagli alleati durante l’ultima guerra. Sono stati subito avvisati i carabinieri di Fivizzano che hanno circoscritto la zona con segnali di pericolo, avvisando del ritrovamento gli artificieri dell’Esercito di Torino che a breve interverranno per rendere inoffensivo l’ordigno. L’ordigno, della lunghezza di circa settanta centimetri e trenta di diametro, era conficcato nel terreno per oltre la meta’ delle lunghezza. Probabilmente era stato sganciato da un cacciabombardiere americano nella primavera del 1945 per impedire la ritirata ai soldati tedeschi nel versante fivizzanese del Passo del Cerreto. Fonte: http://www.gonews.it/2014/07/21/cerca-funghi-trova-un-ordigno-bellico-seconda-guerra-mondiale-intervenuti-i-carabinieri/

Nettuno, trovato proiettile della Seconda Guerra mondiale


Federica Ascagni
Un ordigno bellico risalente alla Seconda Guerra mondiale e” stato rinvenuto ieri pomeriggio a Nettuno, intorno alle 14, in via della Pineta. Si tratta di un proiettile di 105 millimetri di fabbricazione italiana. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato di Anzio e gli artificieri che hanno recuperato e messo in sicurezza l”ordigno. Fonte http://www.tribunaitalia.it/2014/07/21/nettuno-trovato-proiettile-della-seconda-guerra-mondiale/#sthash.009eqwxb.dpuf

Bomba inesplosa trovata nei boschi del Cerreto


di Marco Landini
FIVIZZANO. Trovato nei boschi nelle vicinanze di Sassalbo un ordigno bellico risalente alla seconda guerra mondiale. E' stato un giovane della zona, mentre era in cerca di funghi, a ritrovare casualmente nei boschi del Passo del Cerreto la bomba d'areo conficcata nel terreno che venne sganciata dagli alleati durante l'ultima guerra e quindi ad avvisare immediatamente i carabinieri di Fivizzano. I militari al comando del maresciallo maggiore Vincenzo Scatoloni sono intervenuti circoscrivendo la zona con appositi segnali di pericolo, avvisando del ritrovamento gli artificieri dell'Esercito di Torino che prossimamente interverranno per rendere inoffensivo l'ordigno. Durante il sopralluogo i carabinieri avrebbero inoltre notato che ne luogo dove è stata rinvenuta la bomba c'erano delle orme di calzature lasciate probabilmente da qualcuno che incurante del pericolo si sarebbe avvicinato incuriosito dalla strano oggetto metallico. L'ordigno, della lunghezza di circa settanta centimetri e trenta di diametro, che era conficcato nel terreno per oltre la metà delle lunghezza, di certo è stato sganciato da un cacciabombardiere americano nella primavera del 1945 durante le operazioni militari tendenti a impedire la ritirata ai soldati tedeschi appartenenti alla 148.a divisione di fanteria comandata dal generale Fretter. I resti di questa divisione, 15mila uomini con migliaia di automezzi, vennero fortemente contrastati dall'aviazione anglo-americana nel versante fivizzanese del Passo del Cerreto. Le forze tedesche, alle quali s'erano uniti reparti italiani della Repubblica Sociale, riuscirono a proseguire la ritirata lungo la statale 62 della Cisa per arrendersi poi il 27 aprile 1945 a Fornovo alle Forze alleate. Fonte: http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2014/07/21/news/bomba-inesplosa-trovata-nei-boschi-del-cerreto-1.9628202

domenica 20 luglio 2014

Vicenza, rese inoffensive altre bombe nell’area dell’ex Dal Molin


Prosegue a Vicenza il lavoro di recupero e disinnesco degli ordigni bellici, residuati della seconda guerra mondiale, trovati nell’area dell’ex aeroporto Dal Molin. Del resto si sapeva che vi erano ancora molte bombe inesplose in quella zona, erano state individuate già nel momento in cui si trovò la grande bomba, di fabbricazione inglese, ribattezzata poi “Old lady”, che tanto ha fatto parlare Vicenza nel mesi scorsi e che ha causato, proprio per le sue dimensioni di duemila chili, il dispiegamento di una task force notevole e l’evacuazione di quasi trentamila persone nel giorno del disinnesco, il 25 aprile di quest’anno. Non a caso, dopo che la grande bomba era stata resa inoffensiva, si è pensato bene di lasciare in piedi la struttura di protezione che era stata costruita dall’esercito. Lo si è fatto proprio in previsione che potesse servire anche per le operazioni relative agli altri ordigni, molto più piccoli, che ancora rimanevano sotto terra, e che ora si stanno rimuovendo. Venerdì scorso parte di essi sono stati recuperati e disinnescati. In particolare sono state rimosse tredici bombe d’aereo di fabbricazione italiana, cinque di esse da 100 chili e le altre otto più grandi, da 250 chili. A coordinare le operazioni c’era la Prefettura di Vicenza, supportata dagli uomini del Comune e dai vertici locali delle Forze dell’ordine. Impegnati c’erano i Vigili del fuoco, le squadre sanitarie della Croce rossa e volontari di protezione civile dell’Associazione Carabinieri, coordinati dalla centrale operativa provinciale del Suem 118. “Il brillamento – spiega una nota della Prefettura – è stato eseguito dagli artificieri del secondo Reggimento genio guastatori di Trento, presso la cava di Orgiano, gentilmente messa a disposizione dalla società Italcementi Group”. Nella zona teatro delle operazioni era stato disposto il divieto di sorvolo, sia ai velivoli che ai dispositivi di volo sportivo, quali aerei ultraleggeri, detaplani etc., per una ampiezza di 500 metri sia di raggio che di quota. Fonte: http://www.vicenzareport.it/2014/07/vicenza-rese-inoffensive-bombe-nellarea-dellex-dal-molin/

Operazioni belliche nel settore di Mentone nel giugno 1940, il racconto dello storico Andrea Gandolfo


Lo storico Andrea Gandolfo invia uno stralcio di un suo saggio di prossima pubblicazione su una rivista storica di Cuneo, relativo alle operazioni belliche nel settore di Mentone nel giugno 1940 fino alla decisione della Commissione italiana d’armistizio con la Francia del 7 luglio 1940 e all’inizio dell’occupazione italiana di Mentone.

Ecco la sua trattazione:
    Mentre le armate naziste stavano travolgendo le linee transalpine nel nord del paese e si accingevano ad occupare la stessa capitale, il 10 giugno Mussolini decideva di rompere gli indugi e dichiarare guerra alla Francia e alla Gran Bretagna dal balcone di palazzo Venezia. La sera dello stesso giorno il Genio del 15° Corps d’armée faceva saltare la strada presso Ponte San Luigi, la passeggiata a mare di Garavan, il piccolo ponte sul confine nei pressi di Villa Maria Serena, l’entrata nel tunnel Sainte-Anne, tutti i viadotti ferroviari di collegamento con l’Italia, il ponte Elisabeth e tutte le reti civili di trasmissione. Lungo la frontiera alpina occidentale gli alti comandi militari italiani schieravano il Gruppo Armate Ovest e le Armate 1ª e 4ª, che, per esplicito ordine del “duce”, avrebbero dovuto tenere «un contegno assolutamente difensivo sia in terra, che in mare», né si sarebbe dovuto superare la linea di confine. Sul fronte contrapposto, il Secteur Fortifié des Alpes Maritimes (SFAM) allineava nella zona di sua competenza, tre battaglioni di fanteria. Sulle creste di frontiera erano inoltre dislocate le celebri Sections Eclaireurs Skieurs (SES), piccole unità costituite nell’ambito di ogni battaglione del 6° Corps d’armée. Tali sezioni avrebbero quindi occupato i principali punti strategici al confine con l’Italia all’inizio della guerra, tra cui La Colle, Plan du Lion, Roc d’Ormea, Castellar Vieil, Colla Bassa e Col Razet, mentre una brigata di Eclaireurs-Motocyclistes teneva sotto controllo la città vecchia di Mentone e la zona di Garavan. Da parte italiana, le nostre forze armate schieravano invece in prima linea due divisioni del 15° Corpo d’armata, guidato dal generale Gastone Gambara: la 37ª (Modena), agli ordini del generale Gloria, e la 5ª (Cosseria), al comando del generale Vasarri, quest’ultima lungo il tratto di confine più a sud, prospiciente la città. Erano inoltre presenti quattro battaglioni di Camicie Nere, per un totale di circa 15.000 uomini, mentre 216 cannoni erano stati posizionati nella zona della bassa Roia e tre convogli corazzati della Marina erano in grado di bombardare la costa francese dal tunnel ferroviario della Mortola, una frazione di Ventimiglia nei pressi del confine.
    Rinviato un primo bombardamento sulle coste italiane previsto per la notte tra l’11 e il 12 giugno, la sera del 13 venne bombardata per la prima volta la costa dell’estremo Ponente ligure, mentre il giorno dopo una squadriglia navale francese avrebbe lanciato alcuni ordigni contro vari stabilimenti industriali di Savona e Vado Ligure. All’alba del 13 giugno alcuni reparti del 15° Corpo d’armata sferrarono una serie di assalti contro le postazioni nemiche dislocate nella zona di Mentone dal colle di Treitore, a nord del Grammondo, al mare. L’attacco, condotto in particolare da militi dell’89° reggimento di fanteria e da un battaglione di Camicie Nere, venne tuttavia ribattuto con successo dalle truppe transalpine. La mattina del 20 giugno una compagnia di fanteria italiana cercò invano di forzare lo sbarramento francese di Ponte San Luigi, lasciando sul terreno alcuni morti e vari feriti. Dopo la richiesta di armistizio da parte del nuovo governo francese presieduto dal maresciallo Pétain, Mussolini decise di passare all’offensiva su tutto il fronte alpino e impartì l’ordine di attacco al comando del Gruppo di Armate Ovest per le ore 3,05 del 22 giugno. All’alba del giorno prestabilito il generale Gambara ordinò quindi l’attacco alle unità italiane dislocate nel settore di Mentone, le quali incontrarono però una fortissima resistenza da parte francese, concentrata soprattutto nei presidi di Pierre Pontue, Scuvion e Balmetta. Una colonna della Cosseria, che avanzava lungo la costa, fu costretta ad arrestarsi davanti allo sbarramento di Ponte San Luigi per la strenua resistenza opposta dai francesi, mentre alcuni reparti del 2° battaglione del 90° reggimento fanteria erano riusciti a raggiungere le prime case di Mentone già verso mezzogiorno del 22. La mattina dello stesso giorno una salva sparata dalla batteria francese di Cap Martin aveva intanto abbattuto il treno armato n. 2 della Regia Marina allo sbocco della galleria di Mortola, mentre in serata sarebbe fallito uno sbarco da tergo delle linee francesi a causa del numero insufficiente di imbarcazioni e di problemi connessi all’avviamento del motore dei natanti.
    Intanto, nonostante l’arrivo della notizia della stipulazione dell’armistizio tra il governo francese e quello tedesco, avvenuta alle 18,30 del 22 giugno, il “duce” impartì egualmente l’ordine di espugnare Mentone. Tra le nove e le dieci di mattina del 23 alcuni reparti italiani del 41° reggimento fanteria passarono quindi al contrattacco tentando di occupare il colle del Razet, mentre due battaglioni di Camicie Nere iniziavano contemporaneamente a penetrare nella zona nord di Mentone, raggiungendo il torrente Borrigo. Poco prima delle undici di mattina un drappello del 90° reggimento fanteria aveva tentato intanto di occupare il fortino di Ponte San Luigi, ma alla fine dovette desistere per la furiosa resistenza dei francesi, che avevano risposto al nostro attacco sparando raffiche di mitra e lanciando bombe a mano. La mattina del 24 i combattimenti tra italiani e francesi si spostarono intorno all’agglomerato urbano di Mentone, mentre alcune squadriglie della nostra aviazione bombardavano le postazioni francesi di Mont Agel, Roquebrune e Cap Martin, senza però centrare nessuno degli obiettivi prefissati a causa delle pessime condizioni atmosferiche. A poche ore di distanza, malgrado fosse già stata diffusa la notizia della firma dell’armistizio tra Italia e Francia, concluso a Villa Incisa alle 19,15 del 24, alcuni reparti italiani riprovarono inutilmente ad espugnare il fortino di Ponte San Luigi, che avrebbe capitolato solo due giorni dopo, impedendo di fatto il transito a mezzi e soldati italiani, che avevano già occupato il resto della città. Soltanto la sera del 26 giugno la sbarra di confine venne finalmente alzata, consentendo il passaggio del ponte alle prime ambulanze e ad alcuni veicoli militari delle nostre forze armate.
    Il 25 giugno si provvide a individuare il nuovo confine tra la zona occupata dalle truppe italiane e il resto del territorio francese, che venne fissato all’altezza del Ponte dell’Unione tra Mentone e Carnolès, frazione di Roquebrune-Cap Martin, al di sopra del corso del torrente Gorbio, a circa cinquanta metri dal mare lungo la Route National n. 7. Il 1° luglio giunse in visita a Mentone Mussolini, che passò in rassegna, accompagnato dal maresciallo Badoglio e dal generale Gambara, alcuni reparti della Cosseria, recandosi poi ad osservare le fortificazioni di Cap Martin e Roquebrune-Cornillat presso il Ponte dell’Unione. Il 27 giugno era stata nel frattempo istituita la Commissione italiana d’armistizio con la Francia (CIAF), un organismo composto sia da militari che civili, incaricato di curare i rapporti tra l’Italia e la Francia di Vichy, con sede centrale a Torino. Tale commissione emise il 7 luglio una decisione in merito alla delimitazione tra la zona occupata dalle forze armate italiane e il resto del territorio francese. Venne pertanto stabilito che una “linea verde” avrebbe segnato il limite occidentale dell’area occupata dalle truppe italiane all’atto dell’armistizio, mentre una “linea rosa” avrebbe fissato il confine con il territorio francese, che avrebbe potuto però essere attraversato liberamente dai nostri reparti, per esigenze di comunicazione con la zona occupata. La parte di territorio francese che passava direttamente sotto il controllo italiano si limitò quindi  a una serie di villaggi in Savoia, nei dipartimenti delle Alte e Basse Alpi, tra cui i comuni di Séez, Monginevro e Ristolas, oltre ai comuni di Mentone e Fontan con alcune piccole frazioni del comune di Santo Stefano di Tinea e alcune case del comune di Isola, nel dipartimento delle Alpi Marittime. In quest’ultima circoscrizione vennero anche parzialmente occupati vari altri comuni, tra cui Breglio, Saorgio e Sospello, per un totale complessivo di 22.820 abitanti, di cui 21.700 nella sola Mentone. L’estensione globale di tutto il territorio francese passato sotto la sovranità italiana ammontava a 832 chilometri quadrati, con una popolazione di 28.523 abitanti.

Dott. Andrea Gandolfo - Sanremo
Fonte: http://www.sanremonews.it/2014/07/20/leggi-notizia/articolo/operazioni-belliche-nel-settore-di-mentone-nel-giugno-1940-il-racconto-dello-storico-andrea-gandolf.html