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sabato 30 novembre 2013

Spadafora (Me), rinvenuto ordigno bellico nei pressi del torrente Tonnarazza


di 
Intorno alle 13 di oggi un operaio comunale ha scoperto un ordigno bellico nei pressi del torrente Tonnarazza, a Spadafora, in provincia di Messina. Si tratta del torrente che si trova vicino la caserma dei carabinieri. Molto probabilmente, nelle prossime ore, potrebbero intervenire gli artificieri.
Fonte:
http://www.strettoweb.com/2013/11/spadafora-me-rinvenuto-ordigno-bellico-nei-pressi-del-torrente-tonnarazza/105969/

venerdì 29 novembre 2013

Luigi Alcaro: «Armi chimiche, il basso Adriatico ne custodisce tante»


Il suo nome è venuto alla ribalta lo scorso gennaio, in occasione del naufragio della Costa Concordia di fronte all’isola del Giglio. A Luigi Alcaro, infatti, in quanto responsabile del servizio emergenze ambientali in mare per l’ (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale, dipendente dal Ministro dell’ambiente) furono affidate le operazioni di bunkeraggio – ossia di svuotamento delle cisterne – della nave. Ma Luigi Alcaro è soprattutto un grande conoscitore dei segreti che i fondali marini custodiscono, e in particolare della situazione del nostro mare Adriatico, grazie agli studi compiuti proprio per l’ISPRA. Ad Alcaro, che parteciperà alla tavola rotonda  racconta: veleni di guerra di ieri e di oggi, un programma il prossimo 2 dicembre, Ambient&Ambienti ha rivolto alcune domande.
 Dai suoi studi, quale panorama emerge dei mari italiani, e soprattutto dell’Adriatico, quanto a presenza di ordigni chimici?
«Gli studi bibliografici, le interviste agli operatori della pesca e le indagini condotte in alcune aree pilota hanno permesso di evidenziare come la presenza di  nei mari italiani sia accertata con particolare riferimento al basso Adriatico. Osservazioni dirette da parte di ISPRA sono state eseguite in un’area pilota distante 35 miglia nautiche a largo di Molfetta dove sono state osservate bombe d’aereo corrose contenenti , un composto vescicante prodotto e stoccato anche durante la . La presenza di questo inquinante è certa perché le analisi di laboratorio di campioni di sedimento prelevati nelle vicinanze degli ordigni hanno rilevato la presenza di prodotti di degradazione dell’iprite. Anche le indagini d’archivio e le interviste ai pescatori hanno evidenziato come la presenza di armi chimiche nel basso Adriatico sia diffusa.
Un’indagine epidemiologica condotta dal Policlinico di Bari (dall’allora responsabile Dr. Giorgio Assennato, oggi Direttore di ARPA Puglia) ha mostrato che dal dopoguerra più di 200 pescatori hanno subito una ospedalizzazione dovuta al contatto con l’iprite, a seguito del salpamento accidentale a bordo dei pescherecci di armi chimiche impigliate nelle reti. L’analisi dei documenti di archivioha invece dimostrato che tutte le armi chimiche trovate sui fondali dei porti pugliesi (tra cui anche quelle provenienti dal bombardamento del 2 dicembre 1943) sono state recuperate e affondate a largo da parte del Nucleo Smaltimento Porti Puglie,principalmente nella cosiddetta fossa dell’Adriatico tra 400 e 1000 metri di profondità. La mappatura delle aree di affondamento realizzata da ISPRA evidenzia come le aree siano molteplici; la loroestensione e consistenza sono però incerte a causa della frammentazione dei dati disponibili e del fatto che le armi chimiche sono state nel corso di decenni raccolte accidentalmente dai pescatori e riaffondate in zone che poi non sono state segnalate alle Autorità competenti».
Solo l’Adriatico è una “pattumiera” delle armi chimiche o ci sono altre aree interessate?
«Per quanto riguarda gli altri mari italiani, la certezza circa la presenza di armi chimiche si hanno nel porto di Monfalcone, a largo del Golfo di Napoli e nel Golfo di Taranto. Il porto di Monfalcone è stato oggetto di bonifica in un tratto di mare dove doveva essere realizzata una diga foranea. In quest’area il Centro Tecnico Logistico Interforze NBC di Civitavecchia ha individuato e recuperato 150 ordigni caricati con iprite scaricati al termine della Prima guerra Mondiale. La bonifica ha riguardato solo il tratto oggetto dei lavori: ne consegue che con molta probabilità i fondali circostanti custodiscano ancor altri ordigni non convenzionali. Dati provenienti dal Centro Militare di Edgewood in Maryland testimoniano come migliaia di ordigni caricati con iprite siano stati affondati in un’area indefinita a largo di Ischia al termine del secondo conflitto mondiale. La presenza di armi chimiche nel Golfo di Tarantoè invece testimoniata dai resoconti del già citato Nucleo Smaltimento Porti Puglie in cui si riferisce che migliaia di ordigni a caricamento chimico sono stati affondati a largo».
 Rispetto a 20-30 anni fa, cosa è cambiato?
«La gran parte degli ordigni a caricamento chimico si trova su fondali sicuramente superiori ai 50 metri, profondità che usualmente rappresenta il limite di operatività degli interventi con subacquei. Entro queste profondità operano i nuclei SDAI della Marina Militare, incaricati di recuperare e bonificare gli ordigni rinvenuti in mare praticamente dalla fine del secondo conflitto mondiale. A queste profondità solo raramente sono state rinvenute armi chimiche. Pertanto la maggior parte delle armi chimiche smaltite in mare sono ancora presenti sui fondali, in parte vengono solo spostate dai pescatori. Esse mantengono una elevata pericolosità soprattutto per gli ecosistemi bentonici (dei fondali) e per gli operatori della pesca perché dopo decenni in mare la corrosione marina ha determinato lo sviluppo di fratture nell’involucro causando il contatto diretto degli inquinanti con l’ambiente. Il fenomeno è aggravato dal fatto che molti dei composti, come l’iprite, sono più pesanti dell’acqua e sono scarsamente solubili mantenendo il loro effetto vescicante nel tempo. 
Ciò è testimoniato dal fatto che ancora oggi i pescatori si feriscono maneggiando questo tipo di ordigni e dalle analisi di laboratorio condotte dall’ISPRA su pesci catturati in prossimità di armi chimiche, su cui è stato possibile osservare la presenza di vesciche e diffusi danni istopatologici e alterazioni molecolari, tra cui anche danni al DNA».
 L’ISPRA sta monitorando la situazione attuale? Ci sono delle linee strategiche, degli interventi in atto? Ci sono aree “osservate speciali”?
«Purtroppo al momento non vi sono fondi dedicati a studiare ulteriormente il fenomeno e monitorare la situazione. Il problema determinato dalla presenza di armi chimiche è consistente e di difficile soluzione per una serie di ragioni, che quindi impediscono di fatto un’azione di bonifica sistematica: le aree di affondamento non sono note con precisione, così come le quantità affondate e la tipologia; le aree di affondamento si trovano comunque a profondità dove è necessario intervenire con strumentazione estremamente complessa; la pericolosità delle molecole chimiche presenti è molto elevata e determina un consistente pericolo anche per gli operatori che dovrebbero intervenire per l’azione di bonifica. Pur tuttavia è, a mio avviso, auspicabile una serie di azioni che possono minimizzare i rischi per chi lavora in mare».
 Quali potrebbero essere queste azioni?
«Anzitutto individuare con maggiore precisione le principali aree di affondamento nelle acque italiane attraverso la metodologia già sperimentata da ISPRA; quindi interdire queste alle attività di pesca. Inoltre bisognerebbe monitorare in continuo per verificare eventuali evoluzioni della situazione; infine condurre campagne di sensibilizzazione ed educazione degli operatori della pesca per istruirli sul comportamento da adottare in caso di salpamento accidentale».
                                                               Prof. Luigi Alcaro

Borgo Campidoglio: trovato in soffitta un proiettile da mortaio


Proiettile da mortaio trovato in una soffitta nel quartiere Campidoglio
E' stato trovato durante lo svuotamento di una soffitta, in una casa del quartiere Campidoglio a Torino: era un vecchio ordigno bellico (un proiettile da mortaio) risalente al periodo della guerra Proiettile da mortaio trovato in una soffitta nel quartiere CampidoglioSul posto, per evitare possibili esplosioni, sono arrivati anche gli artificieri, che ora dovranno provvedere alla rimozione dell'ordigno bellico. A scopo precauzionale, è stata mandata anche un'ambulanza del 118.
Fonte:



http://www.torinotoday.it/cronaca/proiettile-mortaio-trovato-soffitta-campidoglio.html



giovedì 28 novembre 2013

Trieste, trova sul Carso un residuato bellico


Bomba a mano risalente alla Seconda guerra mondiale. A trovare il residuato bellico è stato ieri pomeriggio un gitante che lo ha notato in una zona boschiva nell’area Siot a Sgonico, sul Carso. Informata una pattuglia della Polizia di frontiera impegnata nei controlli di retrovalico, gli agenti hanno fatto intervenire gli artificieri. La bomba era un modello Mills N36 inglese: è stata rimossa, portava via dalla zona e distrutta in sicurezza.
Fonte:
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/11/28/news/trieste-trova-sul-carso-un-residuato-bellico-1.8197752

ORDIGNI BELLICI RIAFFORATI A SEGUITO DELLA FORTE PIOGGIA


di  
Gli ordigni sono stati segnalati e successivamente vigilati dalle locali forze dell'ordine. Tre di essi sono stati neutralizzati da un team artificieri dell'Esercito inviato in missione dalla caserma "E. Manes" di Castrovillari. "I residuati, identificati in una spoletta d'artiglieria, una bomba da mortaio inglese e una granata antiaerea tedesca da 88mm, - spiega una nota - tutti contenenti alto esplosivo, sono stati trasportati, interrati e fatti detonare in maniera controllata in una zona impervia della frazione Archi di Reggio Calabria, con la collaborazione del personale artificiere della Polizia di Stato del XII Reparto Mobile e con il prezioso supporto medico della Croce Rossa Italiana. Inoltre si è provveduto al riconoscimento delle munizioni inesplose, alla messa in sicurezza e alle pericolose operazioni di brillamento delle stesse. Il personale della Polizia di Stato, ha provveduto poi alla rimozione di ogni frammento o materiale di risulta, in osservanza delle norme ambientali in vigore. Ordigni inesplosi - si fa rilevare inoltre - continuano a riaffiorare numerosi, anche a distanza di molti anni, mescolandosi con altri rinvenimenti che danno luogo ad allarmi, rivelantisi poi, fortunatamente, delle vere e proprie bufale, come pochi giorni fa a Saracena (CS), dove alcune parti meccaniche abbandonate in un terreno, originariamente appartenenti ad autovetture ma dalla forma assimilabile ad ordigni inesplosi, hanno fatto scattare, per motivi di sicurezza, il meccanismo di allarme delle locali forze dell'ordine, poi rientrato dopo il tempestivo riconoscimento negativo da parte del personale dell'Esercito, inviato sul posto". 
Fonte:
http://www.quicosenza.it/calabria/11650-ordigni-bellici-riafforati-a-seguito-della-forte-pioggia#.UpeOVMQ2b1U

mercoledì 27 novembre 2013

Perchè ogni giorno venga ricordato per dire no alla Violenza sulle Donne


di Stefania    Saule
Non è  semplice essere donna, basti pensare che nel passato la figura femminile  ha avuto molte difficoltà  ad  inserirsi in un contesto sociale,  lavorativo e  culturale. Considerata come  oggetto,  ancor oggi in un  mondo evoluto come il nostro, per non parlare poi,  dei Paesi  sottosviluppati dove la situazione è ancora peggiore. Essa viene sottoposta a molte crudeltà,  soprusi, legati a culture diverse e tradizioni  popolari arcaiche.  Senza andar troppo lontano, nella nostra quotidianità ,molte sono le violenze tra le mura domestiche e alte sono le statistiche che i mas – media ci propinano puntualmente. Uomini, mariti, fidanzati che prima appaiono normali, ad un tratto si rivelano belve pronte a sbranare la preda. Iniziano i problemi,  tutto ciò che fai  non va bene. Le umiliazioni sono molte, le liti ancor di più.  Conosco alcune che il marito aveva  l’abitudine di minacciarle con un coltello da cucina , per il semplice gusto di vedere fino a che punto fosse  la resistenza della donna e ciò  per provocare in lei una reazione tale  da sfociare in un qualcosa di peggio. Aspettando l’oscurità della sera, a fine cena, per un banale errore di cucina, perché la pasta era poco cotta o perché invece di aver preparato un pollo bollito lo si faceva arrostito e il tutto si rivelava  un dramma.  Dispetti, cattiverie, erano all’ordine del giorno come un menù fisso. Quindi angoscia, terrore, ansia…paura, perché sai che l’indomani accadrà la stessa cosa. La donna considerata essere inferiore subisce sempre. Fuggire l’unica alternativa, non sempre per tutte facile via d’ uscita. Ho sempre considerato l’uomo come una figura importante e solida della vita…E ne ho avuto sempre molto rispetto come per ogni essere vivente…ma non sempre è così.  Vorrei ricordare le molte donne del passato, che hanno lottato e sacrificato la loro vita nelle  due grandi  Guerre, di quelle che hanno lavorato nelle fabbriche, di quelle che hanno dedicato la loro esperienza e il loro studio alla scienza e alla medicina…E a altre  che hanno realizzato delle imprese uniche al mondo,  come  l’ aviatrice statunitense Amelia Mary Earhart che  nel 1928 sorvolò   da sola l’ Oceano Atlantico e poi il Pacifico a bordo di un aereo da trasporto. Nessun pilota uomo mai ci riuscì. E poi a distanza di anni, nel 1937 pensò di progettare ancora un’ ultima impresa. Il giro del mondo. Ma questa volta, non tornò…Desidero   citare anche lei, perché  ed è notizia di questi ultimi  mesi,  pare che  in un atollo  sperduto dell’ Oceano, a distanza di quasi  ottant’ anni forse,  sono stati fatti dei ritrovamenti  che possono risalire a Amelya Mary, una coraggiosa creatura che da  sola sfidò il cielo e il mare…  

Ordigni bellici Forte Marghera Venezia 26 novembre 2013 „Scavi a Forte Marghera, spuntano sette ordigni bellici in poche ore


Ordigni bellici Forte Marghera Venezia 26 novembre 2013

Ordigni bellici in un ex forte militare. Proprio quello che ci si aspetta di trovare appena si mette in moto una ruspa per dei lavori di scavo a Forte Marghera. Fatto sta che il nucleo artificieri della questura martedì ha "visitato" la zona per due volte. Una la mattina e una nel pomeriggio. Ordigni bellici Forte Marghera Venezia 26 novembre 2013. Il responsabile di un cantiere, infatti, si è visto bloccare i propri progetti imbattendosi prima in tre ordigni calibro 75 inesplosi risalenti alla seconda guerra mondiale, poi, dopo qualche ora, in altri quattro "gemelli". In tutto sette "testimonianze" di quanto il forte fu in prima linea logisticamente nei conflitti bellici che segnarono il nostro territorio nel passato. L'area delle operazioni è stata messa in sicurezza e le sette piccole bombe sono state rimosse e portate via. In questi giorni verranno fatte brillare con le dovute cautele.
Fonte:

Frascati, sotto l'asfalto spunta una bomba d'aereo da 100 libbre


Un altro residuato bellico, stavolta non proprio in una delle principali arterie viarie dei Castelli romani. E' stata trovata dai tecnici Italgas che stavano lavorando in via della Mola Cavola (il proseguimento della Pedemontana), nella periferia di Frascati, proprio di fronte alla Cantina San Marco e proprio sotto la strada: una bomba d'aereo, presumibilmente da 100 libbre, risalente alla Seconda Guerra mondiale e che per 70 anni se n'è rimasta buona buona sul posto - sotto l'asfalto - in attesa che qualcuno la riportasse alla luce. A duecento metri dalla fontana monumentale del Vanvitelli, a Vermicino. Un ordigno probabilmente di tipo Mark II, sganciato forse da un P40 statunitense sulla ferrovia Roma-Cassino, che corre a meno di 500 metri in linea d'aria.
Facile immaginare la sorpresa e lo spavento di chi stava lavorando sul posto: la bomba è stata ora messa in sicurezza e protetta da alcuni sacchetti di sabbia in attesa dell'arrivo degliartificieri che sono giunti a metà pomeriggio ed hanno prelevato il residuato bellico.
Inevitabili i disagi per la circolazione stradale: la strada, quotidiananemente percorsa da migliaia di automobilisti che la utilizzano per raggiungere la via Anagnina. La polizia locale di Frascati ha provveduto a chiudere la strada al transito dei mezzi tra l'innesto su via Tuscolana e via Vigne XXII Rubbia. Dopo la rimozione dell'ordigno la strada è stata riaperta..
Fonte:

lunedì 25 novembre 2013

Ospedale, bonifica ok. Ritrovate 500 bombe


di Gerardo Rigoni
Cinquecento bombe. Solo a un osservatore distratto potrebbero sembrare tante. Perchè a quasi un secolo dalla fine della Grande Guerra, ogni volta che si scava in profondita si trova una messe di ordigni. Del resto, per quattro anni, tra il 1915 e 1918, quasi ogni giorno sono arrivati carichi di armi per sostenere decine e decine di migliaia di uomini. Così finita la bonifica nel cantiere del nuovo ospedale, si aspetta il nulla osta del genio militare perché i lavori possano ripartire. L' annuncio l'ha dato il direttore generale dell'Ulss 3 Fernando Antonio Compostella dopo che la ditta padovana specializzata ha consegnato l'area del cantiere ripulito. 
Questa seconda bonifica era stata resa necessaria dopo il rinvenimento di alcune bombe risalenti alla prima guerra mondiale nel materiale già asportato. Un ritrovamento che ha seguito le oltre 500 bombe di vario calibro ritrovate con la prima bonifica «Ora è un capitolo chiuso - dice il dg Compostella - E, nonostante si siano persi mesi preziosi per proseguire con il cantiere, appena arriverà il nulla osta del genio militare ripartiremo con i lavori anche se c'è già la neve». «E sottolineo ancora una volta che il cantiere è rimasto fermo per le bombe - aggiunge - Non ci sono stati altri problemi, né di natura economica né per sopraggiunte variazioni nella destinazione del nosocomio asiaghese». 
Da parte sua, il sindaco Andrea Gios sottolinea che «la giunta regionale ha deliberato l'approvazione dell'intervento inserito nell'accordo di programma sottoscritto il 1 marzo 2013, un passaggio tecnico necessario per consentire alla Regione di accedere ai 2,8 milioni che sono la prima tranche del finanziamento totale di 19 milioni di euro previsto dall'accordo di programma del Cipe». 

Fonte:
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Provincia/597208_ospedale_bonifica_ok_ritrovate_500_bombe/