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sabato 5 luglio 2014

ITALIA: SANTI, POETI E NAVIGATORI SENZA BUSSOLA


La notizia: un uomo residente a Caonada di Montebelluna alle ore 16:30 (circa) del 5 luglio è colpito dalle schegge prodotte dall'esplosione di un residuato bellico risalente alla prima guerra mondiale. L'infortunato, grazie ad un elisoccorso garantito dai sanitari del Suem 118 è trasportato all'ospedale Cà Foncello. I medici si rendono conto dei danni fisici dell'uomo: privo di sensi, numerose lesioni al collo, mano sinistra dilaniata. Forse in corsia, i medici di microchirurgia continuano a chiedersi:
ma come è possibile tutto ciò ?”.
Una mezza spiegazione giunge a distanza di poche ore: il traumatizzato è un collezionista di residuati di guerra. Tuttavia questa passione non giustifica il dramma in corso, infatti personalmente conosco tanti cultori delle gesta dei fanti 15/18, ma non per questo finiscono al pronto soccorso. La motivazione è altra. Infatti l'uomo avrebbe patito l'esplosione mentre maneggiava l'ordigno. I Carabinieri di Montebelluna durante le indagini rinvengono nell'abitazione dell'uomo altro materiale bellico esplodente. Sembrerebbe la storia di un incosciente, di un individuo incauto che ignora del tutto il pericolo prodotto da tali oggetti. No, così non è. L'uomo conosceva benissimo i pericoli a cui andava incontro, difatti nello stesso mese di due anni fa, il personaggio in questione tentando di smanettare una munizione per moschetto 1891 è investito da altra esplosione. I danni? Mano ed avambraccio, ferite al torace. Nel 2012 l'uomo finisce anche ai domiciliari per detenzione di materiale bellico. Non serve una laurea alla Luiss per comprendere che detenere in casa granate sia penalmente perseguibile. Allora ?

Se l'uomo dopo la terribile esperienza del luglio 2012 anziché cambiare condotta, in barba ad ogni legge, contraddicendo anche il buon senso insito nell'essere umano, ha tranquillamente continuato, a dispetto della propria incolumità a collezionare esplosivi, bene, allora non c'è più speranza, dovremmo prendere atto che il Bel Paese proverbialmente da sempre ricco di Santi, poeti e navigatori a far data sabato 5 luglio 2014 è anche il paese dei “poveri di spirito” 

Giovanni Lafirenze

bomba a mano ad Eboli


Santa Cecilia di Eboli è rinvenuta una bomba a mano dell'ultima guerra mondiale. Secondo le informazione di Stile Tv a rinvenirla sono stati alcuni operai mentre erano in corso operazioni di manutenzione stradale. Sul posto sono intervenuti gli artificieri     

ESPLODE UN ORDIGNO BELLICO NEL MAGAZZINO: 44ENNE GRAVISSIMO


MONTEBELLUNA - (nc) Stava maneggiando un proiettile, residuato bellico della prima guerra mondiale, che teneva all'interno di un piccolo magazzino per gli attrezzi, poco distante dalla sua abitazione. Tanto è bastato per provocare l'esplosione dell'ordigno che lo ha ferito gravemente. L'episodio è avvenuto nel pomeriggio di oggi, poco prima delle 16.30, a Caonada di Montebelluna, in via Cal di Mezzo, presso un'abitazione al civico 26. Sfortunato protagonista di questa disavventura un 44enne, Stefano Cecchetto, che è stato soccorso dai medici del Suem118, intervenuti con l'elisoccorso, e trasportato all'ospedale Ca' Foncello. L'uomo, di professione salumiere, si sarebbe procurato gravi lesioni soprattutto al collo e alla mano sinistra, dilaniata nella deflagrazione: le sue condizioni, stando ai primi accertamenti, sarebbero gravissime. Il 44enne, privo di sensi, è stato intubato e portato d'urgenza presso il nosocomio trevigiano per essere sottoposto ad una delicatissima operazione chirurgica. Sul posto, per gli accertamenti del caso, sono intervenuti i carabinieri di Montebelluna che indagano sulla vicenda ed hanno posto sotto sequestro l'ordigno ed altro materiale detenuto dal 44enne.
Grande appassionato di armi: il precedente del 2012 Stefano Cecchetto (nella foto), grande appassionato di armi, era stato arrestato dai carabinieri di Montebelluna nel luglio del 2012 sempre in seguito ad un suo ferimento, dovuto all'esplosione di un proiettile di fucile della Grande Guerra che stava armeggiando (aveva dato alcuni colpi di martello ad un proiettile cal. 7.35 di un Moschetto 1981). All'epoca furono lievi le lesioni riportate dal 44enne (alla mano, all'avambraccio e al torace) che dopo alcuni giorni di ricovero in ospedale a Montebelluna potè fare ritorno a casa, a regime di arresti domiciliari; i militari giunti sul posto sequestrarono e consegnarono al Genio civile un ampio quantitativo di materiale bellico ed in particolare un ordigno da mortaio e tre spolette esplosive per obice. Per quell'episodio il 44enne venne condannato a nove mesi di reclusione. Fonte: http://www.venetouno.it/notizia/40878/esplode-un-ordigno-bellico-nel-magazzino-44enne-gravissimo

http://www.venetouno.it in foto Stefano Cecchetto

L’ordigno bellico gli esplode in mano Ferito gravemente, finisce in ospedale


TREVISO - Un uomo, Stefano Cecchetto, di Caonada di Montebelluna (Treviso), è rimasto gravemente ferito per l’esplosione di un ordigno bellico. L’uomo, secondo quanto si è appreso da fonti dei carabinieri, stava armeggiando con una cassetta degli attrezzi dove, probabilmente, era stato riposto l’ordigno risalente al primo conflitto mondiale quando questi gli è esploso addosso. L’uomo è stato immediatamente soccorso e portato in ospedale. Fonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2014/5-luglio-2014/ordigno-bellico-esplode-mano-ferito-gravemente-finisce-ospedale-223520525992.shtml

giovedì 3 luglio 2014

Afghanistan, 545 bambini uccisi e 1.149 feriti nel 2013


Secondo il rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite sui Bambini nei Conflitti Armati, pubblicato questa settimana, il numero di bambini uccisi o feriti durante il conflitto in Afghanistan nel 2013 è aumentato del 30% rispetto all'anno precedente. Circa 545 bambini sono stati uccisi e 1.149 feriti a causa delle azioni di tutte le parti in conflitto. La maggior parte delle morti e dei ferimenti dei bambini sono state causate da ordigni esplosivi improvvisati (IEDs), ordigni inesplosi (UXOs) e mine antiuomo. Fonte: http://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2014/07/03/news/afghanistan_545_bambini_uccisi_e_1_149_feriti_nel_2013-90594637/
 Campagna sensibilizzazione sul tema ordigni inesplosi promossa dall'ANVCG

Siracusa. Bomba a mano, proiettili e colpi di mortaio: rinvenuti e fatti brillare


Diversi ordigni bellici sono stati rinvenuti e fatti brillare tra Fontane Bianche e Gallina. Si tratta di residuati del secondo conflitto mondiale, potenzialmente ancora in grado di esplodere. A Fontane Bianche, a pochi metri dalla scogliera in fondo a via Mar Baltico, in acqua, è stata trovata una bomba a mano modello a barattolo, ancora con la linguetta inserita. La Capitaneria di porto ha subito emesso una ordinanza per interdire l’area ai bagnanti. I militari hanno effettuato diverse ronde in spiaggia e in acqua per accertare che i bagnanti fossero a distanza di sicurezza. L’ordigno è stato preso in consegna dal nucleo artificieri della Marina appositamente arrivato da Augusta che ha provveduto al largo, e in totale sicurezza, a farlo brillare insieme ad altri colpi di mortaio, bossoli e proiettili di medio e grosso calibro rinvenuti a Gallina. Fonte: http://www.siracusaoggi.it/siracusa-bomba-a-mano-proiettili-e-colpi-di-mortaio-rinvenuti-e-fatti-brillare-residuati-bellici/

mercoledì 2 luglio 2014

Trovato ordigno della seconda guerra mondiale


GROSSETO-Una pattuglia del “Savoia Cavalleria”, impegnata in una importante esercitazione in provincia di Grosseto, ha rinvenuto un grosso ordigno inesploso risalente alla seconda guerra mondiale.
In particolare il proiettile di artiglieria, contente circa un chilo di esplosivo, è stato rinvenuto 15 chilometri a nord di Grosseto, in una zona montuosa a ridosso del Poggio Tetto del Paradiso.
A seguito della segnalazione delle unità operative sul terreno sono state immediatamente attuate dalla direzione di esercitazione - che vede schierato dal 30 giugno l'intero staff del reggimento Savoia Cavalleria di Grosseto - tutte le procedure di sicurezza inviando altresì sul posto un qualificato artificiere EOD (Explosive Ordnance Disposal) di secondo livello, ovvero abilitato anche al riconoscimento e alla bonifica degli ordigni che ha provveduto a segnalare come interdetta l'intera zona.
Sono state informate le autorità di pubblica sicurezza competenti sul territorio che provvederanno nelle prossime ore alla rimozione o distruzione degli ordigni.
L’importanza di condurre esercitazioni di questa portata fa si che, oltre a mantenere elevato il proprio coefficiente di preparazione operativa, l’Esercito concorra altresì al controllo del territorio e, come sempre, si erga a valida e presente risorsa per il Paese, al servizio delle comunità locali ed a favore della collettività nazionale. Fonte: http://www.grossetooggi.net/notizie/cronaca/8709/trovato-ordigno-della-seconda-guerra-mondiale

Recuperato l’ordigno ritrovato a Torre Canne


di Vincenzo Lagalante
È stato recuperato questa mattina l'ordigno bellico, risalente probabilmente alla Seconda Guerra Mondiale, ritrovato la scorsa settimana sul fondale di Torre Canne, ad una distanza di circa cento metri dallo stabilimento termale, a circa due metri e mezzo di profondità. A ritrovare l’ordigno bellico era stato un sub che aveva lanciato subito l’allarme alle autorità competenti. Il proiettile di piccolo calibro, risalente quasi sicuramente al secondo conflitto mondiale, aveva una forma verticale con un diametro di circa trenta centimetri, posizionato verticalmente e conficcato nel fondale sabbioso per circa la metà.
La Capitaneria di porto di Brindisi ha vietato in questi giorni, con apposita ordinanza, qualsiasi attività di immersione subacquea nella zona fino alla sua rimozione. La zona vietata per le immersioni comprendeva uno specchio di acqua entro i 200 metri in tutte le direzioni dal punto dove è stato individuato l’ordigno. È stata anche vietata qualsiasi attività subacquea, considerato che nella zona, comunque, in base già ad una vigente ordinanza di sicurezza balneare è già vietata qualsiasi tipo di navigazione e di pesca.
La segnalazione era stata trasferita al Nucleo Sdai (Servizio Difesa Antimezzi Insidiosi) della Marina Militare, l'organo competente per la “bonifica degli ordigni esplosivi nelle acque nazionali” che oggi si è occupata del recupero con la collaborazione degli uomini della delegazione di spiaggia della Capitaneria di Porto comandati da Roberto Cisternino. Sistemato in un contenitore speciale, il proiettile é stato portato via e sarà fatto brillare in un luogo idoneo. Fonte: http://www.fasanolive.com/news/Cronaca/296812/news.aspx

A Monreale un ordigno bellico inesploso, intervengono i Guastatori


MONREALE, 02 luglio – Il 4° Reggimento Genio Guastatori di Palermo, della Brigata "Aosta",  è intervenuto, il 26 giugno scorso, a Monreale.
I soldati si sono recati sul Monte Petroso, a San Martino delle Scale, dove è stato rinvenuto un proietto d'artiglieria italiano da 75 mm. L'ordigno era caricato con esplosivo ad alto potenziale. Il residuo bellico è stato distrutto.
I guastatori entrati in azione, possiedono una particolare specializzazione EOD e sono più comunemente indicati come artificieri; il Reggimento è intervenuto su richiesta della Prefettura e sotto il coordinamento del 2° Comando Forze di Difesa di San Giorgio a Cremano.
L’operazione di distruzione eseguita dai militari è stata preceduta ed effettuata  con particolari accorgimenti tecnici al fine di eliminare qualsiasi rischio per le persone e per i luoghi.
Fonte: http://www.filodirettomonreale.it/cronaca/a-monreale-un-ordigno-bellico-inesploso-intervengono-i-guastatori-2014/07/02.html#sthash.Dti2yThR.dpuf
Lhttp://www.filodirettomonreale.it   'ordigno bellico ritrovato a San Martino  mnews.it

Trova ordigno mentre lavora campo nel Riminese, area in sicurezza


(AGI) - Rimini, 2 lug. - Ha trovato una bomba a mano mentre stava lavorando in un campo agricolo: e' successo ieri pomeriggio a Coriano, nel Riminese. Dopo la segnalazione da parte dell'uomo sono intervenuti sul posto i carabinieri che hanno accertato il ritrovamento del residuato bellico. I militari dell'Arma hanno poi messo in sicurezza l'area in attesa dell'arrivo degli artificieri. (AGI) Bo1/Gav

martedì 1 luglio 2014

«Le mine antiuomo? Armi disumane e vigliacche»



 Nessun bambino deve «vivere nella paura delle mine». «Il ricorso alle armi in generale e alle mine in particolare rappresenta una sconfitta di tutti». Così Papa Francesco, in un messaggio inviato dal Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, alla Conferenza di revisione della Convenzione sul divieto d'impiego delle mine antiuomo, che si è svolta a Maputo, in Mozambico.  È una forte denuncia quella del Pontefice che sottolinea come le mine antiuomo siano «subdole perché prolungano la guerra e alimentano la paura anche dopo la fine dei conflitti. Aggiungono al fallimento umano provocato dalla guerra - continua Francesco - un sentimento di paura che prevale nello stile di vita e altera la costruzione della pace. Questo sentimento è distruttore non solo della persona che lo subisce ma anche di quella che l'impone».  Armi «disumane», «irresponsabili», «da vigliacchi». Se veramente vogliamo «la sicurezza, la stabilità e la pace», prosegue il documento, «allora riduciamo i nostri stoccaggi di armi» e «bandiamo le armi che non hanno ragion d'essere in una società umana» e piuttosto «investiamo nell'educazione, nella salute, nella salvaguardia del nostro pianeta». Papa Francesco esorta dunque i Paesi a impegnarsi nell'ambito della Convenzione, «affinché non ci siano più vittime di mine» e «nessun bambino debba vivere nella paura» di questi ordigni.  Le Convenzioni, come quella sulle mine, si legge ancora nel messaggio, non sono «freddi quadri giuridici», ma «una sfida per tutti coloro che cercano di salvaguardare e di costruire la pace» e di «tutelare i più deboli».  Questa Convenzione, auspica dunque il Papa, possa essere «un modello per altri processi, in particolare per le armi nucleari e per altre armi che non dovrebbero esistere». Poniamo la persona umana, esorta infine il messaggio, «al centro dei nostri sforzi per il disarmo».  Fonte: http://www.lastampa.it/2014/07/01/esteri/vatican-insider/it/le-mine-antiuomo-armi-disumane-e-vigliacche-47bQggCmwVqcHcbmaIDHnI/pagina.html
 Campagna sensibilizzazione sul tema ordigni inesplosi promossa dall'ANVCG


Trecate: rinvenuto arsenale bellico nei pressi della ferrovia


di Monica Curino
TRECATE, 1 LUG – Un vero e proprio arsenale bellico è stato scoperto nella mattinata di oggi, martedì primo luglio, a Trecate, nel Novarese, nella zona a ridosso della ferrovia.
Il tutto in occasione delle operazioni di ampliamento e ristrutturazione di una cascina. Accanto a questa struttura c’era un cassero e, nel tentativo di buttare giù una trave che separava i due edifici, è apparo quello che subito è parso come un magazzino di armi belliche. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, per tutte le indagini del caso.
Erano presenti una dozzina di bombe a mano, una grossa mina anticarro e centinaia di munizioni ‘parabellum’, tutti appartenenti alla seconda guerra mondiale. Domattina, mercoledì 2 luglio, sul posto interverrà il Genio guastatori per tutte le necessità del caso. Fonte: http://www.oknovara.it/news/?p=103028

San Pietro Clarenza. Trovato ordigno bellico


di Michele Milazzo
Via dei Tulipani sempre agli onori della cronaca, sia per la condizione disagiate della strada causa di tanti incidenti, che per i pali Enel da anni in mezzo alla carreggiata. In un terreno sciaroso, adiacente la strada è stato trovato un residuato bellico arruginito risalente alla seconda guerra mondiale, probabile ogiva di qualche siluro, della lunghezza di circa 40 cm. e dal peso di circa 15 kg. 

Per mettere in sicurezza la zona, transennandola, sono intervenuti i carabinieri di Camporotondo Etneo, (per giurisdizione su San Pietro Clarenza), con il maresciallo Giuseppe Brischetto della Campagnia di Gravina di Catania. Per rimuovere la bomba sono intervenuti gli artificieri della Compagnia di Catania. Presenziavano il sindaco clarentino Giuseppe Bandieramonte, con il presidente del consiglio comunale Marcello Somma. 

Secondo notizie avute da carabinieri e residenti della zona, il residuato bellico potrebbe essere stato trasportato da ignoti nel posto. L'ordigno è stato scoperto dopo un incendio sviluppatesi nella zona che ha bruciato gli arbusti, lasciando allo scoperto la bomba. Per spegnere l'incendio sono intervenuti due squadre di vigili del fuoco. 

Per fortuna malgrado la bomba sia stata avvolta dalle fiamme non è scoppiata, poteva causare danni ai vigili del fuoco e alle abitazioni vicine. Via dei Tulipani un tempo era una strada di campagna senza sbocco. Con l'apertura di nuove strade, è diventata molto trafficata, in particolar modo da grossi autocarri. Fonte: http://www.siciliamediaweb.it/cronaca/14436_san-pietro-clarenza-trovato-ordigno-bellico.html

Ordigno chimico inesploso, artificieri in azione in Appennino


Ordigno chimico inesploso, artificieri in azione in Appennino

Ordigno chimico inesploso, artificieri in azione in Appennino
Nella mattinata di giovedì, 3 luglio 2014, avrà luogo l’intervento di rimozione di un ordigno bellico a carica chimica rinvenuto nel territorio del Comune di Riolunato, in una zona boschiva a ridosso del torrente Scoltenna. L’ordigno, di presumibile fabbricazione italiana o tedesca, è composto da una bombola del diametro di 230 mm e della lunghezza di 1 metro e 47 cm, utilizzata per contenere cloro o fosgene compresso allo stato liquido, che è già inertizzata nel corso di un precedente intervento, mediante l’applicazione di una ingessatura e di panni assorbenti, al fine di impedire la fuoriuscita accidentale del materiale in essa eventualmente contenuto.
La bonifica dell’area verrà effettuata da un nucleo di artificieri dell’Esercito specializzato nella trattazione delle armi di tipo batteriologico e chimico appositamente proveniente dalla sede di Civitavecchia, il quale prenderà in consegna l’ordigno trasportandolo in luogo attrezzato per la sua successiva distruzione. L’intervento di bonifica è stato coordinato nell’ambito di un tavolo tecnico istituito in Prefettura, a cui hanno preso parte Esercito, Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco, Amministrazione provinciale, Comune di Riolunato e 118. Ordigno chimico inesploso, artificieri in azione in Appennino
Nel corso del 2013 gli interventi di bonifica di esplosivi di vario tipo risalenti al secondo conflitto mondiale coordinati dalla Prefettura sono stati 22, per un totale di 97 ordigni disattivati. Per consentire il regolare svolgimento delle operazioni, è stata disposta la chiusura temporanea e totale del traffico veicolare e pedonale del tratto della S.P. n. 324 che va dal km 59 (centro abitato di Riolunato) al km 60+800 (Ponte della Fola), dalle ore 08.30 del 3 luglio fino a cessata esigenza (ore 12.30 circa). Ogni ulteriore informazione sulla circolazione e sulla durata dell’intervento potrà essere richiesta alla Provincia di Modena, ente proprietario della strada, ovvero al Comune di Riolunato, il quale manterrà attivato, per tutta la durata delle operazioni, il proprio Centro Operativo Comunale di protezione civile, in contatto con la Prefettura. Fonte: http://www.modenatoday.it/cronaca/ordigno-inesploso-riolunato.html
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lunedì 30 giugno 2014

E' stato fatto brillare l'ordigno bellico ritrovato in via Battistel


Brillamento ordigno bellico a Nervasa della Battaglia il 30 giugno 2014

TREVISO - È stato fatto brillare lunedì, l'ordigno bellico ritrovato lo scorso 19 marzo in via Battistel a Treviso. Trasportato in sicurezza in una cava nel comune di Nervasa della Battaglia, le operazioni di bonifica del pericoloso oggetto si sono concluse intorno alle 12. Il brillamento ha richiesto l'intervento congiunto di Terzo Reggimentodel Genio Guastatori di Udine, personale della polizia locale e sanitari del Suem 118. Fonte: http://www.trevisotoday.it/cronaca/ordigno-bellico-brillamento-nervasa-della-battaglia-30-giugno-2014.html



domenica 29 giugno 2014

Mozambico: in 10 anni, via le mine anti-persona


Un mondo libero dalle mine anti-persona, entro dieci anni. È l’impegno assunto a Maputo, in Mozambico, dalla conferenza promossa dalla Campagna internazionale per la messa al bando delle mine antipersona. All’evento hanno partecipato i rappresentanti di gran parte dei 161 Paesi firmatari del Trattato per la messa al bando di tali ordigni. “La Dichiarazione di Maputo – afferma all’agenzia Misna Jared Bloch, portavoce della Campagna – prevede un piano d’azione dettagliato: si va dall’eliminazione delle scorte all’assistenza alle vittime e alla bonifica dei territori”. A segnare i lavori è stato anche un annuncio degli Stati Uniti, Paese non firmatario del Trattato per la messa al bando delle mine antipersona, ma presente a Maputo in qualità di osservatore: l’ambasciatore americano in Mozambico, Douglas Griffiths, ha affermato che Washington si impegna a non produrre e a non acquistare più questo tipo di ordigni. “Un fatto importante – commenta Jared Bloch – e indicativo di un cambiamento di linea da parte di un Paese chiave per la lotta contro le mine antipersona”. Il Trattato è entrato in vigore 15 anni fa. Secondo i dati presentati a Maputo, il numero dei morti e dei feriti causati dalle mine è diminuito dai circa 20 mila dell’inizio degli anni ’90 ai meno di 4.000 di oggi. Al Trattato non hanno ancora aderito Paesi come Stati Uniti, Russia, Cina, India e Pakistan. (G.A.)
(Tratto dall'archivio della Radio Vaticana) Fonte: http://www.news.va/it/news/mozambico-in-10-anni-via-le-mine-anti-persona
http://www.news.va/

Vaux-devant-Damloup nord di Verdun esplode un residuato bellico risalente la prima guerra


Notizia del 17 giugno
ero a casa, porte e finestre aperte”, spiega l'ex sindaco Bernard Bertrand de Vaux, al giornalista francese.

Ad esplodere è stato un residuato bellico risalente alla prima guerra mondiale, il cratere è stato individuato dalla polizia di Verdun a 200 metri dal Cimitero del paese, tra i boschi. Per ora le indagini proseguono. La polizia avvisa che è pericoloso maneggiare, spostare tali oggetti. Fonte:  http://www.estrepublicain.fr/actualite/2014/06/17/un-obus-de-155-de-la-grande-guerre-explose-en-meuse?image=1e717d6d-c140-4730-8a4e-8ee5bd836e53
http://www.estrepublicain.fr/


Tra i resti della corazzata “Wien” affondata dai Mas nel ’17


di Pietro Spirito
TRIESTE. I resti della nave da battaglia “Wien” compaiono davanti alla luce delle torce come spettri di metallo contorto, ingentiliti dalle corone fluttuanti degli spirografi, simili a fiori colorati disseminati fra le lamiere. Se ne era persa la traccia per cinquant'anni, dopo le ultime demolizioni effettuate dai palombari, era stata ritrovata nel 2008, e adesso, a cento anni dallo scoppio della Prima guerra mondiale, la corazzata S.M.S. «Wien», affondata dal Mas 9 di Luigi Rizzo la notte del 10 dicembre 1917, torna a fare mostra di sè, a 20 metri di profondità nel vallone di Muggia, a meno di mezzo miglio di distanza dagli impianti della Ferriera. Ciò che rimane del relitto dell'unità da guerra austroungarica appare come un grande scheletro rovesciato, coperto da uno spesso strato di fango dal quale emergono pezzi contorti della fiancata, alcune ordinate incrostate come costole di una gigantesca carcassa, ma anche parti di un ponte, frammenti irriconoscibili di quella che fu un’unità da combattimento da 5600 tonnellate. Le ultime cronache degli anni Cinquanta, davano la nave completamente fatta a pezzi per recuperare ferro e acciaio. Invece buona parte dello scafo della corazzata è ancora lì. L’occasione per visitare i resti della “Wien” è la realizzazione di un filmato nell’ambito di un documentario della sede regionale della Rai, per la regia di Luigi Zannini. Con l’appoggio dei Vigili del Fuoco e gli appositi permessi della Capitaneria di Porto la troupe della Rai ha girato in superficie alcune scene del documentario dedicato ai relitti del Golfo di Trieste, mentre le riprese subacquee sono state affidate a Stefano Caressa, dell'omonima ditta di lavori marittimi di Grado. Era stato proprio Caressa, nel 2008, a ritrovare il relitto nella baia di Muggia, basandosi su una vecchia carta nautica ed effettuando un sopralluogo con il side scan sonar, apparecchio che permette di «fotografare» il fondo del mare con sorprendente precisione. Allora una prima ricognizione subacquea aveva dato un’idea sommaria dei resti della nave, a causa della scarsa visibilità. Ora, anche con l’utilizzo di un Rov - una telecamera subacquea filoguidata -, i sommozzatori dei Vigili del Fuoco hanno effettuato un più ampio sopralluogo tecnico sul relitto dello scafo che novantasette anni fa venne colpito dai siluri di Luigi Rizzo. Quella sera del 10 dicembre 1917 il mare era leggermente mosso ed era coperto da una densa foschia. Oltre la grande diga del vallone di Muggia le corazzate gemelle “Wien” e “Budapest” erano alla fonda, come grandi animali addormentati, dopo aver martellato un mese prima le postazioni dell'artiglieria italiana alla foce del Piave, sull’isolotto di Cortellazzo. Dopo la dodicesima battaglia dell’Isonzo che aveva scompigliato gli equilibri di forze nel golfo, le due unità imperiali erano una minaccia per i comandi delle forze armate italiane, che affidarono all’allora sottotenente di vascello Luigi Rizzo il compito di neutralizzare le due navi da difesa costiera. La sera dell'attacco i Mas 9 e 13, trainati da due torpediniere partite da Venezia, arrivarono alle 22.45 al punto stabilito in mezzo al golfo. Azionati i motori elettrici, i barchini raggiunsero nella più assoluta oscurità la testa Nord della diga. Rizzo ormeggiò, scese, e si rese conto che non c’era nessuno di guardia. Dall'altra parte della diga si sentivano voci, ma le sentinelle austriache non si accorsero degli incursori italiani. Silenziosamente i Mas raggiunsero le ostruzioni oltre a diga. Per due ore gli uomini al comando di Rizzo tagliarono sette cavi d’acciaio sotto il pelo dell’acqua, a diversi livelli. Quando mancavano due minuti alle due di notte fu aperto l'ultimo varco. I Mas si avviarono quasi alla cieca verso gli obiettivi: il Mas 9 puntò sulla “Wien”, il 13 sulla “Budapest”. Alle 2.32, giunto a 50 metri dalla sagoma scura dell'unità, Rizzo lanciò i siluri. Alte colonne d’acqua si alzarono nella notte. Lanciò anche il Mas 13 verso la “Budapest”, ma i siluri mancarono il bersaglio ed esplosero sulla banchina. Le difese austriache di terra si svegliarono, e presto fu un inferno di luci e spari. I due Mas fuggirono a tutta forza e riuscirono a mettersi in salvo.
Intanto la “Wien” affondava in quello stesso mare che le aveva dato i natali. Ricorderà il comandante della nave, il capitano di fregata Leopold Huber von Schebenhain: «Lo sbandamento aumentò rapidamente, e la nave si piegò a dritta, finché il ponte di coperta si trovò quasi in posizione verticale, e così perdemmo l'equilibrio e scivolammo. Dal siluramento al momento dell'affondamento trascorsero circa 5 minuti». La corazzata colò a picco portando con sé 33 marinai. Per diversi giorni il mare restituì i loro corpi lungo la costa muggesana. La “Wien” rimase coricata sul fondo del vallone di Muggia per dieci anni. Nel maggio del 1925, in occasione delle celebrazioni per il decennale della Grande guerra, il gigante d’acciaio cominciò ad essere fatto a pezzi. I palombari della ditta Serra di La Spezia effettuarono una parziale demolizione del relitto, recuperando lo sperone di prua, che fu regalato a D'Annunzio e portato al Vittoriale, e il pezzo della poppa con il nome della corazzata, oggi conservato al Museo dell'Arsenale di Venezia. Venne recuperata anche la fiancata colpita dai siluri di Rizzo, mentre alcuni frammenti vennero murati dalla Lega Nazionale su un lato della diga foranea, che da allora ha preso il nome di Rizzo. Giunto a Trieste per l’occasione, lo stesso affondatore della nave, infilato l'elmo da palombaro, scese sul fondo a vedere da vicino la preda uccisa e fatta a brani. La demolizione del relitto proseguì nel corso del tempo, a più riprese, ad opera delle ditte Ferrazzutti, Montanari e Babich. Tra il 1953 e il 1955, i palombari dell'Impresa lavori subacquei di via San Servolo, tra cui Paolo Lavagnini e Bruno Lonza, utilizzarono anche l'esplosivo per riportare in superficie le parti ancora utilizzabili. Dopodiché lo scheletro della “Wien” rimase si trova ancora oggi. Fonte: http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2014/06/29/news/tra-i-resti-della-wien-affondata-dai-mas-nel-17-1.9504931
Foto: Il Piccolo. (un sub accanto una lamiera della Wien)
Il video a cura di Stefano Caressa