Di Marco Cerpelloni
Uno scoppio che si vide da lontano, ma fu evitato il peggio. Avesa, 68 anni fa, fu testimone di una delle pagine più drammatiche della guerra e ieri attorno al «Cippo dei caduti», che commemora gli eroi della polveriera, si sono dati appuntamento oltre 200 cittadini. Alla presenza della autorità civili e militari si è iniziato con l'alzabandiera e si è proseguito con la messa officiata dal parroco Giuliano Zanini e animata dal coro Shola Cantorum. Un lungo tricolore sulla collina. Davanti, quello che resta della polveriera. Era il 25 aprile 1945. Una data ancora viva nella memoria della frazione, nota alla città per le sue «lavandare». La guerra volgeva al suo tragico epilogo, quando gli abitanti del borgo furono informati dell'intenzione dei Tedeschi in ritirata di far esplodere l'immenso deposito di ordigni bellici. Fu una rincorsa a svuotare quanto più possibile il ventre di quella collina, «uno sgombero portato avanti con ogni mezzo e con molte carriole», ricorda un giovane di allora. Si salvò non solo il paese, ma l'intera parte nord della città. Tale, infatti, sarebbe stata la potenza dello scoppio. Alla commemorazione erano presenti il presidente della seconda circoscrizione Filippo Grigolini, il consigliere circoscrizionale Alessandro Crispo, il consigliere provinciale Alberto Bozza, l'ex consigliere regionale Mario Rossi, la consigliera comunale Donatella Bovo e il luogotenente dei carabinieri Ezio Schirato. «È importante non perdere la memoria di quell'impresa», hanno detto unanimi e sulle parole del racconto storico di Rossi tra i presenti c'è chi non è riuscito a trattenere l'emozione. Momenti tragici e vissuti, come testimoniato dal capogruppo degli Alpini di Avesa, Albino Zampieri, che quella notte era sulle spalle di suo nonno. Su tutti, è stata ricordata la figura del cappellano militare e parroco don Giuseppe Graziani. Si deve a lui il piano di svuotamento della cava. Una persona «attiva e mai ferma», ha detto il nipote Damiano Graziani. È stato ricordato anche «il ruolo delle donne, un supporto indispensabile e attivo in quella che diventò una catena umana di mille persone». Quella notte, la città fu salvata e l'impresa valse il conferimento della medaglia d'oro al valor militare conferita l'11 ottobre 1993 dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. A ricordare il 25 Aprile nel suo significato è stato Grigolini. «La storia della polveriera di Avesa», ha detto, «si conosce poco al di fuori del quartiere, ma diversamente deve esserne mantenuta viva la memoria in tutta la città». «Una celebrazione», ha detto Bozza, «con un valore emotivo e morale, ma anche storico. Un momento particolare per chi ha vissuto queste colline».
Fonte:
http://www.larena.it/stories/Cronaca/502156_gli_eroi_della_polveriera_che_salvarono_la_citt/
Foto L’ARENA
Nessun commento:
Posta un commento