di Fabio Campanella
I rifugi della Seconda Guerra Mondiale? Un patrimonio della
nostra storia recente da tutelare e valorizzare. E’ la convinzione che hanno
espresso molti lettori attraverso più canali, da Facebook, alle e-mail ai
commenti postati negli articoli di CesenaToday.
Esattamente 70 anni fa quei rifugi, ora abbandonati, erano
molto frequentati, non da turisti ma da persone che loro malgrado fuggivano dai
bombardamenti aerei. Era la terribile estate del 1944. Ad Acquarola,
recentemente, sono tornati alla ribalta dei rifugi in ottimo stato di
conservazione, un dedalo di cunicoli di alcune centinaia di metri in totale
sotto via Garampa, utilizzati anche recentemente come teatro di giochi dei
ragazzi del posto. Un accesso molto nascosto, in un avvallamento laterale della
frazione, da cui, ad appena 5 chilometri da piazza del Popolo, partivano i
rifugi in grado di accogliere centinaia di persone. Ma non erano i soli rifugi
presenti in città. In quegli anni le cantine diventarono veri e propri cantieri
nel sottosuolo. Lo segnalano i lettori, rispolverando i ricordi dei nonni o dei
genitori. Ecco una mappa dei rifugi anti-bombardamento della Seconda Guerra
Mondiale, “ricostruita” grazie alla memoria collettiva dei lettori di
CesenaToday.
VIA ANCONA. Diversi rifugi si trovavano in un’ansa del Savio
in via Ancona, scavati in una parete di tufo. I lettori tra l’altro si
ricordano che l’area decenni fa era un’area di giochi (un po’ pericolosa) per i
ragazzini in cerca di avventura. Questi rifugi non sono più accessibili e
dovevano essere almeno sette.
VIA GARAMPA. Sempre in via Garampa, ma non ad Acquarola, ma
nella zona di San Demetrio, vi erano altri rifugi di guerra. Anche in questo
caso il ricordo viene da una lettrice, che si ricorda quando la struttura
veniva usata dai bambini del posto per andarci a giocare.
RIO EREMO. Non lontano da Acquarola, sempre sulle prime
colline, a Rio Eremo c’erano altri rifugi anti-bombardamento, simili a quelli
di Acquarola, scavati nel sottosuolo della collina. Si trovavano vicino
all’antico convento. In questo caso, segnala un lettore su Facebook, sono
ancora incise le date di realizzazione sui muri, fatte coi picconi.
ROCCA MALATESTIANA. Diversi rifugi vengono segnalati in viale
Mazzoni. In questo caso le cantine erano “strategiche” e venivano messe in
comunicazione tra loro per avere una via di fuga sicura verso il Savio. Questo
avveniva negli edifici storici di via Mura Porta Fiume così come in viale
Mazzoni.
Per la tua segnalazione, contattaci: redazione@romagnaoggi.it
Nessun commento:
Posta un commento