di Maria Serena Quercioli
SANT’ANGELO A LECORE (Campi Bisenzio), 27 SETTEMBRE 2014 - IN FUTURO sarà un parco con laghetti e verde pubblico l’ex hangar di Sant’Angelo a Lecore, per ora è un deserto che custodisce residui di esplosivi. Trent’anni esatti sono passati da quando si sono svolte le ultime esercitazioni militari con bombe a mano e anticarro e nessuno ha fatto una bonifica. Nel 2010, questa area di 290mila metri quadrati, tutta esposta al sole, è tornata alla ribalta delle cronache in quanto inserita fra i siti ritenuti disponibili e ‘idonei’ per la costruzione del Cie, il Centro per l’identificazione e l’espulsione dei clandestini che avrebbe dovuto servire l’area Firenze-Prato. Notizia che fece sobbalzare amministrazione e cittadini e nacque persino un Comitato anti-Cie. L’ipotesi del Cie ben presto è tramontata così come quella di realizzare un parco fotovoltaico. ADESSO, in questi 29 ettari la nuova giunta di Campi Bisenzio vorrebbe creare un parco simile a quello dei Renai, poiché la destinazione urbanistica è cassa di espansione. Realizzare una cassa di espansione e verde non basta per riqualificare l’area, gli amministratori vogliono qualcosa di più: il parco che nascerà deve essere frequentato e utilizzato in qualche modo dalla gente. Può essere anche un serbatoio per creare lavoro. «Il consiglio comunale — spiega l’assessore ai lavori pubblici, Riccardo Nucciotti — ha approvato la nostra proposta di cessione a titolo non onerosa da parte del Demanio. E questo è l’inizio di un percorso che deve portare alla bonifica e alla realizzazione della cassa di espansione. Con l’ausilio dell’Esercito ci sarà da capire che tipo di bonifica fare». L’HANGAR fino alla seconda guerra mondiale era utilizzato per il rimessaggio dei dirigibili e fu distrutto dalle truppe tedesche in ritirata. Dagli anni Cinquanta e sino al 1984 la zona è stata utilizzata per esercitazioni militari dalla Compagnia corazzata di Rovezzano. Nell’area, sempre con accesso libero, verso la fine degli anni ’80 ci fu un brutto incidente: un ragazzo andò a giocare con amici, raccolse una bomba inesplosa che gli scoppiò e perse una mano. Marcello Boretti, allora presidente di Quartiere, chiese al Ministero della Difesa la messa in sicurezza dell’hangar attraverso l’installazione di una recinzione ma i lavori non sono mai stati conclusi. NEGLI ANNI Novanta ancora guai: vi si insediarono in baracche di fortuna gruppi di extracomunitari che furono poi sgomberati. E negli ultimi anni a si aggiunge anche la piaga degli incendi estivi e le discariche abusive. Tutta l’area versa in un degrado spaventoso: non è mai stata fatta una pulizia della vegetazione. Fonte: http://www.quotidiano.net/sottoinchiesta-poligono-campi-bisenzio-1.248277
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