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giovedì 23 maggio 2013

Detenzione illegale, indaga la Procura


 di Fabio Poloni
TREVISO. Prima il dramma, poi l’indagine. Nelle prossime ore in Procura sarà depositata la denuncia dei carabinieri a carico di B. L., il collezionista di Pederobba che aveva in casa il lanciagranate con il quale Mattia Nichele si è ferito. «Un collezionista può tenere residuati bellici solamente se è in possesso di tutte le necessarie autorizzazioni», dice il capo della Procura della Repubblica di Treviso, Michela Dalla Costa, «e in questo senso andranno le nostre verifiche». Quelle già effettuate dai carabinieri, e che arriveranno in Procura a stretto giro, sembrano però chiare: quell’arma bellica non era registrata, e la carica esplosiva ancora intatta. L’ipotesi di reato a carico del pensionato di Pederobba che teneva l’arma in casa potrebbe essere quella di detenzione illegale di armi e materiali esplodenti. Il giovane ferito non rischia nulla dal punto di vista legale: il lanciagranate non era suo. La sua battaglia è un’altra: lottare con tutte le forze per riprendersi dopo l’incredibile e drammatico incidente. A Mattia è stata amputata la gamba sinistra: impossibile evitarlo, l’arto era stato martoriato dall’esplosione a bruciapelo.
La passione per le armi, storiche emerge da ogni immagine del profilo Facebook del ragazzo. Divise militari, residuati bellici, uscite in montagna sui luoghi della Grande Guerra: le foto di Mattia raccontano il suo hobby, il suo piacere nell’immergersi in un clima così lontano. Il “bazooka” che lo ha ferito risale alla Seconda guerra mondiale, non alla Prima. A guerra finita il progetto del «panzerfaust» entrò in possesso dell’Armata rossa e diventò la base per la creazione del più moderno e letale lanciagranate russo modello RPG-2.
Chissà l’emozione di Mattia nel trovarsi tra le mani un’arma del genere. Una curiosità che ha rischiato di essergli letale. Ora il proprietario del lanciagranate, se sarà indagato dalla Procura, dovrà spiegare come e dove si è procurato quell’arma. E perché non ha mai presentato una regolare denuncia di detenzione ai carabinieri: un’omissione che poteva costare la vita a Mattia, e che all’ex operaio ora in pensione potrebbe portare in dote una condanna penale.
Fonte:
 http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/05/21/news/detenzione-illegale-indaga-la-procura-1.7106670

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