Corbola (Ro) - Un residuato bellico risalente alla Seconda guerra mondiale sepolto in un terreno, chi deve bonificare l’area? Secondo Mattia Renda, legale di fiducia di F.D. proprietaria del fondo, la competenza è dell’autorità pubblica ed è pronto ad interpellare la presidenza del Consiglio dei Ministri se la Prefettura di Rovigo non dà una risposta.
Mattia Renda, dello studio legale adriese Tescaroli (di Stefania Tescaroli, consigliere comunale a palazzo Tassoni) ripercorre le tappe del caso. “In più circostanze - fa sapere il legale - la proprietaria del fondo agricolo situato a Corbola ha denunciato alla competente autorità di pubblica sicurezza la probabile presenza di un residuato bellico sepolto nel proprio terreno che le è stato segnalato dal padre”. Dopo le denunce, secondo il racconto del legale, il 22 febbraio 2012 la proprietaria ha ricevuto un’ordinanza da parte del Comune di Corbola, che a sua volta recepiva un provvedimento della Prefettura di Rovigo, in cui le veniva ordinato di procedere alla bonifica del terreno. Ad F.D. venivano dati 30 giorni di tempo per intervenire facendosi carico dei relativi costi ed oneri.
Ordinanza a cui Renda si è opposto trovando ragione: “Ritengo che l'attività di intervento (individuazione e brillamento) degli ordigni inesplosi, non può essere demandata ai privati cittadini in quanto significherebbe subordinare la tutela dell'incolumità pubblica (di competenza statale) alle capacità reddituali di ciascun privato”. Impugnata l’ordinanza, Renda ne ha ottenuto l’annullamento.
A quel punto sono partiti i solleciti nei confronti del Comune e della Prefettura perché intervenissero a risolvere la faccenda senza spese per la proprietaria. “Ad oggi - chiarisce Renda - solo il Comune di Corbola ed il tenente colonnello del V reparto Infrastrutture di Padova del ministero della Difesa, intervenuto due volte sul posto, si sono resi disponibili per trovare una soluzione. La Prefettura, invece, tarda ad attivarsi, e nei prossimi giorni, provvederò ad indicare le possibili azioni e gli strumenti giuridici da poter esperire al fine di poter porre fine a questa spinosa vicenda, e se sarà necessario, anche interpellando la presidenza del Consiglio dei Ministri, per poter ottenere dei fondi finalizzati alla bonifica sistematica del terreno in questione”. Il legale di F.D. ricorda un precedente, ovvero un caso avvenuto ad Ostiglia: “Non è concepibile che in uno Stato che si vuol definire civile i cittadini si facciano carico di tutelare un bene supremo quale l'incolumità pubblica. Voglio rammentare un caso analogo accaduto ad Ostiglia, dove la denuncia inascoltata di un proprietario di un fondo è sfociata nel maggio del 2003 con lo scoppio di un ordigno bellico, producendo un boato che spaventò l'intero paese con gravi danni a villette cascine e non solo. Successivamente, si incardinò il processo penale a carico dell'ex sindaco e dell'ex Prefetto. Secondo il pubblico ministero i due funzionari non si sarebbero adoperati per ottenere i fondi per una bonifica profonda dell'area. Lo scorso 1° ottobre, la stampa locale ha riportato la sentenza di primo grado che, condannava l'ex sindaco a otto mesi, pena sospesa, e l'ex Prefetto a dodici mesi, pena sospesa, di reclusione”.
Fonte:
http://www.rovigooggi.it/articolo/2013-06-21/ordigno-bellico-da-brillare-s-attendono-istruzioni-da-via-celio/#.UcV4zKCgD6M
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