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mercoledì 27 novembre 2013

Perchè ogni giorno venga ricordato per dire no alla Violenza sulle Donne


di Stefania    Saule
Non è  semplice essere donna, basti pensare che nel passato la figura femminile  ha avuto molte difficoltà  ad  inserirsi in un contesto sociale,  lavorativo e  culturale. Considerata come  oggetto,  ancor oggi in un  mondo evoluto come il nostro, per non parlare poi,  dei Paesi  sottosviluppati dove la situazione è ancora peggiore. Essa viene sottoposta a molte crudeltà,  soprusi, legati a culture diverse e tradizioni  popolari arcaiche.  Senza andar troppo lontano, nella nostra quotidianità ,molte sono le violenze tra le mura domestiche e alte sono le statistiche che i mas – media ci propinano puntualmente. Uomini, mariti, fidanzati che prima appaiono normali, ad un tratto si rivelano belve pronte a sbranare la preda. Iniziano i problemi,  tutto ciò che fai  non va bene. Le umiliazioni sono molte, le liti ancor di più.  Conosco alcune che il marito aveva  l’abitudine di minacciarle con un coltello da cucina , per il semplice gusto di vedere fino a che punto fosse  la resistenza della donna e ciò  per provocare in lei una reazione tale  da sfociare in un qualcosa di peggio. Aspettando l’oscurità della sera, a fine cena, per un banale errore di cucina, perché la pasta era poco cotta o perché invece di aver preparato un pollo bollito lo si faceva arrostito e il tutto si rivelava  un dramma.  Dispetti, cattiverie, erano all’ordine del giorno come un menù fisso. Quindi angoscia, terrore, ansia…paura, perché sai che l’indomani accadrà la stessa cosa. La donna considerata essere inferiore subisce sempre. Fuggire l’unica alternativa, non sempre per tutte facile via d’ uscita. Ho sempre considerato l’uomo come una figura importante e solida della vita…E ne ho avuto sempre molto rispetto come per ogni essere vivente…ma non sempre è così.  Vorrei ricordare le molte donne del passato, che hanno lottato e sacrificato la loro vita nelle  due grandi  Guerre, di quelle che hanno lavorato nelle fabbriche, di quelle che hanno dedicato la loro esperienza e il loro studio alla scienza e alla medicina…E a altre  che hanno realizzato delle imprese uniche al mondo,  come  l’ aviatrice statunitense Amelia Mary Earhart che  nel 1928 sorvolò   da sola l’ Oceano Atlantico e poi il Pacifico a bordo di un aereo da trasporto. Nessun pilota uomo mai ci riuscì. E poi a distanza di anni, nel 1937 pensò di progettare ancora un’ ultima impresa. Il giro del mondo. Ma questa volta, non tornò…Desidero   citare anche lei, perché  ed è notizia di questi ultimi  mesi,  pare che  in un atollo  sperduto dell’ Oceano, a distanza di quasi  ottant’ anni forse,  sono stati fatti dei ritrovamenti  che possono risalire a Amelya Mary, una coraggiosa creatura che da  sola sfidò il cielo e il mare…  

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