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mercoledì 16 aprile 2014

A cento anni la Grande guerra continua a uccidere


di Paola  Baiocchi
Si avvicina il centenario dello scoppio della Prima guerra mondiale, iniziata il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell’Impero austro-ungarico al regno di Serbia, in seguito all’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este, a Sarajevo il 28 giugno 2014. Molte iniziative si stanno preparando in tutta Europa per ricordarla. È appena uscito in lingua francese Paysages en bataille (Paesaggi in battaglia) un libro fotografico della giornalista belga Isabelle Masson-Loodts, archeologa e storica, che dal 2010 ha percorso i 700 chilometri delfronte e le pianure dove gli eserciti si sono scontrati.L’autrice ha scoperto che, mentre l’ultimo superstite del primo conflitto mondiale, l’australiano Claude Choules è scomparso nel 2011 all’età di 110 anni, esistono ancora testimoni viventi dei grandi combattimenti in Piccardia, nelle Argonne, nelle Fiandre: sono gli alberi e i terreni che mostrano ancora le ferite che lebattaglie vi hanno inferto e che la natura non ha riassorbito. L’autrice lancia un appello perché la memoria sia conservata, ma allo stesso tempo si intervenga sullo stock di munizioni non ancora rimosse dal terreno. A cento anni la Grande guerra fa ancora dei morti: non più tardi del mese di marzo due operai sono rimasti uccisi dall’esplosione di un ordigno bellico in un cantiere a Ypres, in Belgio, luogo di molte battaglie e dove per la prima volta è stata usata una miscela di gas letali, che hanno preso il nome di iprite, proprio per la cittadina delle Fiandre.
Fonte:  http://valori.it/speciali/a-cento-anni-grande-guerra-continua-uccidere-7399.html
Campagna sensibilizzazione sul tema ordigni inesplosi promossa dall'ANVCG

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