di Enzo Favero
MONTEBELLUNA. Cinque delle sei granate della prima guerra mondiale trovate sotto le mattonelle nel giardino di casa Cecchetto a Caonada sono state fatte esplodere ieri nella cava Biasuzzi a Busta. In tarda mattinata dal comando carabinieri di via Sansovino è partita una colonna di mezzi, con ambulanza, protezione civile, carabinieri e artificieri dell'esercito. Con loro le cinque granate. Hanno percorso i pochi chilometri che separano il centro di Montebelluna da Busta. Una volta in cava è stata scavata una buca, sono state riposte le bombe inesplose e le hanno fatte brillare a mezzogiorno. Si è alzata una nuvola di fumo e polvere e quindi tutto è finito.
Cinque granate sono esplose. La sesta è ancora custodita in un luogo sicuro in attesa che arrivi del personale specializzato da Civitavecchia. Si ipotizza che contenga gas, che sia una delle temutissime granate caricate a gas che si usavano nella prima guerra mondiale e quindi va trattata con tutte le cautele del caso.
Stefano Cecchetto, il salumiere con la passione per gli ordigni della guerra, resta ricoverato al Ca' Foncello, dove si trova da sabato scorso per le gravi lesioni riportate nello scoppio di una granata da cui stava cercando di estrarre l'esplosivo. E proprio sull'inicedente di sabato interviene il sindaco Marzio Favero con un appello e un monito. «A Stefano Cecchetto auguro di guarire e tornare al più presto tra i suoi familiari», dice il sindaco Marzio Favero che è anche a capo del comitato scientifico regionale per le celebrazioni del centenario della grande guerra, «ma è doveroso ricordare a lui e a quanti coltivano tale passione per la prima guerra mondiale che ha fatto tanti morti e non è proprio il caso che se ne facciano ancora. Quel periodo va ricordato per il sacrificio di tante persone, per la morte di tanti soldati, non per le bombe che ha lasciato sparse nel territorio. E ai collezionisti di reperti bellici voglio dire una sola cosa: basta. Ne sono già morti troppi, evitiamo nuove tragedie». Se l'attività dei recuperanti era parecchio diffusa subito dopo la guerra, ci sono ancora collezionisti che vanno in cerca di reperti sul Montello, sul Grappa, sui luoghi dove si è combattuto. C'è ancora chi ritrova bombe inesplose e se le porta a casa. Sono stati numerosi gli incidenti di aspiranti artificieri, investiti dallo scoppio di una bomba che cercavano di disinnescare. E sabato pomeriggio, nel garage trasformato in officina in via Cal di Mezzo, Stefano Cecchetto stava cercando di fare proprio questo: rendere inerte un proietto da cannoncino estraendone la polvere quando è scoppiato e gli ha provocato ferite gravissime. Fonte: http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2014/07/11/news/esplose-le-granate-sequestrate-a-cecchetto-1.9581707
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