Guerre su guerre che coinvolgono gran parte dei Paesi
africani, asiatici, Medio Oriente, ma anche in Europa, vedi Cecenia, Ucraina. Altro
punto caldo, molto caldo è la Colombia. Guerre che la popolazione civile non
comprende, gente che vede piovere dal cielo colpi da mortaio, esplosioni che
distruggono interi nuclei famigliari. Ma è la guerra, si, la guerra il grande
crimine contro l’umanità che l’Europa “attualmente” non riconosce come tale. E non
mi riferisco al problema dei rifugiati, clandestini o quant’altro, il mio dire
è rivolto all’omertoso silenzio dell’Europa rivolto alla semplice, semplice
domanda: ma a questa gente chi regala, presta, baratta, vende, armi ? avremo mai
risposte certe ? chissà ! In guerra si muore per una scheggia di bomba, per il
crollo di una struttura, per folli esecuzioni del momento o gestite e
posticipate da rancori sempre più violenti, si muore anche di fame. Ma è guerra. Ciò che
nessuno comprende è che le guerre non terminano con una finta stretta di mano
televisiva, o per mezzo di oceanici festeggiamenti con grandi sventolii di
bandiere orientate ad osannare il vincitore, ma continuano ( esausto e pure
nauseato di ripeterlo) sepolte anche a distanza di tanti anni a ferire ed
uccidere. Ultimo caso proviene dalla Russia dove a Loukhskogo un gruppo di giovani
turisti provenienti da Mosca in transito per la Carelia dopo aver montato la tenda da
campeggio nei pressi del lago Pjaozero rinvengono
munizioni risalenti alla seconda guerra mondiale. Forse incautamente li
manipolano, magari sorridono. La guerra da quelle parti si è è conclusa più o
meno nel 1945, eppure, eppure, mentre i ragazzini piantano picchetti, sterrano
solchi un ordigno esplode, due ragazzi muoiono dilaniati dai resti di una
guerra studiata tra le aule di un liceo. I restanti quattro villeggianti sono
tuttora ricoverati in ospedale.
Giovanni Lafirenze
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