Di Lorenza Costantino
Un'esplosione lontana, fuoco e fiamme, poi solo una colonna di fumo verso il cielo. La bomba che da settant'anni dormiva nel piazzale di stazione Porta Nuova, un metro sottoterra, termina così la sua parabola in aperta campagna, a Boscomantico, senza nuocere a nessuno. E a breve pure i resti dei tre soldati, scoperti anch'essi nel cantiere per il parcheggio interrato davanti al palazzo ferroviario, dovrebbero essere prelevati per ricevere un'adeguata sepoltura. Questa mattina, sul luogo del ritrovamento, si riuniranno gli esperti di Soprintendenza e polizia scientifica, accompagnati dai rappresentanti di Grandi Stazioni, la società di Fs responsabile dei lavori. Il sopralluogo ha anche lo scopo di passare al vaglio gli oggetti ritrovati accanto alle spoglie, nel tentativo di definire l'identità di quei militari. O almeno la nazionalità. Ulteriori indagici finora non erano state possibili: colpa della bomba, per la quale l'accesso all'area di scavo era stato vietato a tutti, esperti compresi. Quindi domenica scorsa, verso le 7, gli artificieri dell'Ottavo reggimento genio guastatori "Folgore" di Legnago si sono recati all'interno del grande cantiere dove, protetto da un involucro di legno, stava l'ordigno bellico alleato rinvenuto dagli operai nell'ispezione con il metal detector. Tempo mezz'ora, e il congegno ancora imbottito di esplosivo viaggiava su un camion alla volta di Boscomantico, scortato da carabinieri, vigili del fuoco e ambulanze, oltre che dagli stessi artificieri. Un trasporto in totale sicurezza, insomma, nonostante le precedenti valutazioni degli artificieri avessero comunque escluso il bisogno di evacuare i residenti e di bloccare il traffico ferroviario. La bomba, infatti, a suo tempo esplose per metà: il che ne ha diminuito il potenziale distruttivo, pur non azzerandone la pericolosità. «È andato tutto bene», spiega il capitano Giuseppe La Ianca, che ha diretto le operazioni degli artificieri. «Giorno e orario sono stati scelti nell'intento di interferire al minimo con le attività degli abitanti e con il passaggio degli autobus. L'area rossa aveva un raggio di cinquanta metri, il territorio coinvolto dal blocco del traffico è stato davvero ridotto, e non ha coinvolto i treni». Giorni prima, si era provveduto a scavare una buca a Boscomantico, in mezzo alla campagna. L'ordigno vi è stato adagiato e poi fatto esplodere a distanza. Alle 10.15 era già tutto finito. Adesso possono riprendere le operazioni nel cantiere della stazione. Tuttavia, l'ispezione con il metal detector dev'essere ancora portata a termine. «Potrebbero emergere altre "sorprese"», commenta il capitano La Ianca. «Lo scalo ferroviario fu uno dei primi bersagli dei bombardamenti, tra il '44 e il '45. Non è da escludere che dal terreno spuntino altri ordigni inesplosi».
Fonte:
http://www.larena.it/stories/dalla_home/457702_rimossa_la_bomba_ora_ripartono_gli_scavi/
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