di Iacopo Luzi
In questa nuova puntata del blog “Un altro mondo”, lasciamo da parte per un po’ la politica attuale per cambiare argomento.
Questa volta voliamo nel Sud-est asiatico per parlare di una nefasta eredità che, ancora oggi, affligge molti paesi di quella regione.
Dovete sapere che Settembre è il periodo della raccolta del riso e per molti contadini dello XiangKhouang, una provincia nel nord del Laos, è il momento più importante dell’anno.
Sveglia all’alba per trascorrere tutto il giorno nelle risaie piegati in due, cercando di raccogliere quanto più riso possibile. Per questi agricoltori, la vendita di tale alimento può essere, in alcuni casi, l’unica fonte di reddito per tutto l’anno. L’unico mezzo di sostentamento per tutta la famiglia. Eppure raccogliere riso può risultare molto più pericoloso di quello che si potrebbe immaginare e spesso questo lavoro può addirittura comportare un rischio enorme per la loro stessa vita.
Il motivo? Tra una pianta di riso e l’altra, si potrebbe avere la sfortuna di incappare in un Uxo(Unexploded Ordnance), ossia un ordigno bellico inesploso. Il Laos è una nazione a cavallo fra la Cina, la Thailandia e il Vietnam, che si contraddistingue per essere stato il paese più pesantemente bombardato dell’intero pianeta. Infatti, dal 1964 fino al 1973, quasi mezzo milione di raid aerei in tutto il paese hanno riversato sul territorio più di 5 milioni di tonnellate di ordigni esplosivi, tra i quali le famosissime Cluster Bombs( delle micidiali bombe anti-uomo che, una volta sganciate dagli aerei, rilasciavano centinaia di micro ordigni, grandi quanto una pallina da tennis, ma in grado colpire simultaneamente un’ingente quantità di obiettivi).
Queste bombe sono state uno dei grandi simboli di una guerra che noi tutti, purtroppo, conosciamo molto bene: la Guerra del Vietnam. Il conflitto aveva frapposto le forze insurrezionali filo-comuniste al governo autoritario filoamericano costituito nel Vietnam del Sud, nato nel 1954 dopo la Conferenza di Ginevra e sostenuto dagli Stati Uniti, per un periodo che va dal 1960 fino al 30 Aprile del 1975. Ok, la storia la conosciamo! Il Laos, nonostante la sua neutralità, risultava essere un punto strategico per entrambe le parti e quindi fu uno dei territori maggiormente funestati dalle operazioni belliche.
A trentanove anni dalla fine del conflitto, più del 30% degli ordigni impiegati durante la guerra risultano ancora inesplosi, continuando a distruggere la vita di innumerevoli persone ed essere, ancora oggi, sia una seria minaccia per tutti gli abitanti del Laos che un ostacolo allo sviluppo del paese.
Si stima che dalla fine del conflitto, fra mine, granate, bombe a grappolo e proiettili di mortaio, circa 363 milioni di bombe inesplose siano rimaste abbandonate per tutto il Laos e che dieci delle diciotto province del paese risultino, nel 2013, ancora altamente contaminate. Vong Pong è un contadino della regione di XiangKhouang, intervistato dal video reporter inglese Toby Ficker, che racconta ciò che gli successe nel 2008: mentre lavorava nei campi di riso, perse una mano raccogliendo accidentalmente una Cluster Bomb nascosta nell’acqua.
‹‹ Dal quel giorno, ho sempre il terrore ad andare a lavorare, ma non posso farne a meno. I campi sono ancora pieni di Uxo, ma se non coltiviamo il riso, non abbiamo entrate e io devo mantenere una famiglia›› afferma Vong Pong, visibilmente lesionato alla mano sinistra. ‹‹ Dopo l’incidente, non potevo aiutare la mia famiglia o provvedere a me stesso come prima, quindi i nostri figli hanno dovuto abbandonare la scuola, per venire ad aiutarci nei campi. Molte cose sono cambiate dal quel giorno. ›› La storia di Vong Pong è una delle tante e, come lui, molti altri Laotiani, a causa degli ordigni inesplosi, hanno subito gravi amputazioni o addirittura perso la vita. Queste bombe sono spesso interrate e invisibili all’occhio nudo, pestarle o raccoglierle accidentalmente risulta molto facile e, nonostante gli anni passati, quasi tutte risultano ancora perfettamente funzionanti e pronte ad esplodere. Come afferma Maligna Saignavong, Senior Advisor dell’Autorità Laotiana per la regolamentazione e lo sminamento degli Uxo, questa eredità della Guerra del Vietnam è strettamente legata ai problemi di povertà e di vulnerabilità alimentare del paese e influisce profondamente su di essi.
Solo migliorando e incrementando le attività di sminamento nelle varie province si potrà veramente iniziare a parlare di un vero e proprio sviluppo nel Laos. Il problema è troppo grande per essere ignorato e non è un caso, se il 46% delle zone maggiormente povere del Laos combaciano con quelle maggiormente contaminate dagli Uxo. Il governo Laotiano ha stanziato numerosi fondi per ampliare i lavori di sminamento in tutto il paese, che purtroppo risultano necessari un po’ ovunque e soprattutto indispensabili prima di costruire un nuovo villaggio o rendere coltivabile un terreno. Purtroppo, nonostante l’impegno economico e gli sforzi profusi, le somme messe a disposizione risultano ancora non sufficienti. Si stima che circa 1000 ordigni vengano scoperti e disinnescati ogni mese, mentre complessivamente, dal 1996 al 2012, più di un milione di Uxo sono stati distrutti, bonificando 23.000 ettari di territorio; sciaguratamente questi dati risultano essere ben poca cosa, rispetto ai quasi 200.000 ettari di terreno ancora da sminare e ai milioni di bombe ancora inesplose.
Il sogno di un Laos decontaminato dagli ordigni Uxo resta ancora un sogno lontano. Il Governo e le istituzioni internazionali sono profondamente coinvolte nel combattere questa minaccia e le previsioni dichiarano che nell’arco dei prossimi 16 anni, il Laos sarà libero dagli Uxo. Per raggiungere tale traguardo, occorrerà uno stanziamento di nuovi fondi, il miglioramento delle tecnologie e un grande impegno da parte di tutta la popolazione. Una buona notizia comunque c’è: dal 2008 a oggi, il numero dei morti e feriti, vittime di esplosioni di ordigni Uxo, è sceso da 300 a circa 117 ogni anno. Certo, la pesante eredità delle bombe Uxo continuerà ad affliggere la vita dei Laotiani per molto tempo ancora ma, come afferma lo stesso Vong Pong: ‹‹E’ molto difficile per me ricordare quel giorno, quando persi la mia mano, eppure sono ottimista per il futuro. Una speranza, a mio parere, ancora c’è.››
Fonte:
http://firstlinepress.org/la-pericolosa-eredita-di-una-guerra/
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