Un libro importante che riscrive completamente la storia dei bombardamenti aerei durante la seconda guerra mondiale. Richard Overy in “The bombers and the bombed. Allied Air War over Europe 1940-1945” (526 pagine, $ 36, Viking) ribalta da grande studioso la prospettiva su uno dei capitoli più controversi e fino a pochi anni fa considerati tabù. Giacché la storia la scrivono i vincitori, non si è mai riflettuto abbastanza sull’efficacia della cosiddetta “guerra ai civili”, il terrore sulla popolazione e non soltanto la distruzione di obiettivi militari e industriali dei Paesi nemici per opera dell’aviazione britannica prima e americana dopo.
Senza togliere nulla all’eroismo dei piloti agli ordini di sir Arthur Harris, definito “bomber Harris” perché padre del bombardamento a tappeto, ma anche “the butcher”, il macellaio, non tanto per le vittime uccise nel campo nemico quanto perché tra i suoi equipaggi era elevatissimo il numero delle morti. Per ciascun bombardiere abbattuto dalla contraerea, ricorda Overy, se ne contavano almeno cinque caduti per avaria. La guerra aerea degli inizi era davvero da brivido; gli avieri inglesi caduti furono almeno 56mila.
Ma veniamo alle due novità interpretative del libro di Overy.
1) Non è vero che i bombardamenti a tappeto vennero decisi dopo l’attacco a Coventry, ma ben prima, come dimostra uno scritto di Winston Churchill del luglio 1940 in cui lo statista britannico esprime il convincimento che non ci sia niente di meglio di un devastante attacco aereo per mettere al tappeto Adolf Hitler.
2) La seconda convinzione messa in crisi dallo storico britannico, di cui anni fa recensii il saggio “Interrogatori”, sulle responsabilità dei dirigenti del Reich, è che il bombardamento a tappeto debilitasse lo spirito delle popolazioni e le portasse a insorgere contro la dittatura. Nulla di questo avvenne in Germania dove i bombardamenti incendiari di Amburgo, la distruzione di Dresda e tutti gli altri episodi che conosciamo non portarono il popolo tedesco a ribellarsi. Inoltre i dati sulla produzione industriale dicono che in Germania continuarono a crescere nonostante i bombardamenti che provocarono 353mila morti.
In Italia i morti sotto le bombe degli Alleati furono circa 70mila, sette volte il numero delle vittime provocate dai nazisti nell’occupazione del Paese dopo l’8 settembre 1943.
Anche alla luce di quel che sostiene uno storico qualificato come Overy, si può ben dire che i bambini della scuola elementare di Gorla a Milano e quelli caduti sulle giostre di Grosseto furono vittime due volte: dell’errore balistico e della sopravvalutazione dello strumento aereo. Le guerre non si vincono soltanto dall’aria.
Fonte:
http://lanostrastoria.corriere.it/2014/03/27/richard-overy-la-sopravvalutazione-dei-bombardamenti-aerei-nella-seconda-guerra-mondiale/
Dresda |
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