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giovedì 3 aprile 2014

VIETARE ED ELIMINARE LE MINE ANTIUOMO


Valeria Vitale, VicePresidente del Senato: "Oggi ho portato il saluto del Senato alla conferenza stampa di presentazione della campagna “Un ordigno inesploso può sembrare un gioco ma non è uno scherzo”, promossa dall’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra".
Ecco cosa ho detto:

Autorità, gentili ospiti,
è per me un piacere e un onore portare il saluto del Senato a questa conferenza stampa di presentazione della campagna di sensibilizzazione sul tema degli ordigni bellici inesplosi, alla vigilia della “Giornata mondiale per la promozione e l’assistenza all’azione contro le mine e gli ordigni inesplosi”, istituita dall’ONU nel 1997.
Ringrazio a nome di tutto il Senato l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra Onlus, che ha accompagnato tutta la storia della Repubblica, dal dopoguerra, con la battaglia civile e morale per tutelare gli invalidi di guerra e contrastare gli incidenti e le morti a distanza che i residui delle guerre continuano a provocare.
“Un ordigno inesploso può sembrare un gioco, ma non è uno scherzo” dice lo slogan che è stato scelto per la campagna che presentate oggi.
Si tratta di un titolo che ci riporta al dato più drammatico e sconvolgente di quella catastrofe determinata dalle “mine antiuomo”: i bambini rappresentano oltre un terzo delle vittime complessive.
Ogni anno, nel mondo, secondo i dati forniti dall’agenzia dell’ONU contro le mine antiuomo, 10 persone sono uccise o mutilate dall’esplosione di mine. E c’è una mina inesplosa ogni 17 bambini.
I bambini sono particolarmente esposti agli ordigni inesplosi, incluse le bombe a grappolo, perché sono spesso colorate, luccicanti e quindi attraenti ai loro occhi. Inoltre i bambini, per la corporatura ancora piccola, hanno più probabilità di morire in seguito alle esplosioni rispetto agli adulti. E i dati lo confermano: oltre l’85% muore prima di raggiungere l’ospedale. Ma anche chi non riesce a sopravvivere perde la vitalità dell’infanzia, costretto a vedere mutilati arti e sogni.
L’Italia con la legge n. 374 del 1997 ha messo al bando questo vergognoso strumento di distruzione di massa e nel 1999 ha ratificato il trattato di Ottawa, firmato da oltre 120 Paesi. Purtroppo molti grandi Stati ancora producono questo barbaro e vigliacco armamento che colpisce soprattutto i civili e causa danni anche a decenni di distanza dalla cessazione dei conflitti.
C’è un paradosso, per le mine antiuomo: è tanto basso il costo di produzione, quanto enormi i costi sociali e umani.
Lo sviluppo di intere regioni dei Paesi più contaminati è gravemente ostacolato dalla presenza di ordigni inesplosi, che per anni dopo la fine di un conflitto impediscono la costruzione di case, strade, scuole, strutture sanitarie e altri servizi essenziali. Inoltre ostacolano seriamente l’accesso ai terreni agricoli, la loro irrigazione, il pascolo e l’allevamento del bestiame.
E rendono inoltre lento e rischioso il rimpatrio di rifugiati e sfollati, causando morti e fatica aggiuntiva nel ricostruire un tessuto sociale positivo e forte.
In oltre 60 Paesi del mondo ci sono oggi più di 100 milioni di mine (Afghanistan, Bosnia, Cambogia, Iraq, Yemen, Sudan, Angola, Somalia, Mozambico, Vietnam sono tra i Paesi più colpiti). Secondo alcune stime per sminare completamente l’Afghanistan, procedendo agli attuali ritmi, occorrerebbero oltre 4.000 anni!
Ma non si pensi che si tratta di un fenomeno tragico che riguarda solo paesi lontani.
In Italia, secondo i dati del Ministero della Difesa che l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra ci ricorda, ogni anno vengono rinvenuti oltre 60.000 ordigni e nel solo 2013 sono stati registrati 11 gravi ferimenti.
È un dovere, una responsabilità etica e civile di tutte le Istituzioni nazionali e internazionali impegnarsi affinché sia interdetta in tutto il mondo la fabbricazione di nuove mine antiuomo e sia assicurata la distruzione di quelle esistenti.
E affinché si proceda con convinzione e determinazione alla bonifica dei territori infestati.
Per fare questo è decisivo procedere con campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte alle popolazioni, come quella presentata oggi. Perché chi si imbatte in questi ordigni – soprattutto le bambine e i bambini – sappia come comportarsi e perché cresca l’attenzione dell’opinione pubblica e la spinta culturale e materiale della società, dei governi e del Parlamento, per evitare ulteriori tragedie.
Grazie.
Fonte: http://www.valeriafedeli.it/vietare-ed-eliminare-le-mine-antiuomo/

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