di Gerardo Musuraca
«La situazione dell'isola del Trimelone mette a rischio la pubblica incolumità. Il sindaco e l'intero Consiglio di Brenzone devono intervenire per trovare i fondi necessari a fare riprendere le operazioni di bonifica». Ha i toni di un accorato appello, ma porta in luce anche inquietanti possibili risvolti sulla pubblica sicurezza, la mozione protocollata in municipio venerdì mattina dalla minoranza guidata dal capogruppo Davide Benedetti.
«Il documento», vuol sgombrare subito il campo il consigliere, «è condiviso anche dai colleghi Michela Donatini e Ivano Brighenti e, soprattutto, è stato presentato solo dopo un accordo con il sindaco Bertoncelli. Non è, quindi, una battaglia di bandiera ma solo una richiesta di collaborazione per porre fine ad una questione molto seria, che ha già dato le sue prime, gravi conseguenze».
Ma a cosa si riferisce la minoranza di Brenzone? Cosa è successo sull'isolotto i cui fondali sono ancora zeppi di ordigni bellici? La risposta è contenuta nella mozione. «Da recentissime notizie avute a mezzo stampa sappiamo che i carabinieri di Riva e Malcesine hanno sequestrato materiale bellico irregolarmente detenuto da un giovane diciannovenne di Malcesine nel garage di casa. Il materiale bellico, tra cui 4 bombe della seconda guerra mondiale (ogiva calibro 20) e una trentina di chili di proiettili e bossoli di vario calibro, tutti dotati di carica esplosiva, è stato inertizzato dagli artificieri di Bolzano. Tale materiale sarebbe stato trafugato proprio dall'Isola del Trimelone». E non è tutto. «In passato», riprende il documento, «vi sono state anche altre intrusioni di sconosciuti sull'isola con asportazione di materiale bellico accatastato in una delle casematte. Addirittura nel 2009 è avvenuta la posa, da parte di ignoti, di alcune bombe pronte ad esplodere sul litorale dell'isola».
Tutto questo nonostante il fatto che sul Trimelone sia ancora in vigore il divieto di sbarco, di attracco, di pesca, e di avvicinamento. «Difficilmente tale divieto impedisce realmente a chi decide di raggiungere l'isola, di andarci: è un divieto difficile da fare rispettare», aggiungono da Brenzone, «per non parlare di subacquei che possono andare sui fondali e trafugare ogni genere di bomba».
L'isola, tra il 2006 e il 2009, era stata oggetto di parziale bonifica. Grazie ai contributi della Regione e della Protezione Civile, ad Assenza erano stati spesi circa 1 milione e 100mila euro per ripulire dalle bombe la superficie e i primi dieci metri dei fondali circostanti. Erano state recuperate circa 100mila bombe in tutto, fatte brillare in gran parte in una cava di Torri. Un lavoro colossale, che aveva visto impegnata la marina militare, il Genio guastatori di Legnago, i carabinieri, la Prefettura, la Protezione civile e molti altri ancora.
Ma, poco più giù dei dieci metri di profondità, gli ordigni e i reperti bellici fanno ancora bella mostra di sé. Basta sapere qualche rudimentale nozione di subacquea per arrivare a più di 10 metri di profondità. Per appassionati di residuati bellici o, ed è molto peggio, per chi non ha la testa esattamente a posto, l'isola del Trimelone può rappresentare un supermarket subacqueo gratuito invidiabile. «Proponiamo che il sindaco e un consigliere di minoranza da lui scelto si riattivino per trovare altri fondi e riprendere, una volta per tutte, la bonifica», affermano da Brenzone. Fonte: http://www.larena.it/stories/2605_malcesine/928579_ripulite_il_trimelone_dalle_bombe/?refresh_ce#scroll=1912
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