A Songea in Tanzania mentre giocano nei pressi del Ruvuma sei
bambini di età compresa fra i 10 e 5 anni notano un piccolo oggetto,
inconsapevole del pericolo a cui espone se stesso e amici il più grande del
gruppo lo raccoglie, si tratta di una bomba a mano, quest’ultima esplode. Ognuno
dei piccoli subisce pesanti ferite, ovviamente il più grave è il ragazzino che
ha raccolto la bomba. Tuttavia nessuno, a dire della fonte sarebbe in pericolo
di vita. A Ngororero, in Ruanda stessa tragica vicenda, altro residuato
bellico, identica esplosione, tre fratellini uccisi all’istante il quarto
subisce pesanti ferite. Il territorio è colmo di residuati bellici, risalenti
alle feroci battaglie etniche del 1994 che culminano con il genocidio di quasi
un milione di Tutsi. La Polizia indaga se l’ordigno è stato trovato altrove o
all’interno della propria abitazione. Tutto
bene ai tre bimbi residenti nei pressi di Trans Nzoia, in Kenya. I piccoli
rinvengono in località Cholim all’interno di una grotta una mina anti persona,
per loro fortuna il genitore, anche se intento a sorvegliare del bestiame al
pascolo nota tutto, corre verso i propri figli con calma suggerisce loro di
posare sul terreno quell’oggetto. I ragazzini seguono il consiglio del padre. Infine
il residuato bellico è subito consegnato alla Polizia locale.
Giovanni Lafirenze
Campagna sensibilizzazione sul tema ordigni inesplosi promossa dall'ANVCG |
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