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sabato 25 luglio 2015

Mina antinave alle Cesine, l’ordigno portato a largo. Potrebbe arrivare dai Balcani


Un ordigno pericoloso e funzionante, con circa 200 chili di tritolo pronto ad esplodere. Sono tutt’altro che di routine le operazioni in queste ore in corso sul litorale di Vernole, all’altezza delle Cesine, per rimuovere la mina antinave ritrovata ieri da un bagnante. Insabbiata a circa un metro dalla battigia, in acqua, l’enorme mina ha creando non pochi problemi agli esperti della marina militare. Nonostante la professionalità degli operatori impegnati, tirare fuori la mina dalla sabbia si è rivelato più difficile del previsto. È stato difatti richiesto l’intervento di un trattore, che da terra è riuscito a disincagliare la bomba, ora portata a largo.
Sul posto, oltre agli uomini della Polizia municipale di Vernole, guidati dal comandante Antonio Palano, tre imbarcazioni - un gommone e una vedetta della capitaneria e un’imbarcazione privata -  insieme agli artificieri della Marina Militare di Taranto. La zona, tra la “strada bianca” e i due lidi, è stata transennata ed è impedito l’accesso a chiunque, via mare e via terra.  Allontanati anche gli uomini della polizia locale. Ad intervenire, nei pressi della mina, solo gli specializzati della Marina.
Se in un primo tempo si era immaginato che la mina fosse un residuo bellico, della seconda guerra mondiale, adesso l’ipotesi è invece che possa arrivare dalla zona de Balcani. L’involucro è difatti più nuovo del previsto. Queste mine, progettate per galleggiare e colpire così le imbarcazioni, possono difatti viaggiare in superfice, trasportate dalla corrente, per poi affondare solo in seguito. Non è peregrina l’idea dunque che la mina possa aver viaggiato per chilometri, prima di inabissarsi a pochi metri dalla costa salentina. Gli operatori, sul posto dalle 10 del mattino, procedono con estrema prudenza. L’obiettivo è riuscire a disinnescare o comunque mettere in sicurezza la bomba per poi farla esplodere a largo. Il potenziale esplosivo non è però di poco conto e l’ordigno sembra perfettamente funzionante, dunque estremamente pericoloso. Basti pensare che in un’analoga operazione sullo stesso tratto di costa salentina, circa 25 anni fa, un artificiere esperto perse la vita sempre nel tentativo di rendere inoffensiva una mina simile. Fonte:http://www.leccesette.it/dettaglio.asp?id_dett=28704&id_rub=58
leccesette.it

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