“Un’americana” a Milano: in operazione con il 10° Reggimento Genio Guastatori di Cremona
Articolo a cura di Andrea Thum
La notizia era stata diffusa, sebbene con minimo risalto, il 30
agosto ultimo scorso: una bomba d’aereo inesplosa era stata rinvenuta a
Milano (immagini 1, 2 e 3), durante opere di scavo nel cantiere del
futuro complesso edilizio “City Life”, sull‘area dell’ex Fiera
Campionaria.Un residuato bellico risalente al secondo conflitto mondiale, come tanti altri che ancora oggi vengono occasionalmente scoperti sul territorio nazionale e i cui ritrovamenti sono sempre più relegati alla cronaca locale minore. Questa volta, però, l’ordigno riguardava direttamente una parte, per quanto drammatica, della storia recente di questa mia città. Già nel settembre dello scorso anno, grazie all’amico Giovanni Lafirenze si era materializzata la possibilità, tramite il Maresciallo Giuseppe Pinzone del 10° Reggimento Genio Guastatori di Cremona, di recarmi sull’area del brillamento della terza bomba di Segrate per effettuare un reportage fotografico. L’opportunità era purtroppo sfumata, a causa di una visita guidata che avrei dovuto condurre, quella stessa domenica, nel ricovero antiaereo dell’ex V Sezione Aeronautica Breda, all’interno del Parco Nord Milano.
L’occasione ora si ripresentava: poter visionare il residuato appena riemerso da quel suolo che l’aveva celato per più di mezzo secolo rappresentava un importante compendio alle ricerche che, da tempo, conduco in tema di ricoveri e protezione antiaerea. Inoltre, e non meno importante, avrei avuto la possibilità di confrontarmi personalmente con veri competenti, per fugare quelle perplessità che spesso permangono dopo la sola consultazione di documentazione e testi d’epoca.
Contattai nuovamente Giovanni e questa volta interlocutore presso il 10° RGGC sarebbe stato il Maresciallo Vincenzo Bavetta che interpellai immediatamente. L’autorizzazione giunse nel volgere di qualche giorno, il tempo necessario per richiedere il benestare ai propri Superiori e avvisare le altre Istituzioni coinvolte: sarei stato aggregato ai Guastatori durante le operazioni di rimozione e brillamento della bomba.
“Americana o inglese?” fu una delle prime delle numerose domande che sottoposi al Maresciallo. Nella prima parte del conflitto Milano venne tempestata di ordigni da parte del Bomber Command britannico, in una progressione di attacchi conclusisi con le quattro pesanti incursioni dell’agosto 1943. Bombe dirompenti di vario peso e potenza, devastanti “coockies” da 4.000 libbre, centinaia di migliaia di spezzoni e altri ordigni incendiari nei primi tre anni di guerra avevano provocato lutti, feriti e gravissimi danni al patrimonio edilizio. Sino a quel momento l’armamento di caduta, rilasciato in crescendo con l’applicazione dei principi dell’area bombing sull’intero territorio urbano, risultava di produzione britannica.
“E’ americana, una General Purpose da 500 libbre”. A tale risposta e considerando la zona del rinvenimento, il pensiero si volse immediatamente al 20 ottobre 1944, una data tragica per la storia della città sotto i bombardamenti. Ordigni di fabbricazione statunitense erano iniziati a cadere sull’area metropolitana nel marzo 1944, con l’attacco allo smistamento ferroviario di Milano Lambrate. La giornata del 20 ottobre di quello stesso anno, invece, era stata scelta dalle Forze aeree da bombardamento strategico americane per effettuare tre incursioni contro altrettanti complessi industriali milanesi: Alfa Romeo, Isotta Fraschini e Breda. I primi due erano situati nella zona nord occidentale della metropoli, il terzo a Sesto San Giovanni, al confine settentrionale della periferia della città. Poco meno di un centinaio di quadrimotori B-24 “Liberator” sganciarono 842 bombe di tipo GP da 500 libbre, che iniziarono a cadere alle 11,30 circa verso la Breda e l’Alfa Romeo e mezz’ora più tardi contro l’Isotta Fraschini. Anche se sempre meno marcato nel ricordo comune, il 20 ottobre 1944 rimarrà indissolubilmente legato alla tragedia della Scuola elementare “Crispi”, nel quartiere di Gorla, con una delle numerose bombe rilasciate dai velivoli impegnati nell’attacco al complesso Breda che colse in pieno l’edificio scolastico, provocando la morte di 184 piccoli alunni. Quel giorno, però, le vittime nelle zone interessate dai bombardamenti risultarono complessivamente quasi 630. Un numero di per se già molto elevato, ancor più se rapportato ai morti (nei loro noti testi, Bonacina e Rastelli stimano circa un migliaio) causati dagli oltre 850 velivoli della R.A.F. che, nel corso dei quattro raids notturni dell’agosto 1943, avevano distrutto una consistente porzione della città.
Paradossalmente il 20 ottobre 1944 si ebbero meno decessi presso i comparti industriali, obiettivi delle incursioni - il numero più alto, 47, sarà riscontrato fra le maestranze dello stabilimento Alfa Romeo - che fra la popolazione, colta dalla pioggia di ordigni nelle proprie abitazioni, per strada, in qualche esercizio o forse, come accadde agli scolari della Scuola “Crispi”, nel tentativo di raggiungere la protezione offerta da un ricovero antiaereo. Le cause di così gravi perdite in termini di vite umane possono essere molteplici. Relativamente pochi velivoli scaricarono una massa ingente di bombe dirompenti, e l’analisi degli specialisti Alleati della foto interpretazione (immagine 4) rilevò complessivamente una mediocre precisione delle incursioni, con lo sciame delle bombe al suolo disseminato per una vasta area circostante i bersagli prescelti.
Inoltre, da poco tempo era entrata in vigore una nuova modalità per la comunicazione dello stato di pericolo alla popolazione, all’epoca suddivisa tra “piccolo” e “grande allarme”, e fu breve il tempo che intercorse fra le due segnalazioni, creando in alcuni anche perplessità sulla corretta interpretazione dell’imminente minaccia. Purtroppo non va anche tralasciata la pessima abitudine assunta da molti, ormai psicologicamente assuefatti allo stato di guerra e ai numerosi allarmi, spesso incruenti, di trascurare la situazione di pericolo fintanto che lo stesso non si fosse concretamente materializzato.
Malgrado l’elevata dispersione dei colpi, si può ragionevolmente supporre che l’ordigno rinvenuto nell’ex complesso della Fiera Campionaria, in linea con la rotta percorsa per l’attacco al vicino stabilimento Alfa Romeo, sia stato rilasciato da uno dei quadrimotori in forza al 484th Bomb Group, appartenente al 49th Bomb Wing della 15° U.S.A.A.F. Qualche anno fa, durante le opere di sbancamento dell’ex area del Portello, era stata rinvenuta un’altra bomba inesplosa “figlia” della medesima operazione. Inoltre, anche in questo ultimo ritrovamento tipologia e peso dell’ordigno corrispondevano a quelli imbarcati, quel 20 ottobre 1944, nelle stive dei “Liberator”.
Sabato 10 settembre 2011: è il giorno fissato per le operazioni di rimozione e, come da indicazioni, alle 08,30 mi trovo all’interno del cantiere di “City Life”, in attesa della colonna dei mezzi del 10° Reggimento Genio Guastatori di Cremona che arriva qualche minuto dopo. Il contingente è guidato dal Colonnello Pier Francesco Cacciagrano, coadiuvato per l’intervento dai Capitani Pierluigi Donati e Marco Mannino. Il Maresciallo Bavetta, invece, è già sul luogo da circa mezz’ora: come tecnico specialista avrà la grande responsabilità, assistito da un piccolo team, di intervenire in prima persona sulla bomba, dettando i tempi necessari alle delicate fasi operative. Durante le ricognizioni eseguite nei giorni precedenti l’ordigno era già stato ispezionato per stabilirne correttamente la tipologia, soprattutto quella delle due spolette, potenzialmente ancora attive. Fossero state di tipo a innesco chimico con effetto ritardato (a volte anche di molte ore, vere trappole mortali per le squadre di soccorso impegnate nella rimozione delle macerie alla ricerca di eventuali superstiti), fra le più instabili e pericolose per le operazioni di inertizzazione, come misura precauzionale sarebbe stata necessaria l’evacuazione di un’area circostante il perimetro della storica Fiera Campionaria. Invece, il risultato dell’analisi consentiva di operare, in sicurezza, senza ricorrere allo sgombero della popolazione di una zona densamente abitata. In ogni caso l’ordigno, per evitare comunque eventuali danni a persone e alle costruzioni circostanti, sarebbe stata racchiuso in un una massiccia struttura protettiva (immagine 5), una sorta di parallelepipedo con pareti e copertura spessi un paio di metri, quasi gli stessi valori impiegati nella costruzione degli speciali ricoveri antiaerei di tipo antibomba realizzati nel corso della guerra.
Ma, a differenza dei rifugi, questo manufatto impiega incastellature di alluminio, al cui interno sono disposti contenitori in tessuto riempiti di sabbia. Nell’eventualità di un malaugurato incidente, la struttura protettiva conterrà in massima parte gli effetti dell’esplosione, il calore prodotto da questa tenderà a vaporizzare il morbido metallo delle intelaiature evitando così la proiezione di pericolose schegge, mentre la sabbia si nebulizzerà nell’aria senza produrre danni.
Mi accordo con il Capitano Donati: il mio punto di osservazione sarà presso l’Incident Control Point, il centro predisposto per ospitare il personale istituzionale della Prefettura e della Questura, i responsabili e i dirigenti del cantiere, della Protezione civile e della Croce Rossa, unitamente ai Vigili del Fuoco. Il sito è collocata in uno degli edifici in costruzione del complesso “City Life”, a circa 150 metri dal manufatto entro il quale il Maresciallo Bavetta e il suo team stanno già operando sull’ordigno. A breve distanza da questo i Guastatori del 10° RGGC stabiliranno anche un Incident Control Point “avanzato”, una postazione che permetterà loro di monitorare in sicurezza la fase di rimozione delle due spolette. I tempi pioneristici degli artificieri muniti di chiave inglese appartengono ormai al passato: grazie alle esperienze, allo studio e alla profonda conoscenza dei residuati bellici, unitamente all’affinamento delle tecniche, da tempo l’attività più critica viene eseguita e seguita in “remoto”. Per l’operazione viene impiegata la cosiddetta “chiave a razzo”, un attrezzo la cui forma potrebbe in qualche modo richiamare quella dei volanti delle attuali vetture di Formula Uno. Saldamente bloccato alla parte esterna della spoletta, lo strumento reca alle estremità due alloggiamenti destinati ad ospitare piccole cariche esplosive, fra loro contrapposte e azionate a distanza. La loro detonazione imprimerà allo speciale dispositivo il movimento rotatorio necessario a svitare questa componente dell’innesco della bomba. Alla “chiave a razzo” sono anche collegati alcuni tiranti elastici, ancorati ben tesi ad un supporto infisso nel terreno. Grazie a questo semplice espediente la spoletta, una volta estratta dalla sua sede, sarà rapidamente allontanata dall’ordigno: se per caso dovesse esplodere in questa fase per le sollecitazioni a cui è stata sottoposta, la detonazione avverrà lontano dalla bomba e dal suo pericoloso contenuto. Un valido ausilio per verificare in tempo reale, ma con la massima tutela, il successo dell’operazione consiste nella telecamera installata sullo speciale robot, comandato a distanza, in dotazione ai Guastatori. Tale dispositivo sarà posizionato accanto all’ordigno e le riprese video verranno trasmesse ad un monitor presente presso l’Incident Control Point “avanzato”. Il piccolo robot, con le varie componenti con le quali può essere attrezzato, è uno strumento prezioso per la salvaguardia degli uomini del 10° Reggimento Guastatori di Cremona. In special modo durante le missioni che essi compiono all’estero e che li vedono impegnati nella messa in sicurezza di aree e vie di comunicazione percorse dai militari e dai mezzi dei nostri contingenti. In questi territori, di per se già spesso ostili, i Guastatori si trovano a dover affrontare anche ordigni non convenzionali, per questo infidi e considerati ad alto rischio rispetto agli “ordinari” residuati bellici (mi si conceda tale specifica che nulla vuol togliere alla pericolosità anche di questi ultimi). Vorrei cogliere questa occasione per sottolineare che il 10° Reggimento Genio Guastatori è anche operativo in ambito prettamente civile: ad esempio a supporto delle Amministrazioni pubbliche per interventi riguardanti demolizioni di costruzioni abusive, quando alle gare di appalto, e a volte per motivi che purtroppo possiamo facilmente intuire, nessuna impresa raccoglie l’invito a partecipare. Inoltre, compito istituzionale del 10° RGGC è attivarsi sul territorio nazionale in caso di calamità naturali, per collaborare al ripristino delle zone colpite.
Tutte le fasi operative condotte dai Guastatori all’interno del cantiere “City Life” sono ovviamente invisibili per chi si trova all’Incident Control Point, dov’è distaccato il Capitano Donati che, grazie al suo costante contatto con i colleghi, tiene informati gli astanti con aggiornamenti sulla situazione. Nell’attesa comprendo come il macchinista dell’escavatore che ha trovato l’ordigno, a dispetto della giovane età, può considerarsi, suo malgrado, un veterano di questi frangenti. Questa è la sua quarta bomba d’aereo, dopo aver rinvenuto quelle di Segrate dello scorso anno: “al momento pensavo fosse una vecchia bombola arrugginita, poi ho capito e mi sono immediatamente fermato. La sensazione in quell’istante è tutt’altro che piacevole”. Il suo mezzo meccanico è ancora più titolato, avendo sulle spalle, anzi sulla benna, ulteriori due ordigni. Il Capitano Donati comunica che entro pochi minuti verrà eseguita la rimozione della spoletta di coda della bomba. La delicata manovra sarà eseguita a distanza, ma la telecamera del robot consentirà l’immediata verifica dell’intervento. In caso di esito negativo verrà osservato un intervallo di sicurezza di circa 10 minuti prima che gli specialisti approccino l’ordigno per un nuovo tentativo. Sono le 10,45 e una detonazione secca, ma attutita dalle spesse pareti del manufatto protettivo, eccheggia nell’aria. Il telefonino del Capitano suona subito dopo: l’operazione è perfettamente riuscita, ora si passerà a operare sulla spoletta anteriore. Il Maresciallo Bavetta mi aveva anticipato che questa si era leggermente deformata, a causa dell’impatto e della penetrazione nel suolo e che per questo motivo avrebbe probabilmente opposto qualche resistenza. E difatti sono necessari tre interventi della “chiave a razzo” prima che anche questo innesco, alle ore 11,37, ceda al proprio rapido destino. Infatti, se tutto ciò ha reso “quasi” inoffensivi i circa 120 chilogrammi di miscela esplosiva contenuti nell’ordigno, lo stesso non si può dire per le due spolette. Malgrado il loro modesto potere deflagrante esse risultano maggiormente instabili e quindi pericolose, e per tale motivo devono essere celermente distrutte. Gli ampi spazi ancora liberi da costruzioni consentono di eseguire quest’opera all’interno del cantiere stesso (immagine 6): sono circa le 12,20 quando la piccola carica di demolizione predisposta per il brillamento delle spolette esplode con un colpo nettamente più deciso rispetto ai precedenti, provocando una nube nerastra (immagine 7) che in pochi istanti si dissolve nell’atmosfera. La prima fase operativa è quasi conclusa: osservo gli uomini del 10° RGGC che, con l’ausilio di un piccolo escavatore, trasferiscono la bomba all’esterno della struttura protettiva per caricarla su un loro rimorchio (immagine 8). Prossima tappa al “Parco delle Cave”, area verde pubblica ubicata alla periferia nord occidentale della città, dove anche la 500 libbre verrà eliminata.
Prima della partenza ho l’occasione di incrociare brevemente il Maresciallo Bavetta, a bordo di uno dei mezzi militari: ci salutiamo, esprimo i complimenti a tutto il personale per il buon esito dell’intervento e scambiamo rapidamente due parole. Espone, anche un po’ sorpreso, che nel corpo bomba, all’interno degli alloggiamenti delle spolette malgrado il lungo tempo trascorso erano ancora presenti abbondanti tracce di grasso, e in buono stato di conservazione. Particolari forse insignificanti ai più, ma non per chi svolge con grande attenzione il proprio lavoro.
Il viaggio verso il “Parco delle Cave” non è dei migliori. La strada che avevo pianificato di percorrere è chiusa al traffico per lavori, non dispongo di un navigatore satellitare e non conosco particolarmente la zona. Vago in un dedalo di vie sconosciute prima di trovare l’uscita del labirinto nel quale mio malgrado sono finito, con il risultato di arrivare in ritardo all’appuntamento. Questo mi costa il fermo da parte di alcuni Agenti della Polizia, molto cortesi, ma che non disponendo di una lista delle persone accreditate al sito, hanno l’incarico di bloccare l’acceso a chiunque. Una telefonata rimuove l’ostacolo burocratico: pochi minuti di attesa e un Agente motociclista della Polizia Locale del Comune di Milano giunge per condurmi all’interno dell’area riservata, dove è stato ripristinato l’Incident Control Point, questa volta in una tenda da campo sistemata a cura della Protezione Civile comunale. Ho appena il tempo di parcheggiare e rivedere alcuni volti noti della mattinata che un mezzo del 10° RGGC mi preleva per portarmi al punto scelto per il brillamento dell’ordigno, nel frattempo già collocato nella postazione dove sarà distrutto. Osservo i Guastatori impegnati nel proprio lavoro: alcuni operano per predisporre le connessioni necessarie a condurre l’impulso elettrico che innescherà il detonatore della carica di demolizione (immagine 9). Di questa, invece, se ne sta occupando il Maresciallo Bavetta unitamente ad altro personale (immagine 10).
Il Colonnello Cacciagrano e i Capitani Donati e Mannino controllano e coordinano le operazioni, dando indicazioni e suggerimenti ai propri sottoposti. Una breve pausa nelle attività mi permette di essere presentato al Colonnello, che mi accompagna sul bordo della profonda buca sul fondo della quale, adagiata su alcuni sacchetti di sabbia (immagine 11), la bomba attende che gli uomini del 10° RGGC pongano termine alla sua pericolosità.
Mentre l’osservo mi tornano alla mente alcuni racconti sui bombardamenti di Milano che, sin dalla più tenera età, ho spesso ascoltato dalla nonna materna: il velivolo dalla colorazione scura (Lancaster NdA) che sabato 24 ottobre 1942 era passato, a bassissima quota sulla verticale di piazza V Giornate (“Era così basso che si vedevano gli aviatori al suo interno!”), uno dei tanti che in quel tardo pomeriggio si erano improvvisamente materializzati sulla testa degli attoniti milanesi, per rovesciare sulla città il loro carico di distruzione. La casa di famiglia, talmente solida da resistere egregiamente allo scoppio di una delle tante dirompenti rilasciate dai bombardieri della R.A.F. nel corso dei pesanti raids dell’agosto dell’anno seguente. Le vacanze al mare, quando i tuoni più assordanti dei temporali estivi facevano spesso esclamare al fratello di lei: “Sembrava proprio una bomba. Ricordi?”. Loro due, il boato provocato dalle esplosioni delle bombe lo avevano sentito davvero. Sorrido, invece, ripensando ai tempi della terza elementare e ai tragicomici sforzi di mia madre per farmi apprendere, a memoria, “Milano, agosto 1943”, la poesia di Salvatore Quasimodo assegnatami quale compito a casa dalla maestra. Minacce di feroci ritorsioni e grida di irritazione da parte del genitore, esasperato da ore di inutili tentativi, e reso ancora più adirato nel constatare che la sorellina, non ancora in età scolastica, ascoltando probabilmente per qualche migliaio di volte la ripetizione del “prolisso” componimento, la poesia l’aveva imparata: io no. Ottime le prime due o tre righe, poi nella testa si addensava la nebbia più fitta, formata dal pensiero rivolto agli adorati Topolini e trenini elettrici che mi attendevano dopo i compiti. Ora, invece, mi trovo a pochi metri da un ordigno strettamente connesso a quegli eventi , e per mia precisa volontà: a volte è curioso il percorso che la vita ci riserva.
Il Colonnello Cacciagrano mi illustra le prossime fasi operative: la carica di demolizione consiste in un panetto di alcuni chilogrammi di tritolo che verrà applicato longitudinalmente al corpo della bomba. Per implementare il contatto fra i due solidi di forma differente ( un cilindro e un parallelepipedo) e quindi aumentare l’effetto distruttivo, lo spazio fra questi sarà colmato da esplosivo al plastico, lo stesso che verrà inserito anche all’interno degli ormai vuoti alloggiamenti delle spolette, a diretto contatto con il pericoloso contenuto dell’ordigno. L’effetto termico dell’esplosione, interna ed esterna, causerà la vaporizzazione istantanea di buona parte dell’involucro della bomba, limitando così la produzione di schegge e frammenti metallici. In ogni caso la buca, profonda quasi cinque metri, prima del brillamento verrà colmata di sabbia. Assolutamente deprecato l’impiego di terra: sassi e altri ciottoli in essa contenuti si trasformerebbero in pericolosi proiettili, scagliati a forte velocità e distanza dalla potenza della detonazione. Ragioniamo anche sul bombardamento di quel 20 ottobre 1944, con l’ampia dispersione delle bombe che dovevavo essere indirizzate, invece, verso obiettivi specifici e che provocò, come già esposto, un così elevato numero di vittime.
I Guastatori hanno quasi terminato. Inizia ora una fase critica e, per motivi di sicurezza, mi devo allontanare, ritornando all’Incident Control Point da dove assisterò alla parte conclusiva dell’intervento. La giornata è particolarmente calda e attendo pazientemente all’ombra di una pianta, da dove osservo un veicolo dell’Esercito che si avvicina lentamente. Alcuni militari lo seguono appiedati (immagine 12), stendendo sul terreno, alle loro spalle, le connessioni elettriche (immagine 13) necessarie ad attivare il detonatore della carica di demolizione.
Infine, dal sito del brillamento si allontanano anche i due mezzi da cantiere impiegati per colmare la profonda buca, preceduti dal Colonnello Cacciagrano e dal Capitano Donati che controllano l’area e verificano il corretto operato dei loro uomini (immagine 14).
Siamo giunti all’epilogo, manca ormai poco al momento in cui “l’americana” cesserà di esistere. Il mio punto di osservazione non è particolarmente felice a causa delle piante d’alto fusto che celeranno, in massima parte, gli effetti visivi dell’esplosione. Posso vedere bene, invece, la postazione dove si è raccolto il 10° Guastatori, a poche decine di metri di distanza. Sono circa le 15,50 e nel silenzio del “Parco delle Cave” eccheggia il grido: “Pronti al fuoco: 3, 2, 1…Fuoco!”.
La detonazione non è assordante come mi sarei aspettato, ma comunque decisa e corposa, degna di un ordigno di tale potenza. In lontananza un leggero fumo biancastro si fa largo fra la vegetazione per poi disperdersi rapidamente. Il 10° Reggimento Genio Guastatori di Cremona ha portato a termine, con pieno successo, un altro dei numerosi interventi che li vede impegnati pressoché quotidianamente nell’importante attività della bonifica bellica del territorio nazionale. Quest’anno sono già oltre 200 le operazioni che hanno condotto per l’inertizzazione e la distruzione di residuati bellici.
Sul luogo del brillamento si è formato un cratere di una decina di metri di diametro (immagine 15), il cui fondo e bordi esterni paiono ricoperti da una leggera patina di sabbia semi solidificata, forse effetto dello shock termico dell’esplosione.
Che la manovra sia stata magistralmente condotta può essere anche evinto dalle vicine piante e altri arbusti, che non sembrano aver patito alcun danno.
Mi accomiato dai Guastatori: è stata una giornata particolarmente rilevante sotto il profilo storico tecnico. Ho avuto inoltre la possibilità di osservare e comprendere l’attività di professionisti che svolgono con impegno ed elevata preparazione l’importante e pericoloso compito a cui sono preposti e che, al tempo stesso, si sono rivelati persone estremamente disponibili e cortesi. Saluto e ringrazio di cuore per l’ospitalità il Colonnello Cacciagrano, che mi invita a visitare la loro Caserma, offerta che accetto con piacere e che spero presto di onorare. Congedandomi, stringo calorosamente la mano al Maresciallo Bavetta, che probabilmente ho tediato all’impossibile con centinaia di domande alle quali ha sempre prontamente risposto, risolvendomi perplessita e illustrandomi con dovizia e perizia numerosi aspetti tecnici legati alla loro attività. In questa sede colgo l’occasione per ringraziare Il Capitano Donati, il Capitano Mannino e tutto il restante personale del 10° Reggimento Guastatori di Cremona presente quel giorno sul campo, non citato individualmente nel testo, ma che con uguale garbo ha sopportato la mia anomala presenza. E, naturalmente, esprimo profonda gratitudine all’amico Giovanni Lafirenze, senza la cui intercessione i contenuti di questo testo non avrebbe potuto essere redatti.
A volte capita di leggere o ascoltare dai media esternazioni sul moderno impiego delle cosiddette bombe intelligenti. Forse lo è stata, in un modo del tutto particolare, anche questa rinvenuta a Milano: conscia della strage che le sue numerose “colleghe” stavano compiendo al suolo, quel tragico 20 ottobre 1944 decise di non esplodere, preferendo attendere oltre sessant’anni l’arrivo del 10° Guastatori per farsi destare in totale sicurezza e senza produrre gli effetti distruttivi e letali per i quali era stata creata.
Perchè la bonifica bellica
Bomba da 100 chili di tritolo in centro: apprensione, cinque famiglie evacuate
Pesaro, 6 ottobre 2011 - CINQUE famiglie evacuate, venti persone
sistemate da parenti e amici, la strada principale del paese bloccata e
transennata. E una bomba da un quintale da estrarre e portare via per
farla esplodere in un luogo sicuro. Apprensione ieri a Montecchio per il
ritrovamento di una bomba d'aereo inesplosa contenente 100 chili di
tritolo. E' stata rinvenuta durante i lavori di scavo lungo via 21
Gennaio. Ad eseguirli Marche Multiservizi che stava posizionando le
nuove condotte idriche all'altezza dell'incrocio con via Cipressi.
Quando la ruspa ha toccato qualcosa di solido, l'operatore ha capito che
doveva trattarsi di qualcosa di pericoloso ed ha bloccato
immediatamente gli scavi. Sono andati sul posto i carabinieri e gli
artificieri dell'esercito che hanno provveduto a transennare la zona. Si
è capito subito che per la sicurezza dei residenti, si doveva procedere
ad una rapida evacuazione delle famiglie che abitano nei palazzi
prospicienti alla bomba, al civico 163.DOPO UNA RIUNIONE tra i responsabili, è stato deciso di sgomberare i due palazzi vicini perché non si poteva correre il rischio di una deflagrazione durante le operazioni di bonifica. Non è chiaro quando ciò avverrà, ma è certo che stamani faranno un nuovo sopralluogo gli artificieri dell'esercito per stabilire come agire nella massima sicurezza. Prima di estrarla, va disattivato il meccanismo dell'innesco e questo richiede competenza e sangue freddo. La bomba di un metro di lunghezza è di probabile fabbricazione alleata perché durante il passaggio del fronte, l'esercito alleato ha martellato per giorni con bombardamenti aerei per liberare la strada all'avanzata e smantellare la guarnigione tedesca che si era asseragliata a difesa della linea gotica.
E' PROBABILE che nel sottosuolo di Montecchio ci siano ancora ordigni bellici inoffensivi e ormai sotterrati per sempre. In questo caso, c'è voluto il lavoro di scavo per la nuova condotta idrica scesa ad una profondità vicina al metro per ritrovare la bomba. La prefettura di Pesaro, subito informata di quanto era stato trovato, ha fatto in modo di accelerare le operazioni di bonifica assicurandosi che i cittadini con le abitazioni più vicine fossero messi in sicurezza. Il traffico così è stato deviato e i disagi che si sono creati continueranno fino ad oggi.
ro.da.
Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/liguria/2011/10/01/visualizza_new.html_696371021.html
Perchè la bonifica bellica
Bomba d'aereo in aeroporto Albenga, vertice prefettura
(ANSA) - VILLANOVA D'ALBENGA (SAVONA), 1 OTT - Sara' necessaria una
riunione tecnica supplementare, dopo quella di stamani tenuta in
prefettura a Savona, per decidere il programma di bonifica
dell'aeroporto Clemente Panero dalla bomba d'aereo da 250 chilogrammi
ritrovata nel corso degli scavi per la costruzione del nuovo
stabilimento Piaggio Aero Industries.Stamani, nel corso della riunione convocata dal prefetto Claudio Sammarino, e' stato predisposto un nuovo sopralluogo in attesa che gli artificieri decidano la data per far brillare il residuato bellico.
La zona dove e' stata trovata la bomba e' stata transennata dai carabinieri di Alassio e Villanova.(ANSA).
Fonte: http://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/2011/10/06/595083-bomba_chili.shtml
Perchè la bonifica bellica
SICUREZZA: COMELLINI (PDM), URGENTE APPROVARE LEGGE BONIFICA ORDIGNI BELLICI
(AGENPARL) - Roma, 27 set - "Questa volta è andata bene ma le
modalità con cui è esplosa questa notte la bomba d'aereo a spoletta
ritardata risalente alla seconda guerra mondiale esplosa nelle campagne
tra P.S. Giorgio e Porto S. Elpidio, in località Casabianca, in
provincia di Fermo, non lontano dalla linea ferroviaria adriatica, deve
richiamare l'attenzione del Senato per giungere nel più breve tempo
possibile all'approvazione definitiva del ddl 2892 (modifiche al d.lgs.
81/2008 in materia di sicurezza sul lavoro per la bonifica degli ordigni
bellici) il cui iter è iniziato oggi presso l'11 Commissione permanente
dopo l'approvazione da parte della Camera dei deputati lo scorso 7
settembre". E' quanto dichiara, in una nota, Luca Marco Comellini -
segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di
Polizia. (Pdm). "Il ddl in esame al Senato è il frutto di una proposta
bipartisan pienamente condivisa, nella quale è confluita anche la
proposta di legge (C. 3481) che il Pdm presentò tramite il deputato
radicale Maria Antonietta Farina Coscioni per ridisciplinare in modo più
rigoroso il settore bonifiche al fine di garantire un maggiore livello
di sicurezza. L'unica norma che disciplinava le attività di bonifica
degli ordigni bellici fu abrogata lo scorso 9 ottobre 2010 con l'entrata
in vigore del Codice dell'Ordinamento militare da parte del Ministero
della Difesa, è quindi urgente una rapida approvazione del ddl 2892 per
consentire un'immediata ripresa delle attività di bonifica degli ordigni
bellici sul territorio nazionale ed evitare - conclude Comellini - che
altri incidenti si verifichino con effetti e conseguenze drammatiche a
causa di ordigni "dormienti".Fonte: http://www.agenparl.it/articoli/news/politica/20110927-sicurezza-comellini-pdm-urgente-approvare-legge-bonifica-ordigni-bellici
Il mio commento
ESPLODE RESIDUATO BELLICO
Il Resto del Carlino e precisamente la redazione di Fermo il 27 settembre 2011 lancia una tremenda notizia: la notte precedente un boato scuote il territorio di Casabianca. Ovviamente sul luogo dell'esplosione intervengono Vigili del Fuoco e Forze dell'Ordine del Comune di Fermo, i quali notano un cratere, una buca di notevoli dimensioni e numerose schegge, (frammenti di bomba) a pochi metri dai binari ferroviari che collegano Porto Sant'Elpidio a Porto San Giorgio.
Il Dott. Fabio Castori nell'articolo precisa: la detonazione è stata causata da un residuato bellico risalente alla seconda guerra mondiale.
Nel contempo i tecnici del Gruppo Ferrovie di Stato interrompono la circolazione dei treni.
Ai tempi della Seconda Guerra Mondiale le stupende cittadine marittime, al pari di Macerata, Civitanova Marche patiscono l'attenzione della 12a Air Force la quale incursiona linee ferroviarie, importanti nodi stradali, stazioni, strutture e depositi.
Cito l'esempio del bombardamento del 19 ottobre 1943 proprio su Porto Sant'Elpidio avente come obbiettivo Stazione e fascio dei binari ferroviari, ma una considerevole percentuale di bombe non esplode a causa di spolette difettose o quote di sgancio errate restando interrate fino ai nostri giorni.
In tanti si potrebbero chiedere: come può un residuato bellico esplodere a distanza di tanti anni....? La risposta è semplice:
Ogni residuato bellico ( bombe d'aereo, granate, bombe da mortaio, ecc....) contiene esplosivo, il quale raramente perde del tutto la propria capacità detonante, infatti nel maggio del 2003 ad Ostiglia sempre nella notte esplode una bomba d'aereo che abbatte due cascine del luogo. Nell'aprile del 2006 nei pressi del Cimitero di Cervinara (AV) esplode altra bomba e sempre di notte. Potrei continuare, tuttavia mi rendo conto d'aver già inserito sufficienti esempi.
Naturalmente sul luogo dell'esplosione non è esclusa la presenza di altri residuati bellici (a quei tempi i bombardieri sganciavano grappoli di bombe), tuttavia sono convinto che i comuni interessati stiano già richiedendo operazioni di bonifica preventiva.
Non solo, desidero condividere l'appello del Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di Polizia ( Luca Marco Comellini ) urgentemente divulgato a proposito del ripristino delle normative BCM che regolano e disciplinano il settore.
Giovanni Lafirenze
Ordigno bellico esplode vicino alla ferrovia. Cratere di 4 metri.
E' successo nella notte in un canneto a monte della linea ferroviaria Porto Sant'Elpidio-Porto San Giorgio
Ferrovia, 27 settembre 2011 - Un boato assordante percepito anche a
grande distanza. Frammenti sparsi su una vasta area. A provocarlo è
stato un ordigno bellico esploso nella notte in un canneto a monte della
linea ferroviaria Porto Sant'Elpidio-Porto San Giorgio.Non ci sono stati feriti ne' danni (in quel momento non passavano treni). Nessuno era a conoscenza della presenza del residuato bellico, una bomba da aereo della Seconda guerra mondiale, la cui deflagrazione, avvenuta al km 257+530, nel territorio di Casabianca, ha scavato un cratere profondo 4 metri e largo oltre 5.
Dall'una alle 2 la circolazione dei treni e' stata interrotta, poi e' ripresa a velocita' ridotta, per tornare alla normalita' alle 3:55. Sul posto sono intervenuti gli artificieri, la polizia ferroviaria e la scientifica, carabinieri e vigili del fuoco, tecnici del Gruppo ferrovie dello Stato.
Fonte: http://www.ilrestodelcarlino.it/fermo/cronaca/2011/09/27/589075-bomba_aerea_esplode.shtml
Ordigno bellico esplode vicino ferrovia Fermo, nessun danno
Bomba aereo scava cratere di 4 metri, circolazione ripresa alle 4
FERMO, 27 SET - Una bomba da aereo della seconda guerra mondiale e'
esplosa nella notte in un canneto a monte della linea ferroviaria Porto
Sant'Elpidio-Porto San Giorgio (Fermo). Non ci sono stati feriti ne'
danni (non passavano treni) ma il boato e' stato sentito anche a grande
distanza. La deflagrazione e' avvenuta al km 257+530, a Casabianca, ha
scavato un cratere profondo 4 metri e largo oltre 5. Dall'una alle 2 la
circolazione dei treni e' stata interrotta, per tornare alla normalita'
alle 3:55. Sul posto gli artificieri.(ANSA).
Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/marche/2011/09/27/visualizza_new.html_698281453.h
Il mio commento
Anche questa volta, per fortuna, non si è fatto male nessuno. Per questa volta.
G.L.
Perchè la bonifica bellica
Ripristino delle normative BCM
Il territorio italiano al termine del secondo conflitto mondiale è
completamente permeato da residuati bellici esplodenti, sepolti o
affondati. La guerra aerea strategica distrugge intere aree urbane, ogni
territorio del Bel Paese. Le incursioni aeree del tipo tattico
colpiscono ponti ferroviari, importanti nodi stradali, stazioni
ferroviarie, capannoni industriali, strutture portuali e tanto altro. La
furia dei B-17, dei Lancaster, in seguito dei Messerschmitt lascia
inesplosa una titanica quantità di bombe d'aereo.La guerra di terra in Italia nasce per mezzo dello sbarco in Sicilia colmando l'intera penisola di ordigni inesplosi.
A fine guerra ogni esercito "probabilmente " abbandona, sotterra, affonda una grande quantità di munizioni mai utilizzate.
Ovviamente già nel 1945 i militari anglo americani cercano d'individuare soluzioni in grado di restituire agibilità ad un territorio impraticabile a causa del pericolo rappresentato da questi ordigni inesplosi.
Infatti tra il 1944 e il 1948 partecipano a queste campagne di bonifica circa 4500 civili, molti professionisti muoiono investiti da roventi schegge, altri restano feriti e mutilati, ma con grande sprezzo del pericolo i rastrellatori BCM restituiscono la vita a residenti, agricoltori, pastori, ecc...
Inizia una ricostruzione altrimenti impossibile. Nascono le scuole BCM ( Capua, Viterbo, Chieti, Campobasso, Bologna, Ferrara, ecc....), in seguito nasce l'indispensabile figura della "Sezione BCM", la quale segue, coordina, addestra e collauda i lavori di bonifica bellica.
Il tempo passa, molte sezioni BCM (non comprendo i motivi) oggi non esistono più, ma fortunatamente la bonifica bellica ancora oggi è sostenuta dai Reparti BCM di Napoli e Padova, questi ultimi continuano a distribuire storia, competenza, saggezza e non solo, ad operatori BCM: dirigenti, assistenti o rastrellatori di qualsiasi ditta specializzata nel recupero ordigni bellici.
Questa professione è da sempre disciplinata dal decreto legislativo luogotenenziale 12 aprile 1946, N. 320, ma quest'ultimo il 9 ottobre 2010 è inaspettatamente "abrogato".
Tutto ciò crea sbando, caos.
Il vuoto normativo impedisce la ricerca sistematica dei residuati bellici e crea seri problemi ad ogni ente pubblico o privato in procinto di costruire o scavare.
L'emergenza pare sia giunta alla conclusione, (…) infatti dopo aver erroneamente pensato di delegare la competenza di gestire un lavoro enormemente tecnico e pericoloso al Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, o della salute, (!?) qualcuno ha compreso la gravissima "gaffe" e suggerito di restituire questo onere all'Ente competente militare, unico ad aver l'autorità e titoli per gestire corsi BCM, concessione e rinnovo dei brevetti personali, autorizzazioni o prescrizioni.
Vorrei concludere questo articolo per mezzo di un pensiero precedentemente scritto per altra causa:
Il lavoro continua esclusivamente per ricordare che ancora oggi produciamo sicurezza; per far comprendere a chi afferma il contrario, quanto la bonifica bellica BCM non può e non deve diventare una vetrina per nessuno, ma sopratutto, prima di affrontare questo argomento conviene conoscerlo a fondo, viceversa diventa necessario un saggio e conveniente silenzio…!
Giovanni Lafirenze
Perchè la bonifica bellica
RIFLESSIONE SUL TESTO APPROVATO
L'approvazione alla camera del testo di attuazione delle delega
contenuta all'articolo 1 della legge 123/2007, in materia di sicurezza
sul lavoro.intervenendo sugli articoli 28, 91, 100, 104, nonché sugli allegati XI e XV, del D. Lgs. 81/2008, ha di fatto e di diritto finalmente previsto esplicitamente
la valutazione preliminare del rischio bellico residuale all'interno dell'attività di analisi dei rischi residuali possibili
L'estensione della disciplina della valutazione del rischio ai rischi derivanti dal possibile rinvenimento di ordigni bellici inesplosi nei cantieri temporanei o mobili,
interessati all'attività di scavo, produrrà effetti immediati in tutta la disciplina della sicurezza nei luoghi di lavoro; nel dettaglio riportiamo:
a) Obbligo a carico del CSP di eseguire la valutazione del rischio bellico, sentito il parere del Ministero della Difesa;
b) Obbligo a carico del CSP di prevedere la messa in sicurezza convenzionale (bonifica ordigni bellici) in aree a rischio;
c) Obbligo a carico Ministero della Difesa di istituire apposito albo professionale dei bonificatori con potenziale definito.
A nostro avviso tale emendamento modifica in modo importante la disciplina in oggetto; tra gli effetti positivi prodotti da tale modifica legislativa possiamo elencare:
a) Equiparazione legislativa rischio bellico ad altri rischi residuali già previsti da normativa in essere (archeologico, ambientale)
b) Definizione in sede di appalto di un costo stimato per la messa in sicurezza (bonifica bellica) non soggetto a ribasso;
c) Attribuzione a Ministero Difesa del compito di verifica requisiti imprese di bonifica (nuovo albo professionale)
I principali effetti negativi, sono riconducibili al problema della bassa disponibilità finanziaria in materia di sicurezza:
a) Aggravio delle responsabilità a carico del CSP, non suffragato spesso da adeguata copertura finanziaria;
b) Maggiori oneri strutturali a carico del Ministero della Difesa, per attività istruttorie e di controllo, nonché di verifica;
c) Appesantimento potenziale delle procedure di rilascio concessioni in sede di conferenza di servizi.
In sintesi riteniamo sia stato inserito un ulteriore tassello positivo per migliorare le condizioni di sicurezza per maestranze impegnate nei cantieri di lavoro;
resta in sospeso (sul collo del CSP) l'eterna spada di Damocle derivante dalle scarse risorse finanziarie disponibili in materia di sicurezza lavoro.
SNB SOCIETA' NORD BONIFICHE SAS di Maurizio Braggion
Perchè la bonifica bellica
Ordigno bellico disinnescato dagli artificieri della polizia a Cassino
Cassino (Fr) | 17 settembre 2011 Artificieri della Polizia di Stato in azione, questo pomeriggio, per disinnescare un ordigno bellico, risalente quasi certamente al secondo conflitto mondiale e rinvenuto da una Volante del commissariato di Cassino impegnata in un apposito servizio di prevenzione e controllo. L'ordigno, un colpo di mortaio inesploso, è stato notato lungo il ciglio di via Solfegna Cantoni strada ad alta frequentazione e densità abitativa nel corso del monitoraggio disposto dalla Prefettura di Frosinone a seguito del gravissimo fatto di cronaca avvenuto lo scorso lunedì nel comune di Arpino e che ha fatto registrare sei vittime. |
Fonte: http://www.ilpuntoamezzogiorno.it/2011/09/17/ordigno-bellico-disinnescato-dagli-artificieri-della-polizia-a-cassino/
Perchè la bonifica bellica
Ordigno bellico abbandonato al mare sotto un platano
Individuato un ragazzo che ha dato l'allarme. Sempre ieri mattina rinvenute altre due bombe a Tavullia
10 settembre 2011 - Pesaro Qualcuno ha trovato scomodo occuparsi di un ordigno bellico probabilmente rinvenuto nel proprio campo e nottetempo ha avuto la brillante idea di collocarlo ai piedi di un grosso platano all'incrocio tra viale Trieste e viale Verdi. Ieri mattina un ragazzo che transitava lungo la strada ha notato il residuato e ha subito riconosciuto il potenziale pericolo: armato di cellulare l'ha fotografato e si è recato in questura mostrando quanto aveva rinvenuto. A quel punto è scattato l'allarme, la zona è stata transennata e il passaggio di pedoni e mezzi interdetto. Sul posto sono intervenuti sia gli agenti della polizia che vigili urbani che hanno vissuto momenti ad alta tensione visto che oltre al movimento delle persone dirette in spiaggia, ieri si effettuavano controlli anche per l'arrivo delle bancarelle della Fiera di San Nicola e dunque il passaggio di gente era piuttosto intenso e la confusione imperante.
Tempestivo l'arrivo degli artificieri che hanno prima messo in sicurezza l'ordigno, un proiettile da mortaio risalente alle seconda guerra mondiale, che è stato poi trasportato nella zona industriale alla periferia della città e fatto brillare nei pressi della Pica.
Abbandonare il residuato è stato un gesto inqualificabile visto e considerato che l'esplosivo contenuto all'interno dell'ordigno era ancora in grado di esplodere. Ovviamente la polizia sta tentando di stabilire chi sia l'autore della sconsiderata azione.
Curiosa coincidenza il fatto che sempre nella giornata di ieri sono venuti alla luce altri due ordigni. Altri due residuati bellici di identica fattura e molto simili a quello abbandonato sotto il platano del lungomare che sono stati rinvenuti sempre ieri mattina, in un cantiere edile dove è in costruzione un'abitazione nel territorio di Tavullia. Si tratta anche in questo caso di proiettili da mortaio, rinvenuti però lungo il tracciato della linea Gotica. Vista la situazione di maggiore sicurezza, entrambi i residuati sono stati portati via dal cantiere grazie all'intervento dei carabinieri e degli artificieri e verranno entrambi fatti brillare nei prossimi giorni.
Fonte: http://sfoglia.corriereadriatico.it/Articolo?aId=1199165
Perchè la bonifica bellica
Idro, ordigno bellico nella zona industriale Artificieri al lavoro per operazioni di bonifica
Non si tratta del primo caso in
località Arca: già in passato erano stati rinvenuti residuati dello
stesso tipo. Le bombe saranno fatte brillare da un Nucleo speciale in
una cava di Capovalle
Idro, 7 settembre 2011 - Un ordino bellico è stato ritrovato nella
zona industriale di Idro, in località Arca. Al momento sono in corso le
operazioni di bonifica da parte degli artificieri del X Reggimento Genio
Guastatori di Cremona. Non è cosa insolita che, in questa zona,
peraltro interessata da numerosi interventi di urbanizzazione, vengano
rinvenuti residuati bellici.Anche in questo caso, come nei precedenti, si tratterebbe di ordigni di artiglieria a caricamento speciale, di tipo chimico: per questo dovrebbero poi essere fatti brillare in una cava di Capovalle con l'intervento del Nucleo Eod (Explosive Ordnance Disposal) del Centro logistico interforze di Civitavecchia, per motivi di sicurezza.
Fonte: http://www.ilgiorno.it/brescia/cronaca/2011/09/07/576614-idro_ordigno_bellico.shtml
Perchè la bonifica bellica
Tragedia in Birmania, esplode residuato bellico: 7 morti
Premessa: Il commento
Il 3 settembre per mezzo del quotidiano "La Nazione", redazione
Terni, apprendiamo la notizia del rinvenimento di un residuato bellico
risalente alla seconda guerra mondiale.
Una bomba d'aereo di fabbricazione americana da 1000 lb (240 Kg di
tritolo !?) rinvenuta in località Ciconia (Orvieto), nel corso di un
lavoro edile.
Il 5 settembre sempre la stessa testata giornalistica intervista
l'operatore del mezzo meccanico che ha incocciato la bomba, il quale
confessa:
" SUL MOMENTO non mi sono accorto di niente e non ho pensato nulla di
particolare quando ho sentito che la benna era stata bloccata da
qualcosa di duro. All'inizio avevo pensato a una pietra, magari di
grosse dimensioni. Poi, ma soltanto in un secondo momento, mi sono reso
conto di avere a che fare con una bomba. Solo la notte, quando sono
andato a dormire, ho realizzato il rischio che avevo appena corso".
Naturalmente comprendiamo lo sgomento del lavorante al quale è
doverosa la solidarietà di tutti. Ma ciò che non riusciamo a capire è la
posizione dei responsabili alla sicurezza della ditta, i quali hanno
esposto i propri operai ad un rischio tanto grave.
Infatti il territorio che dal torrente Paglia si estende tra
Allerona, Orvieto è colmo di bombe inesplose a causa dei numerosi
bombardamenti aerei aventi come obbiettivo il ponte ferroviario sul
Paglia.
Il conducente del mezzo meccanico (escavatorista) conclude con altre
affermazioni:
" mentre scavavo la benna del mezzo ha colpito la spoletta anteriore".
In pratica una strage evitata (bomba Ostiglia docet) ed una pesante
lezione nei confronti di chi gestisce la sicurezza nei cantieri della
stessa ditta (vorremmo leggere il POS).
Non solo, qualche giorno prima e precisamente il 2 settembre tre
poderosi incendi divampano tra Venafro, (Monte Corno) Sant'Agapito ed
Isernia, la zona ai tempi dell'ultima guerra mondiale è stata teatro di
feroci battaglie di terra e colpita da bombardamenti aerei del tipo
"tattico".
I mezzi dei Vigili del Fuoco non possono intervenire, il territorio è
colmo di residuati bellici esplodenti interrati. Infatti la Regione
Molise per l'emergenza impiega due insufficienti Canadair.
Tutto questo lo ripetiamo ancora, ignorando la sicurezza di chi
abitualmente frequenta quei luoghi. Ma la vera tragedia si consuma il
primo settembre in Birmania quando a causa dell'esplosione di un
residuato bellico sempre risalente alla seconda guerra mondiale, muoiono
7 persone compresi due bambini di 10 e 12 anni.
Ovviamente le fonti di queste tre notizie sono state volutamente
cercate ed individuate via Internet, in quanto anche questa volta i
canali d'informazione hanno ignorato i comunicati Ansa.
Anzi in Birmania la sciagura si consumava mentre le nostre TV
trasmettevano immagini di festosi guerriglieri che sparavano tra la
folla convinti di aver concluso e vinto una guerra che in realtà
continuerà nascosta, occultata, sepolta da qualche metro di terra.
Concludiamo queste righe con l'invito a considerare i residuati
bellici, oggetti mortali.Giovanni lafirenze
La notizia
Una vera e propria tragedia ha sconvolto in questi giorni la
Birmania. Nell'ovest del paese sono morte 7 persone, tra cui due bambini
di 10 e 12 anni, a seguito dell'esplosione di un ordigno risalente alla
seconda guerra mondiale. Fonti governative riferiscono che l'incidente è
avvenuto domenica pomeriggio nei pressi di un villaggio costiero nel
distretto di Sittwe, nell'Arakan State. Testimoni presenti sul posto
hanno ricostruito l'accaduto: alcuni abitanti del villaggio avrebbero
trasportato la bomba in riva al mare e, ignorando la natura dell'oggetto
che avevano tra le mani, avrebbero tentato di aprirlo provocandone
l'esplosione. Per motivare la presenza del residuato bellico occorre
ricordare che durante il conflitto, in quella zona le truppe britanniche
ingaggiarono feroci battaglie con quelle giapponesi, che si erano
impossessate dell'allora colonia britannica.Fonte: http://www.lenovae.it/tragedia-in-birmania-esplode-residuato-bellico-7-morti/
Perchè la bonifica bellica
Ha visto la morte in faccia "Qui poteva esplodere tutto"
Marco Pacifici manovrava la benna che ha intaccato la bomba
Orvieto, 5 settembre 2011 - «LI' SUL MOMENTO non
mi sono accorto di niente e non ho pensato nulla di particolare quando
ho sentito che la benna era stata bloccata da qualcosa di duro.
All'inizio avevo pensato a una pietra, magari di grosse dimensioni. Poi,
ma soltanto in un secondo momento, mi sono reso conto di avere a che
fare con una bomba. Solo la notte, quando sono andato a dormire, ho
realizzato il rischio che avevo appena corso». Marco Pacifici è un
miracolato. Senza essere andato a Lourdes, l'operaio della ditta
Frosinini ha avuto la fortuna di chi vede la morte in faccia e la scansa
come una mosca, senza battere ciglio. GLI ARTIFICIERI intervenuti per porre finalmente in sicurezza l'intera zona hanno poi confermato che urtare con una benna la spoletta di una bomba d'aereo non solo è altamente sconsigliabile a chi aspira a una vita serena e, soprattutto, lunga, ma è stato davvero un caso straordinario che l'operaio non sia saltato in aria con tutto l'escavatore e, probabilmente, anche con un pezzo della palazzina accanto alla quale sorge il cantiere. La benna condotta da Marco, infatti, ha addirittura raschiato la bomba fino a spezzare con un colpo la spoletta anteriore dell'ordigno. Per un vero miracolo, dunque, non si è innescata l'esplosione: le premesse di fatto c'erano tutte. Sarebbe stata una tragedia.
La seconda spoletta, quella posteriore, era invece rimasta perfettamente integra. Sotto all'ordigno bellico rinvenuto ai piedi della rupe orvietana era ancora ben leggibile la data di fabbricazione: febbraio 1943, Stati Uniti. Questa bomba, come le tante altre che presumibilmente si trovano ancora sotto terra e costituiscono, a distanza di decenni, potenziali pericoli, non è esplosa perché caduta in posizione orizzontale su un terreno morbido che ne ha attutito il colpo, fino a impedire che le due estremità toccassero il suolo con forza e innescassero la micidiale deflagrazione.
Perchè la bonifica bellica
ORDIGNO BELLICO A CICONIA
Un escavatorista ha rischiato la vita strappando, inavvertitamente la spoletta
Un ordigno bellico di fabbricazione americana da 240 Kg di
tritolo è stato rinvenuto questo pomeriggio in un cantiere edile di
Ciconia, frazione di Orvieto. E' stato un escavatorista, mentre stava
lavorando, a strappare con la benna del mezzo la spoletta dell'ordigno
che fortunamente non è esploso. Sul posto si sono subito recati i
vigili del fuoco di Terni per una prima ricognizione dell'area che è
stata transennata ed è attualmente sorvegliata dalle forze dell'ordine.
Nei prossimi giorni si terrà una riunione in Prefettura per decire
giorno e modalità di rimozione della bomba.
Fonte: http://www.terninrete.it/headlines/articolo_view.asp?ARTICOLO_ID=299201
Fonte: http://www.terninrete.it/headlines/articolo_view.asp?ARTICOLO_ID=299201
Perchè la bonifica bellica
Milano, trovato ordigno bellico nel cantiere CityLife
(30 agosto 2011) MILANO – In molte occasioni pubbliche si
organizzano celebrazioni e manifestazioni in memoria della seconda
guerra mondiale, delle vittime e dei deportati. A volte però quel
ricordo che appare sempre più lontano è rinvigorito dal ritrovamento di
qualche ordigno bellico sepolto e dimenticato.
È il caso della bomba rinvenuta questa mattina a Milano nel cantiere di CityLife, situato nella zona Fiera. Molta paura per gli abitanti del quartiere ignari della lunga convivenza con il pericoloso reperto. Alcuni operai impegnati negli scavi di un lotto del cantiere in corrispondenza di via Duilio 5, nei pressi di Porta Carlo Magno, giunti a circa tre metri di profondità hanno scoperto l’ordigno lungo circa un metro e hanno immediatamente avvertito la Polizia di Stato.
Allontanati i curiosi e sospesi i lavori le autorità hanno chiamato gli artificieri dell’esercito. In attesa dell’arrivo dei guastatori del X Reggimento genio Cremona che si occuperanno di disinnescare la bomba la Polizia ha presidiato il luogo del ritrovamento.
Essendo una zona con un’alta densità di abitanti si sta valutando una momentanea evacuazione dei residenti di alcune abitazioni limitrofe a titolo preventivo.
Eleana Martiradonna
Fonte: http://www.ilquotidianoitaliano.it/gallerie/2011/08/news/milano-trovato-ordigno-bellico-nel-cantiere-citylife-111804.html/
È il caso della bomba rinvenuta questa mattina a Milano nel cantiere di CityLife, situato nella zona Fiera. Molta paura per gli abitanti del quartiere ignari della lunga convivenza con il pericoloso reperto. Alcuni operai impegnati negli scavi di un lotto del cantiere in corrispondenza di via Duilio 5, nei pressi di Porta Carlo Magno, giunti a circa tre metri di profondità hanno scoperto l’ordigno lungo circa un metro e hanno immediatamente avvertito la Polizia di Stato.
Allontanati i curiosi e sospesi i lavori le autorità hanno chiamato gli artificieri dell’esercito. In attesa dell’arrivo dei guastatori del X Reggimento genio Cremona che si occuperanno di disinnescare la bomba la Polizia ha presidiato il luogo del ritrovamento.
Essendo una zona con un’alta densità di abitanti si sta valutando una momentanea evacuazione dei residenti di alcune abitazioni limitrofe a titolo preventivo.
Eleana Martiradonna
Fonte: http://www.ilquotidianoitaliano.it/gallerie/2011/08/news/milano-trovato-ordigno-bellico-nel-cantiere-citylife-111804.html/
Perchè la bonifica bellica
Il resoconto del brillamento tra imprevisti e corsa contro il tempo
Riunione dopo l’operazione bomba. Ieri pomeriggio si sono
riuniti presso la caserma dei vigili del fuoco di Ferrara il prefetto
Provvidenza Raimondo, il capitano Giuseppe Laianca – dell’8° reggimento
del genio guastatori “Folgore” di Legnago -, il colonnello Patrizi
del 1° comando Fod di Vittorio Veneto, il comandante provinciale dei
vigili del fuoco Cristiano Cusin, l’ingegnere capo del comune di
Ferrara Capozzi Luca e il delegato provinciale per la protezione civile
Nicola Ardizzoni. Assieme hanno spiegato e commentato l’esito della
difficile operazione sostenuta per rimuovere e neutralizzare il residuo
bellico ritrovato in zona Isola Bianca.
Rispetto ad altri interventi simili, il prefetto Raimondo ha fatto notare come “in questo caso la rimozione dell’ordigno è stata particolarmente complicata. La bomba si trovava in una posizione molto scomoda, inaccessibile. Per organizzare le attività sono state necessarie numerose riunioni di coordinamento”.
Dallo staff confermano di Palazzo Giulio d’Este: “normalmente l’intera operazione riesce a svolgersi nell’arco di due settimane a partire dal ritrovamento, i tempi per questo ordigno si sono allungati: il rinvenimento risale al 25 giugno”. A riguardo il comandante Laianca ha specificato che “nulla succede per caso. I risultati si ottengono solo quando il sistema funziona in modo perfettamente sinergico e coordinato. Abbiamo cercato di mettere in sicurezza il territorio nel minor tempo possibile. A causa dei cicli di innalzamento delle acque non era possibile temporeggiare rispetto la data di intervento ”.
Il trasferimento della bomba, inizialmente pianificato lungo la idrovia ferrarese, ha richiesto l’attuazione di una progettualità alternativa: un imprevisto presso le chiuse del canale Boicelli ha infatti reso obbligatorio il passaggio verso la sponda veneta del fiume.
Il trasferimento si è concluso in mattinata. Nel pomeriggio gli artificieri hanno predisposto l’esplosione. Alle 15 e 38 si è prodotto il brillamento, alle 15 e 43 la verifica finale. “Servono circa 15 kg di esplosivo per neutralizzare un congegno del genere. Nei giorni scorsi abbiamo approntato i mezzi e i materiali – ha aggiunto il comandante Laianca -. Oggi [ieri,ndr] la bomba è stata collocata in una buca profonda 4 metri, è stata allacciata alle cariche di tritolo ed il tutto è stato ricoperto con terra di ricavo e infine innescato. La fase finale di verifica sembra scontata ma non lo è: il capo nucleo deve controllare che sia avvenuto il totale brillamento”.
Testimoniano la complessa gestione dell’intervento la quantità di forze impiegate: sono stati coinvolti 4 artificieri, 15 vigili del fuoco di Ferrara e 10 di Rovigo, 7 agenti della municipale, 6 dipendenti comunali per la protezione civile e 25 volontari, oltre ovviamente ai carabinieri di entrambe le province coinvolte e l’ufficio della prefettura ferrarese.
Tutti i rappresentanti delle autorità hanno invitato i cittadini alla cooperazione. Il prefetto Raimondi ha spiegato che “non è da escludere che ordigni simili possano ancora essere occultati in zona. Il coinvolgimento dei cittadini è fondamentale: bisogna avere spirito di osservazione e segnalare immediatamente alle forze dell’ordine il ritrovamento di qualcosa che sembra diverso da un semplice pezzo di ferro. La triste evoluzione di un conflitto mondiale è anche questa: bisogna fare prevenzione”.
Fonte: http://www.estense.com/?p=163570
Rispetto ad altri interventi simili, il prefetto Raimondo ha fatto notare come “in questo caso la rimozione dell’ordigno è stata particolarmente complicata. La bomba si trovava in una posizione molto scomoda, inaccessibile. Per organizzare le attività sono state necessarie numerose riunioni di coordinamento”.
Dallo staff confermano di Palazzo Giulio d’Este: “normalmente l’intera operazione riesce a svolgersi nell’arco di due settimane a partire dal ritrovamento, i tempi per questo ordigno si sono allungati: il rinvenimento risale al 25 giugno”. A riguardo il comandante Laianca ha specificato che “nulla succede per caso. I risultati si ottengono solo quando il sistema funziona in modo perfettamente sinergico e coordinato. Abbiamo cercato di mettere in sicurezza il territorio nel minor tempo possibile. A causa dei cicli di innalzamento delle acque non era possibile temporeggiare rispetto la data di intervento ”.
Il trasferimento della bomba, inizialmente pianificato lungo la idrovia ferrarese, ha richiesto l’attuazione di una progettualità alternativa: un imprevisto presso le chiuse del canale Boicelli ha infatti reso obbligatorio il passaggio verso la sponda veneta del fiume.
Il trasferimento si è concluso in mattinata. Nel pomeriggio gli artificieri hanno predisposto l’esplosione. Alle 15 e 38 si è prodotto il brillamento, alle 15 e 43 la verifica finale. “Servono circa 15 kg di esplosivo per neutralizzare un congegno del genere. Nei giorni scorsi abbiamo approntato i mezzi e i materiali – ha aggiunto il comandante Laianca -. Oggi [ieri,ndr] la bomba è stata collocata in una buca profonda 4 metri, è stata allacciata alle cariche di tritolo ed il tutto è stato ricoperto con terra di ricavo e infine innescato. La fase finale di verifica sembra scontata ma non lo è: il capo nucleo deve controllare che sia avvenuto il totale brillamento”.
Testimoniano la complessa gestione dell’intervento la quantità di forze impiegate: sono stati coinvolti 4 artificieri, 15 vigili del fuoco di Ferrara e 10 di Rovigo, 7 agenti della municipale, 6 dipendenti comunali per la protezione civile e 25 volontari, oltre ovviamente ai carabinieri di entrambe le province coinvolte e l’ufficio della prefettura ferrarese.
Tutti i rappresentanti delle autorità hanno invitato i cittadini alla cooperazione. Il prefetto Raimondi ha spiegato che “non è da escludere che ordigni simili possano ancora essere occultati in zona. Il coinvolgimento dei cittadini è fondamentale: bisogna avere spirito di osservazione e segnalare immediatamente alle forze dell’ordine il ritrovamento di qualcosa che sembra diverso da un semplice pezzo di ferro. La triste evoluzione di un conflitto mondiale è anche questa: bisogna fare prevenzione”.
Fonte: http://www.estense.com/?p=163570
Perchè la bonifica bellica
L'AQUILA: ORDIGNO BELLICO AL PARCO DEL SOLE
AREA MESSA IN SICUREZZA, ATTESI GLI ARTIFICIERI
L'AQUILA - Un proiettile da mortaio, risalente alla Seconda
guerra mondiale, è stato rinvenuto abbandonato all'interno del Parco di
Collemaggio, vicino al laghetto e a poca distanza dalla Basilica di
Santa Maria di Collemaggio, dove domani è prevista l'apertura della
Porta Santa.
Ad accorgersi del residuato bellico, trasportato da ignoti nel corso della notte, un operaio dell'Asm che ha immediatamente dato l'allarme. Sul posto stanno operando i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia, gli agenti della Digos della Questura.
L'area ricompresa in 200 metri circa è stata messa in sicurezza. È atteso l'arrivo degli artificieri di Chieti. In serata proprio all'interno del parco di Collemaggio si terrà un concerto, nell'ambito delle celebrazioni del 717ª edizione della Perdonanza celestiniana.
27 Agosto 2011
Fonte: http://www.abruzzoweb.it/contenuti/laquila-ordigno-bellico-al-parco-del-sole-area--messa-in-sicurezza-attesi-gli-artificieri-/34572-4/
Ad accorgersi del residuato bellico, trasportato da ignoti nel corso della notte, un operaio dell'Asm che ha immediatamente dato l'allarme. Sul posto stanno operando i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia, gli agenti della Digos della Questura.
L'area ricompresa in 200 metri circa è stata messa in sicurezza. È atteso l'arrivo degli artificieri di Chieti. In serata proprio all'interno del parco di Collemaggio si terrà un concerto, nell'ambito delle celebrazioni del 717ª edizione della Perdonanza celestiniana.
27 Agosto 2011
Fonte: http://www.abruzzoweb.it/contenuti/laquila-ordigno-bellico-al-parco-del-sole-area--messa-in-sicurezza-attesi-gli-artificieri-/34572-4/
Perchè la bonifica bellica
Biassono, paura per bomba
della seconda Guerra mondiale
Biassono - Abbandonato un ordigno sul
ciglio della strada di via Locatelli, all'inizio del tratto a fondo
chiuso che porta ad alcune ditte e alla piattaforma ecologica. Il fatto
è accaduto mercoledì 17 agosto. Ad accorgersi della presenza di una
vecchia bomba è stato un operaio del Comune. Mentre stava raggiungendo
la discarica in fondo a via Locatelli, l'uomo ha notato un cartone
lasciato sul ciglio della strada a pochi metri da un campo.
L'operatore ecologico si è subito fermato per recuperare il contenitore. Ma quando ha cercato di sollevarlo, si è accorto che conteneva qualcosa di piuttosto pesante. All'interno infatti, giaceva un ordigno. Più precisamente un mortaio, 81 millimetri, 30 centimetri di lunghezza per 10 di diametro, di fattura italiana e risalente presumibilmente alla seconda Guerra Mondiale. Un congegno utilizzato solitamente per il lancio aria - terra. Fatta la curiosa scoperta, l'operaio del Comune ha riposizionato a terra il cartone, allertando la Polizia locale.
Gli agenti sono subito intervenuti sul luogo, transennando la zona e informando la Prefettura di Milano. Per mancanza di personale dovuto alle ferie, e la partenza di diversi uomini per l'Afghanistan, l'intervento del nucleo artificieri dell'esercito è stato possibile solo venerdì mattina. Nel frattempo, grazie alla disponibilità immediata dei volontari della Protezione civile di Biassono, l'area nei pressi della bomba è stata presidiata.
Suddivisi in più turni, i volontari, guidati dal presidente Ferdinando Bernardi, hanno controllato la zona 24 ore su 24. Venerdì mattina gli artificieri hanno rinvenuto nella bomba un residuo di polvere esplosiva che è stata fatta bruciare dietro il centro sportivo. Al momento non si conoscono l'identità di chi ha compiuto un tale gesto e tanto meno i motivi.
L'ipotesi più probabile è che la bomba sia stata rinvenuta da qualcuno in un cantiere edile, e che abbia deciso di liberarsene per evitare il blocco dei lavori che ne consegue a ritrovamenti di residui bellici. Il fatto certo è che è stato un gesto irresponsabile, senza pensare a possibili conseguenze.
di Erica Sironi
Fonte: http://www.ilcittadinomb.it/stories/Brianza%20Sud/227672_biassono_-_bomba/
L'operatore ecologico si è subito fermato per recuperare il contenitore. Ma quando ha cercato di sollevarlo, si è accorto che conteneva qualcosa di piuttosto pesante. All'interno infatti, giaceva un ordigno. Più precisamente un mortaio, 81 millimetri, 30 centimetri di lunghezza per 10 di diametro, di fattura italiana e risalente presumibilmente alla seconda Guerra Mondiale. Un congegno utilizzato solitamente per il lancio aria - terra. Fatta la curiosa scoperta, l'operaio del Comune ha riposizionato a terra il cartone, allertando la Polizia locale.
Gli agenti sono subito intervenuti sul luogo, transennando la zona e informando la Prefettura di Milano. Per mancanza di personale dovuto alle ferie, e la partenza di diversi uomini per l'Afghanistan, l'intervento del nucleo artificieri dell'esercito è stato possibile solo venerdì mattina. Nel frattempo, grazie alla disponibilità immediata dei volontari della Protezione civile di Biassono, l'area nei pressi della bomba è stata presidiata.
Suddivisi in più turni, i volontari, guidati dal presidente Ferdinando Bernardi, hanno controllato la zona 24 ore su 24. Venerdì mattina gli artificieri hanno rinvenuto nella bomba un residuo di polvere esplosiva che è stata fatta bruciare dietro il centro sportivo. Al momento non si conoscono l'identità di chi ha compiuto un tale gesto e tanto meno i motivi.
L'ipotesi più probabile è che la bomba sia stata rinvenuta da qualcuno in un cantiere edile, e che abbia deciso di liberarsene per evitare il blocco dei lavori che ne consegue a ritrovamenti di residui bellici. Il fatto certo è che è stato un gesto irresponsabile, senza pensare a possibili conseguenze.
di Erica Sironi
Fonte: http://www.ilcittadinomb.it/stories/Brianza%20Sud/227672_biassono_-_bomba/
Perchè la bonifica bellica
Alla Fiera del Levante si parla di bonifica e Gavetone
Il 18 settembre a cura dell'Accademia Karol Wojtyla un convegno e la presentazione di un progetto
Si parlerà di bonifica da ordigni bellici e di Torre Gavetone alla prossima Fiera del Levante.
Nello stand 152/bis del Consiglio Regionale della Puglia si svolgerà il 18 settembre a cura dell'Accademia Karol Wojtyla un convegno nazionale dal titolo "Emergenza da inquinamento bellico della Costa Meridionale del Mare Adriatico", in cui si presenterà il progetto "Torre Gavetone" proposto dall'accademia al Ministero dell'Ambiente.
Il convegno si svolgerà dalle 10 alle 17.30.
Per gli Studenti della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Bari iscritti asi lavori, la possibilità di un credito formativo per "altre attività".
Fonte: http://www.molfettalive.it/news/Attualit%C3%A0/156733/news.aspx#main=articolo
Nello stand 152/bis del Consiglio Regionale della Puglia si svolgerà il 18 settembre a cura dell'Accademia Karol Wojtyla un convegno nazionale dal titolo "Emergenza da inquinamento bellico della Costa Meridionale del Mare Adriatico", in cui si presenterà il progetto "Torre Gavetone" proposto dall'accademia al Ministero dell'Ambiente.
Il convegno si svolgerà dalle 10 alle 17.30.
Per gli Studenti della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Bari iscritti asi lavori, la possibilità di un credito formativo per "altre attività".
Fonte: http://www.molfettalive.it/news/Attualit%C3%A0/156733/news.aspx#main=articolo
Perchè la bonifica bellica
UK: esplosa mina nel cantiere della più grande centrale offshore del mondo
E' stata fatta brilare ieri nel cantiere sottomarino
della Greater Gabbard wind farm, che con le sue 140 turbine e con i
suoi 500 MW di capacità eolica installata. sarà il più grande impianto
offshore mai realizzato
|
Il cantiere è quello per la costruzione della Greater Gabbard wind farm, un impianto eolico da 500 MW, al largo delle coste del Suffolk, in Inghilterra, che ospiterà più di 140 turbine Siemens SWT3.6-107, in grado di produrre circa 1,9 TWh all’anno. Per l’occasione è stata interdetta al traffico marittimo un’area di 1.500 m, al centro della quale è stato fatto brillare l’ordigno bellico, grazie all’utilizzo di un veicolo teleguidato ROV (Remotely Operated Vehicle). L’esplosione ha lasciato sul fondale un cratere largo 20 metri e profondo quattro. Il progetto verrà concluso e consegnato tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012. (a.m.)
Perchè la bonifica bellica
I palombari della Marina fanno brillare un siluro di oltre 1.500 kg
22 agosto 2011
Di Ebe Pierini
Una colonna d’acqua si solleva dal mare e svetta verso il cielo fino a oltre 50 metri d’altezza. Un misto tra meraviglia e paura per chi osserva dalla spiaggia. Nessun mostro marino che sputa acqua dalle fauci. Nessuna creatura mitologica che vive negli abissi. Si tratta dell’effetto dell’onda d’urto scatenata dal brillamento di un siluro della 2^ guerra mondiale ritrovato lungo le coste della Calabria.
È grazie all’esperienza e alla professionalità degli uomini del Nucleo SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) di Augusta della Marina Militare che il residuato bellico è stato trasportato al largo e fatto esplodere in condizioni di sicurezza. Un lavoro difficoltoso ed estremamente pericoloso. Ma la missione anche per questa volta è compiuta.
Il siluro di 6 metri di lunghezza e 60 centimetri di diametro di origine inglese, della seconda guerra mondiale, probabilmente lanciato da un sommergibile, era stato ritrovato da un cittadino lo scorso 2 agosto. L’ordigno era posizionato sul fondale, a 12 metri di profondità, nei pressi della la foce del torrente Galati, tra i comuni di Palizzi e Brancaleone, in provincia di Reggio Calabria. Immediato era scattato l’allarme e la Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, per garantire la sicurezza di bagnanti e cittadini dei paesi limitrofi, aveva emanato un’ apposita ordinanza interdittiva. Le operazioni di brillamento hanno impegnato via mare 3 mezzi nautici della Guardia Costiera, un mezzo nautico della Marina Militare e un mezzo nautico della Polizia di Stato e via terra personale militare della Direzione Marittima di Reggio Calabria, diretta dal capitano di vascello Vincenzo De Luca, delle locali stazioni dei carabinieri, delle locali polizie municipali oltre a un presidio medico del 118.
L’attività è stata coordinata al personale specializzato del nucleo SDAI di Augusta della Marina Militare, dipendente dal Comando Militare Marittimo Autonomo in Sicilia, e dalla centrale operativa della Guardia Costiera di Reggio Calabria guidata dal capitano di fregata Isidoro Daniele Intelisano.
Il team di palombari del Nucleo SDAI che ha operato in Calabria, è comandato dal tenente di vascello Giovanni Torraco e composto dal luogotenente Crescenzo Aiello, responsabile EOD, dal luogotenente Rosario Mirulla, dal luogotenente Antonino Inzerillo, dal capo di prima classe Sandro Taiani e dal capo di prima classe Francesco Tomasello, infermiere abilitato in fisiopatologia subacquea di Marinferm Augusta. Un lavoro certosino, meticoloso che non si improvvisa. Si studia, si prepara a tavolino. Si attendono le condizioni del mare ideali per intervenire. “Possiamo consultare le previsioni per verificare che le condizioni del meteo siano favorevoli al nostro intervento – spiega il tenente di vascello Giovanni Torraco – Possiamo pianificare e individuare una data per portare a compimento l’operazione ma poi sono le condizioni del mare a dettare i tempi”.
Insomma il mare decide. Quel mare che nasconde nel suo ventre per decenni ordigni di dimensioni enormi e poi li restituisce in tutta la loro pericolosità. Ordigni che vanno disattivati, annientati, distrutti. Per la sicurezza di chi in mare ogni giorno opera ma anche per i bagnanti che spesso inconsapevolmente si trovano a convivere sulla spiaggia e in mare con residuati bellici inesplosi e potenzialmente pericolosi se maneggiati da mani inesperte.
“Il siluro ritrovato a Palizzi è stato sicuramente l’ordigno bellico più imponente che io abbia mai fatto brillare nel corso della mia esperienza di palombaro – racconta il comandante Torraco – In un primo momento io e gli altri componenti del team del nucleo SDAI abbiamo provveduto ad imbrigliare l’ordigno con palloni ad aria. Un’operazione che ha richiesto molte ore di lavoro sott’acqua anche perché il siluro andava maneggiato con estrema cautela e, dato il suo enorme peso, tendeva a scivolare sul fondo non consentendoci di avvolgerlo nelle funi. Poi abbiamo posizionato sullo stesso delle contro cariche di esplosivo poi servite al brillamento. In seguito lo abbiamo sposato ad una profondità di 25 metri per consentire alla motovedetta della Guardia Costiera di trainarlo al largo, a tre miglia dalla costa”.
Lo specchio di mare antistante l’area deputata al brillamento viene pattugliato dalla motovedetta della Guardia Costiera per evitare che altre imbarcazioni invadano la zona interessata dall’esplosione. Tutti a distanza di sicurezza di mille metri. Solo gli uomini del nucleo SDAI, a bordo del loro gommone, si avvicinano all’area dove è posizionato il siluro, inabissato a 100 metri di profondità. Il comandante inizia il conto alla rovescia e poi ordina ai suoi marinai “brillamento”. Dal fondo si sprigionano delle gigantesche bolle d’aria effetto della deflagrazione marina. Poi lo spettacolo che lascia senza fiato del prepotente getto d’acqua che si protende verso le nuvole. “Non sottovalutiamo nulla – spiega Torraco – Predisponiamo tutto con molta attenzione. Con gli esplosivi non si scherza. Ogni volta che vediamo sprigionarsi la colonna d’acqua dal fondo del mare capiamo che il nostro lavoro è andato a buon fine e siamo pronti a ripartire per la missione successiva”.
La Marina Militare italiana per far fronte a bonifiche di questo tipo si è dotata di un certo numero di Nuclei SDAI che sono dislocati a La Spezia, Taranto, Augusta, Ancona, Cagliari e La Maddalena. “Tra i nostri compiti ci sono la difesa delle opere portuali contro attacchi di mezzi insidiosi, la bonifica degli ordigni esplosivi nelle acquee nazionali, i lavori subacquei in prossimità delle carene delle unità militari – racconta Torraco – Data la complessità degli interventi la Marina Militare ha formato un nucleo di operatori subacquei in grado di svolgere anche le operazioni più difficili. A capo di ogni nucleo c’è un ufficiale qualificato subacqueo. È composto da sottufficiali e personale di truppa appartenenti alla categoria dei palombari. Inoltre siamo in possesso di una camera di decompressione che garantisce un supporto al servizio sanitario nazionale per la cura delle malattie da decompressione e delle altre malattie per le quali la somministrazione di ossigeno puro in alta pressione è necessaria. All’occorrenza possiamo intervenire nelle operazioni di salvataggio del personale dei sommergibili nel caso di incidenti”.
Ogni anno i nuclei SDAI della Marina Militare intervengono a seguito di centinaia di segnalazioni di ritrovamento di ordigni bellici lungo le nostra spiagge. “Riceviamo continuamente segnalazioni da parte di persone che individuano casualmente perlopiù proiettili inesplosi adagiati lungo la nostra coste – spiega ancora il tenente di vascello – Certo quello di Palizzi è stato davvero un ritrovamento eccezionale che ha richiesto un impegno particolare”. Far brillare ordigni bellici di quelle dimensioni è importantissimo in quanto vengono sottratti alla criminalità organizzata possibili fonti di rifornimento di esplosivo. In passato infatti mafia, camorra e ‘ndrangheta hanno utilizzato il materiale rinvenuto proprio nei residuati bellici per confezionare ordigni artigianali per i propri attentati. Fonte: http://www.italnews.info/2011/08/22/19084/
Di Ebe Pierini
Una colonna d’acqua si solleva dal mare e svetta verso il cielo fino a oltre 50 metri d’altezza. Un misto tra meraviglia e paura per chi osserva dalla spiaggia. Nessun mostro marino che sputa acqua dalle fauci. Nessuna creatura mitologica che vive negli abissi. Si tratta dell’effetto dell’onda d’urto scatenata dal brillamento di un siluro della 2^ guerra mondiale ritrovato lungo le coste della Calabria.
È grazie all’esperienza e alla professionalità degli uomini del Nucleo SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) di Augusta della Marina Militare che il residuato bellico è stato trasportato al largo e fatto esplodere in condizioni di sicurezza. Un lavoro difficoltoso ed estremamente pericoloso. Ma la missione anche per questa volta è compiuta.
Il siluro di 6 metri di lunghezza e 60 centimetri di diametro di origine inglese, della seconda guerra mondiale, probabilmente lanciato da un sommergibile, era stato ritrovato da un cittadino lo scorso 2 agosto. L’ordigno era posizionato sul fondale, a 12 metri di profondità, nei pressi della la foce del torrente Galati, tra i comuni di Palizzi e Brancaleone, in provincia di Reggio Calabria. Immediato era scattato l’allarme e la Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, per garantire la sicurezza di bagnanti e cittadini dei paesi limitrofi, aveva emanato un’ apposita ordinanza interdittiva. Le operazioni di brillamento hanno impegnato via mare 3 mezzi nautici della Guardia Costiera, un mezzo nautico della Marina Militare e un mezzo nautico della Polizia di Stato e via terra personale militare della Direzione Marittima di Reggio Calabria, diretta dal capitano di vascello Vincenzo De Luca, delle locali stazioni dei carabinieri, delle locali polizie municipali oltre a un presidio medico del 118.
L’attività è stata coordinata al personale specializzato del nucleo SDAI di Augusta della Marina Militare, dipendente dal Comando Militare Marittimo Autonomo in Sicilia, e dalla centrale operativa della Guardia Costiera di Reggio Calabria guidata dal capitano di fregata Isidoro Daniele Intelisano.
Il team di palombari del Nucleo SDAI che ha operato in Calabria, è comandato dal tenente di vascello Giovanni Torraco e composto dal luogotenente Crescenzo Aiello, responsabile EOD, dal luogotenente Rosario Mirulla, dal luogotenente Antonino Inzerillo, dal capo di prima classe Sandro Taiani e dal capo di prima classe Francesco Tomasello, infermiere abilitato in fisiopatologia subacquea di Marinferm Augusta. Un lavoro certosino, meticoloso che non si improvvisa. Si studia, si prepara a tavolino. Si attendono le condizioni del mare ideali per intervenire. “Possiamo consultare le previsioni per verificare che le condizioni del meteo siano favorevoli al nostro intervento – spiega il tenente di vascello Giovanni Torraco – Possiamo pianificare e individuare una data per portare a compimento l’operazione ma poi sono le condizioni del mare a dettare i tempi”.
Insomma il mare decide. Quel mare che nasconde nel suo ventre per decenni ordigni di dimensioni enormi e poi li restituisce in tutta la loro pericolosità. Ordigni che vanno disattivati, annientati, distrutti. Per la sicurezza di chi in mare ogni giorno opera ma anche per i bagnanti che spesso inconsapevolmente si trovano a convivere sulla spiaggia e in mare con residuati bellici inesplosi e potenzialmente pericolosi se maneggiati da mani inesperte.
“Il siluro ritrovato a Palizzi è stato sicuramente l’ordigno bellico più imponente che io abbia mai fatto brillare nel corso della mia esperienza di palombaro – racconta il comandante Torraco – In un primo momento io e gli altri componenti del team del nucleo SDAI abbiamo provveduto ad imbrigliare l’ordigno con palloni ad aria. Un’operazione che ha richiesto molte ore di lavoro sott’acqua anche perché il siluro andava maneggiato con estrema cautela e, dato il suo enorme peso, tendeva a scivolare sul fondo non consentendoci di avvolgerlo nelle funi. Poi abbiamo posizionato sullo stesso delle contro cariche di esplosivo poi servite al brillamento. In seguito lo abbiamo sposato ad una profondità di 25 metri per consentire alla motovedetta della Guardia Costiera di trainarlo al largo, a tre miglia dalla costa”.
Lo specchio di mare antistante l’area deputata al brillamento viene pattugliato dalla motovedetta della Guardia Costiera per evitare che altre imbarcazioni invadano la zona interessata dall’esplosione. Tutti a distanza di sicurezza di mille metri. Solo gli uomini del nucleo SDAI, a bordo del loro gommone, si avvicinano all’area dove è posizionato il siluro, inabissato a 100 metri di profondità. Il comandante inizia il conto alla rovescia e poi ordina ai suoi marinai “brillamento”. Dal fondo si sprigionano delle gigantesche bolle d’aria effetto della deflagrazione marina. Poi lo spettacolo che lascia senza fiato del prepotente getto d’acqua che si protende verso le nuvole. “Non sottovalutiamo nulla – spiega Torraco – Predisponiamo tutto con molta attenzione. Con gli esplosivi non si scherza. Ogni volta che vediamo sprigionarsi la colonna d’acqua dal fondo del mare capiamo che il nostro lavoro è andato a buon fine e siamo pronti a ripartire per la missione successiva”.
La Marina Militare italiana per far fronte a bonifiche di questo tipo si è dotata di un certo numero di Nuclei SDAI che sono dislocati a La Spezia, Taranto, Augusta, Ancona, Cagliari e La Maddalena. “Tra i nostri compiti ci sono la difesa delle opere portuali contro attacchi di mezzi insidiosi, la bonifica degli ordigni esplosivi nelle acquee nazionali, i lavori subacquei in prossimità delle carene delle unità militari – racconta Torraco – Data la complessità degli interventi la Marina Militare ha formato un nucleo di operatori subacquei in grado di svolgere anche le operazioni più difficili. A capo di ogni nucleo c’è un ufficiale qualificato subacqueo. È composto da sottufficiali e personale di truppa appartenenti alla categoria dei palombari. Inoltre siamo in possesso di una camera di decompressione che garantisce un supporto al servizio sanitario nazionale per la cura delle malattie da decompressione e delle altre malattie per le quali la somministrazione di ossigeno puro in alta pressione è necessaria. All’occorrenza possiamo intervenire nelle operazioni di salvataggio del personale dei sommergibili nel caso di incidenti”.
Ogni anno i nuclei SDAI della Marina Militare intervengono a seguito di centinaia di segnalazioni di ritrovamento di ordigni bellici lungo le nostra spiagge. “Riceviamo continuamente segnalazioni da parte di persone che individuano casualmente perlopiù proiettili inesplosi adagiati lungo la nostra coste – spiega ancora il tenente di vascello – Certo quello di Palizzi è stato davvero un ritrovamento eccezionale che ha richiesto un impegno particolare”. Far brillare ordigni bellici di quelle dimensioni è importantissimo in quanto vengono sottratti alla criminalità organizzata possibili fonti di rifornimento di esplosivo. In passato infatti mafia, camorra e ‘ndrangheta hanno utilizzato il materiale rinvenuto proprio nei residuati bellici per confezionare ordigni artigianali per i propri attentati. Fonte: http://www.italnews.info/2011/08/22/19084/
Perchè la bonifica bellica
Trova 7 chili tritolo nel bosco e li porta in Comune
A Cavazzo Carnico; era materiale della seconda guerra mondiale
20 agosto 2011
(ANSA) - UDINE, 20 AGO - Va a camminare nel bosco e nota del materiale esplosivo. Incurante del pericolo lo raccoglie in una borsa e lo porta in Comune per poi chiamare i Carabinieri. E' accaduto a Cavazzo Carnico (Udine). Protagonista e' Sandro Brunetti, 56 anni, consigliere comunale e membro del gruppo locale della protezione civile. Il materiale, sette chili di esplosivo, e' risultato poi essere del tritolo residuato bellico della seconda guerra mondiale, completamente innocuo. (ANSA).
Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/friuliveneziagiulia/2011/08/20/visualizza_new.html_753694516.html
Il Mio commento:
Trasportare esplosivo è reato, il tritolo anche se datato non perde del tutto la propria capacità detonante...!
Detenere e trasportare esplosivi è sempre un gravissimo reato sia penale sia civile in quanto lungo il percorso l'incosciente coinvolge nel pericolo inconsapevoli ed ignari passanti. Infine (pare a dire dell'AGI) il Tritolo è stato bruciato dai team EOD delle forze dell'Ordine, da questa operazione di smaltimento si evince che il TNT in questione non aveva perso del tutto la propria capacità detonante. Ancora una precisazione: l'incosciente è pure un funzionario della Protezione Civile, questo ruolo avrebbe richiesto altri e più consapevoli comportamenti.
G.L.
(ANSA) - UDINE, 20 AGO - Va a camminare nel bosco e nota del materiale esplosivo. Incurante del pericolo lo raccoglie in una borsa e lo porta in Comune per poi chiamare i Carabinieri. E' accaduto a Cavazzo Carnico (Udine). Protagonista e' Sandro Brunetti, 56 anni, consigliere comunale e membro del gruppo locale della protezione civile. Il materiale, sette chili di esplosivo, e' risultato poi essere del tritolo residuato bellico della seconda guerra mondiale, completamente innocuo. (ANSA).
Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/friuliveneziagiulia/2011/08/20/visualizza_new.html_753694516.html
Il Mio commento:
Trasportare esplosivo è reato, il tritolo anche se datato non perde del tutto la propria capacità detonante...!
Detenere e trasportare esplosivi è sempre un gravissimo reato sia penale sia civile in quanto lungo il percorso l'incosciente coinvolge nel pericolo inconsapevoli ed ignari passanti. Infine (pare a dire dell'AGI) il Tritolo è stato bruciato dai team EOD delle forze dell'Ordine, da questa operazione di smaltimento si evince che il TNT in questione non aveva perso del tutto la propria capacità detonante. Ancora una precisazione: l'incosciente è pure un funzionario della Protezione Civile, questo ruolo avrebbe richiesto altri e più consapevoli comportamenti.
G.L.
Perchè la bonifica bellica
Rinvenuto ordigno bellico a Balestrate
20 Agosto 2011
Un ordigno bellico inesploso, probabilmente risalente alla seconda guerra mondiale è stato rinvenuto questa mattina nelle acque del mare di Balestrate, vicino l’ex colonia. A segnalare la presenza della bomba è stato un bagnante mentre si immergeva ad alcune decine di metri dalla costa. L’uomo ha notato uno strano oggetto che emergenza dalla sabbia. Dopo aver lanciato l’allarme, sono subito intervenuti gli uomini della Capitaneria di Porto guidati dal tenente di vascello Alberto Boellis e il Nucleo degli Artificieri del comando Provinciale dei Carabinieri di Palermo con il supporto degli agenti della Polizia di Stato di Partinico. I militari stanno valutando se far brillare l’ordigno in acqua o recuperarlo per disinnescarlo in un altro luogo. L’area interessata dalle attività delle forze dell’ordine è stata transennata. 'Tutte le operazioni di prelievo, trasporto e brillamento del congegno – assicurano gli artificieri- saranno curate nella massima sicurezza'. Nel comprensorio del partinicese, non è la prima volta che si verificano queste allarmanti scoperte. A Borgetto nel novembre 2009 ne fu trovato uno nei pressi della strada statale 187, mentre a Partinico ad ottobre dello scorso anno, ne furono rinvenuti addirittura tre in Piazza Duomo. In quel caso, probabilmente qualcuno li trovò nelle campagne della zona e invece di chiamare le forze dell’ordine, pensò incoscientemente di portarli in pieno centro abitato a Partinico.
(Teleoccidente)
Fonte: http://sicilianews24.it/index.php?option=com_content&view=article&id=55648&catid=476
Un ordigno bellico inesploso, probabilmente risalente alla seconda guerra mondiale è stato rinvenuto questa mattina nelle acque del mare di Balestrate, vicino l’ex colonia. A segnalare la presenza della bomba è stato un bagnante mentre si immergeva ad alcune decine di metri dalla costa. L’uomo ha notato uno strano oggetto che emergenza dalla sabbia. Dopo aver lanciato l’allarme, sono subito intervenuti gli uomini della Capitaneria di Porto guidati dal tenente di vascello Alberto Boellis e il Nucleo degli Artificieri del comando Provinciale dei Carabinieri di Palermo con il supporto degli agenti della Polizia di Stato di Partinico. I militari stanno valutando se far brillare l’ordigno in acqua o recuperarlo per disinnescarlo in un altro luogo. L’area interessata dalle attività delle forze dell’ordine è stata transennata. 'Tutte le operazioni di prelievo, trasporto e brillamento del congegno – assicurano gli artificieri- saranno curate nella massima sicurezza'. Nel comprensorio del partinicese, non è la prima volta che si verificano queste allarmanti scoperte. A Borgetto nel novembre 2009 ne fu trovato uno nei pressi della strada statale 187, mentre a Partinico ad ottobre dello scorso anno, ne furono rinvenuti addirittura tre in Piazza Duomo. In quel caso, probabilmente qualcuno li trovò nelle campagne della zona e invece di chiamare le forze dell’ordine, pensò incoscientemente di portarli in pieno centro abitato a Partinico.
(Teleoccidente)
Fonte: http://sicilianews24.it/index.php?option=com_content&view=article&id=55648&catid=476
Perchè la bonifica bellica
Missione compiuta: il siluro è esploso Le condizioni del mare hanno facilitato il lavoro di Capitaneria e Sdai
Pietro Parisi
Palizzi
Ore 12.08 di ieri: missione compiuta. Una colonna d'acqua, alta
circa dieci metri, fa subito capire che l'ordigno bellico, un siluro
risalente alla seconda guerra mondiale, lungo 6,50 metri e con un
diametro di circa 60 cm, è stato fatto brillare al largo della foce del
torrente Galati, nel comune di Palizzi.
L'evento è avvenuto a distanza di sicurezza, a poco più di tre
miglia dalla spiaggia e ad una profondità di circa 350 metri. A
comandare le operazioni è stato Paolo Del Giudice che, assieme agli otto
uomini del suo equipaggio, ha poi illustrato le fasi del brillamento.
Le operazioni sono state coordinate da terra via radio, dal comandante
del reparto operativo della Capitaneria di porto di Reggio Calabria,
capitano di fregata Isidoro Daniele Intelisano.
Per garantire l'ordine e la sicurezza e il normale svolgersi
delle operazioni, tante le rappresentanze delle forze dell'ordine
presenti, tra cui marinai e sottufficiali della Direzione marittima e
della Capitaneria di porto, il maresciallo capo, comandante la stazione
dei carabinieri di Brancaleone (uno dei due Comuni interessati),
Antonio Caminiti, il comandante dei vigili urbani dello stesso Comune,
Cinzia Valastro, il comandante della stazione di Palizzi centro,
Stefano Maraglino, la delegazione di spiaggia della Capitaneria di
porto di Bianco e Brancaleone, al comando del maresciallo di prima
classe, Alessandro D'Erchia.
Presente anche una delegazione del 118 di Bianco, diretta dal
dott. Giuseppe Foti. L'operazione di brillamento è stata compiuta e
portata a termine con competenza, professionalità dal tenente di
vascello, Giovanni Torraco il quale, assieme ai suoi uomini, cinque più
l'infermiere, ha provveduto ad imbrigliare il siluro e poi a farlo
brillare.
«Siamo fortunati – ci ha riferito il tenente Torraco – a trovare
le condizione del mare ideali per questo tipo d'operazioni. Certo, ha
aggiunto – le condizioni meteo le conosciamo in anticipo, la qual cosa
ci consente di stabilire la data delle operazioni, ma con il mare non
si sa mai».
L'intervento, ci ha spiegato Torraco, è consistito in due fasi:
la prima quella d'imbrigliare l'ordigno con palloni ad aria compressa,
portarlo ad una certa linea di profondità (25 metri) e metterlo nelle
condizioni d'essere trainato dalla motovedetta della Guardia costiera.
La seconda, quella di farlo brillare con delle "controcariche" (esplosivo contro esplosivo).
Anche il "trasporto" del siluro è avvenuto in condizioni di
sicurezza ottimali e, al momento del brillamento, comunicato via radio e
in tempo reale dal tenente Torraco agli equipaggi della motovedetta e
dei gommoni della Guardia costiera, la distanza di sicurezza dei mezzi è
stata di mille metri.
Nella fase preparatoria, il comandante della motovedetta,
un'unità d'altura veloce, con un'autonomia di 800 miglia, Paolo Del
Giudice, non s'è concesso un attimo di respiro nel coordinare e nel
vigilare il mare per allontanare dalla zona interessata eventuali
imbarcazioni, cosa che è avvenuta parecchie volte. La perfetta sinergia
tra gli uomini dello Sdai (Sminamento difesa antimezzi insidiosi),
comandati dal tenente Torraco e gli uomini della Direzione marittima e
della Capitaneria di porto, ha consentito la perfetta riuscita
dell'operazione. Finito? Macché. Tutti gli uomini impegnati
nell'operazione odierna, sono subito ripartiti alla volta di Bocale, per
un altro sminamento...
Fonte: http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArchivio.aspx?art=115818&Edizione=7&A=20110820
Fonte: http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArchivio.aspx?art=115818&Edizione=7&A=20110820
Perchè la bonifica bellica
Siluro della 2^ Guerra Mondiale fatto brillare al largo di Capo Spartivento.
Segnalato ieri sera da un bagnante a Bocale II°,la presenza
di un altro residuato di presunta provenienza bellica risalente alla
seconda guerra mondiale avente la forma di un proiettile, cilindrico.Reggio Calabria 19 agosto 2011. Foce Torrente Galati – Comuni di Palizzi e Brancaleone – Alle ore 12.15 è stato fatto brillare il siluro (avente le seguenti dimensioni: lunghezza 6 metri e diametro 60 cm ) della seconda guerra mondiale di origine inglese probabilmente lanciato da un sommergibile, che era stato ritrovato da un privato cittadino in data 02 agosto scorso sul fondale, ad una profondità di circa 12 metri, antistante la foce del torrente Galati tra i Comuni di Palizzi e Brancaleone, e per la quale questa Capitaneria di Porto aveva emanato apposita ordinanza interdittiva n° 64/2011.
Le operazioni, che hanno visto impegnate via mare n° 3 mezzi nautici della Guardia Costiera, n° 1 mezzo nautico della Marina Militare e n° 1 mezzo nautico della Polizia di Stato e via terra personale militare della Direzione Marittima di Reggio Calabria, delle locali stazioni dei Carabinieri, delle locali polizie municipali, ed un presidio medico del 118, sono state coordinate congiuntamente dal personale specializzato del nucleo SDAI della Marina Militare e dalla centrale operativa della Guardia Costiera di Reggio Calabria. Le operazioni si sono svolte regolarmente.
Reggio Calabria – Località Bocale II° - Nel corso della serata di ieri 18 agosto, è stato segnalato da un bagnante che a pochi metri dalla battigia in località Bocale II° del Comune di Reggio Calabria, a circa 1 metro di profondità, la presenza di un altro residuato di presunta provenienza bellica risalente alla seconda guerra mondiale avente la forma di un proiettile, cilindrico e con le seguenti dimensioni: lunghezza 50 cm, diametro 12 cm circa.
Immediatamente personale dipendente ha provveduto a transennare l’area al fine di evitare pericoli per la pubblica e privata incolumità, informando la locale Prefettura per l’invio del nucleo artificieri.
Le operazioni di brillamento sono organizzate, anche queste, nel corso dell’odierna giornata, sempre ad opera nel Nucleo Artificieri della Marina Militare.
Per quest’ultimo presunto ordigno ritrovato è stata emanata apposita ordinanza n° 84/2011 in data 18.08.2011, consultabile sul sito internet istituzionale www.guardiacostiera.it/reggiocalabria alla sezione ordinanze, che vieta per un raggio di 300 metri dal ritrovamento, la balneazione, la navigazione e la sosta di natanti, nonché ogni attività di pesca, subacquea e diportistica in genere.
Fonte: http://www.mnews.it/2011/08/19/siluro-della-2-guerra-mondiale-fatto-brillare-al-largo-di-capo-spartivento/
Perchè la bonifica bellica
Una santa barbara sul greto del Tevere
Rinvenuti dai sommozzatori della polizia provinciale di Perugia
trenta proiettilil di artiglieria controcarro, di fabbricazione
tedesca, contenenti esplosivo ad alto potenziale, nel tratto del fiume
tra Perugia e Torgiano
Su una sponda del fiume Tevere, nella zona compresa tra i comuni di Perugia e Torgiano,
sono stati individuati dal Nucleo Sommozzatori della Polizia
Provinciale, di recente istituzione nell’ambito delle specialità del
Corpo, trenta proiettilil di artiglieria controcarro, di fabbricazione tedesca, contenenti esplosivo ad alto potenziale. Il rinvenimento è stato subito stato segnalato alla Prefettura di Perugia che, a sua volta, attiverà il competente reparto artificieri del Genio Militare per la bonifica.
L’attività del personale militare sarà particolarmente delicata perché dovrà necessariamente riguardare anche l’alveo del fiume nel tratto segnalato. Immediatamente, in attesa delle ulteriori disposizioni della Questura, sono state assunte dalla Polizia Provinciale le misure necessarie per assicurare il controllo del luogo del rinvenimento.
Negli ultimi anni sono stati effettuati nella provincia di Perugia numerosi rinvenimenti di ordigni bellici inesplosi ma, quello di oggi è quantitativamente uno dei più rilevanti. L’intervento è stato diretto dal Ten. Stefano Bennati (Istruttore sub) ed eseguito dagli agenti: Roberto Pispolini, Franco Palombi e Giovanni Bonifazi.
L’attività svolta dal personale del Corpo di Polizia Provinciale si inquadra nel più generale concetto di “polizia di prossimità” incentivato dal Presidente dell’Ente Marco Vinicio Guasticchi in un ottica di prevenzione svolta a trecentosessanta gradi con il precipuo scopo di contribuire alla sicurezza dei cittadini anche a fronte di rischi del presente e del passato, talvolta come gli ordigni bellici inesplosi “dimenticati” ma proprio per questo ancora più pericolosi.
Fonte: http://www.iltamtam.it/Generali/Cronaca/Una-santa-barbara-sul-greto-del-Tevere.aspx
Perchè la bonifica bellica
Mormorola, spunta un ordigno nella stazione ecologica
Valentino StraserIl nastro a bande bianche e rosse avvolge il perimetro della stazione ecologica di Mormorola per segnalare il divieto assoluto di passaggio per il ritrovamento di un ordigno bellico della seconda guerra mondiale.
L’ordigno, inesploso e conficcato nel terreno, è stato rinvenuto casualmente ieri mattina dall’operatore della stazione ecologica durante la normale apertura settimanale dell’impianto gestito da Montagna 2000.
L'attenzione dell'operatore, intento a spostare alcuni materiali, è stata richiamata da un oggetto arrugginito che spuntava dal terreno. La forma dell’oggetto, che ricorda il missile di un mortaio utilizzato nell’ultimo conflitto bellico, non è passata inosservata e l’operatore non ha esitato a segnalarne il rinvenimento agli uffici comunali e alla stazione dei carabinieri.
Una pattuglia dell’Arma del Comando di Borgotaro ha raggiunto in poco tempo la stazione ecologica di Valmozzola per il sopralluogo di rito. Dopo aver effettuato gli accertamenti del caso, i carabinieri hanno transennato l’area in attesa della rimozione dell’ordigno da parte degli artificieri di Piacenza che provvederanno, successivamente, a far brillare il «missile».
Si tratta del secondo ordigno bellico rinvenuto a distanza di pochi giorni nella montagna parmense. La settimana scorsa, infatti, sul versante opposto, a Cassio era emersa dal terreno una granata, recuperata e fatta brillare dagli esperti, pochi giorni dopo non lontano dal luogo del rinvenimento, a poche centinaia di metri dal centro abitato. Anche la Valmozzola, come altri luoghi del Parmense, fu teatro di scontri a fuoco negli anni più difficili del conflitto bellico, come testimoniano i numerosi reperti e documenti raccolti dagli esperti e dai ricercatori, conservati nel Museo della Resistenza di Mormorola. L’ordigno bellico, rinvenuto ieri mattina nella stazione ecologica, potrebbe costituire un potenziale pericolo per qualche utente distratto. La struttura, infatti, si trova a lato della strada provinciale che unisce la Valmozzola a Varsi, e non di rado le persone gettano i rifiuti, come ad esempio elettrodomestici o pneumatici, direttamente dalla strada senza attendere il giorno di apertura settimanale del sabato mattino. La preoccupazione, quindi, rimane quella che un utente disinformato possa lanciare qualche oggetto all’interno e urtare l’ordigno. Un cartello affisso sulla porta di ingresso della stazione ecologica ne sottolinea, in ogni caso, il divieto. Solo all’inizio della settimana prossima sarà reso noto, da parte delle autorità competenti, quando saranno effettuate le operazioni di rimozione e di brillamento dell’ordigno bellico.
Fonte: http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/2/99613/Mormorola_spunta_un_ordigno_nella_stazione_ecologica.html
Perchè la bonifica bellica
I militari fanno brillare una mina carica di tritolo
L'ordigno bellico, di fabbricazione
tedesca, residuato della seconda guerra mondiale, trovato a mezzo
miglio dal porto di Otranto. Aveva 350 chili di esplosivo, rischiava di
esplodere su qualche nave
12 agosto 2011OTRANTO – Un aggeggio piuttosto pericoloso. Si trovava a circa mezzo miglio dalla costa otrantina. Non lontano dalla zona del porto. Trasportato, forse, dalle correnti. Si tratta di una mina antinave, contenente una forte carica esplosiva: 350 chili di tritolo. Recuperata e annientata questa mattina dagli uomini del nucleo Sdai (sminamento difesa antimezzi insidiosi) di Taranto. E’ il reparto specializzato di palombari della marina militare.
I sommozzatori hanno fatto brillare la mina, dunque, evitando possibili danni alle imbarcazioni di qualche malcapitato. I rilievi hanno permesso di stabilire che l’oggetto era una mina da ormeggio di fabbricazione tedesca. Era, questo, un sistema distruttivo utilizzato di frequente, durante il secondo conflitto mondiale. E ogni anno, diversi residuati, vengono scovati nel mare Adriatico. Non solo. Il tritolo è un tipo esplosivo molto resistente e potente. In teoria, la bomba marina sarebbe stata pronta ad esplodere, nel caso di urto con lo scafo di unità navali di passaggio.
La sicurezza del tratto di mare interessato dalle operazioni è stata garantita dalla motovedetta Cp 809, unità specializzata della guardia costiera, di stanza presso l’ufficio circondariale marittimo di Otranto. Ora il tratto è bonificato e si può navigare con sicurezza. E, a proposito di ordigni, il comando della guardia costiera di Otranto lancia un appello rivolto a tutti i fruitori del mare: in caso di ritrovamento in acqua o sulla costa di oggetti potenzialmente individuabili quali ordigni bellici, a seguire le procedure dettate con l’ordinanza numero 68/09 del 4 novembre 2009, consultabile alla voce “ordinanze” sul sito istituzionale www.otranto.guardiacostiera.it.
In ogni caso, per qualsiasi emergenza, il numero blu è 1530 (in alternativa, si può contattare direttamente l’ufficio circondariale marittimo di Otranto allo 0836/801073).
Fonte: http://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=29416
Perchè la bonifica bellica
Artificieri dello "Sdai" della Spezia fanno brillare un proiettile di mortaio
09/08/2011 Liguria. Gli artificieri dello "Sdai" della Marina Militare della Spezia lo hanno fatto brillare un proiettile da mortaio, risalente alla seconda guerra mondiale, nel mare al largo dei Balzi Rossi, famosa spiaggia di Ventimiglia al confine con la Francia, dove era stato trovato da un subacqueo sportivo. Il residuato bellico è stato messo in sicurezza e portato a circa tre miglia al largo.
La capitaneria di Porto di Sanremo, per l'occasione, ha emesso un'ordinanza che vietava il transito in superficie su un cerchio di sicurezza di mille metri.
Fonte: http://www.cittadellaspezia.com/Liguria/Cronaca/Artificieri-dello-Sdai-della-Spezia-90875.aspx
Perchè la bonifica bellica
Un sub trova una bomba inesplosa e la porta in spiaggia
Un turista munito di maschera e pinne stava facendo
snorkeling nei pressi della spiaggia riese, e una volta avvistato
l'oggetto lo ha (incautamente) portato tranquillamente a riva. Un centro
diving poi lancia l'allarme
Un ordigno inesploso, probabilmente un residuato bellico, sarebbe
stato recuperato questo pomeriggio sulla spiaggia di Ortano. I
particolari del recupero sarebbero quantomeno inquietanti per
l'imprudenza dimostrata dal ritrovatore, un turista che, munito di
maschera e pinne, stava facendo snorkeling nei pressi della spiaggia
riese, e una volta avvistato l'oggetto, lo ha incautamente recuperato
dal fondo portandolo tranquillamente in spiaggia.Si tratterebbe di un ordigno di una cinquantina di centimetri di lunghezza, che inizialmente è stato depositato sulla spiaggia, mettendoci sopra un patino per allontanare eventuali curiosi. L'allarme sarebbe stato lanciato da un operatore di un diving che lavora nella zona: l'uomo, pensando al potenziale rischio per la sicurezza pubblica, ha avvertito i Carabinieri della stazione di Rio Marina, i quali a loro volta hanno chiesto l'intervento degli artificieri per neutralizzare le ipotetiche potenzialità esplosive del proiettile, che da chissà quanti anni si trovava sul fondo del mare. Sul posto è intervenuto anche personale della Guardia costiera.
Fonte: http://www.tenews.it/giornale/2011/08/08/ordigno-inesploso-38731/
Il mio commento:
Il Sub che crede di riconoscere un residuato bellico in mare, non deve cedere ad alcuna curiosità, anzi può dimostrare il suo coraggio segnalando l'eventuale bomba presso la Guardia Costiera competente nel territorio, in alternativa alle Forze dell'Ordine di zona. Ripeto: “ per far ciò si lega una cima ad un masso, sasso o quant'altro (se il fondale è completamente sabbioso può legare la cima anche a dei piombi (zavorra), l'altra estremità della cima ad una piccola boetta colorata, infine raggiungere la riva e recarsi presso le autorità su citate. Recuperare, spostare, portare il residuato bellico in giro per la località turistica è uno schiaffo in pieno volto alla sicurezza di tanti bagnanti e non solo...!!!!!!
Perchè la bonifica bellica
Fatto brillare ordigno in spiaggia
09 AGO 2011 (AGI) - Ventimiglia (Imperia), 9 ago. - E' stato fatto brillare, questo pomeriggio, a circa 3 miglia a largo della costa di Ventimiglia un proiettile da mortaio della seconda guerra mondiale che e' stato trovato da un sub a circa 2 metri dalla costa, durante un'immersione ai Balzi Rossi. Le operazioni di messa in sicurezza del residuato bellico sono state condotte dagli artificieri del nucleo Sdai della Marina Militare di La Spezia con gli uomini della capitaneria di porto di Sanremo e della locale delegazione di spiaggia. A scopo cautelativo e' stata emessa un'ordinanza che, durante le operazione di brillamento dell'ordigno, vietava il transito in mare di imbarcazioni nel raggio di un chilometro. (AGI)
Fonte:
http://www.agi.it/genova/notizie/201108091714-cro-r010362-ventimiglia_residuato_bellico_in_spiaggia_balzi_rossi
Perchè la bonifica bellica
Ex mercato ortofrutticolo: rinvenuto ordigno bellico, giovedì 11 il disinnesco
E' stato rinvenuto un ordigno bellico risalente
al 2°conflitto mondiale, di fabbricazione americana del peso di 100
libbre nell'area dell'ex Mercato ortofrutticolo, nel terreno
compreso tra via Gobetti e la tratta Rfi Bologna centrale diramazione Arcoveggio.OPERAZIONI DI DISINNESCO. Giovedì 11 agosto, dalle ore 8 alle ore 9 inizieranno le operazioni di dispolettamento e trasporto dell'ordigno, che saranno compiute, adottando tutte le misure atte a garantire il massimo della sicurezza, da personale del Comando Reggimento Genio Ferrovieri - Uff. OAI - di Castelmaggiore (BO) come riportato dall'ordinanza.
LA CIRCOLAZIONE. Dalle 9 sarà interdetta la circolazione veicolare e pedonale, e comunque subordinando il tutto a cessate esigenze all’interno dell’area predetta, con particolare riferimento alla via Gobetti, al Parco Angeletti e al Parco Lunetta Mariotti. L'ordigno una volta disinnescato sarà fatto brillare in una cava in località Osteriola di Pianoro. La "danger zone" non interessa abitazioni.
I DETTAGLI. Dalle ore 8.00 in un'area con raggio di 200 metri dal luogo di rinvenimento, per motivi precauzionali, dovrà essere sospesa ogni eventuale attività ed allontanato chiunque vi si trovi. Tale raggio non interessa Piazza Liber Paradisus e via Fioravanti. E' invece ricompreso all'interno di tale area una parte di via Gobetti, che può approssimativamente indicarsi tra via Lugli e via del Battiferro che comunque rimangono percorribili. E' altresì ricompresa una porzione di area all'interno del Parco di Villa Angeletti e della Lunetta Mariotti. Dalle ore 09.00 cessazione della circolazione veicolare e pedonale in via Gobetti: veicolare, blocco in entrambi i sensi di marcia; pedonale, blocco sul solo lato del marciapiede numeri pari. Operativa del Corpo di Polizia Municipale: telefono 051 266626.
Fonte:
http://www.bolognatoday.it/cronaca/ex-mercato-ortofrutticolo-rinvenuto-ordigno-bellico-giovedi-11-il-disinnesco.html
Perchè la bonifica bellica
Trovato ordigno nell'ex mercato ortofrutticolo
Una bomba all'ex mercato ortofrutticolo. Un residuato bellico, che
verrà disinnescato giovedì mattina previa evacuazione di un'area del
raggio di 200 metri, attorno a via Gobetti.La disposizione è in un'ordinanza pubblicata nelle ultime ore sull'albo pretorio comunale. La bomba, che risale alla Seconda guerra mondiale ed è di fabbricazione Usa, è stata ritrovata all'interno del cantiere Manelli, che sta costruendo uno studentato per conto di Ergo. Pesante 100 libbre, l'ordigno è "pericoloso in quanto innescato, ma non esploso a seguito del lancio". Le operazioni di disinnesco "richiedono l'adozione di particolari misure di sicurezza a tutela della incolumità della popolazione, consistenti nell'evacuazione ed impedimento della circolazione stradale entro un raggio di 200 metri dal luogo del rinvenimento dell'ordigno", recita l'ordinanza.
Tutto dovrebbe svolgersi giovedì 11 dalle 8 del mattino. "Sino al termine delle attività di disinnesco", verrà disposto "l'allontanamento temporaneo e precauzionale di tutta la popolazione presente a qualsiasi titolo nella zona di pericolo". La circolazione anche pedonale verrà sospesa a partire dalle 9, "con particolare riferimento a via Gobetti, al parco Angeletti e al parco Lunetta Mariotti"
Perchè la bonifica bellica
Cassio, ordigno bellico ritrovato in un campo
08/08/2011È stata rinvenuta in un campo alle porte della borgata di Cassio una bomba d’aereo nella Seconda Guerra mondiale.
L’ordigno bellico è stato trovato da un agricoltore del paese mentre effettuava lavori in un campo.
Il ritrovamento
Ad un certo punto dei lavori, in un tratto dove sono sistemate
delle rotoballe di fieno, l’erpice si è impigliato contro un ostacolo
nel terreno e solo allora il contadino si è reso conto dell’ordigno
bellico sganciato a Cassio, come ricordano alcuni testimoni, nel
settembre del 1944.
L'intervento dei carabinieri
La zona è stata transennata dai carabinieri della stazione di
Calestano che hanno effettuato un sopralluogo insieme alla polizia
municipale di Terenzo. L’ordigno, per non alimentare la curiosità delle
persone, vista la delicatezza della vicenda, è stato coperto con della
terra.
La storia
La bomba d’aereo era stata sganciata a Cassio nel 1944 dalle truppe alleate.
Nel bombardamento rimasero uccise diverse persone, una trentina di cavalli e distrutto il coro della chiesa parrocchiale.
Momenti di tensione
La notizia del rinvenimento della bomba si è sparsa rapidamente
nel paese, creando in alcuni casi apprensione fra gli abitanti per la
vicinanza dell’ordigno alle case e alla chiesa.
La festa dedicata agli antichi mestieri e alle specialità
gastronomiche della zona, con la rievocazione degli armigeri, svolta
nell’antica borgata del paese e nel sagrato della parrocchiale, si è
svolta ugualmente.
Il recupero
In questi giorni saranno rese note le modalità di recupero
dell’ordigno bellico rimasto sepolto per 67 anni e mai notato in
passato, neppure durante l’aratura del campo.
Perchè la bonifica bellica
Scoppia una bomba al fosforo
dentro a un tombino
Si tratta di un residuato bellico della seconda guerra mondiale. Non ci sono stati feriti
02 agosto 2011 VERGATO (BO) - È stata una bomba
incendiaria al fosforo bianco, residuato bellico della seconda guerra
mondiale, a provocare uno scoppio che ieri pomeriggio ha creato un
certo allarme a Cereglio, una frazione di Vergato, sull'Appennino
bolognese. Si tratta di un residuato bellico della seconda guerra mondiale. Non ci sono stati feriti
Vigili del fuoco, carabinieri e personale di Hera sono accorsi dopo la segnalazione di una forte esplosione all'interno di un tombino dal quale usciva fumo bianco, oltre a un forte odore di zolfo. Non ci sono stati feriti, ma a scopo precauzionale la strada è stata chiusa e quattro famiglie residenti nei pressi sgomberate dalle loro abitazioni.
Le prime ipotesi di una perdita di gas sono state smentite dalle verifiche, sia alla rete del gas che a quella fognaria, che hanno dato esito negativo. Per vederci chiaro, i carabinieri hanno fatto ispezionare il tratto di rete fognaria con telecamere, che hanno rivelato la presenza nelle condotte di alcuni frammenti di un ordigno bellico ormai esploso. Sono intervenuti anche gli artificieri dell'Arma, che ispezionando i resti hanno stabilito che si trattava di una bomba, risalente all'ultimo conflitto mondiale, caricata a fosforo bianco e deteriorata dal tempo. Gli agenti esterni hanno probabilmente corroso l'involucro da cui è fuoriuscita la sostanza che, a contatto con l'aria, si è incendiata ed è quindi esplosa. La rete fognaria non ha subito danni. (fonte Ansa)
Fonte: http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2011/2-agosto-2011/scoppia-bomba-fosforo-dentro-un-tombino-1901225910521.shtml
Perchè la bonifica bellica
Ad Ariccia operazioni di despolettamento
29/07/2011(Adnkronos) - Alle 15,30 termineranno presumibilmente le operazioni di despolettamento e distruzione degli ordigni e sara' possibile rientrare nelle abitazioni e la riattivazione delle utenze domestiche del gas. Infine verra' riaperta al traffico l'area evacuata e finira' il divieto di sorvolo sulla zona interessata.
Tutta l'area sara' presidiata dalle forze di polizia e sara' possibile accedervi solo su autorizzazione del Com, centro operativo misto che coordina le operazioni dal plesso scolastico di Ariccia, in via Coriolano.
Fonte: http://www.libero-news.it/news/793510/Roma-Ariccia-operazioni-despolettamento-e-distruzione-ordigni-bellici-2.html
Perchè la bonifica bellica
La bomba sarà trasportata con un elicottero militare
Sarà un elicottero militare a trasportare il delicato involucro
dell’ordigno bellico trovato sull’Isola Bianca e metterlo in sicurezza.
Si stanno mettendo a punto in queste ore i contorni dell’operazione che
porterà domenica 28 agosto al brillamento della bomba trovata sul Po.Le operazioni come precisa Mariaclaudia Ricciardi, coordinatrice dell’operazione per conto della prefettura di Ferrara, inizieranno alle ore 10 ed è previsto anche il blocco provvisorio del transito dei treni della linea Bologna Padova. Da un primo esame il raggio scelto per l’evacuazione interessa complessivamente oltre mille persone, settecento tra i residenti di Santa Maria Maddalena e quattrocento nella sponda ferrarese tra le frazioni di Pontelagoscuro e Francolino.
E’ prevista anche l’evacuazione di ulteriori 15 persone che abitano tra i confini dei comuni di Ferrara e Vigarano Mainarda, nei pressi della Cava Sei dove il grosso ordigno bellico verrà fatto brillare. Si tratta di una bomba di una tonnellata la metà della quale è composta da esplosivo, sganciata probabilmente da un aereo anglo-americano durante le ripetute incursioni a Pontelagoscuro durante la seconda guerra mondiale.
Le operazioni logistiche, vista la presenza del fiume, sono più delicate del previsto e per questo sono già stati fatti numerosi sopralluoghi. E’ stata disboscata anche una parte dell’Isola Bianca come conferma il vicepresidente nazionale della Lipu, Lorenzo Borghi, per consentire l’atterraggio dell’elicottero militare che servirà per trasportare l’ordigno in una zona di sicurezza per il brillamento conclusivo.
Fonte: http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2011/07/27/news/la-bomba-sara-trasportata-con-un-elicottero-militare-1.748783
Brillamento bomba, domenica 3.500 evacuati a Gorizia
(ANSA) - GORIZIA, 26 LUG - Sara' fatto brillare nella mattinata di
domenica, a Gorizia, l'ordigno risalente alla prima guerra mondiale
ritrovato nelle scorse settimane a Sant'Andrea, nei pressi della rotonda
d'accesso al raccordo autostradale Villesse-Gorizia. Per ragioni di
sicurezza, la Prefettura di Gorizia ha disposto lo sgombero dei
residenti nel raggio di 900 metri dal punto in cui sara' fatta brillare
la bomba. Nel corso delle operazioni di neutralizzazione della bomba,
che inizieranno alle 11 per concludersi alle 13, circa 3.500 abitanti
saranno chiamati a lasciare le proprie abitazioni.Fonte: ANSA
Perchè la bonifica bellica
Oltre mille persone saranno evacuate per la bomba sul Po
26 luglioSaranno oltre mille le persone che verranno evacuate domenica 28 agosto per alcune ore per consentire agli artificieri di far brillare la grossa bomba che è stata trovata sulla sponda dell’Isola Bianco nel Po. La decisione è stata presa ieri mattina nel corso di un summit in Prefetture tra le forze dell’ordine e di volontariato coordinate dalla dottoressa Mariaclaudia Ricciardi, responsabile della prefettura per questo tipo di emergenze che riguardano la protezione civile. Il provvedimento riguarda circa 700 abitanti di Santa Maria Maddalena (sponda veneta) e circa 400 nella destra Po ferrarese, con residenti a Pontelagoscuro e Francolino. Come sempre viene scelto un giorno festivo e prefestivo per fare questi tipi di operazioni per limitare al minimo i disagi ai quei cittadini che devono lasciare la loro casa per il tempo necessario alla messa in sicurezza dell’ordigno esplosivo. Sono già stati attivati tutti i servizi medici e alla persona per soccorrere chi ha delle difficoltà. Il servizio di evacuazione della prefettura è ormai collaudato perché è un’emergenza che è già scattata più volte in città a seguito di rinvenimenti di grossi ordigni bellici. Le bombe più grosse e che hanno portato all’evacuazione di tante persone sono state rinvenuti nel 1999 in via Gustavo Bianchi quando il 27 giugno furono evacuate 10 mila persona della città e nel 2003 quando il 23 marzo furono oltre 5.000 gli abitanti di Borgo Punta che dovettero abbandonare le abitazioni per alcune ore a seguito del rinvenimento di una grossa bomba in via Pannonio.
La bomba sull’Isola Bianca è stata rinvenuto lo scorso 25 giugno da Lorenzo Borghi, vicepresidente nazionale della Lipu, l’ente che ha in gestione l’oasi naturalistica sul Po. La bomba pesa una tonnellate e ha due spolette.
Fonte: http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2011/07/26/news/oltre-mille-persone-saranno-evacuate-per-la-bomba-sul-po-1.747281
Una nuova bomba intralcia i cantieri della Gorizia-Villesse
21 luglio 2011 — pagina 17 sezione: Regione
di Stefano Bizzi
GORIZIA - Un’altra bomba di notevoli dimensioni è stata rinvenuta nel corso dei lavori di trasformazione in autostrada del raccordo Gorizia-Villesse. A occuparsene saranno gli artificieri appartenenti al Terzo genio Guastatori di Udine. Il reparto della Brigata di cavalleria “Pozzuolo del Friuli” è stato allertato per occuparsi delle operazioni di bonifica dell’area.
L’Esercito ha effettuato una prima ricognizione della zona, ma non si è ancora espresso sull’attività che verrà svolta. I dettagli dell’intervento e le caratteristiche dell’ordigno verranno resi noti soltanto oggi. Nel tardo pomeriggio di ieri è stato possibile ottenere solo informazioni frammentarie. Il cantiere non è stato bloccato, ma per evitare che, come era successo negli scorsi mesi a Gradisca d’Isonzo, dove la bomba era stata disotterrata e trafugata da ignoti prima che gli artificieri potessero trasferirla e farla brillare, il punto del ritrovamento non è stato rivelato.
Rispetto al residuato bellico gradiscano, quello rinvenuto nei dintorni tra Gorizia e Farra avrebbe un potenziale maggiore. Per la presenza nelle vicinanze di alcune condutture, la bomba non può essere fatta brillare sul posto, ma non può neppure essere trasportata in un poligono militare. Gli esperti stanno cercando quindi una soluzione sicura per risolvere il problema e farla esplodere in sicurezza ad alcune centinaia di metri dal punto del rinvenimento.
Ieri mattina si è svolta in Prefettura una riunione preliminare, ma le soluzioni tecniche definitive sono attese per questa mattina quando il personale militare presenterà ai rappresentanti istituzionali una relazione completa sulle caratteristiche dell’ordigno e sulle operazioni da svolgere. A quel punto gli uffici del palazzo del Governo potranno predisporre gli atti da inviare ai Comuni (presumibilmente quello di Gorizia e quello di Savogna d’Isonzo) e agli enti interessati (Irisacqua). La viabilità lungo il raccordo Gorizia-Villesse potrebbe dunque essere interrotta per una ventina di minuti.
Fonte: Il Piccolo di Gorizia - Si ringrazia per il permesso di pubblicazioneGORIZIA - Un’altra bomba di notevoli dimensioni è stata rinvenuta nel corso dei lavori di trasformazione in autostrada del raccordo Gorizia-Villesse. A occuparsene saranno gli artificieri appartenenti al Terzo genio Guastatori di Udine. Il reparto della Brigata di cavalleria “Pozzuolo del Friuli” è stato allertato per occuparsi delle operazioni di bonifica dell’area.
L’Esercito ha effettuato una prima ricognizione della zona, ma non si è ancora espresso sull’attività che verrà svolta. I dettagli dell’intervento e le caratteristiche dell’ordigno verranno resi noti soltanto oggi. Nel tardo pomeriggio di ieri è stato possibile ottenere solo informazioni frammentarie. Il cantiere non è stato bloccato, ma per evitare che, come era successo negli scorsi mesi a Gradisca d’Isonzo, dove la bomba era stata disotterrata e trafugata da ignoti prima che gli artificieri potessero trasferirla e farla brillare, il punto del ritrovamento non è stato rivelato.
Rispetto al residuato bellico gradiscano, quello rinvenuto nei dintorni tra Gorizia e Farra avrebbe un potenziale maggiore. Per la presenza nelle vicinanze di alcune condutture, la bomba non può essere fatta brillare sul posto, ma non può neppure essere trasportata in un poligono militare. Gli esperti stanno cercando quindi una soluzione sicura per risolvere il problema e farla esplodere in sicurezza ad alcune centinaia di metri dal punto del rinvenimento.
Ieri mattina si è svolta in Prefettura una riunione preliminare, ma le soluzioni tecniche definitive sono attese per questa mattina quando il personale militare presenterà ai rappresentanti istituzionali una relazione completa sulle caratteristiche dell’ordigno e sulle operazioni da svolgere. A quel punto gli uffici del palazzo del Governo potranno predisporre gli atti da inviare ai Comuni (presumibilmente quello di Gorizia e quello di Savogna d’Isonzo) e agli enti interessati (Irisacqua). La viabilità lungo il raccordo Gorizia-Villesse potrebbe dunque essere interrotta per una ventina di minuti.
Perchè la bonifica bellica
Trionfale, ordigno bellico trovato
dagli operai di un cantiere edile
21 Luglio 2011ROMA - Questa mattina verso le 8.30 alcuni operai hanno trovato un ordigno bellico nel cantiere edile dove stavano lavorando, in via Lucilla Domizia, al Trionfale. Si tratta di un colpo di mortaio munito di spoletta risalente alla Seconda Guerra Mondiale. Gli artificieri hanno messo in sicurezza l'ordigno. Sul posto gli agenti del Commissariato di polizia Monte Mario.
Fonte: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=156960&sez=HOME_ROMA
Perchè la bonifica bellica
Ariccia: due nuove bombe ritrovate nel cantiere dell'Ospedale dei Castelli
Nel cantiere del nuovo ospedale dei
Castelli sono stati rinvenuti altri due ordigni bellici risalenti alla
seconda guerra mondiale e saranno fatti brillare il prossimo 2 agosto.
Altri erano stati rinvenuti lo scorso mese
di Francesca Ragno 20/07/2011Il cantiere del nuovo Ospedale dei Castelli continua a far rinvenire numerosi residuati bellici risalenti al secondo conflitto mondiale. Solo un mese fa erano stati fatti brillare dal Genio miliatare altre due bombe.Dall'inizio dell'apertura dei cantieri nell'are le ditte che stanno realizzando il nuovo centro ospedaliero hanno ritrovato ben più di 250 ordigni bellici di varia taglia. Tutti messi in sicurezza, come questi due nuovi ritrovamenti, bombe d’aereo da 250 libre circa 125 chilogrammi.
Il disinnesco deciso dalla prefettura è stato fissato per 2 agosto e verrà pertanto attivato il Centro operativo misto presieduto dalla Prefettura stessa che coordinerà le operazioni.
Operazioni che avranno ricadute più limitate sulla popolazione residente e sulla viabilità. Infatti sono solo 4 le famiglie che verranno sgomberate e, buona notizia, la Nettunense non verrà chiusa come è avvenuto a giugno in quanto gli ordigni si trovano più distanti dall’importante arteria viaria. Chiusa al traffico sarà esclusivamente via di Campoleone. Dunque disagi limitati per residenti ed automobilisti.
Fonte: http://castelli.romatoday.it/ariccia/bombe-cantiere-ospedale-castelli.html
Perchè la bonifica bellica
MOLFETTA. Un ordigno bellico inesploso a pochi metri dalla riva di un lido balneare molfettese
Molfetta - Un ordigno bellico inesploso è stato rinvenuto in
mare, a pochi metri dalla riva, in località Torre Rotonda, nelle
vicinanze di un noto lido balneare della città. A breve, sempre sul
sito www.ilfatto.net, maggiori informazioni sull'accaduto.fonte:
http://www.ilfatto.net/index.php?option=com_content&view=article&id=10566:molfetta-un-ordigno-bellico-inesploso-a-pochi-metri-dalla-riva-di-un-lido-balneare-molfettese&catid=35:Cronaca&Itemid=56
Perchè la bonifica bellica
Pescatore trova una bomba in Trentino
la porta a Milano e la consegna alla polizia
Un giovane di 26 anni ha trovato l'ordigno, ancora attivo, durante il weekend con la sua
fidanzata. Lo ha portato a casa in auto e solo il giorno dopo lo ha portato agli agenti
Ha trovato una bomba a mano andando a pescare nel fine settimana a
Folgaria, in Trentino, con la fidanzata, e invece di chiamare i
carabinieri o consegnarla alle autorità locali l'ha tenuta per tutto il
viaggio di ritorno fino a casa, a Milano. E solo il giorno dopo l'ha
consegnata agli agenti del commissariato. D.B., 26 anni, ha raccolto
l'ordigno, una bomba a mano priva di spoletta d'innesco ma con la
carica esplosiva intatta, e l'ha portata in auto fino a casa sua.Dopo un giorno l'ha portata al commissariato Garibaldi-Venezia, nella zona in cui abita, dove i poliziotti, piuttosto allarmati, l'hanno subito isolata chiamando gli artificieri, che l'hanno messa in sicurezza e portata via. Il magistrato di turno ne ha disposto la distruzione.
Fonte: http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/07/12/news/pescatore_trova_una_bomba_in_trentino
_la_porta_a_milano_e_la_consegna_alla_polizia-19022528/
Perchè la bonifica bellica
Scoperta inusuale a Casatenovo Passante cammina e trova una granata
Casatenovo, 9 luglio 2011 - Ritrovamento shock in
Brianza. Questa mattina intorno a mezzogiorno un passante mentre
passeggiava per via Ugo Foscolo nella frazione Galgiana di Casatenovo si
è imbattuto in una bomba a mano. Ripresosi dallo spavento e dallo
stupore, l'uomo ha prontamente contattato i carabinieri della compagnia
di Merate che sono subito accorsi sul posto, chiudendo la strada.Con ogni probabilità dovrebbe trattarsi di un ordigno risalente ai tempi della Seconda Guerra mondiale, ma le indagini sono ancora in corso ed è presto per poter tracciare delle conclusioni certe. Resta anche da chiarire come la bomba sia arrivata in via Foscolo costeggiata su un fianco dalle abitazioni e dall'altra dai campi. Punti interrogativi ancora privi di una risposta. Sul luogo sono attesi gli artificieri che dovranno far brillare l'ordigno completamente integro e spolettato.
Fonte: http://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/2011/07/09/540812-scoperta_choc.shtml
Perchè la bonifica bellica
A buon fine l'operazione di disinnesco ordigni a Licata
Si sono concluse l'8 luglio scorso le operazioni di disinnesco e
brillamento del più grande quantitativo di esplosivo mai rinvenuto in
Sicilia, n. 1664 ordigni residuati bellici, rinvenuti a Licata durante i
lavori di bonifica del territorio posti in essere per l'attraversamento
dell'acquedotto Gela – Licata.
Le operazioni di brillamento coordinate dalla Prefettura con
l'attivazione della sala integrata di protezione Civile presso la sede
del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, sono state effettuate dal
quarto reggimento genio guastatori di Palermo a partire dal 20 giugno
scorso e definite l'8 luglio 2011. Per l'occasione è stato disposto un
piano di evacuazione dei residenti e di tutti coloro che gravitano nella
zona, in un raggio d'azione di circa 300 metri dal punto di ritrovo e
dal luogo di brillamento.
L'esito positivo delle operazioni è stato possibile grazie alla
sinergica, fattiva e costruttiva partecipazione dei rappresentanti delle
forze dell'ordine e dei Vigili del Fuoco, del Comune di Licata, del
dipartimento regionale di protezione civile, servizio provinciale di
Agrigento, dell'azienda sanitaria Provinciale di Agrigento, dell'Anas,
dell' Enel e del Gas Natural distribuzione Spa che in apposite riunioni
tecniche coordinate dalla Prefettura hanno concordato le misure di
sicurezza connesse alle gestione delle predette operazioni di
distruzione degli ordigni.Fonte: http://licata.agrigentonotizie.it/cronaca/buon-fine-loperazione-di-disinnesco-ordi_61510.php
Perchè la bonifica bellica
Pomigliano/S.Anastasia. Ordigno bellico ritrovato in un giardino
di Gabriella BelliniPomigliano d’Arco. Con la pala ha toccato qualcosa di duro e metallico, un suono strano per chi si trova a fare una buca in un giardino e fino a quel momento aveva spostato solo del morbido terreno. Quando si è chinato per guardare meglio lo strano oggetto che aveva trovato non credeva ai suoi occhi: un ordigno bellico risalente alla seconda guerra mondiale. Lo straordinario ritrovamento in via Locatelli a Pomigliano d’Arco nel primo pomeriggio di ieri. Ad effettuarlo un uomo che era intento a piantare un albero nel suo giardino della sua abitazione e per questo stava scavando una buca profonda, tanto profonda da andare a scovare una bomba che stava lì da oltre 60 anni. Allarmato ha subito avvisato le forze dell’ordine e sul posto sono prontamente intervenuti i carabinieri della locale Stazione (agli ordini del maresciallo Massimo Sante Longo) e quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castello di Cisterna. I militari si sono interessati del servizio d’ordine e di rendere sicura la zona, bloccando la strada e evacuandola per oltre 30 metri, mentre della bomba si sono occupati gli esperti del gruppo artificieri dell’esercito del distaccamento di Caserta. E’ stato deciso di rimuovere l’ordigno in sicurezza e farlo brillare poi in un luogo più isolato. Certo via Locatelli era la meno adatta essendo in pieno centro urbano, con intorno diverse abitazioni risalenti a ben prima della guerra: l’epoca fascista. Gli esperti hanno subito escluso si potessero verificare esplosioni accidentali, la bomba era lì da fin troppo tempo, ma comunque una volta dissotterrata andava rimossa. L’ordigno in questione aveva dimensioni pari a 10 centimetri di larghezza per 33 di lunghezza. Per stabilire dove farlo esplodere in sicurezza i carabinieri hanno contattato prima il sindaco di Pomigliano d’Arco, Lello Russo, ma in città non vi era nessun luogo idoneo all’operazione militare. Così, per esclusione, sono state contattate anche le amministrazioni dei Comuni limitrofi. A rispondere tempestivamente l’esecutivo di Sant’Anastasia. Proprio Carmine Esposito, leader del Pdl, ha individuato una cava in una zona periferica della città: via Eduardo de Filippo. Adatta alle attività degli artificieri. Per spostare l’ordigno da Pomigliano alla vicina Sant’Anastasia, sono state mobilitate, pattuglie dei carabinieri, mezzi dell’esercito e un’ambulanza. Tanto trambusto non poteva non attirare l’attenzione, In tanti si sono chiesti cosa stesse succedendo. Alla fine la risposta non era semplice: una bomba arrivata dal cielo era risbucata dal terreno.
Fonte: http://www.laprovinciaonline.info/spip.php/local/cache-vignettes/ecrire/plugins/socialtags/socialtags/local/cache-vignettes/spip.php?article6480
Perchè la bonifica bellica
Mappatura dei fondali, in arrivo il cacciamine Termoli
A partire da lunedì 11 luglio, la nave Termoli al comando del
tenente di vascello, Giancarlo Fabiano, con a bordo il comandante della
53esima squadriglia Dragamine, il capitano di fregata, Alessandro
Serafini, effettuerà operazioni di “route survey” nelle acque
antistanti il porto di Civitavecchia.L’attività specialistica svolta
con regolarità dalle forze di contromisure mine della marina militare,
ha lo scopo di verificare e mappare i fondali delle rotte di
accesso ai principali porti nazionali e di aggiornare i relativi
database, nonché identificare eventuali ordigni residuati bellici per
poi procedere alla loro neutralizzazione.La route survey consente di garantire con rapidità ed efficacia la sicurezza della navigazione per l’accesso ai porti e scongiurare la possibile minaccia da ordigni subacquei, anche di natura terroristica.
Nave Termoli è una unità cacciamine della classe Gaeta, dallo scafo in vetroresina (Glass Reinforced Platic) dotata di sonar ad alta frequenza a profondità variabile e veicoli di investigazione subacquea, con un equipaggio di 44 militari.
L’unità, al termine delle operazioni di fronte a Civitavecchia, ritornerà a La Spezia effettuando gli stessi tipi di controllo sulle rotte di rientro.
Fonte: http://www.trcgiornale.it/news/porto/44092-mappatura-dei-fondali-in-arrivo-il-cacciamine-termoli.html
Perchè la bonifica bellica
Chi l'ha visto?
Pubblichiamo una richiesta arrivata alla nostra redazione:
"Vorrei sapere chi è l'uomo nella foto, so solo che
ha partecipato alla 2° guerra mondiale e che nel luglio-agosto 1944 si
trovava a Grosseto... Se avete notizie vi prego di inviarmele... grazie.
Sabrina"
Le risposte possono essere inviate all'indirizzo info@biografiadiunabomba.it
Perchè la bonifica bellica
Una testimonianza anonima
Perdoni l'anonimato del sottoscritto e dell'azienda che rappresento, la prego dunque di rispettarlo.
Le narro una breve storia come esempio per i colleghi che si
trovassero in una situazione simile. Durante un lavoro di
movimentazione terra in un cantiere edile dal materiale rimosso
affiorarono due bombe a mano della II GG. Immediatamente, riconosciuto
l'evidente pericolo, il responsabile del cantiere fece allontanare con
calma tutto il personale e nel mentre avvisò i CC. Questi giunsero in
brevissimo tempo e crearono un perimetro di sicurezza. Il nucleo
artificieri giunse in pochi minuti, valutò la situazione e organizzò
una bonifica. Le caratteristiche del cantiere permisero il brillamento
il loco. In brevissimo tempo fu effettuato il brillamento e un
controllo al fine di scongiurare la presenza di altri ordinigni. Quindi
ci venne consentita la ripresa dei lavori senza che questo evento
creasse ritardi. Noi ci aspettavamo e accettavamo l'idea di perdere
giorni di lavoro.
Esemplare professionalità dei militari che aumentò in tutti noi
la stima e la gratidutine nei confronti dell'Arma dei Carabinieri.
M.
Perchè la bonifica bellica
Salerno ordigno bellico nel cantiere del Porto Marina d'Arechi
02/07/2011Gli uomini della Capitaneria di Porto sono intervenuti ieri a Torre Angellara, presso l’area adibita a cantiere per la costruzione del Porto Marina d’Arechi (progettato da Santiago Calatrava) dove era stata segnalata dagli operai la presenza di un ordigno bellico. L’area è stata circoscritta e messa in sicurezza per consentire un rapido sgombero della bomba da parte degli artificieri. Non è la prima volta che nel territorio viene ritrovato un residuato del II conflitto mondiale.
Il precedente più celebre in città, è quello del settembre 2008, quando circa 5mila abitanti della zona compresa tra il Carmine ed il Centro vennero evacuati dalle proprie abitazioni per consentirne lo spostamento e la successiva detonazione controllata.
In quel caso si trattò di una bomba da 500 libbre, di fabbricazione inglese a spoletta differenziata, non si conoscono ancora le caratteristiche dell’ordigno ritrovato.
Fonte: http://www.salernonotizie.it/notizia.asp?ID=17707
Perchè la bonifica bellica
Licata, sospesa la rimozione degli ordigni bellici
L’Amministrazione comunale di Licata comunica che da oggi, venerdì 1
luglio, le operazioni di rimozione, trasferimento ed esplosione degli
ordigni residuati bellici rinvenuti in contrada Piano Bugiades saranno
sospese. Le stesse riprenderanno lunedì 4 luglio. Pertanto, domani non
sarà necessario procedere allo sloggio forzato dei residenti della
zona e a porre in essere tutte le altre operazioni volte alla tutela
della sicurezza pubblica..Fonte: http://www.salernonotizie.it/notizia.asp?ID=17707
Perchè la bonifica bellica
Trovato ordigno bellico al nuovo "Delle Alpi"
Gli scavi per la realizzazione del nuovo stadio della Juventus
hanno riportato alla luce oggi pomeriggio un ordigno bellico risalente
alla seconda guerra mondiale. I dipendenti delle ditte che stanno
ultimando l'allestimento del nuovo 'Delle Alpi' hanno immediatamente
chiamato i vigili del fuoco. Sul posto è intervenuta una squadra di
artificieri. L'ordigno verrà fatto brillare nel corso della giornata.
Fonte: http://www.videopiemonte.it/cronaca/14592_trovato-ordigno-bellico-al-nuovo-delle-alpi.html
Fonte: http://www.videopiemonte.it/cronaca/14592_trovato-ordigno-bellico-al-nuovo-delle-alpi.html
Perchè la bonifica bellica
Ritrovato ordigno bellico lungo i binari di Aversa
Fonte: http://www.campaniasuweb.it/story/ritrovato-ordigno-bellico-lungo-i-binari-di-aversa
Perchè la bonifica bellica
Una grossa bomba affiora dal Po
Non c’è pace per l’Isola Bianca. Dopo le piene del Po che
l’hanno devastata più volte in questi mesi adesso c’è il pericolo
bomba. Sabato pomeriggio infatti è stato rinvenuto tra l’acqua e il
terreno dell’isola un grosso ordigno bellico, risalente probabilmente
alla seconda guerra mondiale e può creare non pochi problemi
soprattutto alla navigazione.
Il rinvenimento è stato fatto alle ore 16.30 da Lorenzo Borghi, responsabile della Lipu, l’associazione ambientalista che ha in concessione l’Isola Bianca sul Po da oltre 20 anni.
«Stavo tornando al pontile della Canottieri - dichiara Borghi - dopo aver fatto la manutenzione periodica dei sentieri. Ho visto questa forma anomala a pelo d’acqua e ho subito intuito dalle fattezze che si trattava di un grossa bomba di aereo. Probabilmente è emersa dopo l’ultima piena visto che è franata una parte della sponda dell’isola. La bomba adesso esce dal terreno ed è a pelo dell’acqua. A quel punto mi sono sentito in dovere di chiamare le forze dell’ordine per denunciare la presenza dell’ordigno bellico in una zona che, specie nel periodo estivo, potrebbe essere battuta da qualche imbarcazione che solca il Po». Dopo la denuncia alla locale stazione dei carabinieri di Pontelagoscuro, con i militari che hanno provveduto ad informare anche gli artificeri, sul posto sono stati allertati anche i vigili del fuoco che hanno aiutato i volontari della Lipu a circoscrivere la zona attorna alla bomba con delle boe e delle taniche di plastica galleggianti per evitare il contatto con qualcuno di passaggio. Da oggi il problema dovrebbe essere affrontato dagli articiferi che dovranno mettere in sicurezza l’Isola Bianca.
Fonte: http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2011/06/27/news/una-grossa-bomba-affiora-dal-po-1.703219
Il rinvenimento è stato fatto alle ore 16.30 da Lorenzo Borghi, responsabile della Lipu, l’associazione ambientalista che ha in concessione l’Isola Bianca sul Po da oltre 20 anni.
«Stavo tornando al pontile della Canottieri - dichiara Borghi - dopo aver fatto la manutenzione periodica dei sentieri. Ho visto questa forma anomala a pelo d’acqua e ho subito intuito dalle fattezze che si trattava di un grossa bomba di aereo. Probabilmente è emersa dopo l’ultima piena visto che è franata una parte della sponda dell’isola. La bomba adesso esce dal terreno ed è a pelo dell’acqua. A quel punto mi sono sentito in dovere di chiamare le forze dell’ordine per denunciare la presenza dell’ordigno bellico in una zona che, specie nel periodo estivo, potrebbe essere battuta da qualche imbarcazione che solca il Po». Dopo la denuncia alla locale stazione dei carabinieri di Pontelagoscuro, con i militari che hanno provveduto ad informare anche gli artificeri, sul posto sono stati allertati anche i vigili del fuoco che hanno aiutato i volontari della Lipu a circoscrivere la zona attorna alla bomba con delle boe e delle taniche di plastica galleggianti per evitare il contatto con qualcuno di passaggio. Da oggi il problema dovrebbe essere affrontato dagli articiferi che dovranno mettere in sicurezza l’Isola Bianca.
Fonte: http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2011/06/27/news/una-grossa-bomba-affiora-dal-po-1.703219
Perchè la bonifica bellica
Po, trovato ordigno bellico sull'Isola Bianca
Ferrara, 27 giugno 2011 - UN GROSSO ordigno
bellico è stato ritrovato sull’Isola Bianca, a 300-350 metri dal
pontile della società Canottieri. L’allarme è stato dato da un
volontario della Lipu sabato pomeriggio. Si tratta, secondo i primi
accertamenti, di una bomba risalente alla Seconda Guerra Mondiale, un
ordigno forse datato 1944 anno in cui venne bombardato Pontelagoscuro.
L’AREA, al momento, è stata completamente messa in sicurezza grazie all’intervento dei vigili del fuoco i quali, ieri pomeriggio, l’hanno delimitata con boe e nastro per evitare che qualcuno si avvicini troppo. L’ordigno, come si può vedere nelle foto accanto, è affiorato dall’acqua, probabilmente una piena del fiume ha spostato terriccio e detriti rendendolo così visibile alla luce del sole.
NEI PROSSIMI giorni saranno gli artificieri a stabilire quando e come farlo brillare. Al momento, per totale sicurezza, sono state annullate tutte le visite all’Isola Bianca.
Fonte: http://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cronaca/2011/06/27/532634-trovato_ordigno.shtml
L’AREA, al momento, è stata completamente messa in sicurezza grazie all’intervento dei vigili del fuoco i quali, ieri pomeriggio, l’hanno delimitata con boe e nastro per evitare che qualcuno si avvicini troppo. L’ordigno, come si può vedere nelle foto accanto, è affiorato dall’acqua, probabilmente una piena del fiume ha spostato terriccio e detriti rendendolo così visibile alla luce del sole.
NEI PROSSIMI giorni saranno gli artificieri a stabilire quando e come farlo brillare. Al momento, per totale sicurezza, sono state annullate tutte le visite all’Isola Bianca.
Fonte: http://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cronaca/2011/06/27/532634-trovato_ordigno.shtml
Perchè la bonifica bellica
Artificieri di nuovo in azione Ritrovate 11 bombe a S. Rossore
Pisa, 24 giugno 2011 - UN AUTENTICO arsenale costituito da undici bombe da mortaio di
fabbricazione tedesca è stato trovato ieri mattina dagli operai dei
Fiumi e Fossi che stavano risagomando il piccolo fosso che divide il
viale Regina Elena dalla Lama Grande, a San Rossore. Una circostanza
molto fortunata ha impedito che gli operai, lavorando con mezzi pesanti
all’escavazione del fosso, non abbiano colpito la spoletta di una delle
bombe provocando un’esplosione a catena dalle conseguenze
inimmaginabili. Mentre non è raro trovare ancora, a tanti anni dalla
fine della guerra, bombe di aereo inesplose, è considerato del tutto
insolito, nel ritrovamento dei residuati bellici, imbattersi in bombe da
mortaio che venivano in genere portate via con la batteria che le ha
in uso. mentre è assai più facile la bomba d’aereo inesplosa
IL VIALE REGINA Elena, nell’estremo lembo sud ovest della tenuta, corre lungo l’Arno, dal Boschetto alla foce del fiume, laddove è collocata la base dei parà incursori della ‘Folgore’, in parallelo quindi, con il viale D’Annunzio al di là del fiume. Sono stati proprio i parà della base, distante circa trecento metri dal luogo del ritrovamento, i primi ad intervenire chiamati dagli operai, mentre veniva avvertita anche la direzione della tenuta che provvedeva subito ad isolare l’area per impedire il transito di ogni mezzo. La direzione della tenuta ha anche avvertito la Questura di Pisa e da qui è scattato l’allarme che ha messo in moto gli artificieri dell’esercito.
IL DEPOSITO rappresentato dalle undici bombe di mortaio è il probabile residuato di una batteria tedesca che era stata posta nei primi mesi del ’44 a presidio dell’ingresso della foce dell’Arno contro incursioni di forze nemiche. Ad un primo esame le undici bombe sembrano ancora in ottimo stato di conservazione e l’ipotesi di rimuoverle per trasportarle in un luogo dove farle brillare parrebbe essere stata esclusa perché considerata troppo laboriosa e quindi rischiosa.
Il ritrovamento dei residuati bellici lungo il viale Regina Elena a San Rossore è l’ennesimo sul nostro territorio a quasi 67 anni dalla fine della guerra. Negli ultimi mesi in particolare sono stati due i ritrovamenti: uno a Marina e uno all’aeroporto.
Fonte: http://www.lanazione.it/pisa/cronaca/2011/06/24/530668-artificieri_nuovo_azione.shtml
IL VIALE REGINA Elena, nell’estremo lembo sud ovest della tenuta, corre lungo l’Arno, dal Boschetto alla foce del fiume, laddove è collocata la base dei parà incursori della ‘Folgore’, in parallelo quindi, con il viale D’Annunzio al di là del fiume. Sono stati proprio i parà della base, distante circa trecento metri dal luogo del ritrovamento, i primi ad intervenire chiamati dagli operai, mentre veniva avvertita anche la direzione della tenuta che provvedeva subito ad isolare l’area per impedire il transito di ogni mezzo. La direzione della tenuta ha anche avvertito la Questura di Pisa e da qui è scattato l’allarme che ha messo in moto gli artificieri dell’esercito.
IL DEPOSITO rappresentato dalle undici bombe di mortaio è il probabile residuato di una batteria tedesca che era stata posta nei primi mesi del ’44 a presidio dell’ingresso della foce dell’Arno contro incursioni di forze nemiche. Ad un primo esame le undici bombe sembrano ancora in ottimo stato di conservazione e l’ipotesi di rimuoverle per trasportarle in un luogo dove farle brillare parrebbe essere stata esclusa perché considerata troppo laboriosa e quindi rischiosa.
Il ritrovamento dei residuati bellici lungo il viale Regina Elena a San Rossore è l’ennesimo sul nostro territorio a quasi 67 anni dalla fine della guerra. Negli ultimi mesi in particolare sono stati due i ritrovamenti: uno a Marina e uno all’aeroporto.
Fonte: http://www.lanazione.it/pisa/cronaca/2011/06/24/530668-artificieri_nuovo_azione.shtml
Perchè la bonifica bellica
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