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giovedì 6 giugno 2013

Rapporto Unicef : "dalle mine antiuomo alla malnutrizione: così i bambini diventano disabili"


ROMA - Povertà, malnutrizione, violenze fisiche, psicologiche e anche sessuali. Specialmente nei paesi poveri, i bambini disabili vivono in condizioni particolarmente critiche: una realtà che utilizzando una serie di dati e di stime provenienti da diverse fonti l'Unicef tenta di raccontare nel suo rapporto sulla condizione dell'infanzia nel mondo. I bambini disabili, viene spiegato nel rapporto, hanno minori possibilità di andare a scuola: un'indagine dell'Oms in 51 paesi mostra le differenze fra bambini con e senza disabilità nei tassi (stimati) di completamento della scuola primaria: per i maschi il divario è del 10 per cento e per le ragazze dell'11 per cento. In particolare, i dati delle indagini a domicilio di 13 paesi a basso e medio reddito rilevano che i bambini con disabilità tra i 6 e i 17 anni hanno significativamente meno probabilità di essere iscritti a scuola dei coetanei senza disabilità. Uno studio del 2004 in Malawi ha indicato che un bambino con una disabilità aveva il doppio delle probabilità di non frequentare mai la scuola di un bambino normodotato.
La povertà è una caratteristica comune per le famiglie che hanno al proprio interno una persona disabile: i loro redditi sono generalmente redditi più bassi rispetto alle altre famiglie. Un'analisi su 14 paesi in via di sviluppo ha rilevato che le persone con disabilità sono più esposti alla povertà rispetto ai loro coetanei. Le stime sui costi aggiuntivi della disabilità a carico delle famiglie sono generalmente più rilevanti nei paesi ricchi rispetto a quelli poveri. Il rapporto Unicef ricorda anche che gli studi condotti dal 1990 al 2010 sulla violenza contro i bambini con disabilità hanno rilevato che la percentuale stimata di violenza contro i bambini con disabilità va dal 26,7 per cento di varie forme di violenza al 20,4 per cento di violenze fisiche e al 13,7 per cento di violenza sessuale. Le stime sui rischi - viene precisato - hanno indicato che i bambini con disabilità correvano rischi significativamente maggiori di subire violenze dei coetanei senza disabilità: 3,7 volte più probabilità di varie forme di violenza. I bambini con disabilità mentali o intellettuali erano 4,6 volte più probabilità di essere vittime di violenza sessuale, rispetto ai loro coetanei non disabili. Il documento mette poi in evidenza che le crisi umanitarie, come quelle determinate da guerre e disastri naturali, comportano particolari rischi per i bambini con disabilità. I residuati bellici esplosivi (RBE) e le mine terrestri antiuomo hanno effetti devastanti sui bambini e rappresentano un fattore che ha contribuito in modo significativo alla disabilità infantile. Ogni anno, dal 2005, i bambini rappresentano all'incirca il 20-30% di tutte le vittime di mine terrestri, residuati di munizioni a grappolo e altri RBE. Da quando, nel 1999, è iniziato il monitoraggio, sono state registrate almeno 1.000 vittime minorenni ogni anno. Nel 2010 il numero di queste vittime è stato superiore a 1.200 e i bambini hanno rappresentato il 55% di tutti i decessi civili. Nel 2011 i bambini hanno costituito il 61% di tutte le vittime civili in Afghanistan. Nello stesso anno, i bambini rappresentavano il 58% delle vittime civili nella Repubblica Democratica Popolare del Laos, il 50% in Iraq e il 48% in Sudan. Permangono poi situazioni di forte stigma e pregiudizio. Due esempi: uno studio condotto in Madagascar ha rilevato che il 48 per cento dei genitori ritiene contagiosa la disabilità, mentre un altro studio realizzato in Vietnam nel 2009 ha osservato che ancora persistevano casi di stigma e discriminazione; ad esempio, la presenza di bambini con disabilità in pubblico durante feste come il Tet, il capodanno lunare, era considerata di cattivo auspicio.
Fonte:
 http://www.superabile.it/web/it/CANALI_TEMATICI/Politiche_e_Buoni_Esempi/Dossier/info-696422311.html

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