Quando nel 1983 iniziava la mia avventura nel mondo della
bonifica bellica comprendevo subito, forse prima di subito, quanto la
professione era particolarmente selettiva. A quei tempi far parte del mondo BCM
non era semplice, era certamente indispensabile possedere idoneità psichiche
fisiche, ma soprattutto era fondamentale rispettare la dignità propria, dei
colleghi e di tutti. Per conquistare brevetti era tra l’altro obbligatorio dimostrare
le qualità citate ai propri superiori (capi cantieri, assistenti, etc). Ma non
solo, infatti ricordo d’essere stato pronto per il corso da rastrellatore
quando ormai tutti i futuri colleghi già iniziavano ad essere d’accordo nel
ritenermi tale. Erano gli anni 83/90 e chi non rispettava regole morali scritte
o non scritte era fuori o peggio licenziato. In buona sostanza a quei tempi la
bonifica bellica esigeva professionalità e morale. Eravamo i tecnici delle
bombe, perciò i nostri capi esigevano una forma mentis inattaccabile da
qualsiasi impulso esterno. Non erano semplici gli anni 80: delinquenza, bande
terroristiche e quant’altro. Noi ad ogni domanda proveniente dall’esterno si
rispondeva, per esempio: <<lavoro alle poste>> o << alla
Sip>>. Mai, dico mai avrei assistito o sentito dire che il collega tal
dei tali avrebbe ceduto un pezzo d’artiglieria ad un malavitoso. Ma quella
bonifica che esiste e persiste nella mia mente, forse oggi non esiste più o è
merce rara. Infatti oggi, merito, morale e dignità non rappresentano più le
basi necessarie per intraprendere una carriera tanto “sensibile”, ma è
sufficiente conoscere, essere il nipote, l’amico o cognato di un
personaggio influente, certo in moltissimi casi abbiamo trovato personaggi poi rivelatisi grandi professionisti, potrei citare numerosi esempi, in altri casi forse è accaduto il contrario. Tutto questo “evolversi” avrebbe contribuito a
distruggere parte di un settore già in balia della propria follia. Bonifiche
vendute a prezzi da saldi di fine stagione, poi la crisi europea, italiana
compiono tutto il resto. Ieri la notizia di un uomo Bcm che all’insaputa del
datore di lavoro sarebbe stato fermato perché in possesso di un 149mm, gli
inquirenti per via delle indagini ad oggi non ancora concluse ipotizzano possa
trattarsi di un residuato bellico destinato a terza persona collegata con
esponenti malavitosi. Personalmente non ci credo, non devo crederci, anzi
piacerebbe immaginare una semplice
ingenuità dell’uomo che oltretutto conosco benissimo, tuttavia questa storia in
sintesi altro non è che la prova provata che per risanare un mondo (BCM) che
tanto ha dato alla società a tutti bisognerebbe guardare meno ai gradi di
parentela e ricominciare a parlare di merito, dignità e rispetto.
Giovanni Lafirenze
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