Un involucro arrugginito e sventrato, dentro il quale si intravedono chili d'esplosivo. La caccia alla bomba dà il suo secondo «frutto» nella parte est di piazzale XXV Aprile, dal lato opposto rispetto ai resti dei tre soldati. L'ordigno bellico, esploso solo per metà e quindi ancora pericoloso, è stato rinvenuto giovedì, dopo l'ispezione con il metal detector. «Si tratta di una bomba di fabbricazione statunitense, che in origine era lunga oltre un metro, pesava circa 250 libbre, ovvero 120 chili, e aveva un potenziale distruttivo del raggio di 300 metri», spiega il capitano Giuseppe La Ianca dell'Ottavo reggimento Genio guastatori Folgore di Legnago. «Il congegno d'accensione è inattivo. L'ordigno quindi può essere rimosso con un procedimento abbastanza semplice. Tuttavia va fatto brillare in un luogo sicuro. Infatti l'amatolo, cioè la miscela esplosiva contenuta al suo interno, è ancora efficace a distanza di settant'anni», assicura. Sarà la prefettura, d'accordo con gli artificieri, a stabilire al più presto il giorno per la rimozione e il disinnesco, che avverranno presumibilmente la prossima settimana. Nel frattempo, la bomba è stata coperta con una gabbia di assi di legno. Ma perché tanti ordigni inesplosi? «Verso la fine della guerra, la richiesta di bombe si fece sempre più ingente, e sempre più veloce e approssimativa la loro fabbricazione», spiega il capitano. «Si stima che la quantità di congegni difettosi arrivò al 10-15 per cento sul totale della produzione. Ma la mancata esplosione poteva essere causata anche dallo sgancio a quota troppo bassa. Questa», dice indicando l'involucro dissotterrato, «funzionò solo a metà. Sono moltissime le bombe inesplose nascoste sottoterra, soprattutto a ridosso della cosiddetta linea Gotica. Insomma, l'Italia è ancora in guerra e non lo sa».
L.CO.
Fonte:
http://www.larena.it/stories/Cronaca/453064_bomba_alleata_da_120_chili_pericolosa_dopo_70_anni/
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