A proposito dei lavori di bonifica bellica in corso in via
Ippolito d’Aste, nell’area conosciuta come quella del “marmista”, eseguiti dalla Drafinsub di Genova il giornale
web: Levante News” pone interessanti quesiti che andrebbero sciolti anche e
soprattutto per i residenti. Perciò senza perdere tempo abbiamo interpellato il
responsabile della squadra BCM impegnata sul posto, Il quale chiarisce le
motivazioni, giustissime aggiungerei, che hanno condotto l’assistente tecnico
Renato Silvestre a fermare momentaneamente i lavori di ricerca ordigni:
<Dopo aver recintato il cantiere, messo in sicurezza l’area
in questione, abbiamo iniziato con la prima fase lavorativa, vale a dire
indagare il primo metro di profondità del terreno oggetto di bonifica con le
strumentazioni adatte. Inutile specificare che abbiamo riscontrato enormi risposte strumentali su tutta l’area. Non solo, dai primi scavi d’accertamento è
stata constatata l’impossibilità a procedere con queste prescrizioni BCM, a causa del considerevole riporto post-bellico
che si estende in alcuni casi oltre il metro di Profondità, non risulta
possibile effettuare una bonifica di superficie e di conseguenza neanche la
seconda fase, cioè le indagini profonde che come da progetto dovrebbero
raggiungere anche i sette metri di profondità. Detto questo, non potendo
garantire a committente e popolazione il buon fine delle lavorazioni, abbiamo
chiesto l’autorizzazione a rimuovere il materiale di riporto fino a giungere al
terreno d’origine ma tutto ciò ripeto, solo per la sicurezza di tutti. Nel momento
in cui riceviamo l’autorizzazione a procedere per strati successivi,
riprenderemo i lavori con lo stesso impegno di sempre>.
Queste le motivazioni dell’Assistente tecnico BCM Renato
Silvestre. Che aggiungere, si tratta di un sito a codice rosso, l’area è sotto
un ponte ferroviario e noi siamo pagati per produrre sicurezza da residuati
bellici. Buon Lavoro Renato, buon lavoro a tutti.
Giovanni
Lafirenze
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